giovedì 25 novembre 2010

Obama, con General Motors hai preso una sòla!

Il CEO di GM festeggia il ritorno al NYSE
Settimana scorsa le azioni della General Motors sono tornate ad essere quotate al New York Stock Exchange (NYSE). Il nostro quotidiano di riferimento, il Financial Times, ha titolato “Government Motors” fades away with IPO”, e ha proseguito: “Government Motors became General Motors again this week, 17 months after the Obama Administration rescued the carmaker, fired its chief executive and pushed it through bankruptcy”. E' evidente come un governo che investe in una società automobilistica sia considerato un investitore sconsiderato. Il settore automobilistico è infatti caratterizzato da eccesso strutturale di offerta, competizione elevata, margini risicati, forte ciclicità.

Quindi la moribonda società automobilistica americana è tornata a respirare e in poco tempo è tornata in borsa (tramite Initial Public Offering - alias IPO - a 33$ per azione).

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato: “La quotazione a Wall Street è una pietra miliare non solo per quest’azienda, simbolo dell’industria americana, ma anche per l’intero settore dell’auto”.

Pensiamo che Obama stia dicendo una fesseria e stia prendendo in giro i contribuenti americani.

Vediamo in dettaglio perchè la “meravigliosa” operazione è da considerarsi un fake per l’Amministrazione Obama. Tralasciamo gli effetti occupazionali. Guardiamo al risultato dell’investimento governativo.

Il collocamento di GM ha visto la vendita da parte del Governo USA di 1,5 miliardi di azioni, a un prezzo di 33$ ciascuna. L’IPO ha portato all’incasso di circa 10 miliardi di dollari. E’ opportuno ricordare che GM ha ricevuto dal Governo tra capitale di debito e capitale proprio ben 49,5 miliardi di dollari. GM deve quindi al Governo ancora 39,5 miliardi di dollari.

Il trading floor del NYSE
L’FT ha calcolato che - avendo il governo americano pagato ogni azione 45$ - per uscire in pari, Obama dovrà vendere le rimanenti azioni in suo possesso – 609 milioni di azioni - a 54$ l’una.

Dopo l’IPO, il Governo detiene ancora il 33% di GM. Secondo “People close to the deal, the final exit could now haoppen by the end of the year”.

Come fa notare la Lex Column del Financial Times del 17 novembre scorso, le probabilità che l’operazione GM si chiuda in profitto per il governo americano sono estremamente scarse: “GM is a vastly improved company with great financial flexibility, but it faces headwinds in most of its big markets and serious share overhang as bondholders wait to sell. Unless the average of the next two offerings is at least two-thirds higher than today’s price or about 19 times 2010 earnings, taxpayers will have been taken for a ride” (traduco per i peones: i detentori di bond, bondholder, hanno in mano bond convertibili, quindi se una volta convertiti i bond in azioni, vendono le azioni, queste subiscono una pressione al ribasso. Inoltre visto che la prima tranche dei titoli GM è stata venduta in perdita, la rimanente deve essere venduta a un prezzo di 2/3 higher del prezzo di oggi e circa 19 volte gli utili del 2010).



Se io dicessi a un mio cliente che ho comprato per lui azioni della General Motors a 45$ e le ho rivendute in perdita a 33$, perdendoci il 26,6%, mi direbbe giustamente: “Lei è un cretino”. Altro che “Pietra miliare”! Obama, con GM hai preso una sòla!

6 commenti:

  1. Interessante appunto su una operazione presentata in altro modo. Forse avrebbe dovuto trovare un altro "Sergio" anche per Gm.
    Sandro Bagatti

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  2. L’analisi è interessante, ma non credo si possa prescindere dal considerare gli effetti occupazionali...

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  3. Vero.. Se vuoi fare un'analisi completa devi portare tutti i dati, anche quelli sull'occupazione.. Di sicuro il quadro completo è, almeno in parte più positivo.. Perché a volte i governi devono solo scegliere la meno peggio tra le soluzioni possibili, e forse in questo caso era meglio far pagare un po' a tutti ma salvaguardare migliaia di posti di lavoro (che in un momento di crisi sono fondamentali: se non si lavora non si consuma, e hai voglia di cercare la ripresa..). Ma è un'ipotesi.. Metti i dati completi, così possiamo valutare.. Altrimenti non ti allontani molto dal governo americano che divulga solo i dati che fanno comodo a sostenere le sue ragioni...

    Post interessante, comunque..

    Cerf Volant

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  4. Non vorrei sembrare antioperaista, ma essendo di estrazione scientifica considero il lavoro con la definizione della fisica, ovvero le forze spese per produrre un risultato (per la fisica il lavoro è il prodotto scalare della forza per lo spostamento, quindi ogni forza avente direzione non parallela allo spostamento produce lavoro nullo). Questo per dire che forse l'occupazione che sottrae ricchezza al pubblico - ovvero fa aumentare le tasse - non aiuta la ripresa in quanto indebolisce il potere di acquisto di alcuni per rafforzare il potere di acquisto di altri. In realtà è solo un fatto ridistributivo (ovvero politico). Tuttavia a mio modesto parere il rischio è quello di evitare una selezione naturale in un settore in overcapacity e quindi impoverire i concorrenti ritardando la ripresa per tutti. In poche parole: si sono salvaguardati i posti di lavoro negli stati uniti, ma questi posti di lavoro saranno persi in un altro luogo prima o poi.

    Cinghiale di scogliera

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  5. Ho volutamente incentrato l'analisi dal punto di vista dell'investitore (il governo americano). La difesa dell'intervento a fini occupazionali secondo me ha poco senso. La logica sottostante è sempre quella di tutelare chi il lavoro ce l'ha (i dipendenti di GM), quindi gli insider e NON chi il lavoro non ce l'ha, cioè gli outsider. E' il tipico ragionamento della sinistra italiana. Difendiamo i lavoratori a tempo indeterminato con cassa integrazione in deroga a gogo' (tutta a carico del contribuente! perchè in deroga) e i giovani, i precari, i lavoratori a progetto che si arrangiassero. Così la sinistra ha perso le elezioni. E così Obama ha perso le elezioni di mid-term. Il Governo deve disegnere e far rispettare le regole del gioco. Non deve intervenire. Meno che mai nel settore automobilistico, perdente per definizione.

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  6. Non sono completamente d'accordo.. In Italia la GM non sarebbe stata salvata allo stesso modo, ma si sarebbe data la CIG ai lavoratori rimasti a piedi; quelli però sarebbero stati soldi gettati, perché l'azienda non avrebbe prodotto più nulla.. Nel caso della GM, i soldi dei contribuenti dovrebbero (attenzione al condizionale) servire a risollevare l'azienda, così che i lavoratori possano continuare a lavorare (che tra l'altro è più dignitoso rispetto all'essere pagati per non fare nulla..).

    Io non dico che la GM andasse salvata (anzi abbiamo sin troppe aziende nell'automotive), però non si può giudicare tutta l'operazione a prescindere dai risultati sull'occupazione.. Si può giudicare solo con il quadro completo (anche perché lo Stato è si un investitore, ma non ha obiettivi di profitto.. Il suo unico obiettivo dovrebbe essere il benessere dei cittadini, considerati a livello aggregato).. No?

    CV

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