tag:blogger.com,1999:blog-68393164409589800632024-03-13T16:25:07.025+01:00Faust e il GovernatoreIl blog di Beniamino Andrea Picconebeniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.comBlogger561125tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-61901342418179212902024-03-13T11:05:00.008+01:002024-03-13T15:42:17.295+01:00Omaggio a Franco Basaglia - vero rivoluzionario - a 100 anni dalla nascita<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAPyz8icVppUgSxJj_ZGw0txthY7B8HdOBGpvSpOhXJgfO6stiQHh901H2_ZldyuEb4A5fZCJkSSrLUmQmW4mUzmLUD8UaZU-apvDEKpy32l5eZU0_TpnwWtztnQa6aX66i7RAzWrHgooTk6abtPL5z3LBVW9ua1XaykRFvMlGkNxM6ay3WVRDxjeNac4p/s1364/1979_-_BasagliaFoto800.jpg" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1364" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAPyz8icVppUgSxJj_ZGw0txthY7B8HdOBGpvSpOhXJgfO6stiQHh901H2_ZldyuEb4A5fZCJkSSrLUmQmW4mUzmLUD8UaZU-apvDEKpy32l5eZU0_TpnwWtztnQa6aX66i7RAzWrHgooTk6abtPL5z3LBVW9ua1XaykRFvMlGkNxM6ay3WVRDxjeNac4p/s320/1979_-_BasagliaFoto800.jpg" /></a></div>L'11 marzo 1924 nacque a Venezia nacque <b>Franco Basaglia</b>, persona straordinaria, vero rivoluzionario.
Perchè lo ricordiamo ancora oggi? Perchè ha chiuso i manicomi, centri di tortura, di schiavitù, di degrado senza fine, dove i malati erano trattati da bestie.
Sono in molti a ricordarsi le copertine dell'<i>Espresso</i>, i cui fotografi riuscirono a documentare una realtà orrenda, dove i "matti" erano legati ai letti o ai termosifoni, nella sporcizia più avvilente. Vi ricordate "<b><i>La meglio gioventù</i></b>" di <b>Marco Tullio Giordana</b> quando Giorgia Esposti, alias <b>Jasmine Trinca</b>, si dimena nel letto nell'impossibilità di slegarsi?<div><br /><div>La Treccani: "Nel 1961, assumendo la direzione dell'ospedale psichiatrico di Gorizia, iniziò quello che doveva costituire il principale movimento per l'abolizione dell'istituto manicomiale in Italia. Proseguì a Parma l'azione di liberalizzazione, che trovò il suo punto culminante a Trieste, del cui ospedale psichiatrico egli divenne direttore nel 1971. Nel 1977, in seguito ai suoi costanti sforzi, l'ospedale poté considerare conchiusa la propria attività. Determinante il suo apporto nella riforma legislativa del 1978 (Legge 180), che ha deciso in linea di principio la soppressione degli ospedali psichiatrici".
Perchè Basaglia può essere considerato un <b>rivoluzionario</b>? Perchè negli anni Cinquanta e Sessanta la cura andava sperimentando le prime applicazioni dei primi neurolettici e antidepressivi, ma restava ancora in massima parte legata alle terapie di shock (con insulina ed elettricità).
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0IUgQHpGRZ7qU-05k2LUhbZSw6h4Hn1NfmMRjhcHMHB56h0keXRkZkjEphNV9CWfmyOgdk0jWfqx2cpyy2Z0EAIMt9_VLyAPF6zd2VqZAT_9XFEoGPnchjMVX90Yow2TvjqaCQiqpVUbDjBPLj-FUcCUm_JfSjNfSCtE94G4SlTtUfAR4AXei20FP5_XA/s310/manicomi_gardin_.jpg" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="279" data-original-width="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0IUgQHpGRZ7qU-05k2LUhbZSw6h4Hn1NfmMRjhcHMHB56h0keXRkZkjEphNV9CWfmyOgdk0jWfqx2cpyy2Z0EAIMt9_VLyAPF6zd2VqZAT_9XFEoGPnchjMVX90Yow2TvjqaCQiqpVUbDjBPLj-FUcCUm_JfSjNfSCtE94G4SlTtUfAR4AXei20FP5_XA/s320/manicomi_gardin_.jpg" width="320" /></a></div>Conseguita nel 1957 a <b>Padova</b> la libera docenza in psichiatria, nel 1959 si trasferì alla direzione dell'ospedale psichiatrico di Gorizia. Questa destinazione, rispetto alla prospettiva di una carriera universitaria, poteva assumere il sapore di un abbandono, condizionato dai limiti che aveva incontrato. Segnò invece una tappa importantissima nell'itinerario di evoluzione del suo pensiero.<div><br /><div><b>"I matti siamo noi! Da vicino nessuno è normale". E ancora: "La società, per dirsi civile, </b>disse <b>Basaglia</b> nelle sue <i>Conferenze brasiliane</i>, <b>dovrebbe accettare tanto la ragione, tanta la follia". </b></div><div><br /></div><div>La società può essere civile solo quando si fa ospitale verso la follia. Dobbiamo far posto a quella parte di sragione che è in ciascuno di noi (<b>Pier Aldo Rovatti</b>, cit.)</div><div><br /></div><div> Basaglia, divenuto direttore del nosocomio senza aver precedentemente maturato un'esperienza diretta di lavoro negli ospedali psichiatrici, non tardò ad esprimere la sua reazione di rifiuto di quella realtà. Identificò certi ordinamenti, regole e consuetudini manicomiali come strumenti della violenza istituzionale, coercitiva e autoritaria, nella quale riconosceva un meccanismo segregante e un significato classista. Individuò in quel sistema e nei suoi metodi di cura la causa prima dell'istituzionalizzazione del malato e l'ostacolo ad un intervento che fosse invece adeguato ai bisogni che la malattia mentale esprime" (Treccani.it).<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYpZxYoOhe_ALsOsVUJ8_EMyyurwQManc5amWgyc3oNNwiesXNcDsygr478zKxb7eN5laMg3Nlsp-E_eSExnD6hiOtkrahL76AkYgoWN3c7kcDNJcF9AyTbYpxptowy9MKFyATYd0JXfQKEHFUr6e0EpDMF7upWOoPckBMu5KskpMSMDqpUkoNwVimYksE/s640/diariodiunareclusa.jpg" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="640" data-original-width="380" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYpZxYoOhe_ALsOsVUJ8_EMyyurwQManc5amWgyc3oNNwiesXNcDsygr478zKxb7eN5laMg3Nlsp-E_eSExnD6hiOtkrahL76AkYgoWN3c7kcDNJcF9AyTbYpxptowy9MKFyATYd0JXfQKEHFUr6e0EpDMF7upWOoPckBMu5KskpMSMDqpUkoNwVimYksE/s320/diariodiunareclusa.jpg" /></a></div>L'ospedale psichiatrico di <b>Gorizia </b>era un'istituzione in cui sopravvivevano meccanismi di contenzione e abitudini desolanti che evidenziavano le contraddizioni di certa psichiatria basilare. L'ospedale, dopo le vicende della guerra, si era trovato collocato sul confine con la Jugoslavia ed era una delle strutture sulle quali si concentravano i disagi di quel territorio, anche in ordine a conflitti e problemi socio-ambientali. La provincia di Gorizia contava circa centotrentamila abitanti e l'ospedale aveva una popolazione di circa cinquecentocinquanta ricoverati, con un tasso di ospedalizzazione molto alto. Dei ricoverati, circa centocinquanta erano di nazionalità iugoslava e restavano in Italia in applicazione del trattato di pace quale spesa di riparazione bellica a carico del ministero degli Esteri. Erano quindi persone inamovibili. Dei quattrocento che restavano, trecento erano malati cronici lungodegenti. </div><div><br /></div><div>In occasione della morte della brigatista - mai pentita - <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Barbara_Balzerani">Barbara Balzerani</a>, che il <b>16 marzo 1978</b> fece parte del commando di coloro che rapirono Aldo Moro e uccisero tutti gli uomini della scorta, la professoressa di filosofia teoretica della Sapienza di Roma <b>Donatella Di Cesare</b>, ha scritto un tweet orrendo - poi subito cancellato per vergogna - dove si leggeva: "La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malincuore un addio alla compagna Luna". La compagna Luna è il nome di battaglia della Balzerani.
Ma siamo fuori di testa? I veri rivoluzionari sono persone come <b>Franco Basaglia</b>, non i terroristi rossi che hanno ucciso le migliori menti e servitori dello Stato.<div> <div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-tZiJSAIb7DsovLcIw1m-uXS6VeqLhjiv3gL4hdMBeh1ZMxl50S5skVlBLEFsCpAEvTrvjn7YB4AXv0MZt8wUuPJXjgwnd1DF1DARlC92a6M1zSztXiBuahqdi4o_rTRxqc9szhK4hqeqX8JmVxRIfL7-cKJAqpQDn24HxwGjHuI8MABy4PIsC65BAyD5/s298/caffe.jpg" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="169" data-original-width="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-tZiJSAIb7DsovLcIw1m-uXS6VeqLhjiv3gL4hdMBeh1ZMxl50S5skVlBLEFsCpAEvTrvjn7YB4AXv0MZt8wUuPJXjgwnd1DF1DARlC92a6M1zSztXiBuahqdi4o_rTRxqc9szhK4hqeqX8JmVxRIfL7-cKJAqpQDn24HxwGjHuI8MABy4PIsC65BAyD5/s320/caffe.jpg" width="320" /></a></div>Come scrisse <b>Federico Caffè</b> nella "Solitudine del riformista" sono i riformisti - <b>Ezio Tarantelli, Marco Biagi</b>, due nomi tra i tanti - i veri rivoluzionari perchè passo dopo passo, cambiano la realtà, mai demordendo nello sforzo persuasivo: </div><div>"<b>Il riformista è ben consapevole d’essere costantemente deriso da chi prospetta future palingenesi,</b> soprattutto per il fatto che queste sono vaghe, dai contorni indefiniti e si riassumono, generalmente, in una formula che non si sa bene cosa voglia dire, ma che ha il pregio di un magico effetto di richiamo. La derisione è giustificata, in quanto il riformista, in fondo, non fa che ritessere una tela che altri sistematicamente distrugge. E’ agevole contrapporgli che, sin quando non cambi «il sistema», le sue innovazioni miglioratrici non fanno che tappare buchi e puntellare un edificio che non cessa per questo di essere vetusto e pieno di crepe (o «contraddizioni»).
Egli è tuttavia convinto di operare nella storia, ossia nell’ambito di un «sistema», di cui non intende essere né l’apologeta, né il becchino; ma, nei limiti delle sue possibilità, un componente sollecito ad apportare tutti quei miglioramenti che siano concretabili nell’immediato e non desiderabili in vacuo. Egli preferisce il poco al tutto, il realizzabile all’utopico, il gradualismo delle trasformazioni a una sempre rinviata trasformazione radicale del «sistema».</div><div> <div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha_ses3SeIUzMufA9u6nzV5tqsuIq0-xp9YpNBuNGGixrys6_3IcXlKrv2ntL17yuKVzlL0Y5e7Ru1lqvrSuOm4k-NcGX0gSDhtatq1MB7DuAIlOm_UA9I6gjeDiEtlltm9rNsPCU-wjlawOTBerepQIQhjwgNpAeoQLmgMVEaEOb43WLX3Q1jneWuvvuC/s342/solitudine.jpg" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><b><img alt="" border="0" data-original-height="342" data-original-width="200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha_ses3SeIUzMufA9u6nzV5tqsuIq0-xp9YpNBuNGGixrys6_3IcXlKrv2ntL17yuKVzlL0Y5e7Ru1lqvrSuOm4k-NcGX0gSDhtatq1MB7DuAIlOm_UA9I6gjeDiEtlltm9rNsPCU-wjlawOTBerepQIQhjwgNpAeoQLmgMVEaEOb43WLX3Q1jneWuvvuC/s320/solitudine.jpg" /></b></a></div><b>Il riformista è anche consapevole che alla derisione di chi lo considera un impenitente tappabuchi</b> (o, per cambiare immagine, uno che pesta l’acqua nel mortaio), <b>si aggiunge lo scherno di chi pensa che ci sia ben poco da riformare</b>, né ora né mai, in quanto a tutto provvede l’operare spontaneo del mercato, posto che lo si lasci agire senza inutili intralci: anche di preteso intento riformistico. Essendo generalmente uomo di buone letture, il riformista conosce perfettamente quali lontane radici abbia l’ostilità a ogni intervento mirante a creare istituzioni che possano migliorare le cose".</div><div><br /></div><div>L'11 marzo 2024 su <i>Repubblica</i> <b>Francesco Merlo</b> ha scritto un pezzo - <i>Barbara Balzerani e l'eterno ritorno del "Mal di Moro"</i> - che vale la pena essere citato: "E' ancora abbondante la letteratura di tenera simpatia che racconta i terroristi come fragili coscienze travolte dalla storia, criminali sì, ma solo perchè vittime di una guerra civile che ho l'età per testimoniare che non c'è stata. La famosa ribellione della stragrande maggioranza dei ragazzi del '68 non fu materia preparatoria per il terrorismo e per questa porcheria omicida...E gli assassinati, i giustiziati non erano i borghesi corrotti del capitalismo imperialista, ma i rappresentanti di un'Italia aperta e civile, che oggi avrebbe potuto essere diversa e somogliare di più ad <a href="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2018/03/16/aldo-moro-brigate-rosse-tesi-laurea/">Aldo Moro</a> e all'avvocato <b>Croce</b>, all'operaio <b>Guido Rossa</b>, ai giornalisti <b>Carlo Casalegno</b> e <a href="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2016/05/27/walter-tobagi-e-il-problema-di-arrivare-alla-verita-a-qualunque-costo/">Walter Tobagi</a>, ai professori <a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2012/03/27-marzo-1985-ezio-tarantelli.html">Tarantelli</a> e <b>Bachelet</b>". </div><div><b><br /></b></div><div><b>Gian Antonio Stella</b> - in un Paese senza memoria - ha buon gioco nel dire che l'attuale ministro della Salute <b>Orazio Schillace </b>in tutte le 1824 notizie di agenzia, mai ha avuto modo di citare o ricordare Franco Basaglia. Il perchè è spiegato dal fatto che l'Italia è terzultima in Europa per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale: 3%. Staccata dalla media europea (5,4%), e staccatissima dalla Svezia (10%), Germania (13%) e Francia (14%). Ma non si contano le lagne sugli "squilibrati in libertà".
<b>Fare memoria non significa contemplare la fiamma, bensì alimentare la fiamma. </b></div><div><br /></div><div>Ti sia lieve la terra, caro <b>Franco Basaglia</b>.</div></div></div></div></div></div></div>beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-70240790344171386072024-02-29T00:03:00.015+01:002024-02-29T12:05:26.102+01:00Omaggio a Irene Camber, campionessa olimpica e mondiale di fioretto <p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYmpLmq_jKS_olpPlMrs586n6rhVTRFQmPt2IaaFPJOgfEFaKoXRn39pjekWdT0m3LH4-3m8CPBwxFqX9bAHcwRr3wdlx9XRt4UDj6_B1L3wzX640jcYP23wPEiqgCbm9w9zn4jAsc9BxmyKY4iIGuHDK36xLbwHnxo1GhZKHozuuvdb3wu0OJW8FAQU6E/s273/camber.4.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="273" data-original-width="184" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYmpLmq_jKS_olpPlMrs586n6rhVTRFQmPt2IaaFPJOgfEFaKoXRn39pjekWdT0m3LH4-3m8CPBwxFqX9bAHcwRr3wdlx9XRt4UDj6_B1L3wzX640jcYP23wPEiqgCbm9w9zn4jAsc9BxmyKY4iIGuHDK36xLbwHnxo1GhZKHozuuvdb3wu0OJW8FAQU6E/s1600/camber.4.jpg" width="184" /></a></div>Qualche giorno fa, ci ha lasciato<b> Irene Camber</b>, formidabile atleta, medaglia d'oro di fioretto alle Olimpiadi di Helsinki del 1952, campionessa mondiale, persona dalle grandi qualità umane.<p></p><p>Nata a Trieste nel 1926 - come <a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/01/mio-padre-la-resistenza-calamandrei.html">mio papà</a>! - Irene non si è mai accontentata nella vita. Amava immensamente vivere. Irene primeggia nello sport ma non esita a studiare. Il padre Giulio dal fronte le scrive incoraggiandola all'impegno e alla costanza. Oggi si direbbe "<a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2014/04/il-valore-della-consistenza-e-della.html">consistency</a>". Diplomata in pianoforte al Conservatorio, si laureò - prima donna a farlo - in chimica industriale all'Università di Padova, in una facoltà quasi completamente maschile. </p><p>Nelle foto da giovane si vedono dei bellissimi occhi azzurri. La nipote <b>Matilde Corno</b> in una didascalia a un <a href="https://www.vice.com/it/article/m7bqvb/irene-camber-foto-matilde-corno">servizio fotografico</a> ha scritto: "Irene ha gli occhi di ghiaccio. Se li guardi da vicino, vedi il mare di Trieste".</p><p><b>Gianni Brera</b> in prima pagina sulla <b><i>Gazzetta dello Sport</i></b> dove era già giovane direttore dal 1949, in un pezzo dal titolo "Daghe Muleta!" ("Forza ragazza", in dialetto triestino), così si espresse al termine di una giornata appassionante - <b>27 luglio 1952</b>, giorno in cui Emil Zapotek vinse i 5 e i 10mila metri - nei sobborghi della capitale finlandese, a Espoo, dove Camber vinse il primo oro olimpico femminile nella scherma italiana, già allora fortissima nella scherma maschile con i fratelli (Edoardo e Dario) <b>Mangiarotti</b>: <span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">“Irene Camber ha il volto onesto e buono di tutte le
vostre compagne di liceo che hanno scelto Chimica”. </span></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"></span></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimUEBvVlzuz66i_hKCI6SBszPqWy0TQSHPbc5YQqtu1sF3l1CjA0LcPN3dEM91n0UniUZ-ScokDDEPJRR5GFocb1wbJFan5R3kW83d3BKoUScNZmBEPunGYTGHxNJ7tvWiiKMGmKx1G7i_xAmBl9PXB_Sg65gGGbx3Q_ArQ8MjjEPLNRAsli23HuAIYiOa/s300/brera.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="112" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimUEBvVlzuz66i_hKCI6SBszPqWy0TQSHPbc5YQqtu1sF3l1CjA0LcPN3dEM91n0UniUZ-ScokDDEPJRR5GFocb1wbJFan5R3kW83d3BKoUScNZmBEPunGYTGHxNJ7tvWiiKMGmKx1G7i_xAmBl9PXB_Sg65gGGbx3Q_ArQ8MjjEPLNRAsli23HuAIYiOa/w200-h112/brera.jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gianni Brera</td></tr></tbody></table><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Brera prosegue: "Quando la campionessa ungherese (Ilona Elek, ndr) scese in pedana con
l’azzurra, ella vantava quattro vittorie e una sconfitta, contro le tre
vittorie e due sconfitte dell’avversaria. Le sarebbe bastato aggiudicarsi
l’assalto per rinnovare il titolo olimpico. Quando Ilona, come una belva
urlante, si lanciò su di lei, quella che considerava una facile preda dovette
sembrarle a sua volta in agguato: due implacabili stoccate ne umiliarono la
superbia”.</span><div><span style="font-family: Times New Roman, serif;">La finale effettivamente fu densa di pathos e vide vittoriosa Irene, vero e proprio <i>underdog</i>. Il giornalista </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Giuseppe Pastore la descrive così: "</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Irene ha un fisico non comune per gli standard dell’epoca, non solo femminili. È alta un metro e settanta, il che fa di lei una delle atlete di maggior statura in gara; ma allo stesso tempo è elegante, svelta, leggera, anche se paga molto in esperienza e cattiveria agonistica rispetto alla fortissima Elek", la favorita.</span></div><div><br /><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6bUp8h0-IwiszLy93zzNKFyKvXcTswV4pC2XT25J5MKtPqo3PTK-GcKiFfjy6yqITMclOy3EW8Lr1Y-Z303Me6qB3fYStWG1M39SKp2yvL9KDG4278PTDL_nLF0yWD5X2d2XzsB0nvU7mzGdEUu_DIZLZ0EAki1KdTQ39VHo7q3u4R4miLWjwmMDQnGt5/s259/camber.1.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="259" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6bUp8h0-IwiszLy93zzNKFyKvXcTswV4pC2XT25J5MKtPqo3PTK-GcKiFfjy6yqITMclOy3EW8Lr1Y-Z303Me6qB3fYStWG1M39SKp2yvL9KDG4278PTDL_nLF0yWD5X2d2XzsB0nvU7mzGdEUu_DIZLZ0EAki1KdTQ39VHo7q3u4R4miLWjwmMDQnGt5/s1600/camber.1.jpg" width="259" /></a></div>Le gare di scherma negli anni Cinquanta non seguivano un tabellone
tennistico come oggi, ma si snodavano in infiniti gironi eliminatori finché gli
atleti rimangono in 8, e a quel punto si sfidavano in un ulteriore girone
all’italiana. Si vinceva a
quattro stoccate. <b>Camber</b> ricorda: “Io seguivo
gli assalti, prendevo appunti sulla scherma delle mie avversarie. In mattinata
ho superato senza difficoltà i primi turni, mentre le mie compagne venivano
eliminate. A mezzogiorno ho chiesto alla mensa una bistecca: non me l’hanno
data, mi hanno risposto che erano contate e che spettavano non ricordo a chi.
Allora ho mangiato un uovo e una mela”. </span></div><div><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">“Ero calmissima”, ricorderà Irene, “mentre
lei era più nervosa, conosceva la mia forza. Non solo l’avevo appena battuta
nel girone, ma l’avevo anche cappottata a Budapest, a casa sua, qualche mese
prima”. “Cappottare” voleva dire vincere 4-0. Elek si porta subito sul 2-0, poi Camber pareggia 2-2, subisce il 3-2, poi 3-3 ed è decisiva l’ultima stoccata. “Ricordo il silenzio intorno, le luci che mi
davano fastidio. Accennai un attacco e la Elek parò. Ripetei lo stesso attacco e
lei parò con lo stesso gesto. Io stavo traccheggiando ma mi resi conto che lei
rispondeva in modo meccanico, senza grande attenzione. E allora entrai decisa:
feci un coupé e le entrai nella pancia”.<o:p></o:p></span></p><p></p><p></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Nel leggere le cronache di allora, mi ha colpito una considerazione di Irene, tratta dall'insegnamento di suo padre <b>Giulio</b>, avvocato e uomo di lettere, combattente nella prima e nella seconda Guerra Mondiale (dove morì nel 1941 in Albania per una caduta da cavallo): </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">“Sei tu che devi
risolvere il tuo problema”. E' così che funziona nella vita di ciascuno di noi, nei momenti difficili. Nelle parole di <a href="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2015/06/10/egregio-criscuolo-prenda-esempio-da-donato-menichella/?uuid=HoRlj3he"><b>Donato Menichella</b>, storico governatore della </a><b><a href="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2015/06/10/egregio-criscuolo-prenda-esempio-da-donato-menichella/?uuid=HoRlj3he">Banca d'Italia</a> </b>dal 1948 al 1960, quando l'Italia cresceva come non mai: "<b>Sta in noi</b>". </span></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Inoltre, Irene ricordava sempre ai giovani: </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">"Per vincere bisogna combattere, se non si
combatte non si può vincere". Ma aggiungeva </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">un'altra esortazione del padre: "</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Mi diceva che nella vita, come nella scherma,
devi essere sempre leale, corretto, senza mai imbrogliare". In un'altra occasione disse: </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">“L’insegnamento di mio padre, che io trasmetto, è che
l’importante non è vincere ma vincere con onestà, senza che nessuno ti regali
nulla. E ai giovanissimi schermidori dico di essere pazienti e determinati,
perché il nostro sport è una lunga s<b>fida prima con se stessi</b>”.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAgTbPN2G7t_EuP1zilxE_I_OdE00HHfj31zAYfKQhft5yOY0WgOeX8JeFFuwQqV4KTQWsloaXeqdhW5o4XuExV-gi8DsLD3jrF1cvblbVYZvH3qiDNWk99JkO6rc797Dn6GQXqRpWEckg3od84x1ZjP9RSf-34WWCJhHcLAcT1FEHhX-aiN1y356GCj4D/s343/camber.3.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="147" data-original-width="343" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAgTbPN2G7t_EuP1zilxE_I_OdE00HHfj31zAYfKQhft5yOY0WgOeX8JeFFuwQqV4KTQWsloaXeqdhW5o4XuExV-gi8DsLD3jrF1cvblbVYZvH3qiDNWk99JkO6rc797Dn6GQXqRpWEckg3od84x1ZjP9RSf-34WWCJhHcLAcT1FEHhX-aiN1y356GCj4D/s320/camber.3.jpg" width="320" /></a></div>Irene ha ricordato con emozione il suo ritorno in terra triestina, dopo l'oro di Helsinki: ”Arrivai a Trieste con la corriera da Venezia alle
16,45. Fui portata per Corso Italia su una macchina scoperta, ci seguivano le
macchine e trecento lambrette. Fu la vittoria di una città”. Trieste non era ancora completamente italiana. Sarebbe tornata all’Italia due anni dopo, e per
sempre.<o:p></o:p><p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">Trieste, città bellissima, con una piazza meravigliosa - <b>Piazza Unità d'Italia</b> - che si affaccia sul mare. Città piena di storia e caratterizzata dalle vicende dell'irredentismo. Qualche anno fa, nel dicembre 2018, per il centenario della sede della Banca d'Italia, il vicedirettore generale <a href="https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-direttorio/int-dir-2018/signorini_centenario_trieste_07122018.pdf">Federico L. Signorini scrisse un intervento</a> tutto da leggere: "Trieste fra Europa e nazione: 1918-2018".</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">Voglio soffermarmi su un passaggio. In tempi di sovranismi, è quanto mai opportuno ricordare il pensiero di Luigi Einaudi, che definì il <b>dogma della sovranità assoluta come "massimamente malefico":</b> </span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"></span></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7xCT3Z8wOfZlCyAl0KAwE1APgc2PVga1Y7C6s7EOLdTvxWdNVBxEkbNcTL5kx4mhjR7MUe_T89O5IxTDj3sX_09BYDmUgeSH3MbXSyh4CD6vkzciS8qkMSUXNUe_jjeNdr98VG2ct4-rjvUfQxP5FA2m_naxYv916mnueQTdIQt9ucFqSwFkPXBjScN4D/s310/einaudi.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="163" data-original-width="310" height="163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7xCT3Z8wOfZlCyAl0KAwE1APgc2PVga1Y7C6s7EOLdTvxWdNVBxEkbNcTL5kx4mhjR7MUe_T89O5IxTDj3sX_09BYDmUgeSH3MbXSyh4CD6vkzciS8qkMSUXNUe_jjeNdr98VG2ct4-rjvUfQxP5FA2m_naxYv916mnueQTdIQt9ucFqSwFkPXBjScN4D/s1600/einaudi.jpg" width="310" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Luigi Einaudi</td></tr></tbody></table><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"><br />La degenerazione imperialistica del nazionalismo è
colta appieno da <b>Luigi Einaudi </b>(futuro </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Governatore della Banca d’Italia, lasciatemelo
ricordare), il quale nel 1918, quando le armi </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">si erano appena posate, quando la Società delle
Nazioni era ancora in gestazione (per non </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">parlare dell’Unione europea, che era di là da venire),
scrisse un lucido articolo dal titolo Il </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">dogma della sovranità e l’idea della società delle
nazioni</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">. “Se fu necessario – disse Einaudi – </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">sconfiggere il nemico […] sovra ogni altra cosa è
necessario distruggere le idee da cui la guerra </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">è stata originata. Tra le quali idee feconde di male,
se condotte alle loro estreme conseguenze, </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">quella del dogma della sovranità assoluta e perfetta
in se stessa è massimamente malefica”. </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Varrebbe la pena riportare tutta la pagina di Einaudi,
ma il succo è questo: se si accetta </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">l’idea di una sovranità assoluta e perfetta delle
nazioni, essa concerne naturalmente il diritto </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">di far guerra, e quindi di avere le frontiere che
permettano una agevole difesa, e quindi di </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">conquistare i territori limitrofi che abbiano tali
frontiere. Ma non solo: l’idea che una nazione </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">per affermarsi debba essere autosufficiente implica la
necessità di possedere tutte le materie </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">prime, le infrastrutture, e quindi conquistare –
sempre a fin di bene e di autodifesa – i territori </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">che abbiano carbone, grano, porti marittimi, e così
via. Ogni elemento in più che si conquista </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">reclama un altro elemento da conquistare; non vi è
fine a questa catena. Le nazioni dunque, </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">per “essere pienamente se stesse”, cozzano contro
altre nazioni.".</span></div><div><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"><br /></span></div><div><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Certo che per Irene Camber passare dalla <a href="https://www.treccani.it/enciclopedia/mitteleuropa/">Mitteleuropa</a> così ben descritta nelle pagine sublimi di <b>Claudio Magris</b> alla Brianza non deve essere stato facile. Un giorno che le chiesero quale fosse la cosa più impegnativa, rispose sorridendo: "Crescere tre figli maschi".</span></div><div><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><br /></span></div><div><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglrRESAT8Jxm51UVQTUnQwsvNtXjAPAHV9L5NJGRXcK7WKwJGBnWnk1Vb_Z513nEGiUzYVVKOgbvai1F3nb3tcTVPwaUCq9UtDXaYLXXFVeTKlcru6ZQtFYiJPxadkpBG2XS-pXddAnxCl4act791mm9hMiF5NtQthmVd9Y4-MxX_XEZhN6kI78jmPBAL7/s300/camber.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglrRESAT8Jxm51UVQTUnQwsvNtXjAPAHV9L5NJGRXcK7WKwJGBnWnk1Vb_Z513nEGiUzYVVKOgbvai1F3nb3tcTVPwaUCq9UtDXaYLXXFVeTKlcru6ZQtFYiJPxadkpBG2XS-pXddAnxCl4act791mm9hMiF5NtQthmVd9Y4-MxX_XEZhN6kI78jmPBAL7/s1600/camber.jpg" width="300" /></a></div><br />Il palmares di <b>Irene Camber </b>è quanto mai lungo: oltre all'oro olimpico, </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">il bronzo a squadre a Roma 1960, mentre nei campionati
mondiali si annovera un oro individuale (Bruxelles 1953) ed uno a
squadre (Parigi 1957), un argento (a squadre Lussemburgo 1954) e 5 bronzi
(fioretto a squadre a Copenaghen 1952, Bruxelles 1953, Roma 1955 e Buenos Aires
1962; fioretto individuale a Parigi 1957). Non partecipò alle Olimpiadi di Melbourne in Australia nel 1956 poiché impegnata nel matrimonio con Gian Giacomo Corno, diventato negli anni rispettatissimo commercialista e aziendalista a Lissone.</span></div><div><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Dopo il ritiro da atleta nel 1964, fu Commissario tecnico della Nazionale
fino alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Nel 2015 ha ricevuto il Collare d’oro al merito sportivo, uno dei
più prestigiosi riconoscimenti del Coni.</span></div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9Gupim1yS7jm3XyTlEdH6pWdz9fCTm2evcpo6S-CYms9JwmQlb1oVETSpn2zjXGbMlA2tUsMo8fGqIYeYdbt7c6FUbZ5jUsiCnZ_QBNP0qUgxxsgQjnhYKqO6RLsZ4h4BSceIS53MUP59rSGQ66aqwbGYIlfWDLZROxX8e-xPtnvNuXka-p1gkrg4LFQM/s275/camber.2.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9Gupim1yS7jm3XyTlEdH6pWdz9fCTm2evcpo6S-CYms9JwmQlb1oVETSpn2zjXGbMlA2tUsMo8fGqIYeYdbt7c6FUbZ5jUsiCnZ_QBNP0qUgxxsgQjnhYKqO6RLsZ4h4BSceIS53MUP59rSGQ66aqwbGYIlfWDLZROxX8e-xPtnvNuXka-p1gkrg4LFQM/s1600/camber.2.jpg" width="275" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Irene Camber con Mattarella</td></tr></tbody></table><span style="font-family: Times New Roman, serif;">Per comprendere a pieno la leggendaria carriera di Irene Camber, facciamo notare che sono solo</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> tredici le donne italiane che possono fregiarsi di
essere state campionesse olimpiche e campionesse mondiali della stessa
specialità: Federica Pellegrini, Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca,
Giovanna Trillini, Josefa Idem, Jessica Rossi, Diana Bacosi, Paola Pezzo,
Alessandra Sensini, Deborah Compagnoni, Stefania Belmondo, Gerda
Weissensteiner.</span><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;"></span></p><span style="font-family: "Times New Roman", serif;"><br />Al funerale di Irene Camber, con la chiesa gremita, il figlio </span><b style="font-family: "Times New Roman", serif;">Fabio Corno</b><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">, già mio professore di economia aziendale in Bocconi, dopo aver ricordato quante persone provano gratitudine verso Irene, donna che si è spesa per gli altri, ha letto una poesia di </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;"><b>Giulio Camber Barni</b> (1891-1941)</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;"><b>,</b> dal titolo "Il passato" (</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">nel 1950 Mondadori pubblicò “La Buffa”, una
sua raccolta di poesie con una lunga prefazione del più importante dei poeti
triestini, <b>Umberto Saba):</b></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">.</span></div><div><p></p><p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"><i>La sera, quando suonan le campane,</i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>la voce del Passato mi torna<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>con una profonda tristezza.<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Ed io mi volgo allora <o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>per dirgli qualche cosa,<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>e per guardarlo a lungo<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>nei suoi occhi d’arcobaleno.<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV8_mhvby952yeyoHSEHX_upM8B5k536HNR0RLqrJFR1nHJoaGFqF_EnGS06URMLJvNyt0NmP0gwouJifJ8LsiRXP0CA1m18FvLryZcX8bDZFJhXeKJLKGcnp-3DPU-8o2HvfhRXmTmJCMSbzxNjFCynoLiPr_R2BLkREt1juGzPTCzMKQ3y3twq0JOIpX/s240/giuliacamber.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="198" data-original-width="240" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV8_mhvby952yeyoHSEHX_upM8B5k536HNR0RLqrJFR1nHJoaGFqF_EnGS06URMLJvNyt0NmP0gwouJifJ8LsiRXP0CA1m18FvLryZcX8bDZFJhXeKJLKGcnp-3DPU-8o2HvfhRXmTmJCMSbzxNjFCynoLiPr_R2BLkREt1juGzPTCzMKQ3y3twq0JOIpX/s1600/giuliacamber.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giulio Camber Barni</td></tr></tbody></table><br />E lui, con la sua voce,<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>non parla, eppur lo sento<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>come mi dice con gli occhi:<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>“ti perderò nella notte;”<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Io sento come mi chiede:<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>“perché tu m’abbandoni”?<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Io lo vorrei trattenere<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>perchè gli voglio bene: <o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>siamo vissuti insieme; <o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>e intanto avanza lo stuolo dell’ombre:<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>bisogna partire.<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Ed io non vorrei lasciare<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>la sua mano melanconiosa,<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>ma la notte l’afferra<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>ed io brancolando lo cerco,<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>e non lo trovo più.<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>E allora mi par di sentire,<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>nel vento una voce che piange,<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>come di mio padre,<br /><o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>e non capisco se sia <o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>la sua oppure la mia.</i><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">La mela non cade mai lontana dall'albero, le generazioni si susseguono e ognuno porta avanti la propria storia. Il passato non deve essere visto con retrotopia e spirito nostalgico, bensì come uno stimolo, ascoltando le voci - sagge - di chi ci ha preceduto.</span><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAEfE2QX0HVV0Wuct5sgyCs0wcO9r2LGrc1zNs7FChWes65VnXL0zXHM_UBkF6dT5P9lgv371tYEMHm2mPvwgriYdwsYNL0kg1yfj_Ca6ygGnz48q75vFaCdZuhvxQE3Hjtjl1cWFvK6pq7CGL8wKzmvGQ7QkJYNDlr23qc5-FoeCKqS5yg87fZgMWS8oV/s1024/irene_medaglie.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="1024" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAEfE2QX0HVV0Wuct5sgyCs0wcO9r2LGrc1zNs7FChWes65VnXL0zXHM_UBkF6dT5P9lgv371tYEMHm2mPvwgriYdwsYNL0kg1yfj_Ca6ygGnz48q75vFaCdZuhvxQE3Hjtjl1cWFvK6pq7CGL8wKzmvGQ7QkJYNDlr23qc5-FoeCKqS5yg87fZgMWS8oV/s320/irene_medaglie.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Camber con le fiorettiste d'oro a Milano (2023)</td></tr></tbody></table></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">La vita di <b>Irene Camber</b> deve fungere da esempio non solo per figli e nipoti (8 nipoti e 3 bisnipoti, tanta roba), ma per tutti noi, consapevoli che nella vita bisogna impegnarsi in modo serio, competere - ma con grande correttezza -, aiutare gli altri ogni qualvolta ci è possibile.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">Un forte abbraccio a Fabio e ai suoi fratelli.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">Cara Irene, le sia lieve la terra.</span></p><span style="font-family: Times New Roman, serif;"></span><p></p></div>beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-79320968372681730132023-09-23T19:58:00.011+02:002023-09-25T10:56:09.845+02:00Omaggio a Giorgio Napolitano, gigante della politica, formidabile europeista<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7FMEZpb1ygiFVvMgg9TjN2svY_fCTMohas0xk6YfW68ErNibdmqrgDnMxlt52d0pVFrhKElMCyEwUOjqd0R5kjQ8yq4w6SnNAFdiE_nQQg-nSEg4wy5u5e-VLvOXSlrnSS2aCKLtSBXQxovVuPJptYcOhT3AbM-rSBwIP_NoxkgsGyJ4e1gwniHpaFzDU/s640/giorgio%20napolitano.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="640" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7FMEZpb1ygiFVvMgg9TjN2svY_fCTMohas0xk6YfW68ErNibdmqrgDnMxlt52d0pVFrhKElMCyEwUOjqd0R5kjQ8yq4w6SnNAFdiE_nQQg-nSEg4wy5u5e-VLvOXSlrnSS2aCKLtSBXQxovVuPJptYcOhT3AbM-rSBwIP_NoxkgsGyJ4e1gwniHpaFzDU/s320/giorgio%20napolitano.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: arial;">La morte di <b>Giorgio Napolitano</b> a 98 anni - nato a Napoli il 29 giugno 1925 - lascia un vuoto enorme in un Italia inebetita dai politicanti di oggi, che ogni giorno ci sorprendono con delle proposte dove mancano completamente i contenuti.</span><p></p><p><span style="font-family: arial;">"Il mio comunista preferito", lo ha definito <b>Henry Kissinger.</b> "Molto più rosa che rosso", dissero al Congresso americano quando gli diedero finalmente il visto nel 1980, quando scoprirono la forza delle idee del politico italiano.</span></p><p><span style="font-family: arial;">Iscritto al PCI fin dal 1944 - dopo aver conosciuto <b>Giorgio Amendola</b>, "energia allo stato puro"- non fu mai segretario del partito. Troppo moderno in un partito con lo sguardo rivolto all'indietro. </span><span style="font-family: arial;">Michele Serra scrisse su Tango, l'inserto satirico dell'Unità: "E' gradito agli intellettuali moderati, alla Nato, a Veca, al Psi, agli imprenditori liberal, a Scalfari: se piacesse anche ai comunisti sarebbe segretario da un pezzo". </span></p><p><span style="font-family: arial;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWtVTccgOliv4_rq66MJ1PVk8I2yh-GxuMUMbT39b_-q98IzWYveentIl7q6a5mYe4LJt6mfQDfIz4sVFy3RPCc7oiKLFH-1XFoMExPhgHhVVC0c6RoYxw0JJxbcRW_iv4k5JOF0Xyn5KcGiyY6YnD-mnstb-oDdu3VSBIO2HubRu8rSKQApse_CkDZ_Qh/s1920/giorgio-napolitano.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="1920" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWtVTccgOliv4_rq66MJ1PVk8I2yh-GxuMUMbT39b_-q98IzWYveentIl7q6a5mYe4LJt6mfQDfIz4sVFy3RPCc7oiKLFH-1XFoMExPhgHhVVC0c6RoYxw0JJxbcRW_iv4k5JOF0Xyn5KcGiyY6YnD-mnstb-oDdu3VSBIO2HubRu8rSKQApse_CkDZ_Qh/s320/giorgio-napolitano.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: arial;"><br /><b>Giuliano Amato</b>, in occasione del suo ultimo compleanno, ha scritto: "Napolitano era stato fra i non pochi giovani italiani entrati durante la guerra nel partito comunista, non perchè attratto da Lenin o dall'Unione Sovietica, ma perchè il partito gli parve l'organizzazione più adeguata per combattere il fascismo. Non a caso molti anni più tardi avrebbe preso sempre più consistenza in lui, e grazie a lui, la prospettiva di un innesto dello stesso partito comunista nel grande filone del socialismo europeo. Fu una prospettiva per affermare la quale il "migliorista" Napolitano subì diverse sconfitte, e tuttavia fu lui a renderla concreta promuovendo l'ingresso di <b>Altiero Spinelli</b> (colui che con <b>Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni </b>scrisse nel 1943-4 - esilio fascista a Ventotene il "<b>Manifesto per un'Europa libera e unita</b>") nel primo Parlamento europeo eletto dai cittadini, come indipendente nella lista del PCI. Il patrimonio culturale del riformismo veniva così legato all'ideale europeo".</span><p></p><p><span style="background-color: white; font-family: arial; font-size: 14.85px;">E' stato un onore per me conoscere Giorgio Napolitano, il quale, dopo aver letto il mio primo volume su <b>Paolo Baffi</b> - <i>Parola di Governatore</i> (Aragno, 2013) - volle conoscermi, raccontandomi il suo rapporto con il governatore.</span><span style="background-color: white; font-family: arial; font-size: 14.85px;"> </span><span style="background-color: white; font-family: arial; font-size: 14.85px;">con il quale - da responsabile economico del Partito Comunista Italiano negli anni Settanta - ha avuto modo di confrontarsi. A fronte della mia passione, mi diede in visione il suo carteggio col governatore, con queste parole: "Ho gelosamente conservato le lettere e i tanti biglietti inviatimi negli anni da Baffi e mi fa piacere che questo materiale possa essere proficuamente utilizzato per meglio far conoscere la sua figura e il ruolo da lui svolto in un momento difficile della nostra vita pubblica.</span></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; font-size: 14.85px;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV_f8QaS9_4MmCeGccoP2wiPhZgFDy5Eh3g3_RZSh9eUVtIK5G3WJi3vYesVdr3JmzX-QV2qkDBZ71VMuhlQwpxAlpT5kH5ZOtk6hmnDL7qefIDpU605JbHaC3lIXJo23BbTIIummT9REa03PYsPnAI5vvXWA61asK1CJOIItbqiDcY1J32Uv6vrNJJgP1/s1800/giorgio_napolitano_ante.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1800" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV_f8QaS9_4MmCeGccoP2wiPhZgFDy5Eh3g3_RZSh9eUVtIK5G3WJi3vYesVdr3JmzX-QV2qkDBZ71VMuhlQwpxAlpT5kH5ZOtk6hmnDL7qefIDpU605JbHaC3lIXJo23BbTIIummT9REa03PYsPnAI5vvXWA61asK1CJOIItbqiDcY1J32Uv6vrNJJgP1/s320/giorgio_napolitano_ante.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: arial;"><br />Napolitano volle sapere come giunsi all'"ossessione per Baffi", a questi studi "matti e disperatissimi. Una volta, il 26 ottobre 1996, mi scrisse: "Grazie per la <b>felice pervicacia </b>con cui lei continua a reagire nei fatti alla incredibile - proprio incredibile - non conoscenza o sottovalutazione di scelte e contributi di Baffi "nell'interesse pubblico".</span><p></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; font-size: 14.85px;">Quando lo conobbi, capii immediatamente la profonda cultura che lo pervadeva. Non è un caso che i discorsi parlamentari - ai quali dedicava giorni e giorni di studio nella sua biblioteca - sono un esempio di chiarezza e di saggezza. </span></span></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; font-size: 14.85px;">Fui anche colpito dal suo amore per <b>Thomas Mann</b> (che contraddistinse anche mio padre, infatti mi chiamo Beniamino perchè al tempo mio padre era preso dalla lettura di "<i>Giuseppe e i suoi fratelli</i>"). Nell'introduzione al volume di Thomas Mann "Moniti all'Europa" (Mondadori, 2017), Napolitano ricorda alcuni passaggi chiave degli scritti di Mann negli anni del nazismo: "Non si è tedeschi se si è nazionalisti. Ma l'odio tedesco non si rivolge, dal punto di vista spirituale, contro gli ebrei stessi, o non a loro soltanto: si rivolge contro l'Europa e contro le fondamenta classiche e cristiane della civiltà occidentale". E ancora; "La profonda convinzione...che nulla di buono può derivare, nè per la Germania nè per il mondo, dall'attuale regime tedesco, questa convinzione mi ha spinto a evitare il Paese nella cui tradizione spirituale sono ...profondamente radicato".</span></span></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; font-size: 14.85px;">L'impatto è fortissimo - scrive Napolitano - la reazione del regime è drastica. Al più grande scrittore di lingua tedesca viene strappata la cittadinanza tedesca, e addirittura cancellata la <i>laurea ad honorem</i> conferitagli dall'Università di Bonn....Arriva il sequestro, che lo turba profondamente, nell'abitazione di Monaco, dei materiali preparatori del romanzo su Giuseppe e perfino dei suoi "diari segreti"....La lezione di Mann resta incancellabile. Un'Europa che non è diventata tedesca, che si è unita, progredendo straordinariamente, nella libertà e nella democrazia, e che mostra di tendere a una sempre più stretta integrazione sovranazionale (quella che propugna <b>Mario Draghi</b> nel suo ultimo intervento sull'<i>Economist,</i>ndr): un'Europa così fatta può contare su un'autentica Germania europea. Ed è una Germania che dell'Europa è divenuta un pilastro essenziale, attraverso una vera e propria mutazione generazionale e culturale di massa rispetto alle aberrazioni del passato". </span></span></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; font-size: 14.85px;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkKnibEV_2UGChntcOKb1IY9Nm-e3l0OriYnv-opCAAToM8Zi-4ns9vNkuLh6xSmzMqmnTzvCAoJ2Le-L0hshnljSgbUWB8yN1KfGBI3xwsHOPFiKhBxmELRpLlz2oNc8l2hf4_V9scfj-BlKLgRK_YfqrkJ2nD5NgsNQllydCtKMAYJPE7sGoXdECh7Qp/s855/nap_mann.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="855" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkKnibEV_2UGChntcOKb1IY9Nm-e3l0OriYnv-opCAAToM8Zi-4ns9vNkuLh6xSmzMqmnTzvCAoJ2Le-L0hshnljSgbUWB8yN1KfGBI3xwsHOPFiKhBxmELRpLlz2oNc8l2hf4_V9scfj-BlKLgRK_YfqrkJ2nD5NgsNQllydCtKMAYJPE7sGoXdECh7Qp/s320/nap_mann.jpg" width="201" /></a></span></div><span style="font-family: arial;"><br />Napolitano chiude così: "Ebbene, non è forse questo il compiersi della profezia annunciata da Mann, il realizzarsi della soluzione e prospettiva - una Germania europea - che ha rappresentato la bandiera, da lui per primo impugnata, in anni di tragico buio per l'umanità?".</span><p></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; font-size: 14.85px;">Questo era Giorgio Napolitano, un formidabile combinato disposto di politica e cultura. Un gigante. "Ci vogliono decenni per farne un altro così", mi ha scritto la scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo, il cui racconto del giorno della nomina fatta all'Associazione per il Progresso Economico mi ha commosso.</span></span></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; font-size: 14.85px;">In occasione della presentazione di un<span style="color: #333333;"> altro mio volume - "<i>Paolo Baffi, servitore dell'interesse pubblico</i>", non solo ha letto attentamente il volume, ma nel suo intervento c</span></span><span lang="IT" style="color: #333333; font-size: 14.85px;">hiarì il perchè della stima verso Baffi: «Credo si possa dire che il punto di vista di Baffi fosse rappresentativo di una consistente area di opinione, sempre più acutamente consapevole della necessità di un effettivo superamento di quella condizione di democrazia bloccata che ha prodotto guasti </span><span lang="IT" style="color: #333333; font-size: 14.85px;">così profondi, che ha condotto sull’orlo di un allarmante immiserimento e di una grave degenerazione del sistema politico e della gestione dello Stato, che ha “quasi ghettizzato tante energie intellettuali e morali”.</span></span></p><br style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14.85px;" /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="background-color: white; color: #333333; float: left; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14.85px; margin-bottom: 0.5em; margin-right: 1em; padding: 4px; position: relative;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-AuOPyGHLmLs/V9ljcATElWI/AAAAAAAAEd8/Ve368k8w1RYWsu1IZjkY25B59ajlFUwFwCLcB/s1600/Luigi_Spaventa.jpg" style="clear: left; color: #336699; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-decoration-line: none;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-AuOPyGHLmLs/V9ljcATElWI/AAAAAAAAEd8/Ve368k8w1RYWsu1IZjkY25B59ajlFUwFwCLcB/s1600/Luigi_Spaventa.jpg" style="border: none; position: relative;" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="font-size: 11.88px; text-align: center;">Luigi Spaventa</td></tr></tbody></table><div class="MsoNormal" style="background: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14.85px; line-height: normal; margin: 0in 0in 0pt;"><span lang="IT">In un suo <a href="http://presidenti.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=2756" style="text-decoration-line: none;">intervento del 2013 presso l’Università Bocconi</a>, in occasione del ricordo di <b>Luigi Spaventa</b>, Napolitano disse riprendendo Franco Debenedetti: “</span><span lang="IT">Spaventa contribuì come nessun altro a liberare la sinistra italiana", suggerendole strumenti concettuali più avanzati per l'analisi e il governo delle economie di mercato”.</span><span face="newbaskervillestd-roman, "serif"" lang="IT"><o:p></o:p></span></div><br style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14.85px;" /><div class="MsoNormal" style="background: white; font-size: 14.85px; line-height: normal; margin: 0in 0in 0pt;"><span style="font-family: arial;"><span lang="IT">Napolitano, politico di razza, è andato a ritrovare un intervento del 1993 di <b>Paul Volcker</b>, governatore della </span><a href="http://www.federalreserve.gov/" style="text-decoration-line: none;"><span color="windowtext" lang="IT">Federal Reserve</span></a><span lang="IT"> dal 1979 al 1987, in cui - nel centenario della nascita della Banca d'Italia - rimarcò quanto fosse importante avere una <u>banca centrale indipendente dal potere politico</u> e al contempo disposta a rendicontare il proprio operato all'opinione pubblica. E' lo stesso pensiero di Baffi, propugnatore della "<i>battaglia della persuasione</i>" con tutti gli <i>stakeholder</i> coinvolti.</span></span></div><div class="MsoNormal" style="background: white; font-size: 14.85px; line-height: normal; margin: 0in 0in 0pt;"><span lang="IT" style="font-family: arial;">In un momento storico dove le banche centrali sono messe all'indice dai politici a causa dell'inversione della politica monetaria - da accomodante a restrittiva - il modello di indipendenza delle banche centrali deve essere quanto mai mantenuto; altrimenti il rischio è tornare ai tempi dell'inflazione a doppia cifra.</span></div><p><span style="background-color: white; font-family: arial; font-size: 14.85px;">Napolitano si concentrò sulla storia del PCI, che spesso, preda dell’ideologia, perse di vista la logica economica. Nel mio volume si legge: “Con continui e indifferenziati «no» alle proposte di modernizzazione il PCI faceva toccare con mano la propria inadeguatezza a padroneggiare i problemi concreti con soluzioni idonee a un paese industriale. Baffi auspicava l’uscita dal ghetto dell’intellighenzia di sinistra, danneggiata dalla democrazia bloccata, frutto del «bipartitismo imperfetto», spiegato analiticamente da <b>Giorgio Galli.</b></span></p><p><span face="Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif" lang="IT" style="color: #333333; font-size: 14.85px;"></span></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3_C3qUh5MX9xpaSsZgs_8l0EgnW77ocFzUpbACmAJT6CvDSA3xBpTxODJSXfEpz7trKSVDM9Yo_BWPmeak5JY6R7tr7RyDtRiryWOU3_J0_Jj4ahWDSKMBREm1wnBFKemgAX9zBd5eEc37ktzAqNIlszkznwYLpDkGbZbszMVBB6qVGFFnubxfSu9-DfZ/s320/fregene_nap.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="240" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3_C3qUh5MX9xpaSsZgs_8l0EgnW77ocFzUpbACmAJT6CvDSA3xBpTxODJSXfEpz7trKSVDM9Yo_BWPmeak5JY6R7tr7RyDtRiryWOU3_J0_Jj4ahWDSKMBREm1wnBFKemgAX9zBd5eEc37ktzAqNIlszkznwYLpDkGbZbszMVBB6qVGFFnubxfSu9-DfZ/s1600/fregene_nap.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">B. A. Piccone e Giorgio Napolitano</td></tr></tbody></table><br /><span style="font-family: arial;">Al termine del suo intervento, il presidente Napolitano si commosse nel considerare Baffi una delle persone per il quale ha avuto il maggior rispetto nella sua vita. Come all'università Bocconi nel settembre 2013 quando <span style="font-size: 14.85px;"><a href="http://presidenti.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=2756" style="text-decoration-line: none;"><span lang="IT">Napolitano ricordò Luigi Spaventa,</span></a></span><span lang="IT" style="font-size: 14.85px;"> economista di rango con il quale lo stesso Baffi intrattenne un carteggio che magari un giorno meriterebbe la pubblicazione integrale: "Quanto più tu abbia la ventura di inoltrarti, in età avanzata, nel tuo percorso di vita, tanto più avverti il vuoto di quelle che sono state presenze assai care, venute meno via via nel corso degli anni : e finisci per avere quasi il senso del dissolversi del tuo mondo come sfera di affetti radicati e di comunanze essenziali. E quel che allora può soccorrerti è il ricordo che ridiventa vita come qui oggi, è il sentire vicine figure, storie, pensieri che ancora possono accompagnarti. Per me la figura, come poche altre, di <b>Luigi Spaventa</b>".</span></span><p></p><p><span style="font-family: arial;">I giornali internazionali questa mattina hanno voluto ricordare il capolavoro politico compiuto da Presidente della Repubblica nel 2011 quando l'Italia governata da <b>Silvio Berlusconi</b> rischiò di fallire con lo spread BTP-Bund andato alle stelle. La nomina nell'estate dell'economista <b>Mario Monti</b> e il successivo incarico a novembre - successivo alle dimissioni di Berlusconi - rappresentano uno dei tanti successi di Giorgio Napolitano. Sono in molti a pensare che allora Napolitano salvò l'Italia dal default.</span></p><p><span style="font-family: arial;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR6N8mbXxhsDoXFvY2tYOghdPa9Dq7Jn9zOFEkfVTZqnhuYrSN4QNX139zSKvUKK58Y9B7EGPFOyE_GTMpCHj074iaEHk48YL2SDHTY0ZUBc4slgK3UXYqitGhsxDeO3RcX6oNtQMPn6cJ_JIcng-dQH3J7le6wf7C_1oxcqbkm8DqE7qCU-Jt7qV0emgY/s1800/rognini.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1014" data-original-width="1800" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR6N8mbXxhsDoXFvY2tYOghdPa9Dq7Jn9zOFEkfVTZqnhuYrSN4QNX139zSKvUKK58Y9B7EGPFOyE_GTMpCHj074iaEHk48YL2SDHTY0ZUBc4slgK3UXYqitGhsxDeO3RcX6oNtQMPn6cJ_JIcng-dQH3J7le6wf7C_1oxcqbkm8DqE7qCU-Jt7qV0emgY/s320/rognini.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: arial;">E' giusto ricordare che Napolitano, nel trentennale dell'uccisione di <b>Aldo Moro</b>, volle istituire la <i>Giornata delle vittime del terrorismo</i>. Si era esagerato nel parlare dei terroristi, era ora di dare spazio alle voci delle vittime. L'abbraccio tra <b>Gemma Capra</b> - vedova del commissario Calabresi - e <b>Lucia Rognini </b>- vedova di Pinelli, l'anarchico morto in Questura dopo la bomba di Piazza Fontana - fu commovente e significativo di un Paese che deve riappacificarsi dopo i tremendi anni di piombo e dell'eversione nera.</span><p></p><p><span style="font-family: arial;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7a5p2qlH1ofYiaiD_q1Nju91O4PqdknlzPUTIlgPA6auHeuS47Bxe5UdAUgfWZsVvW9c3VSA8Jt1UEcrsELBwmEIwEZTVPdbr_JPrraX0yx7nSo-w5GIlvhyTxmjmLjGJY56dhk-Gls43392Viv1av_dOd7gna0ljbjTEqvCImhP6_g49anqVTPLwRCkV/s893/giorgio-napolitano_clio.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="718" data-original-width="893" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7a5p2qlH1ofYiaiD_q1Nju91O4PqdknlzPUTIlgPA6auHeuS47Bxe5UdAUgfWZsVvW9c3VSA8Jt1UEcrsELBwmEIwEZTVPdbr_JPrraX0yx7nSo-w5GIlvhyTxmjmLjGJY56dhk-Gls43392Viv1av_dOd7gna0ljbjTEqvCImhP6_g49anqVTPLwRCkV/s320/giorgio-napolitano_clio.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: arial;"><br />Chiudo con le parole di <b>Antonio Funiciello</b>, già capo di Gabinetto dei governi guidati da <b>Paolo Gentiloni</b> e <b>Mario Draghi</b>: "Difficile spiegare cosa sia stato per tanti di noi Giorgio Napolitano. Difficile spiegarlo oggi che quel noi non esiste più. Un dolore la sua morte".</span><p></p><p><span style="font-family: arial;">Un forte abbraccio a Clio Napolitano, donna volitiva - da avvocato difese i braccianti sfruttati dai proprietari terrieri del Sud - arguta e molto simpatica (peraltro cercava sempre cercare di sgominare la scorta quando usciva per Roma, emanando un forte desiderio di libertà).</span></p><p><span style="font-family: arial;">La terra ti sia lieve, caro Napolitano. </span></p><p><span style="font-family: arial;"><br /></span></p>beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-21242621508374954432022-08-02T17:10:00.006+02:002022-08-02T17:26:03.853+02:00Angela Fresu, tre anni ancora da compiere, la più giovane vittima della Strage di Bologna del 2 agosto 1980<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCCpCOguANMtfa5FOhvpQNJTkYDJasfP7hXyf06ROVYziiwaSKDydSEsJcPhzrYeu7Gt8iw95R01Y6eW_2Q97z5T4QJhBOpq35m30rW5CnwooXnh-Wy1v-gvWLZwBLBKNfO6cpHMUezIgELIUruC88sZncdfEI40z7Q9jgVmvSi7mUOi9D6VscVVp5QA/s2400/Screenshot_2022-08-02-16-12-33-29_1c337646f29875672b5a61192b9010f9.jpg" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="2400" data-original-width="1080" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCCpCOguANMtfa5FOhvpQNJTkYDJasfP7hXyf06ROVYziiwaSKDydSEsJcPhzrYeu7Gt8iw95R01Y6eW_2Q97z5T4QJhBOpq35m30rW5CnwooXnh-Wy1v-gvWLZwBLBKNfO6cpHMUezIgELIUruC88sZncdfEI40z7Q9jgVmvSi7mUOi9D6VscVVp5QA/s320/Screenshot_2022-08-02-16-12-33-29_1c337646f29875672b5a61192b9010f9.jpg" /></a></div><div><br /></div>
Il 2 agosto 1980, alle 10.25, un attentato di matrice eversiva nera ha sconvolto la città di Bologna e tutta Italia. Ancora oggi l’orologio che si affaccia sul piazzale della Stazione, luogo della strage, segna simbolicamente quell’ora.
Eugenio Scalfari, il giorno dopo la strage di Bologna, scrisse: «Sin dall’inizio, un elemento era apparso chiaro: la strage portava il timbro tipico dell’attentato nero, del massacro indiscriminato che non ha altro
obiettivo fuorché quello di destabilizzare la struttura civile del paese, esasperare gli animi, gettare nella confusione gli apparati dello Stato, diffondere disperazione e frustrazione» (Un demonio manovra questa follia, in «La Repubblica», 3 agosto 1980). <div><br /></div><div>Leo Valiani, grande italiano, in una lettera al già Governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi, scrisse - dopo aver rievocato la Resistenza a fianco di Parri:
«Tutti gli italiani onesti, desiderosi di poter lavorare tranquillamente, Le devono profonda riconoscenza. Che non la esprimano, è un altro discorso. La vita pubblica italiana conosce solo di rado la gratitudine. Ci sono poi i faziosi. Ma Dio non paga il sabato. Avrà visto che fine ha fatto il figlio d’uno di quei giudici. Se non l’avessero favorito, potrebbe essere ancora in vita e così le sue vittime. Pace ora all’anima sua» (Archivio Storico Banca d’Italia, Carte Baffi).</div><div>L’espressione di Valiani «se non l’avessero favorito» è legata alla gestione della Procura di Roma, dove Alessandro Alibrandi (nome di battaglia «Alì Babà») godeva di alte protezioni, da considerarsi di una gravità inaudita visto che i NAR assassinarono varie personalità dello Stato, magistrati e funzionari e agenti di polizia; per di più, secondo la sentenza definitiva della Corte di Cassazione del 23 novembre 1995, membri apicali dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari, terroristi di destra) come Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini furono gli esecutori della strage di Bologna del 2 agosto 1980 che causò la morte di 85 persone e più di 200 feriti, tra cui la piccola Angela Fresu, tre anni ancora da compiere. </div><div>Il cadavere della madre di Angela, Maria Fresu, ventiquattro anni, non venne trovato. Solo alcuni mesi dopo fu rinvenuto un brandello del suo corpo sotto un treno. Probabilmente la donna si trovava in sala d’aspetto sopra la bomba che la disintegrò. Cfr. Emilio Marrese, «Io sopravvissuta alla bomba, quel boato mi tormenta ancora», in «La Repubblica», 2 agosto 2015. </div><div><br /></div><div>Bene ha fatto il Comune di Bologna a ricordare tutte le vittime con dei sanpietrini, anche sui social. Ad esempio, sulla pagina Instagram del Comune ci sono le targhe con tutti i nomi e l’età delle 81 vittime, colpevoli solo di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Chiudo con una poesia di Roberto Roversi, Notizia: </div><div><br /></div><div> Bologna 2 agosto ore 10.25 </div><div> Senza un fiato di vento </div><div>il cielo ha buttato </div><div> Un grido tremendo </div><div> Un sole nero corre per le strade </div><div> Io voglio provare i miei sentimenti come su una lastra di fuoco</div>beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-81864195350937970772022-06-01T16:11:00.004+02:002022-06-01T16:13:41.291+02:00La credibilità del Paese è l’ancora di salvataggio per lo spread, così Visco nelle sue Considerazioni finali<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4jTMoeqcKts7Ten6b7mU8xGFSYvrb0FroTxrKnewUzk1Pfjq10j4dKFqy_ONtNT4xIQ8qkAt20HSxL_0IlTHUuVRKXyq_qJeT4YYs044c4MVgslzVoD17o1F-QdPu1LtUPxgmyvuQo3LjDhEQNkGCN-9mffIX5nu3Kltk12hRyT0ZrkXxq95opmcbtA/s800/Banca-d-Italia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="800" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4jTMoeqcKts7Ten6b7mU8xGFSYvrb0FroTxrKnewUzk1Pfjq10j4dKFqy_ONtNT4xIQ8qkAt20HSxL_0IlTHUuVRKXyq_qJeT4YYs044c4MVgslzVoD17o1F-QdPu1LtUPxgmyvuQo3LjDhEQNkGCN-9mffIX5nu3Kltk12hRyT0ZrkXxq95opmcbtA/s320/Banca-d-Italia.jpg" width="320" /></a></div><br />Il governatore della Banca d’Italia nelle sue Considerazioni
finali ha ancora una volta ribadito alcuni punti fermi per una politica
economica adeguata. Non poteva mancare un passaggio sullo <i>spread</i>
Btp-Bund, metro di misurazione della credibilità del Paese, ultimamente in
decisa crescita. Ignazio Visco argomenta così: “Nelle ultime settimane abbiamo
però (nonostante il rapporto debito/pil sia in discesa per il 2022/2023, ndr)
osservato un aumento del differenziale di rendimento tra i titoli di Stato
italiani e quelli tedeschi, che ha ripetutamente superato, per i decennali i
200 punti base (alias 2%, ndr). Questo brusco incremento non riflette
improvvisi cambiamenti nelle condizioni di fondo dell’economia: la posizione
netta sull’estero è robusta, i produttori italiani competono con successo sui
mercati di sbocco, è contenuto nel confronto internazionale l’indebitamento
delle famiglie e delle imprese”. E allora perché lo spread è salito?
“L’incremento – chiosa Visco – richiama l’attenzione sulla fragilità strutturale
rappresentata dall’alto livello del debito pubblico; conferma la necessità di
proseguire senza incertezze sul sentiero di graduale rafforzamento dei conti
pubblici”.<p></p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il dato saliente è relativo al differenziale crescente verso
Spagna e Portogallo, Paesi con i quali ci siamo sempre confrontati e con i
quali abbiamo per lungo tempo mantenuto uno spread positivo. La politica conta,
evidentemente. Il quadro politico italiano è più fragile. Gli investitori si
chiedono chi succederà a Mario Draghi dopo le elezioni dell’anno prossimo. Il
timore è legato ai bipopulismi, di destra (duo Salvini-Meloni), e di sinistra
(Movimento 5 Stelle), entrambi portatori di provvedimenti gravosi per le casse
pubbliche. Come scrive Visco, “In Italia l’alto debito pubblico riduce i
margini a disposizione. Gli interventi di bilancio devono essere ben mirati e
ben calibrati per massimizzarne l’efficacia e contenerne il costo”. Qui, non
troppo velatamente, il governatore fa riferimento a quei provvedimenti –
ecobonus, bonus di vario tipo, <i>cashback</i> – che sono stati disegnati in
modo da favorire le classi agiate e incapaci di ridurre la povertà relativa e
assoluta (vedasi dati recenti dell’Istat). E’ quindi necessario “non abbassare
la guardia, mirando, nel medio termine, a un avanzo della spesa per interessi e
puntando a uno stabile incremento della capacità di crescita dell’economia”. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcLKRlJiSKeLEpVApOsFy78xkK0ytK09cGVObnckhfYcn-LI0aVhIG3a8cKv-hE7o4SOw4jAfbItgjlmGdisGsDo316fVHIT5sELWYFX21QCyqkGLEfR9eLCrDcz3DXXOypf3V5DZUw_QvesIMsUr_OdzIrNSzFZFA6H5OL7t9AbzdcYdFne3Kkejqlg/s309/Ignazio_Visco.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="309" data-original-width="232" height="309" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcLKRlJiSKeLEpVApOsFy78xkK0ytK09cGVObnckhfYcn-LI0aVhIG3a8cKv-hE7o4SOw4jAfbItgjlmGdisGsDo316fVHIT5sELWYFX21QCyqkGLEfR9eLCrDcz3DXXOypf3V5DZUw_QvesIMsUr_OdzIrNSzFZFA6H5OL7t9AbzdcYdFne3Kkejqlg/s1600/Ignazio_Visco.jpg" width="232" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ignazio Visco</td></tr></tbody></table><br />Da <i>Via Nazionale</i>, nei decenni, sono piovuti moniti per
evitare che la spesa corrente e il debito pubblico esondassero. Ma la politica
è rimasta sorda. E’ opportuno citare Carlo Azeglio Ciampi, governatore dal 1979
al 1993 (quando venne chiamato dal presidente della Repubblica Oscar Luigi
Scalfaro a guidare il governo), che ricordò più volte quanto conta la
credibilità delle manovre del governo. Nel 1996, dopo il summit Spagna-Italia,
che produsse la necessità di accelerare nella riduzione del deficit, Ciampi (da
Ministro del Tesoro) agì con risolutezza: “Il piccolo miracolo consistette nel
prendere alcune misure credibili di politica economica, che produssero un
rapido ridursi del differenziale di tasso di interesse tra l’Italia e la
Germania e quindi una riduzione dell’onere complessivo per interessi (<i>Da Livorno
al Quirinale</i>, il Mulino, 2010, p. 162).<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Interventi calibrati, più investimenti e meno spesa corrente
improduttiva. Solo così potremo avere un percorso di sviluppo sano, una
crescita più forte, l’unica vera arma per ridurre durevolmente il rapporto
debito/pil.<o:p></o:p></p>beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-15756252964734447872022-04-14T16:12:00.009+02:002022-04-21T12:10:25.854+02:00Ciao mamma, ti ricorderò sempre con un sorriso<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7x7D2ewbSTHwJrx4ugXEqlnxUCjlq_LtIwAu0UDy-EBq_5pI0x2FwjYZQdcY9nbVv50FGvke1t_7g1ZO1BV855eiup2jWxGoS4WhjEcvJ1khEE8mXDbtM1P9wm3dBEcrgF2EBVrBXa4RXB33YfUxLRvYPe1q280O3E_3q5NUy_OUw6qiXNWoDuDnrNA/s960/giancarla3.jpg" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7x7D2ewbSTHwJrx4ugXEqlnxUCjlq_LtIwAu0UDy-EBq_5pI0x2FwjYZQdcY9nbVv50FGvke1t_7g1ZO1BV855eiup2jWxGoS4WhjEcvJ1khEE8mXDbtM1P9wm3dBEcrgF2EBVrBXa4RXB33YfUxLRvYPe1q280O3E_3q5NUy_OUw6qiXNWoDuDnrNA/s320/giancarla3.jpg" width="320" /></a></div>Mia mamma <b>Giancarla</b> se n'è andata, a 86 anni. Un tumore al cervello, scoperto per caso dieci giorni fa, ha purtroppo battuto in brevissimo tempo la sua resistenza ferrea.
Nata il 16 giugno 1935, ha vissuto tra due secoli con vivacità e intelligenza.
Insegnante di lettere alle scuole medie, ha allevato generazioni di studenti che l'hanno amata per la sua passione, l'anticonformismo, la dedizione per i meno fortunati, il supporto dei più deboli. <div><br /></div><div>L'ingiustizia per lei era insopportabile e ha lottato sempre per aiutare chi non aveva i mezzi. Ricordo ancora un suo scolaro, Pasquale, il cui padre rinunciò ad acquistare la macchina per consentire al figlio, "capace e meritevole" (come dice il dettato costituzionale), di frequentare il liceo e l'università. Erano millanta gli studenti con cui rimaneva in contatto ben oltre l'iter scolastico. </div><div><br /></div><div>Mi ricordo ancora di quando insegnava al <b>Quartiere degli Olmi</b> (nella periferia milanese) e un suo allievo arrivava sempre stanchissimo a scuola. Dormiva sul banco perchè era costretto ad aiutare il padre, fioraio, che tagliava i gambi delle rose alle 5 del mattino. Giancarla diceva: "Non si possono valutare nello stesso modo persone che hanno situazioni familiari completamente differenti".
Giancarla era capace anche di stimolare i ragazzi eccellenti, che faceva partecipare a concorsi del Comune, che spesso vincevano. Negli anni Ottanta casa nostra era spesso piena di studenti che lavoravano in gruppo. Una atmosfera briosa e fonte di felicità per tutti. Il suo impegno era fortissimo. Le piaceva molto stare coi giovani. </div><div><br /></div><div>Come madre, Giancarla, chiamata <b>Ginca</b> in famiglia, ha sempre spinto per l'indipendenza e l'autonomia. Credo mi abbia dato le chiavi di casa a 7 anni. Con mio fratello <b>Alessandro </b>e altri amici più grandi eravamo autorizzati fin da ragazzi ad andare fino a Corsico in bicicletta.</div><div>Insegnava e, al contempo, aiutava mio padre a raccogliere la pubblicità per la sua rivista "<b>Autoservice</b>", incentrata sul mondo della meccanica automobilistica. Un giorno, nell'ottobre 1979, dietro mia insistenza, riuscì pure a trovare due biglietti per il <b><a href="https://tribuna.com/it/news/inter-2020-10-16-intermilan-i-migliori-derby-della-nostra-vita-anno-1979-la-doppietta-di-evaristo-beccalos/">derby</a></b>. Pioveva che Dio la mandava, io e lei prendemmo veramente tanta acqua, nei "distinti" scoperti. Ma la doppietta di <b>Evaristo Beccalossi</b> mi rese tanto felice. La stagione 1979-80 fu poi l'anno dello scudetto dell'Inter di <b>Eugenio Bersellini.</b></div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIVY0fiY8p6PGosvdNDZVS45X68-XWRMnx6zUxGs6vQQvhqgEHYFYWxkN9J5ev4fRryeE_7gCvWP1ZED-6HA7ghcAiiOXGAut8YuOMUGg60Z5vrOwaGqPhytCt9tTNzSdIqd8yjcAZdsDg5im41LYNjUtqbbsibGQRF96G-4u69waH7fDTtLtDGyXVXg/s1268/giancarla_da_piccola.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1268" data-original-width="887" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIVY0fiY8p6PGosvdNDZVS45X68-XWRMnx6zUxGs6vQQvhqgEHYFYWxkN9J5ev4fRryeE_7gCvWP1ZED-6HA7ghcAiiOXGAut8YuOMUGg60Z5vrOwaGqPhytCt9tTNzSdIqd8yjcAZdsDg5im41LYNjUtqbbsibGQRF96G-4u69waH7fDTtLtDGyXVXg/s320/giancarla_da_piccola.jpg" width="224" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giancarla in braccio a sua mamma </td></tr></tbody></table>Questa la cronaca della partita di <b>Gianni Brera</b> (tratta da "Derby!, Baldini e Castoldi, 1994): "Due gol fortunati consentono allegri pensieri....Dopo anni di ciste anche mortificanti, l'Inter ha rivinto il derby con lo stesso punteggio che le ha portato l'ultimo scudetto. Il 184° derby ha riempito lo stadio oltre il lecito (79.000 più i portoghesi di sempre): solo un arbitro dotato di senso fino alla follia avrebbe rinunciato a dirigerlo per impraticabilità del campo: Menicucci non è stato folle e ha indotto le nostre benamate a nuotare in proibitive pozzanghere...".</div><div>A fronte di mamme che non lasciano spazio ai figli, <b>Giancarla</b> ha sempre puntato sulla responsabilità, sul rendere conto (<i>accountability</i> spinta, quindi) come modo di vivere. Non avere mai paura del futuro, crederci sempre, questo era il suo mantra. Io e Ale ne abbiamo certamente beneficiato.</div><div><br /></div><div><b>Giancarla</b> è sempre stata una gran disordinata, la casa era sempre stracolma di carte, giornali, compiti in classe, documenti, registri di classe (anche di anni precedenti). <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2013/01/mio-padre-il-partito-dazione-le-elite-e.html" target="_blank">Mio padre </a>un giorno appese alla parete della cucina un articolo di <b>Francesco Alberoni </b>dal titolo "Chi ama il disordine è un despota". Il messaggio era diretto e incisivo. Ma non riuscì neanche lui a cambiare le cose. Il disordine regnava sovrano e ha sempre avuto timore di invitare gente a casa: avrebbero visto con i loro occhi il marasma imperante. Un anno la lavatrice si ruppe e si allagò il ripostiglio dove giacevano dei compiti in classe da correggere. Io chiesi: "Mamma, ora come fai?", Lei serafica disse che gli studenti si sarebbero dimenticati del compito fatto e che lo avrebbe sostituito con un altro tema in classe. Flessibilità, prima di tutto.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPKO_X-ii6zIzSc2SYvScKgN354e2MlpIqoz4nBA858sBDxexlSete3MNRAZQDMKh9I7aL8Xlu_pgLsYzVkRRmOlMs_Aj51NibwvbDyAqmFIknyPftZPiaNa89gd6_LSfXA87fn_3bBue6VzdOifShpShyWwgE9NkfutDX-N1pfPuIhLTiOxXO_b2NSw/s143/giancarla.jpg" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="143" data-original-width="107" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPKO_X-ii6zIzSc2SYvScKgN354e2MlpIqoz4nBA858sBDxexlSete3MNRAZQDMKh9I7aL8Xlu_pgLsYzVkRRmOlMs_Aj51NibwvbDyAqmFIknyPftZPiaNa89gd6_LSfXA87fn_3bBue6VzdOifShpShyWwgE9NkfutDX-N1pfPuIhLTiOxXO_b2NSw/s320/giancarla.jpg" /></a></div>Quando mi capitò di partecipare ad una caccia al tesoro e serviva un quotidiano di 20 anni prima, ero certo che Giancarla (il mio amico <b>Pier Francesco</b> la chiamava sorridendo "<b>Giancalma</b>" perchè era sempre agitata) fu in grado di trovarlo. </div><div>Il suo amore per libri e giornali me lo ha tramesso in toto. Quando finii di scrivere il volume <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2019/03/litalia-molti-capitali-pochi-capitalisti.html">"L'Italia: molti capitali, pochi capitalisti"</a> (<b>Il Sole 24 Ore</b> editore), stimolato da <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2019/02/omaggio-guido-roberto-vitale.html"><b>Guido Roberto Vitale</b></a> (persona straordinaria), non esitai a scrivere questa dedica: "Ai miei genitori, <b>Piero e Giancarla</b>, per avermi fatto amare libri e giornali". </div><div>Quando alla fine della stesura delle bozze, il mio <i>discussant</i> nonchè prefatore <b>Francesco Giavazzi</b>, mi invitò a consultare un volume introvabile, mandai Giancarla alla Biblioteca <b>Sormani,</b> dove era di casa. Era felice di aiutarmi.</div><div>Da insegnante anche di storia, per lei era importante conoscere anche la storia contemporanea e le vicende più anguste, dove persone incolpevoli subivano la peggio, o dove persone serie risultavano vittime dei poteri occulti.</div><div>Fin da giovane Giancarla mi ha portato a conoscere il mondo criminale (alle presentazioni di libri o al <b>Circolo Società Civile</b>, guidato da<b> Nando Dalla Chiesa</b>), a cui bisognava opporsi con tutte le forze. Mi ricordo benissimo quando partecipammo ad un incontro dove i giudici <b>Guido Viola, Giuliano Turone</b> e <b>Gherardo Colombo</b> raccontavano le vicende di <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2010/09/sindona-i-depositanti-i-cambi-il-suo.html"><b>Michele Sindona</b></a> e dell'assassinio di <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2014/07/omaggio-giorgio-ambrosoli-simbolo.html"><b>Giorgio Ambrosoli</b></a>.E' anche per questo motivo che mi sono appassionato alla vita di <b><a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2015/04/che-emozione-presentare-il-mio-volume.html">Paolo Baffi</a>,</b> a cui ho dedicato anni di ricerca e studio, nonchè ben quattro volumi con l'editore <b>Nino Aragno</b> (a cui voglio molto bene). L'ingiustizia che ha colpito il "Governatore della Vigilanza" grida vendetta al cielo. Il dispositivo della sentenza di pochi giorni fa che ha condannato <b>Paolo Bellini </b>come esecutore della <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2013/08/la-strage-di-bologna-del-2-agosto-1980.html">strage di Bologna del 2 agosto 1980</a> evidenzia gli stessi nomi e cognomi protagonisti dell'<a href="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2016/03/24/lattacco-politico-affaristico-giudiziario-alla-banca-ditalia-del-1979/">attacco politico giudiziario alla Banca d'Italia del 1979</a> (<b>Licio Gelli</b>, <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/09/lignoranza-del-passato-e-il-desiderio.html">capo della Loggia P2</a>, <b>Mario Tedeschi</b>, direttore del "Borghese"). </div><div>Quando il 3 settembre 1982 la mafia assassinò <b><a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2015/09/il-generale-carlo-alberto-dalla-chiesa.html">Carlo Alberto dalla Chiesa</a>,</b> sua moglie <b>Emanuela Setti Carraro</b> e l'agente <b>Domenico Russo</b>, trovai (il giorno dopo) mia madre in cucina in lacrime con "Repubblica" tra le mani. Leggere <b><a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2014/12/cosi-giorgio-bocca-ricordo-il-funerale.html">Giorgio Bocca</a> </b>per Giancarla era uno modo di essere, la preghiera laica del mattino cara a Hegel. </div><div><br /></div><div>Senza "La Repubblica" e "L'Espresso" lei non riusciva a vivere. Il confronto in casa era sempre vivo, non c'erano tabù, si poteva discutere di tutto. Gli eventi tragici della storia italiana (quanti!) erano spesso al centro delle discussioni. Non so quante volte discutemmo della bomba eversiva di <b>Piazza Fontana</b>, che vide anche un suo cugino, <b>Riccardo Carini</b>, presente nella <b>Banca Nazionale dell'Agricoltura</b>, e miracolosamente ferito solo leggermente. Giancarla divenne amica anche di <b>Patrizia Pizzamiglio</b>, la giornalaia di Piazza Bolivar (dalle mie ricerche, e anche secondo <b>Ginca</b>, ho appurato che l'edicola le venne assegnata grazie all'intervento di <b>Giulia Maria Crespi, </b>allora azionista di maggioranza del<b> Corriere della Sera</b>), che col fratello venne colpita in pieno dall'esplosione mentre erano allo sportello a versare una cambiale per conto della madre.</div><div>Per non parlare delle ruberie e degli scandali. Era il 1987, ben prima di <b>Tangentopoli</b>, quando <b>Bocca</b> scrisse: "Era possibile nel West sopravvivere senza violare la legge? E oggi è possibile non rubare in Italia? Dite seriamente, è possibile?".</div><div>Qualche tempo fa chiesi a <b>Giancarla</b> se avesse qualche rimpianto. Mi rispose immediatamente di no: "Volevo due figli, magari dei nipoti e ne ho avuto ben 4, volevo insegnare e ci sono riuscita, volevo una vita piena e mi sento fortunata. Ho amato tuo padre per un bel periodo". Quando mio padre si ammalò nel 1989, lo curò con una dedizione mostruosa fino all'ultimo istante (e mia zia <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/02/mia-zia-milli-gesu-e-la-regola-del.html">Milli</a>, amorevolmente veniva ogni sabato a preparare pranzi superlativi).</div><div>Io le feci notare che l'economista <b>Mario Deaglio</b> (marito di <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/12/pensare-che-elsa-fornero-possa.html"><b>Elsa Fornero</b></a>, a lei va tutta la mia stima) dimostrò come i nati nel 1935 fossero una generazione assai fortunata: hanno evitato la Prima Guerra Mondiale, sfiorato da piccoli la Seconda, studiato e da laureati hanno potuto vivere nel più florido periodo - il cosiddetto "<b><i>Miracolo economico</i></b>" - della storia italiana. Per poi andare in pensione col (favorevole) metodo retributivo. </div><div>A proposito di calcolo della pensione, quando venne il momento di abbandonare l'insegnamento Giancarla fu letteralmente costretta a rinunciare poichè lei sarebbe andata avanti ancora per decenni. Non si rassegnò e andò a insegnare nelle scuole che intendessero avvalersi di lei. Sempre senza ricevere alcun compenso. E sempre con un occhio verso i ragazzi meno fortunati o con situazioni disagiate. </div><div><br /></div><div>Il grande dispiacere per me è stata la velocità della sua presenza/assenza. Fino a pochi giorni fa era con noi a ridere e scherzare e ora non c'è più. Proprio poche settimane fa aveva partecipato a un aperitivo a casa mia con <b>Stefano e Franco</b>, amici bocconiani della #Leva89. Aveva detto loro: "Ma non vi ricordate il motto bocconiano trovato su un muro intorno alla nuova sede della Bocconi dopo il trasferimento da Largo Treves? Ci siamo tutti guardati e non sapevamo nulla. Allora Giancarla ha ripetuto il motto (attribuito a Gabriele D'Annunzio): "<b>Avrà ragione chi non fu mai stanco e non sarà mai stanco</b>" (fregio trovato all'incrocio delle vie Toniolo e Bocconi). Ma quante ne sapeva!</div><div>Giancarla aveva energie da vendere, valeva per lei il motto. In ospedale le ho chiesto: "Sei stanca?". E lei: "No, non sono stanca". Il volto parlava come se volesse dirmi: "Sono stufa di stare così in un letto d'ospedale":</div><div><br /></div><div>Una delle tante cose singolari è che Giancarla, al momento del pensionamento, venne convocata in Provveditorato poichè i funzionari non credevano che esistesse un docente senza un giorno di malattia in tutta la carriera scolastica. Sì, perchè lei non è mai stata a casa. Mai. Un vero e proprio record. Un senso del dovere notevole, preso anche da suo padre, <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2020/03/mio-nonno-carlo-tagliabue-tra-i-giusti.html"><b>Carlo Tagliabue</b></a>, per lungo tempo direttore generale della <b>Pia casa di Abbiategrasso degli Incurabili e degli Schifosi,</b> dove si comportò in modo esemplare. Proprio qualche anno fa, Carlo venne inserito nel <b>Giardino dei Giusti</b> al Montestella per aver salvato dalla persecuzione nazifascista una trentina di donne ebree (facendole entrare nell'Istituto come suore). Il 9 maggio ad Abbiategrasso all'Istituto di Istruzione Superiore <b>Vittorio Bachelet</b> verrà ricordato Carlo Tagliabue; in sua memoria verrà piantato un ciliegio selvatico.</div><div><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu4-DXQvPmIeXGW30Ox52z1F_cplVOf7GSRnvHSNyoPzQRbbA30JM_qWqb96bJA-GSZNLButoTSJa1-ICGgCNsgAHpbCELN_ww_7wqZbM-xVlpNDKfA9a4vNt6yNI3dRXzrZknd-bkvfPO1KEVxqP3cNFACiaiYV2CYNYq63_8cGo2tvWFMI_oJ488_g/s960/Giancarla2.jpg" style="clear: left; display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu4-DXQvPmIeXGW30Ox52z1F_cplVOf7GSRnvHSNyoPzQRbbA30JM_qWqb96bJA-GSZNLButoTSJa1-ICGgCNsgAHpbCELN_ww_7wqZbM-xVlpNDKfA9a4vNt6yNI3dRXzrZknd-bkvfPO1KEVxqP3cNFACiaiYV2CYNYq63_8cGo2tvWFMI_oJ488_g/s320/Giancarla2.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giancarla con figli e nipoti</td></tr></tbody></table><br /></div><div>Avida lettrice, prima di andare a letto, leggeva a me e mio fratello libri di ogni tipo. Io mi ricordo l'<b>Odissea </b>e credo che ci sia un motivo. Per Giancarla il <b>sapere era la fonte della felicità vera.</b> L'approfondimento sui libri era fonte di piacere. La superficialità non era la sua cifra. L'astuto <b>Ulisse</b> era sì attirato dalle sirene ma anche capace di resistere alla seduzione di una immediata felicità per proseguire verso la conoscenza.</div><div>La televisione la guardava, ma con minor interesse. L'ultima cosa che mi ha detto sul letto del Fatebenefratelli, dove l'hanno curata con dedizione e gentilezza, è stata "No, la televisione non mi manca". Una risposta proprio da Giancarla, secca e decisa. Come dire, se devo sorbirmi <b>Orsini, Travaglio</b> e gli altri amici di Putin, meglio lasciar perdere. Mi ha ricordato "<i>L'homo videns</i>" di <b>Giovanni Sartori</b>.</div><div>Un altro libro che mi ricordo ci lesse era di <a href="https://www.montagna.tv/140425/everest-41-anni-fa-la-prima-salita-senza-ossigeno-questanno-in-1000-tenteranno-la-vetta/"><b>Reinhold Messner, </b>che per primo andò - con Peter Habeler nel 1978</a> - sull'Everest senza bombole di ossigeno.</div><div>Il metodo migliore per far leggere i figli. L'ho fatto anche io con i miei, e diciamo che sono dei buoni lettori. Mio figlio <b>Francesco</b>, ormai diciassettenne si ricorda ancora di quando gli leggevo "Perchè mi chiamo Giovanni" (di <b>Luigi Garlando</b>, giornalista della <i><b>Gazzetta dello Sport </b></i>e bravo scrittore), la storia di <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2013/05/omaggio-giovanni-falcone-formidabile.html"><b>Giovanni Falcone</b></a>.
Giancarla per anni è andata a prendere i suoi nipoti all'asilo e a scuola portando sempre delle merende sane: Lei andava a rifornirsi a "<i><b>NaturaSì</b></i>" fin dagli anni Ottanta. Per rifocillare i nipoti portava fragole, prugne, ciliegie (anche fuori stagione). Mai e poi mai focacce "unte e bisunte".
L'ambiente prima di tutto. Non si contano le volte in cui Giancarla intimava alle persone in attesa con le vetture ferme in seconda fila di "spegnere il motore che inquina". </div><div><br /></div><div>Per lei il libro non andava solo letto, ma si doveva cercare di conoscere direttamente gli autori. Per cui lei era una patita delle presentazioni dei libri. La <b>Feltrinelli</b> era casa sua. Un giorno vidi sul cassettone del corridoio un biglietto da visita dell'allora amministratore delegato di <b>Unicredit</b> <b>Alessandro Profumo</b>. Le dissi in modo deciso: "Ma mamma, tu conosci Profumo e non mi dici niente? Lo sai che lavoro nel mondo della finanza. Potevi dirmelo!". Lei rispose che lo aveva importunato al termine di un incontro alla <b>Casa della Cultura</b> (luogo di dibattiti interessanti - a lei piaceva ascoltare il padre della psicanalisi italiana <b>Cesare Musatti</b> e <b>Silvia Vegetti Finzi -</b> inaugurata nientepopodimeno che da <b>Ferruccio Parri</b> il 16 marzo 1946), quando fece notare al famoso CEO che nei cartelloni pubblicitari fuori dagli sportelli bancari il lessico e in generale il linguaggio usato erano nettamente migliorabili. Credo che mai nessuno abbia fatto un rilievo così a un banchiere, per cui Profumo le disse: "Mi venga pure a trovare che ne parliamo". Ecco, Giancarla era questo, andava dal suo interlocutore e lo colpiva con un rilievo impensato, una frase memorabile. Come mi hanno detto in molti nel corso della sua vita, "Giancarla è un personaggio".<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVwXxKhtOXvmiBR9VQlZSc2o4r11oAFUyjsDdxD5FKYCemjWCHSRxc5gDvCvADr_bssdNnzz2bqPGzn9m3SI1fKOjXryMCR6djxflBjc2-stGibj14F_ePub6XK1D3vMJmZZUZeyrafkY1aL-JfjKY_KRBAE4UnyoafDXa9GmLfs4j4mLjByfHdKglQA/s1280/giancarla1.jpg" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1017" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVwXxKhtOXvmiBR9VQlZSc2o4r11oAFUyjsDdxD5FKYCemjWCHSRxc5gDvCvADr_bssdNnzz2bqPGzn9m3SI1fKOjXryMCR6djxflBjc2-stGibj14F_ePub6XK1D3vMJmZZUZeyrafkY1aL-JfjKY_KRBAE4UnyoafDXa9GmLfs4j4mLjByfHdKglQA/s320/giancarla1.jpg" /></a></div><div><br /></div>Giancarla non ha mai sciato, ma ha sempre amato la montagna, contraddistinta dall'"aria buona". Se adoro sciare (a <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2012/02/la-fatica-e-bella-shampolook.html">Champoluc</a>, dove ci portava fin da piccoli) lo devo a lei (mia figlia <b>Allegra</b> ama lo sci sopra ogni altra cosa, per cui la tradizione familiare va avanti) che - grazie alla sua scolara prediletta <b>Laura Ferrari</b> e suo padre <b>Dino </b>- ci iscrisse al <b>Gruppo Amici della Montagna (GAM),</b> che ogni domenica, partendo da piazza Napoli con miriadi di ragazzi (tra cui il mio caro amico <b>Vitt Vitt</b>), ci portava nel freddo polare di <b>La Thuile</b>. Che giornate epiche di freddo e risate abbiamo vissuto io e mio fratello <b>Alessandro</b>! </div><div><br /></div><div>Faccio mie le parole di <b>Gigi</b>, il marito di sua cugina <b>Angela</b> a cui era molto affezionata, che mi ha scritto un bel messaggio: "Il suo ineluttabile venire meno è testimonianza per tutti noi del tempo che passa e dell'avvicendarsi di generazioni e vita che non per questo vengono scordate ma restano nella memoria individuale e come parte stessa di noi".</div><div><br /></div><div>Cara mamma, faccio fatica a trattenere le lacrime, ma intendo ricordarti con un sorriso, lo stesso che avevi a seguito di una tua battuta irriverente. </div><div><br /></div><div>Ti sia lieve la terra.
</div>beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-47726444687482441322021-12-10T12:07:00.010+01:002021-12-10T12:46:36.265+01:00La Bocconi negli anni Novanta, un amore pervasivo, segreteria telefoniche in azione, che tempi!<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgfo2FNDBTzNfmANj_LfZXD8xyfRPBP7U8ZMshJvSLk1TkJG_D6IIpI55C8zK6LMA-iYPmyzxUxoFsI17n9pgbDXoYo0rn19B94W3vg2_gU7H2ReNAxXKj150tN2jBSArb2wqU6oBO06zsGcglHEnMAAwm3JFr3YnEAplX7rzNZ83kcmqTccYvaYMKEvw=s2048" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" height="320" data-original-height="2048" data-original-width="1536" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgfo2FNDBTzNfmANj_LfZXD8xyfRPBP7U8ZMshJvSLk1TkJG_D6IIpI55C8zK6LMA-iYPmyzxUxoFsI17n9pgbDXoYo0rn19B94W3vg2_gU7H2ReNAxXKj150tN2jBSArb2wqU6oBO06zsGcglHEnMAAwm3JFr3YnEAplX7rzNZ83kcmqTccYvaYMKEvw=s320"/></a></div>Il tempo passa per tutti, anche per noi bocconiani, orgogliosi di aver frequentato l'unica università italiana che non necessita di specifiche. La Bocconi è la Bocconi. Punto.
Laura Spotorno, maritata Suàrez, si è cimentata nel 1995 in un romanzo su cui poi ha deciso di rimettere mano nel 2020 e pubblicare nel 2021, stimolata dal magico mondo di "Leva 89", l'Associazione dei bocconiani (quorum ego) che si pone l'obiettivo di restituire qualcosa di serio a chi giustamente vuole ancora avere fiducia nel nostro Paese.
Ambientato negli anni Novanta, dove non squillano i cellulari, bensì le voci raccolte nelle segreterie telefoniche, "Uomini in grigio" racconta una storia d'amore tra Rebecca - la protagonista - e Alexander (Ale), un giovane investment banker spagnolo, intrigante e pieno di sorprese.
Per chi ha frequentato la Bocconi negli anni Novanta, questo volume è un viaggio proustiano.
Spotorno scrive: "...di pomeriggio cercavo articoli introvabili in biblioteca". Altro che google! Contava la ricerca certosina del volume all'interno del quale si cercava vanamente il modo di scoprire i segreti del mondo.
Quanti giorni passati in biblioteca per redigere la tesi di laurea! O studiare concentrati per un esame.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgmo5GqlVZRvTSn86HpSw8tF5cJjV6yoiBIdq_jW4aj8roPd0nPAOcsGqN1Dgz7gARQTCGGCvKeMzLMMA9KyxsvH5BSziSUkHQqJ1OO_zWlQER1H_6-9GPmzKqBPeWqdRZHBeUS-ryTGBXK0OpiTNf9-jWxe8AOg0kIIWlkGek-vRAaI0WGc_Hc7uTclQ=s400" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" height="200" data-original-height="400" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgmo5GqlVZRvTSn86HpSw8tF5cJjV6yoiBIdq_jW4aj8roPd0nPAOcsGqN1Dgz7gARQTCGGCvKeMzLMMA9KyxsvH5BSziSUkHQqJ1OO_zWlQER1H_6-9GPmzKqBPeWqdRZHBeUS-ryTGBXK0OpiTNf9-jWxe8AOg0kIIWlkGek-vRAaI0WGc_Hc7uTclQ=s200"/></a></div>Nel meraviglioso "Memorie di Adriano", Marguerite Yourcenar scrive: "Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. Ho ricostruito molto, e ricostruire significa collaborare con il tempo, nel suo aspetto di "passato", coglierne lo spirito o modificarlo, protenderlo quasi verso un più lungo avvenire; significa scoprire sotto le pietre il segreto delle sorgenti".
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgH-lswqg1lVizMS_2t-NHd68UX4f6rMYN0ifqYvgs5GPUCsL8y4GVtbsWNlJZxasXJwnhRWnQh9heAOp0THkA6wK_9n2tvNNq8rwtpUD9Ce-TLk3eL_H3AYvihP6E6xX8Jj72tE7LAyN25b_b88fQ8EhfbzPjD6XTp7zrnh8Z6rhjY2VmKiaO9chIEqw=s200" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" height="320" data-original-height="200" data-original-width="146" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgH-lswqg1lVizMS_2t-NHd68UX4f6rMYN0ifqYvgs5GPUCsL8y4GVtbsWNlJZxasXJwnhRWnQh9heAOp0THkA6wK_9n2tvNNq8rwtpUD9Ce-TLk3eL_H3AYvihP6E6xX8Jj72tE7LAyN25b_b88fQ8EhfbzPjD6XTp7zrnh8Z6rhjY2VmKiaO9chIEqw=s320"/></a></div>
Un altro ricordo sulle biblioteche viene da Ottorino Beltrami che ha lavorato per anni a fianco di Adriano Olivetti a Ivrea: "Ho assistito a una riunione nella biblioteca...quella sera c'era Gaetano Salvemini e il tema era la ricostruzione del Paese e della democrazia. Dopo un breve intervento dell'ospite, iniziava la discussione che durava fino a tardi. Parlava Adriano Olivetti e parlavano gli operai, mi sorprese l'estrema libertà e democrazia con cui tutti interloquivano. Molti avevano fatto solo le elementari, però erano persone intelligenti e lo si capiva dalle cose interessanti che dicevano. Adriano parlava come fosse uno dei tanti: lo interrompevano anche. Non ho visto un simile esempio di democrazia neppure in America, erano tutti eguali, una cosa emozionante, da far venire i brividi".
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEga3tbUip62Tc7bsgP9JPFOl_czi51XrLMTbwOZ_JPgK-YANy_Bi-pxj4T1L26rP7Mkt_m7ESsQ7JmJTIt8FsIh7pHRM69OTsUcb7KpJ0dSWGDGO3Qxzq96ymIVEXqBUDIPKfxPVk77In0a8c272OgHctqTFxy1ZIUsaiAZ2EUkVenI1kVye0Dtp82AYQ=s400" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" height="320" data-original-height="400" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEga3tbUip62Tc7bsgP9JPFOl_czi51XrLMTbwOZ_JPgK-YANy_Bi-pxj4T1L26rP7Mkt_m7ESsQ7JmJTIt8FsIh7pHRM69OTsUcb7KpJ0dSWGDGO3Qxzq96ymIVEXqBUDIPKfxPVk77In0a8c272OgHctqTFxy1ZIUsaiAZ2EUkVenI1kVye0Dtp82AYQ=s320"/></a></div>
In occasione dell'inaugurazione della sala di lettura e dell'intitolazione a Paolo Baffi della biblioteca della Banca d'Italia, il governatore di allora Carlo Azeglio Ciampi nel suo intervento citò Ortega Y Gasset (La missione del bibliotecario, Sugarco, 1984): "L'occuparsi di raccogliere, ordinare e catalogare i libri non è un comportamento meramente individuale, ma è un posto, un topos o luogo sociale indipendente dagli individui, sostenuto, richiesto o deciso dalla società come tale non soltanto dalla vocazione occasionale di questo o di quell'uomo".
Ma come è questo "uomo in grigio", Alexander Moreno, (con le scarpe nere, le Church, di rigore londinese) di cui si innamora Rebecca? "Lo sguardo era assorto, quello sguardo penetrante, intenso, che hanno gli uomini molto intelligenti quando sono pensierosi". Amanda, la più cara amica di Rebecca, cerca di dissuaderla, ma quando si è innamorati, il ragionamento cosa vale?: "E' fondamentale che tu non perda la testa per un tipo così, perchè sarebbe capace di manovrarti come vuole, di fare il bello e il cattivo tempo, prenderti e lasciarti dall'oggi al domani...Guarda che io ne conosco un po' di quei finanzieri, sono arrivisti...ma venderebbero anche le loro madri in cambio della chiusura di un deal". Rebecca è seria, studiosa, impegnata in modo maniacale nella stesura della tesi. Al contempo aspira a una relazione basata su "equilibri superiori", quella situazione in cui prevale la condizione di armonia con un'altra persona. Quando esistono vere e proprie affinità elettive".
Era più difficile incontrarsi senza cellulari? Forse si rispettavano di più gli appuntamenti fissati. Divertente ricordarsi di appuntamenti mancati. O di una cosa così: "Posando il ricevitore mi caddde l'occhio sulla segreteria telefonica: la spia rossa lampeggiava". Che tempi!
Un passaggio storico mi ha fatto ricordare il terribile primo trimestre del 1995 sui mercati della lira e dei tassi di interesse. L'autrice spiega come la Banca d'Italia nel 1995, guidata allora da Antonio Fazio - definito dall'imprenditore Diego Della Valle lo "stregone di Alvito" - fu costretta ad alzare i tassi di interesse per fermare la caduta della lira (uscita sine die nel settembre 1992 dal Sistema Monetario Europeo), che si schiantò contro marco a quota 1.200. Repubblica il 17 febbraio 1995 titola: "Lira nel dramma, cede anche la borsa. Elena Polidori scrive: "La lira vive il giorno più drammatico della sua storia. Stretta tra le incertezze sulle sorti della manovra (governo guidato da Lamberto Dini, dopo la caduta del governo Berlusconi I)e la debolezza del dollaro, tocca sul marco il minimo di tutti i tempi, infrange ogni regola psicologica. La Banca d'Italia deve intervenire in suo sostegno".
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEigEzAvoUx1O__KYqaFW5IH4b_uGRIyVWlYNXJVCXMg-yraqzgPUKPr1a3-RkTpkz68PLNKIe4SbekrOWh-zMOA2M7TxrJGViBQJFgL4nTdN96de_dwxK6xtnoBYog4N70ZJbHArLBl_4Xl_40lgvaKo4ZY1wxeTJrkUsqEcxPvJmcuSxjvKh3yxg5L_A=s270" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" height="200" data-original-height="270" data-original-width="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEigEzAvoUx1O__KYqaFW5IH4b_uGRIyVWlYNXJVCXMg-yraqzgPUKPr1a3-RkTpkz68PLNKIe4SbekrOWh-zMOA2M7TxrJGViBQJFgL4nTdN96de_dwxK6xtnoBYog4N70ZJbHArLBl_4Xl_40lgvaKo4ZY1wxeTJrkUsqEcxPvJmcuSxjvKh3yxg5L_A=s200"/></a></div>Sarà poi l'allora ministro del Tesoro <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2010/11/il-capolavoro-di-carlo-azeglio-ciampi.html">Carlo Azeglio Ciampi nel novembre 1996 a negoziare il rientro della lira nello SME</a>, decisione fondamentale (vedasi parametri di Maastricht) per l'ingresso dell'Italia nel primo gruppo di Paesi aderenti all'euro.
Rebecca, che ama la musica e canta, abbassa la corazza e si lascia andare ai tempi sincopati e ristretti degli incontri furtivi con Ale, sempre impegnato in un lavoro massacrante. "Era la prima volta che mi capitava di sentirmi così mentalmente dipendente a un uomo". Rebecca vive anche la crisi matrimoniale dei suoi genitori che vivono ad Amsterdam, dove si reca in estate per stare con suo padre. L'Europa è la nostra casa. Un giardino fiorito. Un mondo che dove ci troviamo bene.
Ma come finisce la storia di Rebecca e Ale? Donate almeno 15 euro (più le spese di spezione) per avere il libro di Laura Spotorno. Se scrivete ad associazioneleva89@gmail.com otterrete tutto. Il finale è degno di un noir e quindi, per correttezza, non ve lo diciamo.
P.S.: il ricavato delle tiratura va all'Opera San Francesco (OSF): ogni copia mette a disposizione 4 pasti.
beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-78433075441778066382021-10-29T19:05:00.006+02:002021-10-29T19:12:11.811+02:00La crescita economica è una sfida educativa. Conversazione con Beniamino PicconeIl nostro paese vive, da lungo tempo ormai, molteplici crisi ed emergenze: da quella economica del debito e della produttività, a quella sociale e di visione del futuro. Ce n’è però una che forse determinerà gli anni a venire in modo più decisivo, v<i></i>ale a dire la crisi demografica. Un popolo che non fa figli, illuso di potersi adagiare sul passato, con la nostalgia e il rimpianto come sentimenti sociali prevalenti, che futuro può immaginare? E quanto la ‘cura Draghi’ potrà invertire la rotta e rilanciare il paese in questo nuovo dopoguerra post pandemia? Lo chiediamo a Beniamino Piccone, wealth manager, docente universitario, animatore di questo blog su temi economici e studioso della figura di Paolo Baffi, Governatore di Bankitalia dal 1975 al 1979.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-VAcOTFzb5tY/YXwrWhLNNKI/AAAAAAAAFgs/1GNbB3RWfdk4xoDA0dYwifQOl8a4jwszgCLcBGAsYHQ/s2048/doppio-indice-crescita-calo.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="320" data-original-height="2048" data-original-width="1869" src="https://1.bp.blogspot.com/-VAcOTFzb5tY/YXwrWhLNNKI/AAAAAAAAFgs/1GNbB3RWfdk4xoDA0dYwifQOl8a4jwszgCLcBGAsYHQ/s320/doppio-indice-crescita-calo.jpg"/></a></div>
Per una volta credo che noi italiani possiamo permetterci un po’ di ottimismo. I tassi di interessi rimarranno bassi per un lungo periodo di tempo, la politica fiscale è fortemente espansiva (ci tocca certamente gestire bene il PNRR) ma le prospettive sono certamente buone. Il Pil nel 2021 e anche nel 2022 tornerà sopra il 4%, cosa che non vedevamo da lustri. La credibilità dell’Italia non è mai stata così buona. Henry Kissinger – segretario di Stato americano con Nixon e Ford nonché politologo di fama – ha lamentato per anni che l’Unione Europea non avesse un numero di telefono da chiamare. Bene, ora questo numero c’è ed è quello di Mario Draghi (che gli americani conoscono bene anche per i suoi anni trascorsi in Goldman Sachs).
Per riflettere in modo maturo sull’Italia occorre dire la verità: siamo andati avanti per anni a ingrossare la spesa pubblica corrente a discapito degli investimenti. E per di più gli investimenti sono stati spesso dirottati su opere senza particolare senso. Tutto è stato sommerso da logica di corto respiro e troppo spesso di mero assistenzialismo, al sud in primis. Questo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà per la penisola una occasione straordinaria ma come tutte le occasioni potrà esser sfruttata o sprecata.
Per spendere bene i fondi del PNRR sono necessarie le competenze presenti negli uffici regionali e comunali. E qui casca l’asino e si notano le arretratezze strutturali del Belpaese. Abbiamo infatti letto come in Sicilia siano stati bocciati tutti i progetti presentati per il PNRR. Perché? Perché alla Regione Sicilia regna lo status quo nullafacente, mancano coloro in grado di stendere progetti seri. Forse sarebbe il caso di abolire lo “statuto speciale” della Regione Sicilia. Ma chi potrà mai avere la forza politica di portare avanti un progetto simile?
Nel mettere ordine nel mio archivio ho trovato un esilarante pezzo di Gian Antonio Stella del 20.10.10 – Leccornie giornalistiche dalle lande agrigentine – dove si narra la storia dell’Adi, Area di Sviluppo industriale di Agrigento. Un terzo del consiglio, invece di imprenditori, economisti, esperti, era composto di agenti di custodia. Peraltro la legge regionale 19/1997 era ben chiara quanto ai requisiti per la nomina: 1) titolo di studio adeguato all’attività dell’organismo interessato; 2) esperienza almeno quinquennale scientifica ovvero di tipo professionale o dirigenziale o di presidente o amministratore delegato. Riportiamo letteralmente G.A. Stella: “Bene, a sviluppare l’imprenditoria dell’Asi di Agrigento i comuni interessati hanno nominato: Massimo Parisi (rappresentante di commercio), Annamaria Coletti (insegnante), Valentina Giammusso (insegnante), Giuseppe Cacciatore (segretario di scuola), Vincenzo Randisi (agente di custodia), Filippo Panarisi (pensionato), Vincenzo Gagliardo (agente di custodia), Michele Maria (carrozziere), Luigi Fiore (impiegato Enel), Adriana Di Maida (insegnante), Stefano Marsiglia (paramedico), Carmelo Zambito (impiegato), Aldo Piscopo (medico), e via così....Resta una curiosità: ma è con loro che sarà rilanciata l’industria e l’occupazione nelle lande agrigentine?”
Veniamo da due anni incredibili, di pandemia e di sacrificio. Spesso le persone si fanno idee sbagliate, perché sono state educate poco e male, sono prive di strumenti per capire la realtà ed in balia di percezioni distorte, su cui molto sistema mediatico vive e prospera. La scuola è il fondamento di tutto ed il nostro sistema scolastico è stato disegnato per un mondo che non esiste più. Avverso alla competizione, alla valutazione ed alla consapevolezza del rischio. Anche il nostro sistema di welfare è stato disegnato per un mondo che non c’è, dove una persona resta tendenzialmente sempre a fare la stessa cosa. Nulla di più lontano dalla realtà. Le persone, come l’economia, agiscono sulla base di incentivi e disincentivi. La sfida educativa parte da qui?
Dici bene, la scuola è l’architrave del futuro italiano. Anche qui purtroppo le speranze di riforma si incagliano pensando a tutti i soggetti coinvolti, che sono milioni, tra famiglie, ragazzi e insegnanti. Le riforme dall’alto sappiamo che durano lo spazio di un mattino. La scuola dovrebbe rimanere aperta tutto il giorno, fino alle 18, organizzare attività culturali e sportive. Chiaramente gli insegnanti dovrebbero guadagnare di più, ma nel futuro dovranno essere anche di meno, vista la denatalità incipiente. Sul welfare vediamo che anche l’ottimo governo Draghi debba concedere qualcosa ai sindacati, desiderosi di concedere molto ai pensionandi. Siccome oltre il 50% degli iscritti al sindacato sono pensionati, la pressione politica viene esercitata per favorire le classi anziane della società, mentre i sindacati ai giovani non pensano affatto. Che si arrangino, e paghino i contributi necessari a tenere in piedi un sistema pensionistico a ripartizione (i contributi di oggi vanno a finanziare le pensioni di oggi).
Il Capo del Dipartimento di Economia e statistica della Banca d’Italia Eugenio Gaiotti nell’audizione in Parlamento del 5 ottobre scorso ha sottolineato la necessità di sostenere sì con una manovra espansiva i redditi e la domanda, ma anche di aumentare la crescita potenziale dell’economia assicurando gli “adeguati incentivi all’offerta di lavoro e favorire il necessario processo di riallocazione delle risorse”. Per consentire all’economia di funzionare bene e di favorire la “riallocazione”, è opportuno che il lavoratore sia tutelato nel passaggio da un’impresa inefficiente (o che sta per chiudere) a un’impresa in un settore più promettente o con una produttività dei fattori migliore. Altrimenti la persona cercherà il più possibile di rimanere legato all’impresa in crisi, che è la sola che gli garantisce tutele adeguate. Infatti le tutele non seguono il lavoratore, ahinoi, ma l’agognato “posto di lavoro” (anche se non esiste più perché l’impresa è fallita).
Dobbiamo domandarci perché alcuni lavoratori si incatenano ai cancelli delle imprese che chiudono invece di cercarsi un altro lavoro. Perché spesso il lavoro c’è, ma esiste un mismatch delle competenze combinato con la bassa disponibilità del lavoratore italiano alla mobilità. Il raffinato pensatore, nonché giudice della Corte Costituzionale, già ministro, Giuliano Amato – soprannominato il dottor Sottile – una volta con una battuta efficace ha detto che l’articolo 1 della Costituzione parla di Repubblica democratica fondata sul lavoro, ma non indica “sotto casa mia”.
In un tuo libro – L’Italia: molti capitali, pochi capitalisti (prefazione di Francesco Giavazzi, Il Sole 24 ore editore, 2019) – provi a spiegare come il nostro paese, partendo da condizioni di miseria al momento dell'unificazione, sia riuscito a risalire la china e a diventare una delle nazioni più ricche del mondo. La capacità di risparmio, frutto della paura di tornare poveri, ha giocato in questo «fenomeno» un ruolo rilevante. Oggi siamo in un nuovo dopoguerra.
Gli italiani credono che il periodo più florido degli ultimi 100 anni – gli anni del Dopoguerra fino agli anni Sessanta – sia piovuto dal cielo, come fosse un fenomeno esoterico. Non a caso è stato definito “miracolo economico”. Ma non c’è stato nessun intervento divino. Sono stati gli italiani a farsi un mazzo tanto, a costruire dove c’erano macerie, a edificare un futuro glorioso. Dobbiamo tornare a quegli anni e capire che la crescita formidabile di quel periodo è stata il frutto di scelte ben precise di persone capaci e serie (che potevano lavorare con il sostegno della popolazione, in gran parte ignorante). Oggi, con il web, chiunque può improvvisarsi oncologo o esperto di politica economica. E abbiamo visto i danni che ha fatto il bipopulismo di destra e di sinistra.
Dobbiamo ricordare a tutti che la politica economica del Dopoguerra era in mano a gente del calibro di Luigi Einaudi, Paolo Baffi, Donato Menichella, Ezio Vanoni. E il presidente del Consiglio era Alcide De Gasperi, uomo tanto sobrio quanto lungimirante (“I politici guardano alle prossime elezioni, gli statisti alle prossime generazioni”). Nelle sue ultime Considerazioni finali del 1979 l’integerrimo governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi (a cui ho dedicato ben quattro volumi, tutti e editi da Aragno) scrisse che l’Italia aveva estremo bisogno di un’analisi seria, per poi intraprendere le scelte corrette. Einaudi avrebbe detto “conoscere per deliberare”.
Mario Draghi ha detto: “Per oltre mezzo secolo la vita della Banca d’Italia è stata segnata dall’opera e dal pensiero di Paolo Baffi. Da quando entrò giovanissimo in Banca d’Italia sino agli ultimi anni come Governatore onorario, con il suo esempio contribuì a plasmare questa istituzione con la serietà e il rigore”. Carlo Azeglio Ciampi: “La sua sola (di Baffi, ndr) presenza scoraggiava ogni superficialità; innalzava la soglia della valutazione morale e professionale degli uomini; contribuiva a dare un senso sicuro al mandato e alle azioni di chi è chiamato a responsabilità pubbliche…La sua opera fu decisiva, sin dal Suo ingresso nel nostro Istituto, nell’affermare un metodo di lavoro: quello che nel rigore dell’analisi e nell’indipendenza del giudizio vede innanzitutto un dovere, uno dei modi attraverso i quali si estrinseca la funzione della Banca, al servizio della collettività”.
L’avvento di Mario Draghi ha fatto capire agli italiani che la competenza è un valore. È di questo che abbiamo bisogno: persone serie ed esempi da seguire.
Intervista a Beniamino Piccone, svolta da Antonluca Cuoco e pubblicata su Strade online il 29 ottobre 2021beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-61225336727134843422021-08-17T20:15:00.005+02:002021-08-17T20:24:50.406+02:00In Afghanistan ci vorrebbe un Thomas Mann<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-GLSEY3iLvtU/YRv-57vUOsI/AAAAAAAAFfs/RqgL57HUO3AzHNmMJxNIaqmUTQPHq6UdwCLcBGAsYHQ/s656/e0e64b98a413426420f67d93ae19d0b91-kdsc-u328013568431771l-656x492corriere-web-sezioni_MASTER-kYLC-U328013568431771l-656x492%2540Corriere-Web-Sezioni.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="492" data-original-width="656" src="https://1.bp.blogspot.com/-GLSEY3iLvtU/YRv-57vUOsI/AAAAAAAAFfs/RqgL57HUO3AzHNmMJxNIaqmUTQPHq6UdwCLcBGAsYHQ/s320/e0e64b98a413426420f67d93ae19d0b91-kdsc-u328013568431771l-656x492corriere-web-sezioni_MASTER-kYLC-U328013568431771l-656x492%2540Corriere-Web-Sezioni.jpg"/></a></div>Vedere dopo 20 anni dall'11 Settembre "falling men" giù dagli aerei in fuga dall'Afghanistan fa capire il dramma di una popolazione preda di disillusioni e veri e propri incubi al pensiero del ritorno dei tagliagole del Califfato al potere.
Al di là delle responsabilita degli Stati Uniti che stanno gestendo la dipartita dal Paese nel modo peggiore possibile, vi è da chiedersi come non ci sia una èlite disposta a far sentire la propria voce.
Dove sono gli imam moderati?
Non esiste un Thomas Mann in Medio Oriente?
Thomas Mann dal 1940 al 1945 non smise mai di denunciare il nazismo e invitò la popolazione tedesca al ribellarsi. Costretto all'esilio, fece sentire la propria voce anche da Radio Londra.
Fino a che non sarà la popolazione a ribellarsi al MedioEvo talebano, nessuno potrà salvare gli afghani.
Europei e americani hanno le loro colpe, esportare la democrazia non ha funzionato, ma la società civile afghana perchè non ha il coraggio di opporsi a questi uomini barbuti che considerano la donna un orpello da silenziare a cui mettere il burqa?
beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-68742389688956907932021-07-20T14:06:00.006+02:002021-07-20T14:11:31.056+02:00Chi non si vaccina è un egoista che danneggia gli altri<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ML1N1eE3jvM/YPa9Jm9jKnI/AAAAAAAAFfE/rdME3zqEz_k6MCul-BPrOIabZCg03lChACLcBGAsYHQ/s740/NOVAX-TAG.webp" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="507" data-original-width="740" src="https://1.bp.blogspot.com/-ML1N1eE3jvM/YPa9Jm9jKnI/AAAAAAAAFfE/rdME3zqEz_k6MCul-BPrOIabZCg03lChACLcBGAsYHQ/s320/NOVAX-TAG.webp"/></a></div><a href=""></a>
Eravamo a un passo dall’uscire dalla pandemia, poi improvvisamente, con la diffusione delle varianti del Covid-19, stiamo tornando in situazioni di panico, con la crescita dei contagi, le persone bloccate in aeroporto perché non in possesso del codice a barre del “Passenger Locator Form”, modulo di localizzazione digitale che consente alle autorità sanitarie di raccogliere informazioni sui viaggiatori e poterli contattare velocemente in caso di contagio.
Come procedere? Urge una strategia di azione ben definita, che potremmo sintetizzare così:
1. Convincere gli indecisi e agire in tempi rapidi, come sostiene Stefano Brusaferro, che presiede l’Istituto Superiore di Sanità”; va ripetuto con dati chiari e comunicazione efficace che per coloro che si sono vaccinati con ciclo completo, le probabilità di infettarsi e sviluppare la malattia grave si riducono fortemente; per i non vaccinati, le conseguenze possono essere severe;
2. Prevedere l’obbligo vaccinale per alcune categorie di persone come gli insegnanti e gli operatori sanitari. Premesso che dobbiamo immunizzare la fascia più ampia possibile di cittadini, rifiutare la vaccinazione significa creare “esternalità negative” sul resto della società, come sottolineato da due eccellenti economisti, Tito Boeri e Roberto Perotti, i quali invitano il governo a sospendere dal luogo di lavoro medici e insegnanti no-vax. Cosa sono le “esternalità negative”? Sono gli enormi costi scaricati sulla società per curare i no-vax che si ammalano e l’impedimento ad un ritorno a una vita sociale normale per tutta la popolazione; peraltro mentre chi fuma è immediatamente individuabile, chi non è vaccinato non è riconoscibile;
3. Anche per gli studenti deve essere previsto l’obbligo di vaccinazione; non è pensabile tornare a settembre con la didattica a distanza, per ovvie ragioni di socializzazione e di mancato trasferimento di sapere: i dati INVALSI appena pubblicati dimostrano gli enormi peggioramenti di competenze dovuti alla Dad, che ha demotivato studenti e docenti: per alcune materie è come se si fosse cancellato un intero anno scolastico;
4. Il Green Pass deve essere introdotto subito nei luoghi più affollati e più a rischio, come metro o ristoranti al chiuso; il certificato vaccinale serve a consentire a un soggetto che ha adempiuto all’obbligo vaccinale non debba sottoporsi a limitazioni;
5. Sedicenti liberali invocano la libertà di non vaccinarsi; ma tutto ha un limite: se non ti vaccini stai a casa perché al ristorante c’è chi non vuole correre il rischio di contagiarsi. Come ha scritto illo tempore il filosofo Karl Popper il mio diritto di muovere la mano (pugno) si scontra con la vicinanza del naso del mio vicino. Non è serio invocare liberali del calibro di John Stuart Mill, quando l’economista britannico solennemente spiegava che ogni diritto ha un limite: “la mia libertà finisce dove iniziano i diritti degli altri”.
In conclusione, non possiamo imporre alle persone di vaccinarsi, ma possiamo e dobbiamo limitare le conseguenze negative di coloro che non intendono vaccinarsi, che vanno sospesi dal lavoro. Senza stipendio, bien sur. Il lavoro prevede una remunerazione a fronte di una prestazione. Se quest’ultima non può effettuarsi, è corretto sospendere lo stipendio. Siamo purtroppo in pieno “dirittismo”, tutti invocano diritti ma si dimenticano bellamente dei precetti di Giuseppe Mazzini, che invocava i “doveri dell’uomo”. Non possono esistere diritti senza doveri.
beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-1668380554673364442021-03-23T08:54:00.006+01:002021-03-24T16:31:17.778+01:00Quella macchinazione contro Bankitalia<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-e-GzGOnnZ_I/YFmfCbCmhCI/AAAAAAAAFao/H-zLHgJmzi8w_5oxFb1E0DJLcn6EQPIhACLcBGAsYHQ/s255/BI.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="180" data-original-width="255" src="https://1.bp.blogspot.com/-e-GzGOnnZ_I/YFmfCbCmhCI/AAAAAAAAFao/H-zLHgJmzi8w_5oxFb1E0DJLcn6EQPIhACLcBGAsYHQ/s320/BI.jpg"/></a></div>A 42 anni dagli eventi possiamo ancora sostenere che il 24 marzo 1979 sia un giorno nero per la storia italiana. Paolo Baffi, governatore della Banca d’Italia e Mario Sarcinelli, vicedirettore generale con delega alla vigilanza, in modo pretestuoso e grottesco vengono accusati dalla Procura di Roma di interesse privato in atti d’ufficio e favoreggiamento personale per non aver trasmesso all’autorità giudiziaria le notizie contenute in un rapporto ispettivo sul Credito Industriale Sardo, istituto di credito che aveva largamente finanziato il gruppo chimico SIR del finanziere Nino Rovelli, oggetto di indagine da parte della magistratura.
Il dolore per la macchinazione affaristico-politico giudiziaria che lo vede coinvolto insieme con Sarcinelli, e che culminerà nella sua incriminazione e nel mandato di cattura per Sarcinelli medesimo il 24 marzo 1979, Baffi se lo porterà appresso per il resto della sua vita. Quella ferita non sarà più rimarginata. In una lettera a Mario Monti del 13 novembre 1979 Baffi descrive il suo stato d’animo come «una voragine di mortificazione e di amarezza […], che pregiudica la riconquista della serenità» (Archivio Storico della Banca d’Italia, Carte Baffi, Governatore Onorario).
I magistrati della Procura di Roma – allora considerato un “porto delle nebbie”, a distanza di tanto tempo possiamo dire che c’era del metodo in quella follia – approfittano della presenza di Paolo Baffi nel consiglio di amministrazione dell’IMI (finanziatore delle numerose società di Rovelli) per costruire un castello di accuse pretestuose. Nelle parole di Mario Draghi, nella veste allora di Governatore della Banca d’Italia, si trattò di un «attacco intimidatorio all’autonomia della Banca d’Italia». In una lettera a Marcello de Cecco, Paolo Baffi nell’ottobre 1981 scrive che «il naufragio di Rovelli ha offerto a talune cerchie il destro per far rimuovere dall’ufficio un governatore sgradito» (ASBI, Carte Baffi, Governatore Onorario).
Nel ricordo di Carlo Azeglio Ciampi: «Ricordo bene quel sabato, un sabato drammatico. Era il 24 marzo 1979. Quella mattina ricordo ancora che ero in macchina a via Nazionale, e in senso opposto transitò un’autoambulanza a sirene spiegate: non sapevo ancora che dentro c’era Ugo la Malfa, ormai morente. Andai in Banca, lavorai tranquillamente. A un certo punto entrò nella mia stanza Sarcinelli che mi disse: “Carlo, sono venuti ad arrestarmi” (per dovere di cronaca i carabinieri guidati dal Colonnello Campo, ndr). Mi precipitai da Baffi e lo trovai distrutto. Aveva in mano il documento che gli avevano consegnato, con l’incriminazione per lo stesso reato contestato a Sarcinelli; il documento era stato scritto con la carta carbone. Non si concludeva con l’arresto solo per l’età. Mi precipitai a informare il Quirinale» (Da Livorno al Quirinale, Il Mulino, 2010, p. 125).
È opportuno chiarire che le pressioni alla Banca d’Italia di Baffi e Sarcinelli iniziano ben prima del 1979, e precisamente nel febbraio 1978 quando il Ministro del Tesoro Gaetano Stammati (iscritto alla P2, si seppe poi) ed Franco Evangelisti – stretto collaboratore di Giulio Andreotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – convocano due volte Baffi e Sarcinelli sollecitando la sistemazione dei debiti Caltagirone nei confronti dell’Italcasse, feudo democristiano. Tra i tanti commenti di allora, ne riportiamo uno di Massimo Riva che sul Corriere della Sera nel 1979 scrive: «Michele Sindona ha regalato al Paese una bancarotta per qualche centinaio di miliardi e se ne sta indisturbato in un grande albergo di New York. Ma Mario Sarcinelli, che si è impegnato per smascherare i trucchi dei banchieri d’assalto, è finito dentro un carcere».
Il 31 maggio 1979, a margine delle Considerazioni finali, nella Relazione per il 1978 Baffi scrive: “Ai detrattori della Banca, auguro che nel morso della coscienza trovino riscatto dal male che hanno compiuto alimentando una campagna di stampa intessuta di argomenti falsi o tendenziosi e mossa da qualche oscuro disegno. Un destino beffardo ha voluto che da questa campagna io fossi investito dopo 42 anni di servizio”. Un vero civil servant che, a dir poco amareggiato a fronte della sua incriminazione, descrive ad Enrico Berlinguer il parallelo col suo collega della Bank of England insignito della nomina di Pari d’Inghilterra.
Il 3 marzo 1983, al momento di consegnare i suoi diari a Massimo Riva – con l’impegno di pubblicarli solo dopo la sua morte – Baffi scrive: “Purtroppo, come la classe politica (e i potentati a essa collegati nello scambio di favori) ha dovuto accorgersi di me, così io ho dovuto accorgermi della potenza del complesso politico affaristico giudiziario, che mi ha battuto”.
Un galantuomo distrutto. Proprio per questo è giusto ricordare Baffi e Sarcinelli a 42 anni da quel tragico 24 marzo 1979. Quando i tempi sono tristi, bisogna guardare in alto alla ricerca di esempi positivi. Nel cielo degli onesti e dei competenti è presente di diritto Paolo Baffi, nato a Broni (PV) il 5 agosto 1911 e morto a Roma il 4 agosto 1989.
P.S.: questo articolo è uscito sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 23 marzo 2021beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-88126248634352480232021-03-06T13:47:00.019+01:002021-03-07T07:52:37.626+01:00Omaggio a Carlo Tognoli, sindaco riformista<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-r5ZEiuqWmCA/YEN6LdyN1pI/AAAAAAAAFaA/JH4qfEOHRFMZ0uVOroUZcn_PuJbroxMdgCLcBGAsYHQ/s474/tognoli.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="306" data-original-width="474" src="https://1.bp.blogspot.com/-r5ZEiuqWmCA/YEN6LdyN1pI/AAAAAAAAFaA/JH4qfEOHRFMZ0uVOroUZcn_PuJbroxMdgCLcBGAsYHQ/s320/tognoli.jpg"/></a></div>La mia maestra delle elementari Costanza Balsamo, bravissima nel contemperare dolcezza e severità, ogni volta che la classe rumoreggiava, usava esclamare:
"Fate silenzio, che vi sente pure Carlo Tognoli a Palazzo Marino". Così, venivamo a sapere chi fosse il sindaco e quali funzioni svolgesse.
Proprio ieri è morto Carlo Tognoli, sindaco di Milano dal 1976 al 1986. Socialista, quando il centro sinistra guidava Milano.
Affabile, spesso in giro per le strade di Milano a conversare con tutti, preparato, sapeva come affrontare i tanti temi aperti in una grande città.
In sintesi, direi un grande riformista.
In Italia siamo pieni zeppi di rivoluzionari, che sulla carta vogliono cambiare tutto, ma di fatto non cambiano nulla. Anzi, sono i più grandi conservatori.
Fausto Bertinotti, sedicente rivoluzionario, vive in una bella casa borghese, ha un emolumento altissimo pur non avendo mai lavorato (se non da sindacalista e presidente della Camera dei Deputati dal 2006 al 2008).
Io scherzando, ma fino a un certo punto, dico che ha la tessera nr. 1 di Forza Italia: il berlusconismo, che tanti danni ha fatto a questo Paese, si fonda sull'esistenza di soggetti ancora amanti del comunismo.
Basta brandire il vessillo rosso, che l'italiano si sposta a destra. Chiunque ci sia.
Per Carlo Tognoli valgono le considerazioni dell'economista Federico Caffè, sulla "Solitudine del riformista" (Bollati Boringhieri, cit.).
Tutti i riformisti sono soli, hanno contro i conservatori che preferiscono lo status quo.
E hanno contro i finti rivoluzionari, che nel Paese del "Tengo famiglia", non vogliono cambiare niente. Urlano e basta. Vedasi l'ultima esperienza tragica del grillismo.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-eppoFQVh-_I/YEN657m3NfI/AAAAAAAAFaI/DdULU3OZN44UHAXFXhBpqDPRfmSm6AwPwCLcBGAsYHQ/s334/caffe.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="173" data-original-width="334" src="https://1.bp.blogspot.com/-eppoFQVh-_I/YEN657m3NfI/AAAAAAAAFaI/DdULU3OZN44UHAXFXhBpqDPRfmSm6AwPwCLcBGAsYHQ/s320/caffe.jpg"/></a></div>Caffè si prodigava per un riformismo rigoroso (amava alla stesso tempo Einaudi e Andreatta), che condannava “lo sfruttamento politico degli emarginati;
la pressione dei furbi rispetto ai veri bisognosi nell'avvalersi delle varie prestazioni assistenziali, le ripercussioni dannose a carico del bilancio dello Stato
dell’inclinazione lassista a voler dare tutto a tutti”.
Tognoli era un vero riformista. Non era mai superficiale, ascoltava, spiegava il suo punto di vista, gli piaceva discutere. Oggi il dialogo è diventato un monologo, nessuno è capace di mettersi in discussione e cambiare idea.
Recentemente il filosofo Umberto Galimberti, intervistato da Paolo Iacci (Sotto il senso dell'ignoranza, Egea, 2021) ha scritto:
"La parola dialogo, come tutte le parole greche che cominciano per "dia", indica la massima distanza tra due punti. Nella circonferenza abbiamo il diametro, nel dia-logo si possono confrontare due posizioni di pensiero anche diametralmente opposte tra loro
Si fronteggiano per capirsi, non per elidersi. Per questo ci vuole "tolleranza" che non significa tollerare la posizione dell'altro restando convinti che la nostra è quella giusta, ma ipotizzare che la posizione dell'altro possa possedere un grado di verità superiore al nostro, e quindi disporsi, nel confronto con l'altro a lasciarsi modificare dall'altro".
Eletto sindaco a soli 38 anni, dopo la gestione Aniasi (grande capo partigiano, 1921-2005), affrontò con prudenza e senza mai scomporsi gli anni terribili del terrorismo.
Come ha detto a Repubblica Paolo Pillitteri (che gli successe come sindaco), Carlo non si lasciava mai travolgere dalla commozione, se la teneva per sé. Inoltre girava in biciletta per Milano quando le Brigate rosse ammazzavano i magistrati Galli e Alessandrini. un segnale di fiducia verso i cittadini che avevano paura ad uscire di casa.
Tognoli fu il primo sindaco a chiudere al traffico il centro storico, un preveggente.
Quando decise la chiusura di Corso Vittorio Emanuele, i commercianti, che oggi plaudono, si incazzarono assai. Al contempo si costruivano le linee del metrò.
Gli slogan erano: "La linea due avanza, poi "La linea tre avanza".
Tognoli, alla fine, condusse Milano alla transizione verso il terziario avanzato. Dal terrorismo alla "Milano da bere", è tanta roba. Socialista convinto quando il PSI era guidato da Craxi.
Il legame ideale col socialismo non si è mai dissolto. Non è un caso che abbia chiamato i figli Filippo e Anna, in memoria di Turati e Kuliscioff.
L'ottimo Giangiacomo Schiavi oggi sul Corriere della Sera lo ricorda così: "Era la memoria di una Milano da amare, il sindaco dei milanesi. Stimato, rimpianto. Mai dimenticato.
Se entrava in un bar gli sorridevano: "Buongiorno sindaco".
Tognoli fu anche Ministro delle Aree Urbane e parlamentare europeo ai tempi (eroici) di Altiero Spinelli.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-6c-3uLNSwqw/YEN7b3t7CNI/AAAAAAAAFaQ/xHhTpiJ2YvcVlrMjkA23_lJjkIEMYqlwwCLcBGAsYHQ/s298/bocca.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="180" data-original-width="298" src="https://1.bp.blogspot.com/-6c-3uLNSwqw/YEN7b3t7CNI/AAAAAAAAFaQ/xHhTpiJ2YvcVlrMjkA23_lJjkIEMYqlwwCLcBGAsYHQ/s320/bocca.jpg"/></a></div>Poco tempo fa Repubblica ha pubblicato un volume (Bocca, 35 anni con noi) con i migliori articoli di Giorgio Bocca,
tra i quali ne spicca uno del 23 febbraio 1983. Il titolo parla da sé: "Milano ricca e coraggiosa salpa per nuove avventure". E subito dopo Bocca lo definisce sindaco elettronico, perchè capace di rispondere in tempo reale alle sue domande consultando i terminali di Palazzo Marino.
In quel pezzo Bocca citava un altro grande milanese, Piero Bassetti, stringheriano, presente nelle prime file al concerto alla Scala di Toscanini l'11 maggio 1946: "Viviamo in una città dal metabolismo intenso, divorante".
Proprio così la pensava anche Tognoli, che nel bel mezzo del Covid, il 14 luglio 2020, intervenne al Teatro Franco Parenti per dire a gran voce che il destino di Milano è quello di rialzarsi sempre, dalle distruzioneo alle bombe".
Ti sia lieve la terra, caro Carlo Tognoli.
beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-52559692784779268622021-01-23T09:22:00.008+01:002021-01-25T16:55:46.770+01:00Amici imprenditori, non mollate, tirare fuori l'orgoglio, sarete ripagati<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-NcSYi8gzTkc/YAvcT4wowII/AAAAAAAAFY8/GFm2ZNhY6rY59dVO82cA0ju4hJkAAzBBgCLcBGAsYHQ/s1140/dipendente-imprenditore-1140x738.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="738" data-original-width="1140" src="https://1.bp.blogspot.com/-NcSYi8gzTkc/YAvcT4wowII/AAAAAAAAFY8/GFm2ZNhY6rY59dVO82cA0ju4hJkAAzBBgCLcBGAsYHQ/s320/dipendente-imprenditore-1140x738.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-family: helvetica; font-size: medium;"><br />"<span face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif" style="background-color: white; text-align: justify;">E voi dite: Sono tempi difficili, sono tempi duri, tempi di sventure. Vivete bene e, con la vita buona, cambiate i tempi: cambiate i tempi e non avrete di che lamentarvi </span>(<b>Sant'Agostino</b>, cit.).</span><p></p><p><span style="font-size: medium;">Viviamo tempi difficilissimi. E' tempo di reagire. Un mentore eccezionale, <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2019/02/omaggio-guido-roberto-vitale.html">Guido Roberto Vitale</a> nell'ultima telefonata mi disse "Lasciamo lavorare le intelligenze".</span></p><p><span style="font-size: medium;">Ho pensato a lui quando un amico di una vita (<a href="http://www.roseland-consulting.it">Andrea Rosella</a>, consulente aziendale, se volete mettere ordine nella vostra impresa, contattatelo andrea@roseland-consulting.it) mi ha girato un testo (credo di Gianluca Bellofatto, vedo su Facebook) che elogia la resilienza, la forza indomita dell'imprenditore, vero eroe di questo Paese, che fa di tutto per non meritarsi lo spirito d'impresa di numerosi soggetti - definiti addirittura "prenditori" dal ministro (sic!) <b>Luigi Di Maio</b>, paracadutato in un ruolo troppo complesso per le sue capacità.</span></p><p><span style="font-size: medium;">Leggete quindi con calma il testo sotto. Poi vi invito a commentarlo.</span></p><p><span style="font-size: medium;">"<span face="Calibri, sans-serif">Invito tutti ad aprire un'azienda o un'attività,
rischiando capitale proprio (è facile essere capo con i soldi altrui) per far
crescere il paese e sperimentare per un po’ di tempo cos'è la responsabilità di
coordinare un progetto, la regolarizzazione delle tasse (tantissime), la
selezione del personale, l'affitto di locali o uffici o infrastrutture per il
luogo di lavoro. L’acquisto di attrezzature tanto costose quanto indispensabili
all’attività.</span></span></p><span face=""Calibri",sans-serif" style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-size: medium;">
Invito tutti a fare questo esperimento.<br />
Imparare a calcolare il valore di un'ora di lavoro. Rimanere notti intere senza
dormire preoccupati per i conti che non quadrano.<br />
Invito anche a sperimentare cosa significa formare le persone, ispirando il
meglio in ognuno. Motivare con parole, con rispetto, onestà e con i tuoi soldi,
e accettare che dopo questo sforzo ti deludano, perché succede ...</span><br /><br />
</span><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><div class="separator" style="clear: both; font-size: 11pt; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-zr_Mn_SBXDw/YAvcy924f6I/AAAAAAAAFZI/XeSFWw8Om38UkbKxUch7_ATdpcCeRbmXACLcBGAsYHQ/s2048/mindset-da-imprenditore.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1192" data-original-width="2048" src="https://1.bp.blogspot.com/-zr_Mn_SBXDw/YAvcy924f6I/AAAAAAAAFZI/XeSFWw8Om38UkbKxUch7_ATdpcCeRbmXACLcBGAsYHQ/s320/mindset-da-imprenditore.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-size: medium;">Prova anche a promuovere il buon umore quando arriveranno i nemici, le
critiche, le lamentele... quando dubiterai di te stesso e quando gli altri
dubiteranno di te, perché succede ... lo raccomando davvero.<br />
Raccomando di prendere soldi dai tuoi risparmi di una vita o di prendere soldi
in prestito da amici o familiari, per non ritardare i pagamenti e sentirti
dire "non è niente di che", "non
preoccuparti"..."andrà tutto bene".<br />
Prova anche a guardare negli occhi un dipendente o collaboratore e licenziarlo,
anche se per motivi più che giustificati.<br />
Prova ad avere giudizi di lavoro, contenziosi, udienze, moratorie, nuove tasse,
aumenti, crisi, furti, problemi edilizi, rescissioni di contratti, mancati
pagamenti, rifinanziare debiti, cercare garanti.<br />
Tornare a casa frustrato da un progetto fallito, da un’idea o strategia che non
funziona.<br />
Ma comunque rimanere fermo e vivace sempre!<br />
Fai questo test. Ti vedrai sveglio alle tre del mattino senza motivo apparente,
ma con il pensiero su un prodotto, su un problema con un cliente, su una
conversazione d'ufficio o su un piano per evitare il fallimento.<br />
Prova ad essere capo per alcuni anni creando posti di lavoro e opportunità per
poi essere visto come sfruttatore ed evasore!<br />
Fai questo test! Ma fallo credendo davvero che lo scopo della tua attività vada
ben oltre il guadagnare soldi.<br />
E quando parleranno di te o raggiungerai il successo, ricordati tutto quello
che hai fatto.<br />
Tienilo nell'anima!.<br />
Fai questo esperimento un giorno: apri un'azienda e tienila nel tempo".</span></span><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-cSMGQSh42ss/YAvcpabk7GI/AAAAAAAAFZE/OnOwyHkGHuEjOk6VOUtW19AVb8COQsteACLcBGAsYHQ/s1080/piccolo-imprenditore-1080x675.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1080" src="https://1.bp.blogspot.com/-cSMGQSh42ss/YAvcpabk7GI/AAAAAAAAFZE/OnOwyHkGHuEjOk6VOUtW19AVb8COQsteACLcBGAsYHQ/s320/piccolo-imprenditore-1080x675.jpg" width="320" /></a></div><br />Chiunque abbia fondato e sviluppato un'impresa, non può che ritrovarsi in questa invettiva. </span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Con il governo più statalista che la storia italiana ricordi, è importante mantenere la barra e dritta e andare avanti per la propria strada. Le soddisfazioni, alla fine del viaggio avventuroso nel mondo dell'impresa, saranno notevoli.</span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Chiudo con <a href="https://www.treccani.it/enciclopedia/shelley/">Shelley</a>, poeta inglese (1792-1822, a Lerici!), che nel "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Prometeo_liberato_(Shelley)">Prometeo liberato</a>" scrive una sorta di manifesto libertario, "uno squillo di tromba" (secondo il professor <b>Guidorizzi</b>):</span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Perdonare torti più cupi della morte</span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">sfidare il Potere, che sembra onnipotente,</span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">amare e sopportare</span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">non cambiare, né vacillare, né pentirsi</span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">questo, come la tua gloria, o Titano,</span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">è essere buoni, grandi e lieti,</span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">liberi e belli</span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: medium; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">questo solo è Vita, Gioia; Impero e Vittoria</span></div><div><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: 11pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
<!--[endif]--></span></div></div>beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-33238047791385150242020-07-01T13:03:00.000+02:002020-07-01T13:03:28.507+02:00L'Italia: un Paese senza mezze misure dove le medie non valgono<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-A0Fa22zruPE/XvxtL3QAT0I/AAAAAAAAFW8/LKOkonsCPXUjngO01L40HeJ4TRA5UnsHQCLcBGAsYHQ/s1600/italia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="167" data-original-width="250" src="https://1.bp.blogspot.com/-A0Fa22zruPE/XvxtL3QAT0I/AAAAAAAAFW8/LKOkonsCPXUjngO01L40HeJ4TRA5UnsHQCLcBGAsYHQ/s1600/italia.jpg" /></a></div>
All'estero si domandano sempre come l'Italia faccia a stare in piedi. Con una classe politica - scelta da noi! - screditata, con una pubblica amministrazione da quarto mondo, con sprechi di spesa pubblica senza limiti - viva i bonus per tutti!, come nel <a href="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2018/05/18/lo-spread-e-il-paese-dei-balocchi/">Paese dei Balocchi </a>-, con corruzione endemica e criminalità organizzate che rendono molto difficile fare impresa in diverse regioni del Paese.<br />
Siamo un Paese senza mezze misure. Abbiamo <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2014/06/la-maestria-di-mario-draghi-che.html"><b>Mario Draghi</b> </a>e il viceministro dell'Economia <b>Laura Castelli </b>.- colei, membro del M5s che criticò il ministro Piercarlo Padoan senza sapere alcunché ("Questo lo dice lei"); <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2018/02/votate-chi-volete-ma-non-i-grillini.html">Giggino di Maio</a> e<a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/12/in-memoria-di-tommaso-padoa-schioppa.html"> Tommaso Padoa-Schioppa</a>; <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2013/03/parola-di-governatore-il-meglio-di.html">Paolo Baffi </a>e <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/04/i-furbetti-del-quartierino-e-antonio.html">Antonio Fazio</a>.<br />
<br />
Una storia a pieno titolo "senza mezze misure" è quella che vede <b>Vincenzo Di Leo,</b> ex operaio bianzolo finanziato da <b>Bill Gates</b> con un milione di dollari per sviluppare con caratteristiche particolari una pompa che spurga acque reflue (destinazione Africa dove la fondazione Bill & Melinda Gates dona miliardi di dollari l'anno).<br />
<br />
La sfida è sempre la stessa: la forza della tenacia contro la debolezza d'animo; laboriosità contro nullafacenza, luce contro tenebre; le idee contro il pensiero stantio; la trasparenza contro l'opacità. La buona economia contro le confraternite del potere.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-ir4ZrTzf8LA/XvxpXM6KDGI/AAAAAAAAFWw/pgJA3dlcLbot1ME93QoUKMdpy81OjatSwCLcBGAsYHQ/s1600/bortuzzo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="388" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-ir4ZrTzf8LA/XvxpXM6KDGI/AAAAAAAAFWw/pgJA3dlcLbot1ME93QoUKMdpy81OjatSwCLcBGAsYHQ/s320/bortuzzo.jpg" width="198" /></a></div>
Chiudo con le parole piene di speranza di <b>Manuel Bortuzzo</b>, giovane promessa del nuoto, colpito accidentamente da un proiettile che lo ha ridotto in sedia a rotelle: "Ciò che conta è che ho imparato quanto vale la pena piangere, soffrire, sacrificarsi, pur di raggiungere un risultato a cui teniamo, perchè la soddisfazione ripaga di tutta la fatica fatta. Ho conosciuto l'abisso della disperazione, e ne sono venuto fuori, ora posso dirlo, con le mie gambe" (<i>Rinascere. L'anno in cui ho ricominciato a vincere</i>, Rizzoli, 2019)beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-20386191595128070342020-05-24T20:13:00.001+02:002020-05-24T21:23:13.019+02:00I tassisti, con dichiarazioni dei redditi ridicole, piangono miseria. Troppo comodo!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-1sNqin1-3EY/Xsq4RjlkWqI/AAAAAAAAFVc/CachxrtxO28t8Dy2boi_P5gDqXbV4HmewCLcBGAsYHQ/s1600/taxisti.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="305" data-original-width="457" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-1sNqin1-3EY/Xsq4RjlkWqI/AAAAAAAAFVc/CachxrtxO28t8Dy2boi_P5gDqXbV4HmewCLcBGAsYHQ/s320/taxisti.jpg" width="320" /></a></div>
Una notizia mi ha colpito in modo particolare nei giorni scorsi. Così ha titolato il <b><i>Corriere della Sera</i></b>: "Taxi in sciopero contro il Pirellone: "La pazienza è finita". Cosa sarà mai successo, mi sono chiesto. Semplice, i tassisti protestano davanti al Palazzo della Regione perchè esclusi dalle politiche regionali di aiuto post coronavirus (possono sempre richiedere il contributo di 600 euro come lavoratori autonomi).<br />
Come ha sostenuto il presidente emerito del Censis <b>Giuseppe De Rita</b>, ormai stiamo diventando un Paese con i sussidi ad personam.<br />
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Già in passato su queste pagine <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2012/02/taxi-rendite-e-concorrenza.html">mi sono scontrato coi taxisti,</a> una delle numerose categorie che vivono di rendita e adottano la classica strategia del "<b>chiagni e fotti</b>", ossia piangono miseria ogni piè sospinto. Rivendicano sempre qualcosa. No a Uber. No alle liberalizzazioni, No all'obbligo di scontrino (perchè non passano dal Telepass quando portano i clienti a Malpensa?). No all'utilizzo delle carte di credito. Una lobby potentissima. Quando anni fa ho chiesto delucidazioni sula tariffa notturna che parte dalle 21, apriti cielo, il blog tempestato di insulti e financo minacce di morte.<br />
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Una domanda preliminare: le dichiarazioni dei redditi dei tassisti hanno qualcosa di veritiero? Assomigliano alla realtà? Come è possibile dichiarare meno di 15mila euro? Qualcuno me lo spiega? Sto parlando di reddito lordo, pre-contributi Inps e pre-Irpef e pre-addizionali regionali/comunali. Perchè ci si dovrebbe chiedere come fa un tassista a sopravvivere con meno di 600 euro netti al mese. Infatti dai dati dell'Agenzia delle Entrate usciti poche settimane fa si evince che fare il tassista non conviene in modo assoluto. Si fa la fame. Senza alcun coronavirus. Anzi, il contributo di 600 euro netti sarebbe maggiore del reddito dichiarato nei tempi buoni.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-ePFlQnAoKig/Xsq41KNYzqI/AAAAAAAAFVk/ckF4XnGQP_w-wEb1ZgSKcFbHgQP5Yl9vQCLcBGAsYHQ/s1600/taxisti_2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="492" data-original-width="656" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-ePFlQnAoKig/Xsq41KNYzqI/AAAAAAAAFVk/ckF4XnGQP_w-wEb1ZgSKcFbHgQP5Yl9vQCLcBGAsYHQ/s320/taxisti_2.jpg" width="320" /></a></div>
Le proteste dovrebbero essere precedute dall'invio del Modello Unico. Sono titolati a parlare solo coloro che hanno presentato una dichiarazione dei redditi seria. Non si può rivendicare aiuti dallo Stato quando per anni lo si è fregato bellamente. Infatti in Germania il sussidio arriva, ma è parametrato al reddito dichiarato l'anno precedente. Non si possono invocare aiuti urlando "la pazienza è finita". E' finita la pazienza dei contribuenti onesti, che sanno benissimo che con 15mila euro lordi si arriva a malapena a giugno. E il resto dell'anno? Si muore di fame?<br />
<br />
In Italia il <b>profitto</b> è osteggiato a livelli mostruosi. Mentre le<b> <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/01/concorrenza-poste-italiane-e-assenza-di.html">rendite</a></b><a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/01/concorrenza-poste-italiane-e-assenza-di.html"> sono amate</a> e favorite a livello fiscale. Come la mettiamo? L'impresa è "brutta e cattiva" mentre percepire redditi da locazione o da<a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2010/12/autorita-per-lenergia-concorrenza-e.html"> business regolati </a>è cosa "buona e giusta"?Qualche insegnante vuole spiegare la differenza ai nostri ragazzi? Così magari in futuro qualcosa cambierà.beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-7008998168358682662020-04-13T18:17:00.001+02:002020-04-13T18:30:26.239+02:00Un Paese senza<a href="https://1.bp.blogspot.com/-QwcwBnuQaDg/XpSKPj_S6TI/AAAAAAAAFUo/bnT-IxL1AFcc0gF8npv6Y5Zkg6RaqAbfQCLcBGAsYHQ/s1600/arbasino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="277" data-original-width="182" src="https://1.bp.blogspot.com/-QwcwBnuQaDg/XpSKPj_S6TI/AAAAAAAAFUo/bnT-IxL1AFcc0gF8npv6Y5Zkg6RaqAbfQCLcBGAsYHQ/s1600/arbasino.jpg" /></a>L'Italia arriva sempre in ritardo. Quando c'è un casino - e il coronavirus lo è di bestia - arriviamo già col fiato sul collo, impreparati. Senza un piano B, senza contromisure, senza un <i>contingency plan</i>. Basta che emerga un problema, e i nodi strutturali della nostra arretratezza, vengono al pettine.<br />
<br />
Le istituzioni non sanno come muoversi, il diritto - della serie abbiamo una <b>Costituzione bellissima</b>, dove i poteri sono tutti chiari tra Regioni e Stato centrale - impasta le decisioni, i sindaci litigano con la Protezione Civile, i presidenti delle Regioni vanno ognuno per loro conto.<br />
<br />
Un <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2014/03/siamo-un-paese-provvisorio-critichiamo.html">Paese provvisorio, diceva giustamente Edmondo Berselli </a>(quanto ci manchi!).<br />
<br />
Qualche giorno fa è morto <b>Alberto Arbasino</b>, intellettuale arguto, coniatore dell'immagine della "casalinga di Voghera". Andate su <a href="http://www.mondoperaio.net/">Mondo operaio</a> a guardare il dibattito in salotto tra lui, Ronchey, Guttuso e<a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2012/06/28-giugno-1985-consiglio-europeo-di.html"> Bettino Craxi</a> sul futuro della sinistra italiana. Che livelli rispetto a oggi.<br />
<br />
Nel suo immenso "<b>Un Paese senza</b>", nel 1980 Arbasino scriveva in apertura:<br />
<br />
Un Paese senza memoria<br />
Un Paese senza storia<br />
Un Paese senza passato<br />
Un Paese senza esperienza<br />
Un Paese senza grandezza<br />
Un Paese senza dignità<br />
Un Paese senza realtà<br />
Un Paese senza motivazioni<br />
Un Paese programmi<br />
Un Paese senza progetti<br />
Un Paese senza testa<br />
Un Paese senza gambe<br />
Un Paese senza conoscenze<br />
Un Paese senza senso<br />
Un Paese senza sapere<br />
Un Paese senza sapersi vedere<br />
Un Paese senza guardarsi<br />
Un Paese senza capirsi<br />
Un Paese senza avvenire?<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-hoMBii8Nst4/XpSKvTONwcI/AAAAAAAAFU4/yPIqNgdM_6saNHoKstIeIfwC2Zhp5gxtQCLcBGAsYHQ/s1600/berselli.1.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="282" data-original-width="179" src="https://1.bp.blogspot.com/-hoMBii8Nst4/XpSKvTONwcI/AAAAAAAAFU4/yPIqNgdM_6saNHoKstIeIfwC2Zhp5gxtQCLcBGAsYHQ/s1600/berselli.1.png" /></a></div>
Arbasino proseguiva: "<b>Un Paese onirico,senza nessi con la realtà, nè rapporti con l'esistente</b>, voltando le spalle a se stesso, fissando energie soprattutto in s<b>perperi ideologici e/o desideranti e/o bovaristici </b>(finiremo come il <b>Venezuela o l'Argentiva</b>, tuonava incazzato <b>Marcello De Cecco</b>, ndr)<b>,</b> senza volersi rendere conto che anche troppo spesso "tutto questo è già accaduto"...con varianti minime: la violenza, la ferocia, la volubilità, <b>l'irresponsabilità</b>, l'intolleranza, l'arroganza, il discorso teorico, il <b>dibattito astratto,</b>...la <b>superficialità, la leggerezza</b>, la criminalità, la volgarità, la villania, l'incompetenza, la ladreria, il banditismo, il teppismo, ...il cinismo, il melodramma, l'opportunismo, il trasformismo, il machiavellismo, il birignao, l'imbroglio, la cosiddetta arte di arrangiarsi, il presunto dolce far niente, l'incoerenza dei conformismi,...i <b>conflitti corporativi, la rivendicazione di privilegi a spese d'altri</b>, la smania di teatralità e di processioni, l'ingordigia di apparati circensi, lo snobismo di massa, <b>l'incertezza e vaghezza del diritto e della giustizia</b>, la smorfiosità e noiosità del pedantismo accademico, il latinorum dell'Azzecca-garbugli,..i sicari sulla porta, la bande, le minacce, le vendette, gli agguati, i rapimenti, i ricatti,...le speculazioni insensate, gli investimenti rovinosi, ...il provincialismo autarchico".<br />
<br />
Un'analisi perfetta per il nostro disgraziato paese, dall'umanità sconvolgente.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-8HdpTgyxQpw/XpSKYb9X9LI/AAAAAAAAFUs/qxzNYAzgiJ81U9LzL7bE_TOIKD70xalrACLcBGAsYHQ/s1600/pierluigi-ciocca-ricchi-per-sempre-9788833918129-363x540.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="364" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-8HdpTgyxQpw/XpSKYb9X9LI/AAAAAAAAFUs/qxzNYAzgiJ81U9LzL7bE_TOIKD70xalrACLcBGAsYHQ/s320/pierluigi-ciocca-ricchi-per-sempre-9788833918129-363x540.jpg" width="215" /></a></div>
<b>Pierluigi Ciocca</b> nel suo "Ricchi per sempre?" chiosa così:<br />
"<b>Carlo Cipolla</b> ha chiarito nella retrospettiva di secoli il punto chiave: il benessere materiale degli italiani non è mai definitivamente acquisito. Il rischio dell'arresto, della perdita delle posizioni con fatica conquistate, è sempre latente.<br />
Come la storia ci insegna, <b>non possiamo sederci sugli allori.</b>..<br />
<b>Va respinta la provinciale presunzione di essere ormai ricchi per sempre.</b><br />
La via obbligata per le imprese e per coloro che ci lavorano è la ricerca incessante di qualità imprenditoriale e professionale, aggiunta di valore agli <i>inputs</i> importati, capacità di esportare, di offrire "<b>cose nuove che piacciano al mondo</b>".<br />
<br />
Nella dedica che Ciocca mi ha donato, si legge: "Al dott. Piccone, temo che il ? (Ricchi per sempre?, ndr) cadrà e che la risposta sia "no"?beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-79439442179075797592020-03-23T13:00:00.005+01:002020-03-23T13:11:17.497+01:00Omaggio a Gianni Mura, maestro di giornalismo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-SoSUkbE4GMM/Xnial64IgaI/AAAAAAAAFT0/f5j56-GeA10f1DXJXJXnZOhlZrKC43dDwCLcBGAsYHQ/s1600/gianni%2Bmura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="189" data-original-width="267" src="https://1.bp.blogspot.com/-SoSUkbE4GMM/Xnial64IgaI/AAAAAAAAFT0/f5j56-GeA10f1DXJXJXnZOhlZrKC43dDwCLcBGAsYHQ/s1600/gianni%2Bmura.jpg" /></a></div>
Nel mezzo di questa maledetta pandemia da Coronavirus, ci ha lasciati <b>Gianni Mura,</b> 74 anni, un giornalista che ho amato tanto quanto il suo maestro <a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2012/12/omaggio-gianni-brera-il-miglior.html"><b>Gianni Brera</b>.</a><br />
Le sue rubriche su <i>Repubblica</i>, i suoi racconti sul calcio e sul ciclismo mi hanno accompagnato fin da ragazzo. Infatti, dopo alcune esitazioni, sono andato alla ricerca nel mio archivio cartaceo della cartelletta di carta con scritto #GianniMura.<br />
L'ho aperta, e mi è aperto un mondo (e il bocchettone delle lacrime).<br />
<br />
20 ottobre 1991, <i><b>S</b></i><b><i>ette giorni di cattivi pensieri</i></b>, la sua rubrica del sabato su <i>Repubblica</i>: "Un briciolo di speranza viene dalla lettura dell'Europeo. <b>Pasquale Bruno</b>, difensore del Torino (ve lo ricordate? Un macellaio spaccagambe, ndr), a una domanda sul dopo-calcio, risponde: "Tante idee mi frullano in testa: allestire una palestra, dedicarmi alle assicurazioni. Oppure fare il giornalista a tempo pieno. Collaboro con la Gazzetta del Piemonte, il quotidiano di Borsano, presidente del Torino e presto prenderò la tessera di pubblicista. Un giorno darò anch'io i voti ai giocatori. E ai tipi tosti come me non rifilerò il solito quattro o cinque ma un bel dieci". <b>Bravo Bruno: 3. </b><br />
E Mura, che dedicava la giornata del venerdì alle chicche sui giornali, prosegue: "Fra le altre cose, Bruno ci tiene a chiarire la sua fama di picchiatore: "Io non posso rinunciare alla mia cattiveria. Non posso scendere in campo senza la mia grinta, il mio modo di intendere il calcio, uno sport per uomini veri e non per signorine". Questa non è nuova, chiosa Mura, per poi segnalare che Bruno ha provato grande soddisfazione nel vedersi nella classifica di <b><i>Cuore </i></b>(il giornale satirico diretto da <b>Michele Serra</b>) sulle cose per cui vale la pena vivere: "<b>Pasquale Bruno in nazionale</b>" ha 185 voti, più di <b>Paolo Conte</b>.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-KsJuIKF13A8/XnigznGHcFI/AAAAAAAAFUA/KY5K1rt65j86ZHXYXpjVPYfjtuwmR6D8ACLcBGAsYHQ/s1600/mura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1200" height="192" src="https://1.bp.blogspot.com/-KsJuIKF13A8/XnigznGHcFI/AAAAAAAAFUA/KY5K1rt65j86ZHXYXpjVPYfjtuwmR6D8ACLcBGAsYHQ/s320/mura.jpg" width="320" /></a></div>
Il 4 novembre 1990 Mura attacca il pezzo citando <b><a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2014/12/cosi-giorgio-bocca-ricordo-il-funerale.html">Giorgio Bocca</a></b>: "E noi coglioni, i paguri bernardi, continuiamo a prenderli sul serio, a intervistarli, questi zombi". Ho aperto con la chiusa di un pezzo di Giorgio Bocca (8) su <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Gava">Gava </a>(0,5), che da solo valeva tutto il <i>Venerdì</i>. Bocca si occupa di cose importanti per la vita, o per la sopravvivenza dell'Italia. Roba più seria dell'erba di San Siro o della moviola. Mi sembra però che la sua frase finale vada bene per svariati settori, e mi sembra che <b>il linguaggio si stia esasperando </b>(e non erano ancora comparsi i leoni da tastiera, ndr), incupendo, come intriso dal dubbio che ormai sia tutto inutile".<br />
<br />
Pesco ancora dal mio archivio un esilerante "Sette giorni di cattivi pensieri", datato genericamente "1989", dal titolo "<b>Vietato ai minori</b>".<br />
Uno spasso. cito testualmente:<br />
<br />
"Il contenuto di questo pezzo può turbare la sensibilità di qualcuno. Se ne consiglia la visione ai soli lettori adulti. Si parte da due brevi notizie uscite su "Gazzetta" e "Corriere" di lunedì. Il succo è questo: c'è una signora milanese di Arona (sembra l'inizio di un limerick) che va a Roma a vedere il Milan. E alloggia nell'albergo del Milan. Con le ci sono le figlie (27 e 19 anni). In minigonna. Nella hall. L'occhio di <b>Arrigo Sacchi</b> (allora allenatore del Milan, per chi non lo sapesse, ndr) registra allarmato. "Possono turbare i giocatori". Ne parla con <b>Adriano Galliani</b>: faccia qualcosa, inviti queste donne a non frequentare i luoghi. In un albergo sopra via Veneto, si presume ci siano dozzine di donne e anche qualche minigonna. Invece di rispondere "vada a parlarci lei, mister", Galliani prova a delegare il supertifoso parmigiano Pietro Bernazzoli detto Gheddafi, ma alla fine l'ingrato compito lo prende Silvano Ramaccioni. Per quanto possa essere diplomatico, resta un discorsetto d'ostracismo. La signora piange (sbagliato), s'offende (giusto)...Affascinanti queste piccole storie. <b>Se il Milan è turbato da una minigonna, è meglio che il prossimo ritiro lo faccia in mezzo ai chador.</b> E se Arrigo Sacchi (voto 1) fa questo genere di pubblicità ai tecnici dell'ultima ondata, viva <b>Oronzo Pugliese</b>".<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-aosSE59hLdk/XnijmGZb44I/AAAAAAAAFUM/cvYh9r7pBZoXYF3y3DHUzva1dLlxEK4agCLcBGAsYHQ/s1600/brera_mura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="220" data-original-width="390" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-aosSE59hLdk/XnijmGZb44I/AAAAAAAAFUM/cvYh9r7pBZoXYF3y3DHUzva1dLlxEK4agCLcBGAsYHQ/s320/brera_mura.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gianni Brera e Gianni Mura</td></tr>
</tbody></table>
Chiudo con due battute sul ciclismo. Un giorno Mura chiese a <b>Marco Pantani</b>: "Perchè vai così forte in salita? E <b>Pantadattilo</b>, soprannominato così proprio da lui, rispose: "Per abbreviare la mia agonia". Che fa il paio con "saranno poco romantiche le gambe, ma nel ciclismo contano".<br />
Che formidabili racconti ci hai regalato, caro Gianni, dal Tour de France!<br />
<br />
Caro <b>Gianni Mura</b>, come chiudevi i tuoi <i>obituary</i>, ti sia lieve la terra. Non ti dimenticherò.beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-29317175160291403142020-03-06T08:46:00.000+01:002020-03-08T19:23:52.763+01:00Mio nonno Carlo Tagliabue entra nel Giardino dei Giusti, una storia da raccontare<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-X4aoVSexXCc/XmFG-z2NUeI/AAAAAAAAFTY/z4Bo1xiuiPkQ-yEuLxs0wprbJeXmza-iQCLcBGAsYHQ/s1600/Carlo-Tagliabue.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1056" data-original-width="806" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-X4aoVSexXCc/XmFG-z2NUeI/AAAAAAAAFTY/z4Bo1xiuiPkQ-yEuLxs0wprbJeXmza-iQCLcBGAsYHQ/s320/Carlo-Tagliabue.jpg" width="244" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Carlo Tagliabue</td></tr>
</tbody></table>
Oggi è il giorno dei Giusti. Si festeggiano i <b>Giusti</b>, coloro che hanno aiutato gli ebrei durante la loro vita. Secondo <a href="http://www.gariwo.it/">Gariwo</a>, i Giusti, in ogni parte del mondo, vengono scelti dopo attente ricerche storiche che dimostrino l'opera di salvataggio di vite umane in tutti i genocidi e l'aver difeso la dignità umana durante i totalitarismi.<br />
<br />
La scelta di destinare uno spazio ai <b>Giusti del Monte Stella</b> (la montagnetta di San Siro, così la chiamano i milanesi, costruita con le macerie della seconda guerra mondiale) nel Giardino Virtuale discende dalla impossibilità di dedicare un albero a tutti i Giusti di cui pervengono le segnalazioni, sia per mancanza di spazio, sia per la tematica nuova e diversa che ogni anno viene affrontata.<br />
<br />
Con l’inserimento nel Giardino Virtuale l’Associazione ha voluto sopperire a questo limite oggettivo, per rendere omaggio a quanti hanno onorato la propria qualità di esseri umani in nome di tutti gli uomini di coscienza e buona volontà.<br />
<br />
I nuovi Giusti scelti per il 2020 saranno onorati in occasione della prossima Giornata dei Giusti - 6 marzo.<br />
<div>
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-nq81P6wqlU8/XmH-erkIgoI/AAAAAAAAFTk/2062oevw_qQxtqdRbzIkzYizJXvPcS6XQCLcBGAsYHQ/s1600/giusti_ms.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="489" data-original-width="656" height="238" src="https://1.bp.blogspot.com/-nq81P6wqlU8/XmH-erkIgoI/AAAAAAAAFTk/2062oevw_qQxtqdRbzIkzYizJXvPcS6XQCLcBGAsYHQ/s320/giusti_ms.jpg" width="320" /></a></div>
Mio nonno, <b>Carlo Tagliabue </b>(1888-1961), è uno di questi. Sarebbe stato premiato (il premio sarebbe stato ritirato da mia madre Giancarla, primogenita) il prossimo 10 marzo a Palazzo Marino se questo maledetto Coronavirus non avesse bloccato ogni tipo di manifestazione. Dal 7 dicembre 2017 la <b>Giornata dei Giusti</b> è solennità civile in Italia: ogni anno il 6 marzo celebriamo l’esempio dei Giusti del passato e del presente per diffondere i valori della responsabilità, della tolleranza, della solidarietà.<br />
<br />
«A maggior ragione in un momento complesso come quello attuale – commenta il presidente del Consiglio comunale di Milano <b>Lamberto Bertolé</b> -, l’<b>esempio </b>di chi ha dedicato la propria vita agli ideali di giustizia, non violenza e amore verso ciò che siamo e il mondo nel quale viviamo deve guidarci nelle scelte che compiamo ogni giorno. Solidarietà e rispetto, ci ricordano i Giusti, sono fondamentali per affrontare il presente e pensare al futuro».<br />
<b><br /></b>
<b>Carlo Tagliabue</b> è stato per anni (dal 1923 al 1946, dopo aver scalato con merito i gradi della carriera amministrativa) direttore della <b>Pia Casa degli Incurabili</b> ("e degli schifosi", secondo la dicitura al momento della fondazione) di Abbiategrasso - in provincia di Milano - oggi facente parte dell'Azienda dei Servizi alla Persona <b><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Camillo_Golgi">Golgi</a> Redaelli (Camillo Golgi, </b>1843-1923<b>, </b>è il primo scienziato italiano ad aver preso il<b> Premio Nobel nel 1906).</b><br />
Chi lo ha conosciuto, ne ha sempre denotato forti tratti di umanità. Credeva nel ruolo del lavoro, che conferisce dignità alle persone. Una delle sue massime era: "<b>Se uno non si sente utile, si lascia morire</b>". Durante la sua gestione, diede impulso a una serie di attività, dalla produzione di stuzzicadenti all'innovativa piscicoltura, che prevedeva di cibare le carpe con gli insetti presenti nelle risaie, e cucinare poi le carpe per gli ospiti della Pia Casa, quando la penuria di cibo durante la guerra di faceva sentire. Così facendo, la Pia Casa raggiunse la totale indipendenza economica (Carlo era ragioniere e guardava sempre ai numeri, io faccio altrettanto, saraà questione di dna!).<br />
<br />
<div style="background-color: white; border: 0px; line-height: 22px; margin-bottom: 10px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-FfQ5hjgJWwQ/XmFFlinpbyI/AAAAAAAAFTM/MH2yuqnkIJ8MIZzB70LYKR1CpT_s1yl9ACLcBGAsYHQ/s1600/incurabili.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="169" data-original-width="254" src="https://1.bp.blogspot.com/-FfQ5hjgJWwQ/XmFFlinpbyI/AAAAAAAAFTM/MH2yuqnkIJ8MIZzB70LYKR1CpT_s1yl9ACLcBGAsYHQ/s1600/incurabili.jpeg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pia Casa degli Incurabili</td></tr>
</tbody></table>
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;"><b>Carlo Tagliabue</b>, nonostante la sua iniziale adesione al fascismo, nell’ultimo anno della Seconda guerra mondiale, quando vide gli orribili delitti del nazifascismo, divenne un ribelle e sfidò la polizia con suo grave rischio personale, <b>nascondendo</b> nel reparto femminile della struttura una <b>trentina di donne ebree</b>, che sottrasse così alla persecuzione nazifascista. Per confonderle con le pazienti, diede loro la divisa degli ospiti della Pia Casa; le nascose, e le nutrì, vigilando attentamente sulla loro incolumità. </span><br />
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;"><br /></span>
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;">Solo lui, il cappellano don <b>Filippo Carminati,</b> un paio di suore, e il medico conoscevano il rifugio delle donne ebree alla Pia Casa e ogni tanto andavano a trovarle per riferire loro le notizie che venivano trasmesse dalle radio straniere, cercando d'infondere così nei loro animi fiducia e speranza.</span><br />
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;">Secondo le testimonianze raccolte, era a conoscenza della cosa anche <b>don Ambrogio Palestra</b> (che in seguito testimoniò la vicenda), zio dello storico di Abbiategrasso <b>Mario Comincini</b>.</span><br />
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;">Io non ho mai conosciuto mio nonno, se non dai racconti di mia madre e mia zia Milly, che lo hanno descritto come integerrimo e con una dedizione totale al lavoro. Alla sera, dopo cena, tornava alla Pia Casa per completare le cose non ancora realizzate. Spesso le figlie lo andavano a chiamare, sospinte dalla madre, che non lo vedeva mai arrivare.</span><br />
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;">Sorrido, a distanza di anni perchè mi sovvien quello che sosteneva <b><a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2016/09/ciao-carlo-azeglio.html">Carlo Azeglio Ciampi</a></b>: "La scrivania alla sera deve essere lasciata vuota", così che il giorno dopo si possa ripartire di gran lena.</span><br />
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;">Caro nonno Carlo, sono <i>proud of you</i>; possiamo dire che Carlo Azeglio abbia imparato da te. </span><br />
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;">Ti sia lieve la terra, caro Carlo.</span><br />
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;"><br /></span>
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;">P.S.: oggi alle 14.30 sulla pagina facebook di <b>Gariwo</b> (la Foresta dei Giusti),</span><br />
<span style="color: #383838; font-family: "lora" , serif;">Qui l'articolo su <a href="https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_marzo_05/giornata-giusti-venerdi-6-marzo-nuove-targhe-monte-stella-diretta-streaming-ae1cfbcc-5eef-11ea-bf24-0daffe9dc780.shtml">Corriere Milano </a></span><br />
Qui la pagina dedicata a <a href="http://www.culturagolgiredaelli.it/i-personaggi/i-dipendenti/carlo-tagliabue-1888-1961/">Carlo Tagliabue dall'Istituto Geriatrico Golgi</a><br />
P.S/2: un particolare ringraziamento va a <b>Marco Bascapè</b>, dirigente del Servizio Archivio e Beni Culturali, ASP Golgi-Redaelli, e al suo team, senza i quali la storia di Carlo Tagliabue non sarebbe emersa.</div>
beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-5414115826399536582020-02-06T10:13:00.001+01:002020-02-06T10:13:26.249+01:00Guido Roberto Vitale, finanziere ante litteram<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-tG9uVyC9EhA/XjlTkHzMM0I/AAAAAAAAFSY/67EpxxUTAeMLTBsWEWcH0JHJtyEeiqC7gCLcBGAsYHQ/s1600/Guido-Roberto-Vitale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-tG9uVyC9EhA/XjlTkHzMM0I/AAAAAAAAFSY/67EpxxUTAeMLTBsWEWcH0JHJtyEeiqC7gCLcBGAsYHQ/s320/Guido-Roberto-Vitale.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Guido Roberto Vitale</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">Quando l’Italia del <b>maestro Manzi</b> leggeva la <i>Gazzetta
dello sport</i> per familiarizzare con la lingua italiana, <b>Guido Roberto Vitale</b>
leggeva il <i>Financial Times</i>. Laureato brillantemente in economia – senza
lode perchè il barone di turno scoprì di non essere citato nella tesi sulle
operazioni di mercato aperto della <i>Federal Reserve</i> – all’Università di
Torino, Vitale partì per Londra e New York (specializzato alla Columbia
university), per poi lavorare a Mediobanca. Possiamo dire che abbia portato il <i>merchant
banking</i> in Italia, attraverso <b>Euromobiliare</b>, da lui fondata nel 1973. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">Guido Roberto Vitale, scomparso giusto un anno fa, era un
alieno in territorio straniero. Un predicatore nella terra degli infedeli. Un
italiano anomalo: grande innovatore, lungimirante, intollerante verso il
compromesso (si dimise appena <b><a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2010/09/sindona-i-depositanti-i-cambi-il-suo.html">Michele Sindona</a></b> comprò la Centrale Finanziaria,
nonostante il finanziere siciliano gli offrì un assegno in bianco), fautore del
merito, affascinato dai giovani, trasparente. Praticamente, la nostra classe
dirigente al contrario. Dove regnava il sotterfugio, lui voleva chiarezza. Amava
la competenza e le persone preparate. Nei tempi dell’«uno vale uno», un
extraterrestre. Credeva nei giovani, veramente, li spronava in continuazione.
Ne serbo testimonianza diretta. Un vero <i style="mso-bidi-font-style: normal;">talent
scout</i>. Ha allevato da maestro di vita una generazione di persone, alle
quali raccomandava il rispetto rigoroso delle regole, degli investitori, del
mercato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;"><b>L’italiano ama gli arabeschi, </b>Vitale preferiva la linea
retta della franchezza. Le idee dovevano emergere, così come la verità, senza mezze
misure. Un giorno, vedendomi indeciso se pubblicare o no un testo forse troppo incisivo,
mi disse: «Si farà qualche nemico in più, ma è il prezzo che si paga per essere
liberi e intellettualmente onesti».<o:p></o:p></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-D4782T3Ux_o/XjlTz3TWyNI/AAAAAAAAFSc/rUt473JAciwErWsQdQeH-j6McLEfUMpRQCLcBGAsYHQ/s1600/luigi-einaudi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="578" data-original-width="1400" height="132" src="https://1.bp.blogspot.com/-D4782T3Ux_o/XjlTz3TWyNI/AAAAAAAAFSc/rUt473JAciwErWsQdQeH-j6McLEfUMpRQCLcBGAsYHQ/s320/luigi-einaudi.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Luigi Einaudi allo scrittoio</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">Le sue riflessioni, mai banali, erano concreti inviti a
lavorare per cambiare le cose. Quando eravamo in dirittura d’arrivo per il
volume</span><span lang="IT"> </span>“<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">L’Italia: molti capitali,
pochi capitalisti”, una mattina di buon’ora mi chiamò – lui aveva già letto
tutti i quotidiani, amava in modo viscerale la carta stampata – per dirmi:
«Dottor Piccone, la citazione di <b><a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2018/10/il-silenzio-degli-industriali.html">Einaudi sul “silenzio degli industriali” </a></b>vale
il libro (ripubblicò anni fa <i>Le lezioni di politica sociale</i>). Adesso
chiamo <b>Claudio Cerasa</b> del “Foglio” per chiedergli di pubblicare integralmente
quel testo». Gli risposi: «Dottor Vitale, ho appena riletto l’intervento di
Einaudi in occasione del suo insediamento al <b>Quirinale </b>nel 1948». E gli citai
il passaggio chiave, dove l’economista liberale invitava a puntare, con il consueto
stile asciutto e puntuale, sull’«eguaglianza delle condizioni di partenza». Non
potevo che rallegrarlo, vista la sua netta contrarietà alla «nefasta preferenza
dell’egualitarismo che malauguratamente permea la nostra società».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Qg_nUCpTm4o/XjlT9wX3fDI/AAAAAAAAFSk/FSKi2zlWGFAwfqXqiutwa_l6ZQxMdLcVwCLcBGAsYHQ/s1600/vitale.2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="230" data-original-width="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-Qg_nUCpTm4o/XjlT9wX3fDI/AAAAAAAAFSk/FSKi2zlWGFAwfqXqiutwa_l6ZQxMdLcVwCLcBGAsYHQ/s1600/vitale.2.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">Quando Vitale fondò la <i>Vitale e Associati</i> (2001),
decise di pubblicare ogni due anni un volume da regalare ai clienti, con
l’obiettivo di far dibattere le classi dirigenti, secondo lui tra i maggiori
responsabili del declino italiano. La cultura, per lui, aveva un valore
imprescindibile. E doveva legarsi a un piano d’azione successivo. Sono diversi
i libri pubblicati negli anni. Uno edito nel 2008 ricordava il pensiero
economico di <b>Luigi Sturzo</b>, formidabile intellettuale e politico, tra i primi a
combattere contro lo statalismo: «Di bestie enormi della democrazia ne ho
individuate proprio tre: <i>lo statalismo – la partitocrazia – l’abuso di
denaro pubblico</i>; il primo va contro la libertà, la seconda contro
l’eguaglianza, il terzo contro la giustizia».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">Nel volume del 2015 di <b>Sergio Romano</b> <i>Breve storia del
debito da Bismarck a Merkel</i>, nell’introduzione di <b><a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/10/onore-ignazio-visco-e-fabrizio.html">Fabrizio Saccomanni</a> </b>si
deprecava l’atteggiamento schizofrenico di far crescere il deficit pubblico con
le politiche keynesiane (“all’italiana”, che come diceva <b>Marcello De Cecco</b>
favoriscono i soliti noti), e al contempo dichiarare di voler ridurre il
debito. Se il debito pubblico è la somma dei deficit del passato, non si
capisce come possa essere ridotto aumentando la spesa pubblica corrente. Non a
caso il compianto <i>civil servant</i> in nota vergava così: «Il nesso tra
debito e deficit era ben chiaro al signor Micawber, personaggio di <b>David
Copperfield di Dickens</b>, il quale, imprigionato dai debiti nel carcere di
Marshalsea a Londra, predicava una sua filosofia economico-morale: </span><span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT;"><reddito annuale="" diciannove="" e="" felicit="" miseria="" pence="" reddito="" risultato:="" sei="" spesa="" sterline="" venti="">».<o:p></o:p></reddito></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT;">Nel
novembre 2017 Vitale decise di affidarmi il compito di scrivere un volume sul capitalismo
italiano. Ogni settimana ci vedevamo per confrontarci e scrivere l’indice
insieme. Non ha mai voluto sindacare il mio pensiero. Ma nei numerosi nostri
incontri, il confronto era serrato. C’era sempre da imparare. Senza contare che
Vitale mi stimolò con la presenza di un <i>discussant</i> di pregio, <b>Francesco
Giavazzi</b>, che poi ha scritto la prefazione al volume che, con una felice
intuizione di Vitale stesso, uscì col titolo <i>L’Italia: molti capitali, pochi
capitalisti.</i></span><span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-CbpEuSOtzqI/XjlUP27KDfI/AAAAAAAAFS0/rD3wnkQg1r46tNyKkgih4cMW9XXktmPogCLcBGAsYHQ/s1600/copertina_2jpg.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-CbpEuSOtzqI/XjlUP27KDfI/AAAAAAAAFS0/rD3wnkQg1r46tNyKkgih4cMW9XXktmPogCLcBGAsYHQ/s320/copertina_2jpg.jpg" width="240" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">Un giorno Vitale mi invita a pranzo e, appena seduto, mi
fissa negli occhi e mi dice: «Dottor Piccone, ho letto con attenzione l’ultimo
capitolo e non mi sono piaciute le ultime righe». Preoccupato, prendo le bozze
e chiedo spiegazioni. Leggiamo insieme un passaggio di Tommaso Padoa-Schioppa
che invitava tutte le classi sociali ad impegnarsi per invertire le
aspettative, per uscire dall’invidia, dal rancore e dalla nostalgia. TPS scriveva
sul <i>Corriere della Sera</i>: «Si ritornerà alla crescita solo se all’ansia
della rincorsa, che ci ha sospinto per anni, subentrerà, quale spirito
animatore, una ambizione nazionale. Desiderio di eccellere come Paese, fiducia
nelle sue forze, sguardo lungo». Vitale si concentra sul termine <i>desiderio</i>
e mi dà una lezione di vita: <a href="https://www.blogger.com/null" name="_Hlk30148319">«</a>Piccone, il desiderio
è insufficiente, non basta. Se gli americani avessero desiderato andare sulla
Luna, non ci sarebbero andati. Occorre un impegno deciso, il <i>commitment</i>,
a cui va affiancata la responsabilità delle classi dirigenti che devono
scegliere le persone giuste per gli obiettivi fissati, stendere un <i>budget </i>coerente
e trovare le risorse». <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;"><b>Alessandro Galante Garrone</b>
definiva quelli che considerava i suoi maestri «i miei maggiori». Vitale è
stato sicuramente uno di essi. Milano e l’Italia perdono con lui un ulteriore
punto di riferimento. Dopo<b> Umberto Eco, Umberto Veronesi, Inge Feltrinelli</b> e
altri nostri «maggiori», ci troviamo ancora più orfani senza Vitale. Quando se
ne vanno i migliori, siamo indotti a pensare che non ci siano eredi all’altezza.
Allora impegniamoci con la passione civile dell’Italia migliore, dell’«altra
Italia», quella laica sognata da <b>Ugo La Malfa, Giovanni Spadolini, Carlo
Azeglio Ciampi e Guido Roberto Vitale</b>, che nell’ultima telefonata mi disse:
«Lasciamo lavorare le intelligenze».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0in;">
<span lang="IT" style="font-family: "times new roman" , serif; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">P. S.: Questo articolo è stato pubblicato sul <i>Foglio e su Econopoly </i>(blog del <i>Sole 24 ore)</i> in data 6 febbraio 2020.</span></div>
<br />beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-77659718030195806702020-01-27T17:04:00.002+01:002020-01-27T17:04:52.525+01:00L'Emilia Romagna respinge Salvini e azzera i Cinque Stelle<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-_ExW0I9lD0k/Xi4BRQDAWNI/AAAAAAAAFSA/y3sPF8PL9Z8nTNwpd8NHa-YjKiENSTglACLcBGAsYHQ/s1600/salvini_borgonzoni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="516" data-original-width="1024" height="161" src="https://1.bp.blogspot.com/-_ExW0I9lD0k/Xi4BRQDAWNI/AAAAAAAAFSA/y3sPF8PL9Z8nTNwpd8NHa-YjKiENSTglACLcBGAsYHQ/s320/salvini_borgonzoni.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gli sconfitti Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni</td></tr>
</tbody></table>
La vittoria del <b>Partito Democratico</b> alle elezioni regionali - in verità ha vinto il candidato <b>Stefano Bonaccini</b>, vero front-men, tosto come pochi - necessità di risposte.<br />
<br />
Come poteva una delle regioni più ricche d'Europa, con la sanità tra le migliori al modo, con gli asili nido invidiati dovunque, bocciare l'amministrazione uscente - secondo i principali parametri - capace e seria, per dare il potere a una compagine che fa dell'odio e del disprezzo per l'avversario una caratteristica distintiva?<br />
<br />
Avrebbero potuto contare due variabili, la <b>paura</b> - fomentata - <b>dell'</b><strong>immigrazione e la sicurezza</strong>, due sfere di competenze che non spettano a coloro che governano le regioni. Come ha scritto <strong>Piero Ignazi</strong> su <em>Repubblica</em>, "proprio perché sazia e appagata, questa regione è, non da ora, alla ricerca di qualcosa di diverso, del brivido della novità, e persino dell'indicibile".<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-hCw7Zk-OYvc/Xi4BvX2sR6I/AAAAAAAAFSM/6QA7aZoI-T4HeSFKpqLmSy8r3t04ZpZ9gCLcBGAsYHQ/s1600/emilia_berselli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1037" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-hCw7Zk-OYvc/Xi4BvX2sR6I/AAAAAAAAFSM/6QA7aZoI-T4HeSFKpqLmSy8r3t04ZpZ9gCLcBGAsYHQ/s200/emilia_berselli.jpg" width="129" /></a></div>
Sarebbe stato comunque inspiegabile come possa un'area economica che basa il proprio tenore di vita sull'apertura al commercio, sulle esportazioni fitte in tutto il mondo - dalle pesche alle apparecchiature medicali, dagli attrezzi da palestra di<strong> Technogym</strong> ai motori, dalla <strong>Ferrari</strong> ai tortellini - votare a favore di forze politiche che invocano il nazionalismo, "prima gli italiani", il "sovranismo" becero che non porta da nessuna parte.<br />
<strong><br /></strong>
<strong><a href="http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/03/luigi-einaudi-la-corruzione-e-le-pere.html">Luigi Einaudi</a></strong> sul <b>sovranism</b>o ha scritto pagine bellissime. Nel 1945 scrisse: «lo Stato sovrano che, entro i suoi limiti territoriali, può fare leggi, senza badare a quel che accade fuor di quei limiti, è oggi anacronistico e falso. Anche le guerre diventeranno più rare, finché esse non scompaiano del tutto, nel giorno in cui sia per sempre fugato dal cuore e dalla mente degli uomini <b>l’idolo immondo dello Stato sovrano</b>». <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-MD-GZzcqFxM/Xi4Ac90hgsI/AAAAAAAAFR4/lY2plkHL9wsXxJ6dM2kbhaKwvTXgiiRhgCLcBGAsYHQ/s1600/sergenteneve.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="325" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-MD-GZzcqFxM/Xi4Ac90hgsI/AAAAAAAAFR4/lY2plkHL9wsXxJ6dM2kbhaKwvTXgiiRhgCLcBGAsYHQ/s200/sergenteneve.jpg" width="130" /></a></div>
Gli italiani ogni tanto, si fanno affascinare da persone di modesta qualità, che li portano nell'abisso. Così, tanto per dire, dopo la dichiarazione di guerra di <b>Benito Mussolin</b>i a Francia e Germania del 10 giugno 1940, furono in molti a dover partire con le scarpe di cartone per la guerra. E quanti furono gli alpini a tornare dalla Russia? Ce lo dovremmo ricordare, ma quanti hanno letto "Il sergente nella neve" di <strong>Mario Rigoni Stern</strong>?<br />
<br />beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-56265880746898893122020-01-09T17:29:00.002+01:002020-01-09T17:29:55.472+01:00La storia di Adriano Olivetti dovrebbe essere meno edulcorata<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-IgMjfgO0cyg/XhdUSmGHucI/AAAAAAAAFRc/XJywPiet8D4KlTb42HaRLfws6MzTpkqEwCEwYBhgL/s1600/vincenzo-maranghi-cuccia-920559.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="794" height="261" src="https://1.bp.blogspot.com/-IgMjfgO0cyg/XhdUSmGHucI/AAAAAAAAFRc/XJywPiet8D4KlTb42HaRLfws6MzTpkqEwCEwYBhgL/s320/vincenzo-maranghi-cuccia-920559.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi</td></tr>
</tbody></table>
L'apertura degli <a href="http://www.archiviostoricomediobanca.it/">archivi di <strong>Mediobanca</strong> - intitolati a <strong>Vincenzo Maranghi</strong></a> - consente agli storici di tornare su alcune vicende economiche di grande rilievo. Una di queste è legata al salvataggio dell'<strong>Olivetti</strong>, negli anni Sessanta.<br />
Fondata da Camillo Olivetti all'inizio del '900, l'Olivetti ebbe il suo periodo di splendore con Adriano Olivetti negli anni Cinquanta.<br />
Come è noto <a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2012/02/omaggio-ad-adriano-olivetti.html">Adriano Olivetti morì in treno verso Losanna</a> - probabilmente per chiedere ulteriori finanziamenti alle banche svizzere - il 27 febbraio 1960.<br />
<br />
Come ha scritto il presidente di Mediobanca<strong> Renato Pagliaro</strong>, la documentazione è davvero eccezionale: "Tutte le riunioni con la clientela venivano verbalizzate e fatte circolare...da notare che sempre il documento di lavoro già conteneva i punti chiave delle questioni affrontate, concrete ipotesi di soluzione, i pro e i contro, le impressioni e spesso un giudizio sugli interlocutori. Questo era reso possibile da un approccio che rimane piuttosto unico in un'Italia generalmente timorosa e spesso ipocrita...Lo <strong>stile della casa</strong> era,e resta, quello di rappresentare alla clientela, senza remore, il nostro schietto punto di vista professionale, spesso non aderente alle attese della stessa, cui di contro chiediamo una <strong>dialettica altrettanto sincera</strong>".<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-NY1lnTrDkH8/XhdUjLHfErI/AAAAAAAAFRk/TryjcBsIZSYDBGXtWbHVG3DzGbQQfJ3HwCLcBGAsYHQ/s1600/adriano-olivetti-300x225.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-NY1lnTrDkH8/XhdUjLHfErI/AAAAAAAAFRk/TryjcBsIZSYDBGXtWbHVG3DzGbQQfJ3HwCLcBGAsYHQ/s1600/adriano-olivetti-300x225.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Adriano Olivetti</td></tr>
</tbody></table>
Il punto decisivo era che <strong>Adriano Olivetti aveva solo il 10% delle azioni</strong> e quindi era sotto costante condizionamento degli altri membri della famiglia, I quali avevano messo in pegno tutte le azioni presso le grandi banche svizzere. "Eravamo in presenza di un'insufficienza del capitale azionario della Olivetti e una grande dispersione dell'azionariato nel nucleo familiare della famiglia e degli eredi Olivetti" (Giorgio La Malfa, cit.).<br />
L'ingresso nel settore elettronico (avvenuto nel 1951) e l'acquisto disgraziato dell'<strong>Underwood</strong> (che costerà in perdite negli anni successive circa 100 miliardi di lire dell'epoca, una cifra colossale) posero l'Olivetti in serissima difficoltà<br />
Nel 1963 la situazione precipita e diventa chiaro come l'Olivetti da sola non ce la può fare. Roberto Olivetti convince i familiari ad affidare a <strong>Bruno Visentini</strong>, allora vicepresidente dell'IRI, la questione. <strong><a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2015/04/cerano-una-volta-i-grandi-banchieri.html">Raffaele Mattioli</a></strong>, amministratore delegato della Comit, suggerisce di affidare a Mediobanca (governata allora da<a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/08/buon-compleanno-faust-e-il-governatore.html"> Enrico Cuccia</a>) lo studio della situazione e delle possibili soluzioni.<br />
Mediobanca procede a un accertamento scrupoloso delle condizioni dell'Olivetti (tragiche)<br />
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<br /></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-L4nDWwbFlsI/XhdToMv5YOI/AAAAAAAAFRY/-WHOsnt-nhMA9QkaXs2DhvwFkNzGd9qhQCEwYBhgL/s1600/banner_archivio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="276" data-original-width="919" height="120" src="https://1.bp.blogspot.com/-L4nDWwbFlsI/XhdToMv5YOI/AAAAAAAAFRY/-WHOsnt-nhMA9QkaXs2DhvwFkNzGd9qhQCEwYBhgL/s400/banner_archivio.jpg" width="400" /></a></div>
In un verbale dell'Archivio si legge di un colloquio in Banca dell'8 febbraio 1964. <strong>Roberto Olivetti </strong>fa presente la sua preoccupazione per la fissazione di un prezzo troppo basso per l'aumento di capitale. "Dichiara che i familiari sembrano non rendersi conto di tutto ciò". E qui viene il bello. La franchezza, la verità, la forza delle argomentazioni, della logica, dei numeri. Prende la parola <strong>Enrico Cuccia</strong> che dice: "<strong>Non è Mediobanca che è andata a cercare l'Olivetti ma viceversa e che se I signori Olivetti intendono fare a meno di Mediobanca, la cosa ci lascia completamente indiffere</strong>nti".<br />
#Chapeau<br />
<br />beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-54168269357864955242019-11-16T18:51:00.003+01:002019-11-27T17:38:23.088+01:00Omaggio a Mario Cotelli, un grande uomo di sport<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-fJiZIcFS9AE/XdA10ToDEOI/AAAAAAAAFQ4/pC94AIF2BR4TFnRFTWx5TkzmM6d3709zACLcBGAsYHQ/s1600/cotelli.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="241" data-original-width="292" src="https://1.bp.blogspot.com/-fJiZIcFS9AE/XdA10ToDEOI/AAAAAAAAFQ4/pC94AIF2BR4TFnRFTWx5TkzmM6d3709zACLcBGAsYHQ/s1600/cotelli.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mario Cotelli</td></tr>
</tbody></table>
Alla fine dei febbrili anni Ottanta l'Italia tutta rimase affascinata dalle gesta sugli sci di <strong>Alberto Tomba</strong>, atleta formidabile, che da San Lazzaro di Savena in provincia di Bologna - non proprio una località montana - riuscì a conquistare vittorie in slalom speciale e gigante, fino a vincere la Coppa del Mondo.<br />
Ricordo che erano in molti, compreso me, a smettere di sciare e guardare la seconda manche, dove Alberto spesso compiva miracolosi recuperi. I commentatori erano - su Telemontecarlo - Bruno Gattai - avvocato di fama, e <strong>Mario Cotelli</strong>. Erano racconti concitati ed emozionanti. La lucidità di Cotelli mi affascinò fin da subito e volli approfondire la sua figura. Non vedevo l'ora di leggere i suoi commenti sul <em>Corriere della Sera</em>.<br />
Ricordo come fosse ieri il soprannome "<strong>Alberto a quattro ruote motrici</strong>", che Cotelli diede a Tomba, capace con l'incredibile forza muscolare di frantumare ogni record.<br />
Essendo nato nel 1970 non ero a conoscenza delle imprese di Cotelli, giovanissimo (si fece crescere i baffi - come più tardi fece lo "zio" Bergomi - per dimostrare una maggiore età) direttore tecnico della "<strong>Valanga Azzurra" </strong>di <strong>Gustavo Thoeni, Piero Gros e Paolo De Chiesa</strong> dal 1969 al 1978.<br />
<br />
Proprio qualche giorno fa, purtroppo, Mario Cotelli si è spento per sempre. Nato a Tirano in Valtellina nel 1943, ha fin da subito grande capacità di guida, di leadership. De Chiesa racconta: "Lo ascoltavi, magari non eri d'accordo, ma alla fine facevi quello che diceva lui". Memorabili le litigate con i suoi uomini. I regolamenti di conti verbali. Ma Cotelli era un <strong>eccellente gestore di campioni</strong>.<br />
Nei suoi nove anni da d.t. l'Italia conquistò 5 Coppe del Mondo assolute (4 con Thoeni, 1 con Gros), e 12 medaglie tra Mondiali e Giochi, dominando le discipline tecniche e lanciando anche discesisti come Herbert Plank.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-0KvaNlIz26c/XdA2u5Z6J4I/AAAAAAAAFRA/OwYoFp9N0KgDuYb0AVsFKan6b_OxVqXcACLcBGAsYHQ/s1600/leodavid.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="289" data-original-width="298" src="https://1.bp.blogspot.com/-0KvaNlIz26c/XdA2u5Z6J4I/AAAAAAAAFRA/OwYoFp9N0KgDuYb0AVsFKan6b_OxVqXcACLcBGAsYHQ/s1600/leodavid.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Leonardo David</td></tr>
</tbody></table>
Con l'irrompere di <strong>Ingemar Stenmark</strong> a metà degli anni Settanta, Cotelli capì che la pacchia era finita. Lo svedese sarebbe diventato imbattibile. Forse ce l'avrebbe fatta <strong><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_David">Leonardo David</a></strong>, grande promessa dello sci italiano, campione sfortunato, ridotto in stato vegetativo in un letto tra Gressoney e Innsbruck, dopo una brutta caduta nelle prove di discesa libera di Cortina (<a href="https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/03/01/ultima-fatica-di-leonardo-david.html">poi fece l'ultima gara a Lake Placid il 3 marzo 1979, dove all'arrivo crollò tra le braccia di Piero Gros per non risvegliarsi più</a>).<br />
David avrebbe potuto essere il trait d'union tra la Valanga Azzurra e Tomba. Mario Cotelli citava spesso il povero Leo. E gli veniva un groppo in gola.<br />
<br />
E' riuscito, vincendo moltissimo, a trasformare gli slalom in un fenomeno televisivo di massa. Lo sci è diventato con lui un argomento di discussione, da bar. E ancora negli anni Novanta, con Tomba sugli scudi, sentire le sue telecronache era come ascoltare la coppia <strong>Rino Tommasi e Gianni Clerici</strong>.<br />
Una volta lasciata la Valanga Azzurra, Cotelli ha continuato a dare molto allo sport italiano, in qualità di commentatore, giornalista, organizzatore, manager, pioniere del marketing sportivo.<br />
<br />
Caro Mario Cotelli, la terra ti sia lieve.beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-61488162289902670592019-11-05T16:40:00.001+01:002019-11-05T16:53:44.366+01:00Parole in libertà: da Falcone e Borsellino morti in una disgrazia, a Napolitano "boia", a bambino di 10 anni "negro di merda"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Flg-Cso37bA/XcGYX8zVxBI/AAAAAAAAFQc/tG20ygkNVPAThva2pn7giJMT_qYaXnj9wCLcBGAsYHQ/s1600/balotelli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="454" data-original-width="351" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-Flg-Cso37bA/XcGYX8zVxBI/AAAAAAAAFQc/tG20ygkNVPAThva2pn7giJMT_qYaXnj9wCLcBGAsYHQ/s320/balotelli.jpg" width="247" /></a></div>
Nel nostro beneamato Paese stiamo assistendo a un degrado linguistico che evoca un odio, un imbruttimento, una rabbia collettiva.<br />
Solo nella giornata di oggi ho letto sui giornali nazionali che:<br />
<br />
1. Al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) la figura di riferimento per le 160 crisi industriali è Giorgio Sorial, un ex deputato M5S di 36 anni non rieletto ma noto per aver definite "boia" il presidente <strong>Giorgio Napolitano</strong>;<br />
2. Antonello Nicosia, portaborse, componente del comitato nazionale dei radicali italiani, mentre in pubblico si batteva contro i mafiosi, di fatto era legato al boss Matteo Messina Denaro. In una intercettazione dice: "Dobbiamo cambiare nome all'aeroporto di Palermo. Perchè deve essere intitolato ai due magistrati (<a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2013/05/omaggio-giovanni-falcone-formidabile.html">Giovanni Falcone</a> e <a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/07/omaggio-paolo-borsellino-magistrato.html">Paolo Borsellino</a>, ndr). Non è detto siano vittime".<br />
Tale dichiarazione fa pandan con quella della madre del mafioso pentito <strong>Giovanni Brusca</strong>, che riferendosi alla strage di Capaci, disse: "Si ricorda, quando ci fu la disgrazia..:".<br />
Come sostiene la moglie del caposcorta assassinato con Falcone, <strong>Tina Montinaro</strong>, "Attenti ai Mafiosi e ai messaggi che mandano dalle celle".<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-rMT72Cikt-s/XcGYdUd0QfI/AAAAAAAAFQg/Nwq7WmIWvBo8ShH0tMeiuPNgXkDT0WliwCLcBGAsYHQ/s1600/negri.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="305" data-original-width="457" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-rMT72Cikt-s/XcGYdUd0QfI/AAAAAAAAFQg/Nwq7WmIWvBo8ShH0tMeiuPNgXkDT0WliwCLcBGAsYHQ/s320/negri.jpg" width="320" /></a></div>
3. Giocano i "pulcini". <a href="https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/05-11-2019/giocano-pulcini-mamma-grida-negro-m-un-bimbo-10-anni-350839581507.shtml">Una madre grida "Negro di merda"a un bimbo di 10 anni.</a> Dopo gli insulti a <strong>Mario Balotelli</strong> domenica, il clima è da "liberi tutti". Ha ragione Maurizio Crosetti su <em>Repubblica</em>: "Vogliamo i delinquenti fuori dagli stadi, solo questo. I neonazisti, gli 'ndranghetisti ricattatori, i marci. Succederà". E le mamme (e padri) sceme e ignoranti.<br />
<br />
Come abbiamo fatto a finire così male? Occorre reagire, altrimenti la convivenza civile va a farsi benedire.beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-11588588193371261012019-09-30T15:30:00.002+02:002019-09-30T15:31:44.235+02:00L’esempio di Silvio Novembre, una vita per la cultura del rispetto delle regole<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/96/2019/09/Schermata-2019-09-29-alle-00.09.18-600x328.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="schermata-2019-09-29-alle-00-09-18" border="0" class="aligncenter size-large wp-image-20366" height="174" sizes="(max-width: 600px) 100vw, 600px" src="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/96/2019/09/Schermata-2019-09-29-alle-00.09.18-600x328.png" srcset="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/96/2019/09/Schermata-2019-09-29-alle-00.09.18.png 600w, https://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/96/2019/09/Schermata-2019-09-29-alle-00.09.18-300x164.png 300w" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Silvio Novembre</td></tr>
</tbody></table>
Siccome la memoria è l’arma dei deboli contro i forti, è un dovere civico oggi ricordare <strong>Silvio Novembre</strong>, scomparso l’altra notte a Milano. Maresciallo della Guardia di finanza, fu tra i principali collaboratori di <a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2014/07/omaggio-giorgio-ambrosoli-simbolo.html">Giorgio Ambrosoli</a> durante la liquidazione della Banca Privata Italiana del banchiere-bancarottiere <strong><a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2010/09/sindona-i-depositanti-i-cambi-il-suo.html">Michele Sindona</a></strong>, mandante dell’omicidio di colui che è stato definito da Corrado Stajano “Un eroe borghese”.<br />
Nel corso delle ricerche storiche sulla figura di <strong>Paolo Baffi</strong>, ogni qualvolta avessi bisogno di confrontarmi, Novembre, generosissimo e dalla memoria prodigiosa, mi invitava a casa sua, dove stavo a sentirlo per ore, prendendo paginate di appunti. Il suo motto è sempre stato: <strong>“Più è difficile fare il proprio dovere, più bisogna farlo”</strong>. A inizio dicembre 2014, nell’occasione dell’ennesimo incontro, il maresciallo mi disse: “Se Ambrosoli non si fosse opposto a Michele Sindona, <strong>Ferdinando Ventriglia</strong> sarebbe diventato governatore della Banca d’Italia, al posto di Paolo Baffi”. La storia non si fa con i “se”, ma la nomina di Baffi – il “governatore della Vigilanza” secondo <strong>Donato Masciandaro</strong> – a Via Nazionale è stata determinante – in positivo – per la storia italiana.<br />
Secondo i giornali dell’epoca, Ventriglia organizzò una cena per festeggiare in anteprima la sua prossima nomina a governatore. L’imprimatur di <strong>Guido Carli</strong> – che forse manifestò la sua preferenza per bruciarlo – lo fece smaniare. Quando, grazie a <strong>Enrico Berlinguer</strong> e <strong><a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2012/03/omaggio-ugo-la-malfa-politico.html">Ugo La Malfa</a></strong>, venne nominato Baffi, Carli disse: “Se ne accorgeranno”. Come dire, questi non conoscono la forza e l’intransigenza di Baffi. Purtroppo anni dopo – quando fu costretto a dimettersi per accuse poi rivelatisi senza fondamento alcuno (un “<a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/03/24-marzo-1979-attacco-punitivo-alla.html">coacervo affaristico-politico-giudiziario</a>”, con la regia di <strong><a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/09/lignoranza-del-passato-e-il-desiderio.html">Giulio Andreotti</a></strong>) Baffi scrisse mestamente: “In realtà sono io che me ne sono dovuto accorgere”.<br />
<br />
Nel dicembre 2014 Novembre fu insignito dell’Ambrogino d’oro su proposta dell’allora sindaco di Milano <strong>Giuliano Pisapia</strong>, con queste motivazioni: “Maresciallo della Guardia di Finanza, ha indagato per conto della Procura della Repubblica di Milano sul fallimento della Banca Privata Italiana. Con abnegazione ed altissima competenza tecnica, ha collaborato con il commissario liquidatore, avv. Giorgio Ambrosoli, standogli vicino ben oltre gli stretti obblighi di servizio (con la moglie ammalata per un tumore, Novembre faceva da scorta nella notte all’avvocato Ambrosoli, ndr). Ha contribuito poi, con i commissari liquidatori del <a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2010/10/andreatta-lo-ior-e-il-banco-ambrosiano_12.html">Banco Ambrosiano</a>, alla tutela degli interessi collettivi. Fondatore del circolo Società Civile, ha diffuso in città e nelle scuole il valore della legalità, dell’integrità e della lotta alla corruzione. Milano onora in Silvio Novembre un esempio di servizio generoso e instancabile alle istituzioni”.<br />
È utile ricordare che Sindona, che si opponeva con tutte le forze al team guidato da Ambrosoli, cercò in tutti i modi di far trasferire Silvio Novembre. Il 4 novembre 1977, sull’agenda di Rodolfo Guzzi, avvocato di Sindona, c’è una piccola annotazione: “Riunione con <strong>Licio Gelli</strong>. Sostituzione di Novembre”. Solo l’intervento dei giudici <strong>Guido Viola</strong> e <strong>Ovidio Urbisci</strong> presso il Comando Generale, sventa il trasferimento di Novembre sul Monte Bianco.<br />
Ha ragione Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, nel dire che “perdiamo un esempio altissimo di cittadino, che ha saputo esercitare la propria responsabilità di privato e di uomo delle istituzioni con profondo amore per l’Italia. Il suo impegno è andato ben oltre le vicende della Banca di Sindona: quando lasciò la Guardia di finanza mise la sua esperienza e competenza a disposizione dei commissari liquidatori del <strong>Banco Ambrosiano</strong>, avendo in quella occasione la possibilità anche di insegnare il suo metodo di lavoro ai tanti giovani collaboratori dei commissari”.<br />
Silvio Novembre si è impegnato per anni nelle scuole e negli incontri per diffondere la cultura del rispetto delle regole e della ricerca della verità. Era una persona umile, non amava la ribalta. Ogni volta mi diceva con candore: “Io ho fatto solo il mio dovere”.<br />
Se torniamo al terribile 1979, l’anno dell’<strong>omicidio Ambrosoli</strong> e dell’<a href="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2018/03/23/24-marzo-1979-attacco-politico-giudiziario-banca-italia/" target="_blank">attacco alla Banca d’Italia</a> di Baffi e Sarcinelli, vale la pena riprendere in mano il carteggio tra il governatore e Giorgio Bocca.<br />
Il 17 luglio 1979 <strong><a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/12/omaggio-giorgio-bocca-incredibile.html">Giorgio Bocca</a></strong> firma in prima pagina un editoriale da incorniciare, dal titolo “Due cadaveri molto ingombranti: Ambrosoli e Varisco, drammi ignorati dall’Italia dell’indifferenza”. Questo l’attacco fulminante di Bocca: “Per capire quest’Italia che seppellisce in fretta i suoi cadaveri ingombranti e che, nella calura estiva finge di non vedere i suoi fantasmi, conviene osservare alcune fotografie. In una c’è la famiglia Ambrosoli che arriva alla basilica di san Vittore, a Milano, per il funerale di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato morto ammazzato perché sapeva troppe cose di <strong>don Michele Sindona</strong> e dei suoi amici altolocati. La signora <strong>Anna Lorenza</strong> non piange, avanza tenendo per mano i figli, Filippo di dieci anni e Umberto di otto anche essi a ciglio asciutto; due amici di famiglia o parenti camminano ai lati come in un affettuoso servizio e anche sui loro visi si legge questa pacata ma ferma testimonianza: ci siamo ancora, in questo paese c’è ancora gente che non si lascia intimidire dai cialtroni e dai Mafiosi, che non recita il suo dolore, che difende una buona educazione senza la quale non si può essere classe dirigente”.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img alt="schermata-2019-09-29-alle-00-08-01" class="aligncenter size-large wp-image-20365" height="212" sizes="(max-width: 600px) 100vw, 600px" src="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/96/2019/09/Schermata-2019-09-29-alle-00.08.01-600x399.png" srcset="https://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/96/2019/09/Schermata-2019-09-29-alle-00.08.01-600x399.png 600w, https://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/96/2019/09/Schermata-2019-09-29-alle-00.08.01-300x200.png 300w, https://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/96/2019/09/Schermata-2019-09-29-alle-00.08.01-768x511.png 768w, https://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/96/2019/09/Schermata-2019-09-29-alle-00.08.01.png 1460w" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="320" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Annalori e i figli al funerale di Giorgio Ambrosoli</td></tr>
</tbody></table>
Bocca prosegue: “In un’altra fotografia, sempre ai <strong>funerali di Giorgio Ambrosoli,</strong> si vede Paolo Baffi, il governatore della Banca d’Italia, il solo gran commesso dello Stato, la sola autorità, il solo uomo di potere che abbia capito che con Giorgio Ambrosoli non si seppelliva un professionista qualsiasi, vittima di un disgraziato incidente, ma uno dei non molti che cercano di salvare l’essenziale di una civile convivenza; e non sembra casuale che Paolo Baffi, l’unico a capire, a sentire che bisognava esserci al funerale di Ambrosoli, sia a sua volta sottoposto ai ricatti e ai messaggi di una giustizia che vede le pagliuzze e non i tronchi”.<br />
Questa la testimonianza orale – trascritta dal sottoscritto – di Silvio Novembre che conferma ciò che scrive Bocca: «Nel breve percorso a piedi verso il cimitero, Baffi mi disse: “Come è diverso morire a Roma. Qui siamo in pochi e non è presente alcun rappresentante delle istituzioni. La settimana scorsa sono stato a un funerale a Roma e le autorità c’erano tutte con le loro auto blu”».<br />
A stretto giro di posta – 23 luglio 1979 (Archivio Storico della Banca d’Italia, Carte Baffi, Governatore Onorario) – <strong><a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/12/onore-paolo-baffi-governatore-di-banca.html">Baffi</a> risponde a Bocca</strong>: “Caro dottor Bocca, l’attacco contro la Banca d’Italia e la mia persona è stato così massiccio e spietato, ha usato in alcuni organi di stampa argomenti così fraudolenti, abietti e malvagi, che solo quattro e più decenni di lavoro onesto e di profonda reciproca conoscenza con i massimi dirigenti delle altre banche centrali hanno potuto farmi scudo contro colpi che avrebbero diversamente ferito l’immagine della Banca e mia. Ma anche così essendo, il Suo articolo sulla Repubblica mi ha aiutato, venendo a conferma dell’opinione che i miei colleghi all’estero si erano formati su questo maledetto <em>affaire</em>. (…) Le sono grato e Le presento gli auguri più fervidi per le battaglie che Ella conduce al fine di avvicinare l’Italia al modello di una convivenza civile”.<br />
La domanda da porci oggi è se l’Italia ha raggiunto un livello decente di civile convivenza e viene da rispondere “no”.<br />
L’ultima volta che ci siamo visti, nell’osservare alla parete del salotto l’onorificenza di “Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana”, Novembre, con gli occhi lucidi, mi ha mostrato una sua foto con <strong><a href="https://fausteilgovernatore.blogspot.com/2016/09/ciao-carlo-azeglio.html">Carlo Azeglio Ciampi</a></strong> e mi ha detto: “Io nutro per Ciampi una stima incommensurabile. Non so quante volte ci siamo visti, sia per Sindona che per il Banco Ambrosiano. Sono state per me le soddisfazioni di una vita”.<br />
L’ho ringraziato ancora per l’esempio che ha dato a tutti gli italiani, l’ho abbracciato con forza e lui pure, con tutta la sua possente stazza. Ma come <strong>Primo Carnera</strong>, Novembre era buono come il pane.<br />
Ti sia lieve la terra, caro Silvio Novembre.<br />
<br />
Pubblicato il 29 settembre su <strong>Econopoly,</strong> blog del <strong><em>Sole 24 Ore</em></strong>beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-24430702389833357742019-09-18T22:55:00.000+02:002019-09-20T12:19:21.006+02:00La parabola di Matteo Salvini, accecato dalla tracotanza<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-qT7u0r3DH8Q/XYIkilM_vII/AAAAAAAAFPw/IgTbqVmEqz8Yk5Gf55djUvhr6AT8Rt5sgCEwYBhgL/s1600/Salvini-Pontida-300x225.webp" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-qT7u0r3DH8Q/XYIkilM_vII/AAAAAAAAFPw/IgTbqVmEqz8Yk5Gf55djUvhr6AT8Rt5sgCEwYBhgL/s1600/Salvini-Pontida-300x225.webp" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 10pt;">
<span lang="IT"><span style="font-family: "calibri";">Il leader della Lega <strong>Matteo Salvini</strong> – evocando
le parole di Benito Mussolini del 1922 – nel mezzo dell'estate, accecato dalla tracotanza, ha chiesto “pieni poteri” agli
italiani, stufo dei “no” del Movimento 5 Stelle, delle pastoie della politica,
dimenticandosi che la democrazia ha delle regole, che siamo in una repubblica
parlamentare, che esiste un Presidente della Repubblica che non lavora sotto
dettatura, un sistema democratico di contropoteri, di “check & balance”,
che rendono il nostro sistema immune a un’altra dittatura.<o:p></o:p></span></span></div>
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<div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 10pt;">
<span lang="IT"><span style="font-family: "calibri";">La stampa deve funzionare da quarto potere,
svolgere il compito determinante di far comprendere all’opinione pubblica le
questioni che contano. L’economista <strong>Paolo Sylos Labini</strong>,
invitava sempre a discernere, ad andare in profondità, stabilendo la <u>corretta
gerarchia dell’ordine delle priorità</u>.<o:p></o:p></span></span></div>
<span lang="IT"><span style="font-family: "calibri";">Una volta caduto il governo giallo-verde (Conte I) ci chiediamo cosa avrebbe potuto farne Salvini
dei “pieni poteri” a livello di politica economica. Avrebbe certamente mantenuto
come consiglieri due anti-Euro come Claudio Borghi e Alberto Bagnai, pericolosi assai soprattutto per il contribuente il quale ha pagato con lo spread maggiori costi sul debito pubblico. Quali
alleanze avrebbe costruito in Europa? Avrebbe ascoltato gli industriali del Nord
che sono competitivi a livello mondiale o coloro – piccoli imprenditori - che
auspicano ancora il binomio svalutazione & deficit pubblico? <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-bjZ3PuwVNoU/XYSnnfbp9MI/AAAAAAAAFQA/GibLZLYp5KQdocFf6dDRyw0gSYNGeBnmwCLcBGAsYHQ/s1600/salvini.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="287" data-original-width="457" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-bjZ3PuwVNoU/XYSnnfbp9MI/AAAAAAAAFQA/GibLZLYp5KQdocFf6dDRyw0gSYNGeBnmwCLcBGAsYHQ/s320/salvini.jpg" width="320" /></a></div>
<span lang="IT"><span style="font-family: "calibri";">Fortunatamente il nuovo governo giallo-rosso ha ricominciato a dialogare con
l’Europa, nell’ottica di rappresentare un’Italia come forza europea. I nostri
mercati di esportazione sono Germania, Francia e Inghilterra. Non Ungheria e
Polonia. Come Paese fondatore della Ue, come abbiamo potuto porci sempre all’attacco
delle istituzioni europee? Quando la sola regione Sicilia ha più dipendenti di
tutta l’Unione Europea, Salvini appena ha potuto ha sostenuto che tutta la colpa della
mancata crescita economica italiana sta negli “odiosi euroburocrati” che non ci
consentono di sforare i parametri di Maastricht.<o:p></o:p></span></span></div>
<span lang="IT"><span style="font-family: "calibri";">La verità – che fa male – come cantava
<strong>Caterina Caselli</strong>, è un’altra: il motore della nostra economia è inceppato da
venticinque anni: criminalità, sistema pubblico inefficiente, nanismo della
imprese, familismo amorale hanno bloccato la crescita, che non può riaversi con
prebende e sussidi concessi in deficit. La ricetta del reddito di cittadinanza
è stata fallimentare perché ha alimentato l’idea che stare in panciolle ha più
senso (e reddito) che lavorare.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span><br />
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<div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 10pt;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-ZPknsjHJBoA/XYSnjKKBHtI/AAAAAAAAFP8/KSb1yG-BHU8y5D8bYEwOkxZ_I6vOf-FnQCLcBGAsYHQ/s1600/saccomanni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-ZPknsjHJBoA/XYSnjKKBHtI/AAAAAAAAFP8/KSb1yG-BHU8y5D8bYEwOkxZ_I6vOf-FnQCLcBGAsYHQ/s1600/saccomanni.jpg" /></a></div>
<span lang="IT"><span style="font-family: "calibri";"><strong>Fabrizio Saccomanni</strong> - una vita in <strong>Banca
d’Italia</strong> come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">civil servant</i> fino alla
direzione generale (non divenne Governatore solo per il veto di <strong>Silvio Berlusconi</strong>),
scomparso quest'estate, uno dei tanti costruttori dell’Italia europea -
era ben consapevole dell’importanza dei rapporti internazionali e criticava
l’irresponsabile strategia della “sedia vuota” (come quella seguita dal
generale Charles De Gaulle negli anni sessanta per sabotare le funzioni del Consiglio
europeo ). E’ invece stata la linea scelta dai due ex vice-premier, che non hanno mai partecipato ai vertici europei, come quelli sulle politiche migratorie previste
dal trattato di Dublino e al contempo hanno biasimato l’Europa in modo autolesionistico
senza cercare alleanze e compromessi.</span></span><br />
<span lang="IT"><span style="font-family: "calibri";">W l'unione europea, pensata nel 1940 da Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi in esilio fascista a Ventotene.</span></span></div>
beniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com0