In un post del maggio scorso scrivevamo: "l'ignoranza dell'americano medio spesso è abissale. Noi siamo subito pronti a criticare le nostre scuole e i nostri insegnanti. Ma non abbiamo idea di quanta ignoranza ci sia nelle High School americane. Solo all'Università colmano i gap con la Vecchia Europa".
Il problema, serio, in tutto il mondo, è la divaricazione del tenore di vita tra classi agiate e non. La scomparsa della classe media è il fattore decisivo. Nella recente intervista di Barack Obama a Repubblica, il presidente degli Stati Uniti insiste sulle politiche economiche inclusive: "La nostra sfida, quindi, è quella di fare in modo che i benefici dell'integrazione siano condivisi più ampiamente e che eventuali problemi economici, politici o culturali, siano affrontati correttamente. Ciò richiede politiche economiche inclusive, che investano fortemente nei nostri cittadini dando loro istruzione, competenze e la formazione necessaria per aumentare gli stipendi e ridurre le disuguaglianze. Richiede un sistema di scambi commerciali che protegga i lavoratori e l'ambiente. Richiede di tenere alti i nostri valori e tradizioni in quanto società pluraliste e diverse; e di rifiutare una politica di "noi" contro "loro" che cerca di fare di immigrati e minoranze un capro espiatorio".
Obama centra il punto, e parla di "capitalismo senz'anima": "ho messo in guardia contro un capitalismo senz'anima che avvantaggia solo i pochi in alto e che contribuisce alla disuguaglianza e a un gran divario tra ricchi e poveri...Abbiamo bisogno di forti reti di sicurezza per proteggere le persone in tempi di difficoltà. E dobbiamo continuare a lavorare per frenare gli eccessi del capitalismo adottando standard più severi per il settore bancario e in materia fiscale, e una maggiore trasparenza, per aiutare a prevenire le ripetute crisi che minacciano la nostra prosperità condivisa".
Nella transizione delle economie occidentale da prevalentemente manifatturiere a concentrate sui servizi, sarà decisiva la conoscenza, l'abilità intellettuale, le competenze. E molti rimarranno fuori, se non hanno la formazione adeguata.
Michelle Obama |
Dopo il terzo dibattito Trump-Clinton - dove Trump ha dichiarato di accettare solo un risultato elettorale chiaro, riservandosi un legal challenge in caso di "questionable result" - bene ha fatto il Financial Times di venerdì scorso a titolare "in prima pagina "Trump stokes future over accepting US election result". Nella pagina dei commenti - dove il motto è "without fear and without favour", l'FT sostiene che il partito conservatore Americano dovrebbere prendere le distanze da "The Donald": "Bitter Trump must not poison US democracy".
Lo scrittore Scott Turow, autore di numerosi bestseller, ha detto: "Se domani Trump dicesse che il mondo è piatto e che c'è una cospirazione per farlo credere rotondo molti dei suoi gli crederebbero. Perchè pensare che mentono tutti salvo chi dice cose incredibili e senza riscontri semplifica la vita. Chi non guarda ai fatti non ha bisogno di prendersi responsabilità".
Il professore tedesco di sociologia Hartmut Rosa sulla Lettura/Corriere ha insistito sul tema del mancato ascolto, sulla risonanza che non c'è: "Credo che l'attuale crisi della democrazia dipenda dal fatto che le persone non si sentano più ascoltate, viste interpellate. La democrazia è una grande cassa di risonanza: dà a ciascuno una voce che può essere udita e consente perciò il rapporto reciproco. Ma la promessa è disattesa...La crisi può essere superata solo riconquistando la nostra capacità di risonanza e per questo è necessario un mutamento delle istituzioni politiche, economiche, sociali e statali".
Sono queste le classi, arrabbiate, che voteranno per Donald Trump. Più Trump è grezzo, insulso, più è considerate verace e non ipocrita. Ai pochi europei che tifano per Trump consiglio di leggere il discorso di Michelle Obama, che può essere riassunto dall'espressione "Enough is enough".
P.S.: inaspettatamente i maggiori lettori di questo blog risiedono negli Stati Uniti. Talenti scappati? Sarei lieto se commentassero questo post su Trump e Clinton.
Oggi il Financial Times ha una pagina di auto-pubblicità dove in alto campeggia la scritta "Facts. Truths". Sotto due case americane, una più piccolo del 2015 e una più grande del 2007. Con in nota l'articolo del FT "US election. Still the economy, stupid?" che mostra come dal 2007 al 2016 the bottom 95% of US households earn less than they did in 2007. The top 5% earn more.
RispondiEliminaciao Benny,
RispondiEliminaahime Hillary vincerà; ahime perchè per il mondo intero si prospettano minimo altri 4 anni di crisi economica, di politica internazionale semplicemente ridicola, il cui maggior prezzo verrà pagato qui in europa.
la candidatura di trump dimostra ancora una volta il totale fallimento del partito repubblicano, incapace per la terza volta consecutiva, di agire come partito presentatosi compatto intorno ad una candidatura; trump non è presentabile come candidato, ma dove era il partito repubblicano ( i saggi???) nel valutare la sua idoneità a potenziale candidato? Adesso tutti scappano dal carro..troppo facile; il partito repubblicano avrebbe vinto con qualsiasi candidato minimamente presentabile; oggi infatti l’america profonda ( nonché il mondo intero) ha bisogno di una figura forte, capace di spingere i valori su sui sono basati gli USA…la famosa classe media letteralmente fatta a pezza da 8 anni di governo Obama, il peggiore che la storia ricorderà, è stanca di essere presa in giro da russi o cinesi, di pagare tasse per non aver servizi anzi di dover pagare più soldi alle assicurazioni ( guarda caso maggiori finanziatori del partito democratico) grazie all’obama care( tra l’altro ripudiato dallo stesso partito dem!!!!!!); vorrebbero un presidente che gli restituisse il sogno americano , non sicuramente Hillary
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaSono assolutamente d'accordo. Purtroppo non si trovano molte analisi sensate come questa. Cordiali saluti, VG
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaCaro Beniamino,
Sono gli esclusi dai vantaggi della globalizzazione
e della tecnologia che hanno votato brexit e votano no al referendum e votano Trump.
La presunta "ignoranza degli americani" di cui si parla da noi da anni non c'entra nulla.
Ed e sbagliata. I test Pisa americani sono mediocri ma non molto peggio dei nostri e se molti diplomati di high schools americani sono ignoranti ti invito a parlare a un maturato da una scuola superiore di Reggio Calabria.
RA
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaIo ho vissuto due anni in Indiana, vicino a Martinsville, uno dei centri KKK, all’universita’ ci avevano sconsigliato, come stranieri, di frequentare la zona….
Matteo U. H.
Per comprendere a fondo il perchè Hillary non abbia un vantaggio enorme sarebbe da chiarire il sistema elettorale americano che nomina i grandi elettori per ogni stato. Ci sono stati (nel mid west e nella bible belt) dove Hillary spaendo di non avere alcuna speranza non si è nemmeno presentata così come ha fatto DT in altri stati per non diperdere energie. Sei così sicuro che vinca Hillary che rappresenterebbe la continuità di otto anni di disastri in politica interna (Obamacare) e politica estera (gestione del mediterraneo e rapporti con Russia e Cina)? Sei così sicuro che gli americani abbiano il coraggio di dire in un sondaggio che voteranno per Trump? Sei cosi sicuro che Hillary sia la scelta giusta? Io no e se potessi votare negli USA, pur turandomi il naso, voterei Trump!
RispondiEliminaahime si
Eliminascusa benny sto rispondendo a tutti
LOLOLO
Oggi Federico Rampini su Repubblica ci va giù duro: "L'allarme di Robert Kagan (che sul Washington Post in Maggio scrisse 'Ecco come il fascismo arriva in America') si è rivelato comunque troppo tardive per arrestare la tendenza dei repubblicani a salire sul carro del vincitore. Frastornati, storditi, imbarazzati, umiliati, ma in larga parte troppo codardi, I repubblicani avranno una responsabilità immense: l'aver consegnato il Grand Old Party di Abraham Lincoln e Dwight Eisenhower a un affarista imbroglione, egomaniaco, narcisista e con pulsioni autoritarie".
RispondiElimina100% vero!!!!!!
Eliminaqueste elezioni non sono una vittoria del partito Dem ma il fallimento TOTALE del partito Rep
Mia zia Milly, grande lettrice di quotidiani internazionali, mi segnala Roger Cohen sul New York Times del 21 ottobre, "Trump, the Anti-American". Lo leggo con interesse. Il chiusura Cohen scrive: "Of all the sentences written about Trump over many, many months now, my favorite is the last one in the letter sent this month by The New York Times lawyer David McCraw to Trump’s lawyer. Trump had demanded the retraction of an article about two women who had come forward to describe the way he had groped them. The women’s accounts, McCraw argued, constituted newsworthy information of public concern, and he concluded: “If Mr. Trump disagrees, if he believes that American citizens had no right to hear what these women had to say and that the law of this country forces us and those who would dare to criticize him to stand silent or be punished, we welcome the opportunity to have a court set him straight.”
RispondiEliminaSure, we’ll see you in court.
Sure, America is a country that, despite its “original sin” of racism, elected a black man.
Sure, America will elect a woman as president.
Sure, this land was made for you and me".
Il tuo post è perfetto.
RispondiEliminaE' verissimo che la cultura media americana è molto, molto bassa (qualcuno in un commento ha scritto che la nostra non è di molto superiore e potrebbe anche darsi, infatti anche noi abbiamo il nostro Trump...).
Non convidido invece le critiche (non del tuo post ma di qualche commento) al governo Obama.
Obama ha governato un paese che ha attraversato una delle crisi globali peggiori dell'ultimo secolo (intendo non del XXI secolo ma degli ultimi cento anni), si è dovuto confrontare con la superpotenza cinese (che per inciso detiene la maggior parte del debito pubblico americano, prima volta nella storia americana che succede), con quella russa (che ha come presidente un dittatore, o se vogliamo viceversa).
In questo contesto Obama ha comunque avuto il coraggio di riformare, ad esempio con l'Obamacare, che per inciso è una sfida non solo economica ma sociale, il che non è poco perchè la globalizzazione comporterà confronti anche su questi temi.
Sinora il sistema americano si era basato sulla regola (facile) del "chi resta indietro è perso", ovverosia del "per chi è debole peggio per lui"; tradotto in ambito assicurativo, se non hai la testa o i soldi per assicurarti fatti tuoi.
Al di là della non indifferente questione etica, questa regola non è così scontato che sia vincente in un'economia globale, anzi.
E per quanto concerne la politica estera di Obama, giusto per restare a quella americana recente vi ricordate quella dei due due Bush?
caro amico anonimo, mi spiace ma sei proprio in errore.
Eliminaparliamo di numeri:
1- grazie al governo Obama, il debito pubblico americano è aumentato in maniera esponenziale
2- grazie al governo Obama il debito pubblico americano è stato venduto ai cinesi, che oggi possono ricattare tranquillamente gli USa
3- grazie al governo Obama la differenza tra ricchi e poveri è triplicata
4- il presidente Obama non ha nemmeno il coraggio di guardare negli occhi i suoi "avversari" come russia e cina, che infatti si fanno beffe di lui
5- obamacare è stato rigettato in alcuni stati, anche governati da democratici, e la stessa hillary ha dichiarato che fa schifo!
6-guarda che proprio le assicurazioni si sono arrichite grazie all'Obama care!!!!!!!
7- infine Bush padre non è stato il peggiore presidente americano , sebbene criticabile, al contrario del buon Obama che verrà ricordato dala storia come il peggiore
biosgnerebbe vivere certe realtà per capire fino in fondo
Glauco, credo che tu legga solo quello che risponde alle tue idee e/o conoscenze più o meno scarse o viziate dai pregiudizi "a prescindere".Ti suggerirei di controllare i dati che pronunci come incontrovertibili. Altrimenti è il solito pregiudizio di chi crede che "so tutto io". Auguri. daniele protti
EliminaQuello che non riesco a spiegarmi è come sia possibile che a sostenere Trump (ma in modo diverso i diversi populisti in giro per il mondo, compresi i nostri) siano persone che hanno più da perdere qualora questi venga eletto. Abbassare le tasse ai rischi, smantellare il poco stato sociale, alzare barriere commerciali sono tutte politiche che colpiscono la classe medio-bassa, non l'aiutano. La modalità con cui ciascuno di noi si forma delle opinioni che si trasformano quasi sempre in convinzioni fideistiche che non siamo disposti a modificare è qualcosa che meriterebbe uno studio approfondito. E le modalità di formazione delle opinioni immodificabili, si badi, non riguarda solo i ceti meno istruiti, ma anche quelli che lo sono (e ai quali io stesso appartengo). Ho trovato molto interesante la forte critica fatta da alcuni alla presidenza di Obama e in particolare all'Obama Care, che visto da qui (e senza in verità conoscerne i meccanismi) mi pareva un provvedimento non solo giusto, ma anche salutare.
RispondiEliminaEndorsement del Financial Times del 1st Novembre 2016: "The American dream has become elusive. ...In the search for higher ratings, too many have been happy to strike a Faustian bargain with Mr Trump". Citare Faust in questo blog è di rigore :-)
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