Per rinverdire gli antichi fasti, martedì scorso sono stato all’ISPI, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale. L'ISPI, fondato nel 1934, è tra i più antichi e prestigiosi istituti italiani specializzati in attività di carattere internazionale, con sede a Palazzo Clerici a Milano.
E’ giusto ricordare che l’ISPI nasce grazie alla forte volontà di Alberto Pirelli (che ne diviene infatti nel 1935 il Presidente). Lo storico Nicola Tranfaglia nel suo splendido Vita di Alberto Pirelli (1982-1971)- Einaudi, 2010 - racconta come “L’attività dell’ISPI venne avviata ufficialmente il 27 marzo 1934 da un gruppo di giovani studiosi dell’Università di Milano e di Pavia, che, in considerazione della forte presenza internazionale italiana in quegli anni, si proponevano di dotare l’Italia fascista di un centro di studio focalizzato sulla politica estera, ispirandosi al modello del Royal Institute of Internation Affairs di Londra e della Foreign Policy Association di New York...Si assiste a una politica del presidente Pirelli che pensa a un’istituzione che coltivi nello stesso tempo un’azione politico-culturale di alto livello, un progreamma di insegnamento, un progetto editoriale che coinvolge storici di grande qualità e a volte tutt’altro che schierati con il regime”.
Nelle sale affrescate da Gianbattista Tiepolo si tiene una tavola rotonda su "Elezioni di mid term. Le sfide economiche della presidenza" con la presenza dell’ex ambasciatore a Washington Boris Biancheri (Presidente dell’ISPI), il responsabile della sede di New York del Financial Times Francesco Guerrera (formazione classica, 38 anni, prima Master in giornalismo a Londra, poi 4 anni a Hong Kong per l’FT) e il direttore della Stampa Mario Calabresi.
Riporto gli spunti più interessanti.
Guerrera spiega come gli Stati Uniti siano ancora sotto un forte shock psicologico dovuto alla crisi finanziaria. Avevano sempre pensato che le crisi potevano colpire il Messico, l’Argentina, la Thailandia, i paesi periferici dell’Europa, ma mai avrebbero pensato di essere l’epicentro di una crisi. Da qui le difficoltà ad uscirne e il deciso rialzo precauzionale della propensione al risparmio.
L’altra grande credenza infranta è stato il mercato immobiliare. Il dogma era: i prezzi delle case non possono mai scendere. Nel passato si era assistito a un calo massimo dell’8%. Vedere i prezzi delle case calare del 34% (in media!) è stata una sorpresa per gli eterni ottimisti. L'uomo ragiona sulla base di intervalli temporali troppo brevi. E compie deduzioni irrazional. “Nel periodo 1997-2005, negli Stati Uniti la percentuale dei proprietari di case crebbe in tutte le regioni, in tutti i gruppi di età ed etnici, nonchè in tutte le fasce di reddito...La proprietà della casa , nonostante tuttii vantaggi, non è la soluzione ideale per chiunque e in qualsiasi circostanza” (Robert Shiller, Finanza Shock. Come uscire dalla crisi dei mutui subrime, Egea, 2008).
E’ imprescindibile rifarsi a Nassim Taleb e al suo ottimo “Giocati dal caso” (Il Saggiatore, 2008) in cui ci illumina sul ruolo della fortuna nella vita: “Ci sono casi in cui ci si può fidare di una performance storica, ma non troppi. E’ necessario esibire un minimo di umiltà e cautela da chi lavora con il caso. Machiavelli scriveva alla fortuna almeno il 50% di ciò che accade (il resto si deve all’astuzia e alla bravura)....Il fatto che una persona abbia guadagnato in passato non è né significativo, né rilevante...(e qui si supera, ndr)...Non siamo progettati per capire le cose. Siamo fatti solo per sopravvivere e procreare. Per sopravvivere, dobbiamo sovrastimare alcune probabilità”.
Se ne deduce che la crescita del mercato immobiliare prima della crisi è stato un fatto casuale e NON significativo. Sempre Taleb (e provate a non ridere): “Se fate una gara in mountain bike con un vostro amico attraverso la Siberia e al traguardo lo battete di un solo secondo, è chiaro che non potete vantarvi di essere più veloci di lui. Potreste essere stati aiutati da qualcosa, o potrebbe tratttarsi semplicemente di un caso, e null’altro”.
Hotel su Brickell Avenue a Miami |
Oggi negli States il 75% degli household ha un mutuo più grande del valore attuale della casa – si trovano, in gergo, underwater. Chi è più scaltro, esce di casa e spedisce le chiavi alla banca (give back keys letter). Così sono numerosi i quartieri disabitati con persone che hanno abbandonato le loro case. A nord di New York, a Buffalo, il sindaco sta procedendo ad abbattere interi quartieri per poi piantare boschi. Un grande!
Guerrera spiega perchè gli stimoli dell’Amministrazione Obama faticano a produrre effetti:
1. 780 miliardi$ di stimolo pubblico sono pochi su 15.000 miliardi di PIL
2. paura che la crisi ritorni (aumento del risparmio)
3. shock psicologico ancora da assorbire
4. la spesa pubblica si è concetnrata su sussidi mirati al settore automobilistico e alla casa, ma sarebbe necessario un piano infrastrutturale tipo il New Deal di Roosevelt, visto gli aeroporti, le stazioni, i ponti...non sono certo al livello asiatico
5. il tightening quantitativo della Fed non piace neanche ai membri della Fed che si sentono soli in battaglia. E dopo la perdita della maggioranza al Senato sarà ancora più dura per Obama approvare provvedimenti espansivi.
Michael Douglas, alias Gordon Gekko in Wall Street |
Potranno mai i banker rinsavire e limitare la loro avidità? Difficile. I primi dati sui bonus 2010 fanno pensare che nulla sia cambiato. I concessionari di Ferrari a New York hanno già gli ordini in mano, ci riferisce l’ottimo Francesco Guerrera del FT.
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