venerdì 29 ottobre 2010

La Cina non è Oriente, è Occidente avanzato

Shanghai
La Cina è diventato il secondo Paese al mondo a livello di Prodotto Interno Lordo, superando il Giappone, passato terzo in classifica. Gli Stati Uniti permangono in testa.

Peraltro il PIL pro-capite cinese – dati dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale – è nell’intorno di 6.800 dollari, ben al di sotto delle potenze industriali occidentali, ma in forte crescita.

L’economista Raghuram Rajan – ex capo economista del FMI – ci ha spiegato nel suo ultimo libro – Fault lines. How hidden fractures still threaten the world economy (Princeton University Press, 2010) - che molte nazioni oggi sono ricche perchè hanno avuto una crescita stabile nel tempo, non perchè sono cresciuti particolarmente veloce.

Gli Stati Uniti dal 1820 al 1870 sono cresciuti in media dell’1,3%. Il Giappone - che nel 1850 aveva un PIL pro-capite inferiore a quello del Messico – tra il 1950 e il 1973 ha vissuto una crescita del PIL pro-capite di circa l’8% medio annuo: “No country has grown as fast as Japan did between 1950 and 1973".
Bene. La Cina sta superando le performance del Giappone. E' l'unico caso di Paese che cresce in modo stabile con alti tassi di crescita.

Se facciamo una proiezione dei dati del 2009 a dieci anni – con una crescita media dell’8% - vediamo che nel 2020 il PIL pro-capite cinese sarà pari a 15.855$ (2,3 volte quello del 2009), livello attuale del Portogallo.
Statene certi! Se la Cina si fissa degli obiettivi, li rispetta. Un esempio? Nel lontano 2001 la Cina dichiarò che all’EXPO di Shanghai del 2010 avrebbe superato i 70 milioni di visitatori. Così il Sole 24 Ore http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-10-25/lexpo-shanghai-supera-tutti-113635.shtml?uuid=AYD7TzdC del 25 ottobre: “Il biglietto con il numero 70 seguito da sei zeri è stato staccato alle 10.17 di ieri mattina. Il target di 70 milioni di visitatori per il Shanghai World Expo 2010 è stato raggiunto nell'ultima settimana, quella precedente ai sei mesi dall'apertura. Nella sola giornata di domenica i vistiatori sono stati 727.600. La maggior parte di nazionalità cinese”.

Juan ed Evita Peròn
Non è sempre così. Un esempio negativo? L’Argentina. Così l'economista d'impresa Marco Vitale nel 1991 http://www.marcovitale.it/articoli/1991/clubISTUD_29011991.pdf : “E se vogliamo stare sul leggero il colonnello Juan Peròn quando nel 1943 fu nominato ministro del lavoro era giovane, bello, aveva una bellissima voce, una grande abilità oratoria, era campione di sci e di scherma, era uno pseudointellettuale, era forte e impetuoso, aveva, insomma, un enorme carisma personale. Ma allora l’Argentina era uno dei paesi più ricchi del mondo, con 1500 milioni di dollari e sterline di riserve. Era la grande speranza, il Canada dell’America Latina. In poco più di dieci anni il peronismo ridusse l’Argenitna a pezzi, condannandola, sembra definitivamente all’arretratezza economica, sociale e politica”. Aggiungiamo a titolo ironico che vista l'inefficienza cronica di Telecom Argentina, alcune imprese assumevano persone "whose sole job was to hold a telephone handset for hours on end until thay heard a dial tone" (Rajan, p. 54).


Confrontandomi durante il mio viaggio a Shanghai con alcuni esponenti della business comunity, tutti mi hanno confermato che la classe dirigente cinese è di primissimo ordine. Il nepotismo? Se esiste è solo per i ruoli inferiori e non determinanti. Niente impedisce a un governo statale di distribuire favori ad amici o parenti incompetenti, ma in Cina siamo su un altro pianeta. La meritocrazia impera.

Zhou Xiaochuan, banchiere centrale cinese
Prendiamo il Governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan. "He is one of the most influential economic figures in the world and was ranked 9th by Foreign Policy in the Top 100 Global Thinkers report. He is generally considered the most academically capable of the current Chinese leadership, being praised for his intellect and diplomacy. He has been called "China's most able technocrat" and is the only highly-ranked Chinese politician to have been published in a Western academic journal. Although he has yet to reach the highest rungs of decisionmaking within the State Council, he is considered a strong and vocal advocate of further liberalization in the financial sector. He has increasingly displayed an openness to the press - rare for a senior Chinese official - and is most famous for the motto: "If the market can solve the problem, let the market do it. I am just a referee. I am neither a sportsman nor a coach."(Wikipedia)

Shanghai non è Oriente. E’ Occidente avanzato. Arrivati a Shanghai non si vive alcuno shock culturale. Solo la sensazione di una macchina oliata e perfetta in forte avanzamento.

Senofonte
Sempre Vitale puntualizza che nell’Economico di Senofonte, Socrate attribuiva grande importanza alla capacità di comando: “Comandare a gente che obbedisca volentieri è cosa che pare divina”. Ecco, in Cina la gente obbedisce volentieri. Senza nessun dubbio. Non siamo certo all’anarchia italica. Tutti vanno nella stessa direzione. E se lo fanno 1 miliardo e quattrocento milioni di persone, i risultati sono sotto i nostri occhi.

4 commenti:

  1. Cambierei il titolo in Shangai non è oriente. E' occidente avanzato, come tra l'altro dici nel testo.
    La Cina è un'altra cosa......
    Ciao
    Andrea

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  2. Hai perfettamente ragione. Solo che notato dai visitatori che il titolo è rilevante e crea appeal. Quindi prefersico essere parzialmente inesatto e indurre alla lettura il pigro di turno.
    Credo che questa considerazione valga per tutti i Paesi. New York e Londra non sono certo rappresentative dei rispettivi Paesi. Se uno va nella periferia di Londra, vede di tutto. E così nella bible belt americana.

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  3. come al solito una lucida analisi. Devo dire che i contenuti sono perfettamente condivisibili anche quando rispondi ad Andrea. La Cina (come l'intero arco dei paesi asiatici) rappresenta un esempio di nazione che vuole uscire dal suo stato di isolamento e diventare un punto di riferimento mondiale. Con tutte le sue contradizioni (diritti civili mancati, censura ecc) certo ma almeno è un paese che cerca di lasciare un segno della sua potenza in maniera netta e precisa..una visione differente del "capitalismo estremo" di cui sono invece impregnate le "democrazie occidentali".. e per il momento "senza guerre preventive", altra cosa importante da considerare. Certo la Cina non si ferma all'Expo, è un paese enorme dove gli estremi si incontrano in ogni angolo. Ma è anche un paese dove ogni giorno sforna decine di nuovi "ricchi", una classe "media borghese" nettamente superiore per qualità e determinazione rispetto a quella formata in occidente. Ricordianoci inoltre che la Cina non è l'Asia. Altro paese che sta facendo passi da gigante è l'India cosi come tutte le ex tigri asiatiche i cui ritmi di crescita non sono più imperiosi come un tempo ma stabili. L'oriente è il nuovo Occidente...e tra aulcuni decenni ne avremo la dimostrazione.
    Sandro Bagatti

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  4. Cito il sinologo Simon Leys:
    "Il fascino unico che la Cina esercita su coloro che l'avvicinano può essere paragonato all'attrazione tra i sessi. Di fatto si basa su una realtà elementare: dal punto di vista occidentale, la Cina è semplicemente il polo opposto dell'esperienza umana. Le altre grandi civiltà sono morte (Egitto, Mesopotamia, America precolombiana) o sono troppo vicine a noi (Islam, India) per dare luogo a un contrasto così assoluto, a un'originalità così radicale e illuminante come quella della Cina. La Cina è l'indispensabile Altro che l'Occidente deve incontrare per prendere davvero coscienza del profilo e dei limiti del suo Io culturale."


    Isabella

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