martedì 19 ottobre 2010

La Cina cresce perchè pensa a lungo termine

La Cina cresce a un tasso annuo superiore all’8% da vent’anni. Ci si chiede come possa mantenere tassi così elevati di crescita per lungo tempo.

Io credo che la risposta vada cercata nella storia. La Cina è un Paese con tradizioni secolari, con dei valori forti, con un passato pieno denso di storia e filosofia.

Qualche dato:

1. il PIL della Cina ha raggiunto i 1.337 miliardi di dollari, superando il PIL giapponese e diventando la seconda economia del mondo;

2. il PIL nel secondo trimestre 2010 è cresciuto del 10,3% (e noi italiani siamo qui a trastullarci sullo zero virgola);

3. l’indice dei prezzi al consumo è al 3,5% in crescita dal 3,3% (e le minute pubblicate del meeting di settembre del Federal Open Market Committee della Banca centrale americana indicano la chiara volontà della FED di creare inflazione perchè i prezzi non crescono: “Participants noted a number of possible strategies for affecting short-term inflation expectations, including providing more detailed information about the rates of inflation the Committee considered consistent with its dual mandate, targeting a path for the price level rather than the rate of inflation, and targeting a path for the level of nominal GDP”;

Shanghai
4. la Cina ha due porti – Shanghai e Shenzhen – tra i quattro maggiori del mondo quanto al numero di container movimentati al giorno;

5. la cinese Suntech Power è la seconda società “solar power” al mondo;

6. in Cina sono presenti più di 900.000 milionari (in dollari), e il numero cresce ogni anno (come private banker, mi dovrei spostare immediatamente là!);

7. è il primo Paese al mondo dove il produttore di vino Chateau Margaux ha aperto i suoi uffici;

8. i turisti cinesi nel 2010 spenderanno in Giappone circa 6 miliardi di dollari, e si stima 60 miliardi entro 10 anni;

9. l’import di orologi svizzeri nel 2010 cresce del 49%;

10. la società quotate trattano a 13 volte gli utili del 2010, sotto la media storica a livello di p/e (price earning ratio);

11. le tre donne self-made più ricche del mondo sono cinesi e 11 delle 20 donne miliardarie nel mondo vengono dalla Cina http://www.economist.com/node/17248052?fsrc=scn%2Ffb%2Fwl%2Far%2Fselfmadewomen

Come sottolinea Jim O’Neill di Goldman Sachs, “China is at the core of a broader BRIC and N11 group which is going to create between them , between $ 10 -15 trillion Dollars worth of additional consumption this decade. As this happens, there will be plenty for all producers to benefit from, almost irrelevant of currency values”.

In Italia sembra sia scomparso il lungo termine. Tutti dico tutti stanno dando retta a Lord Keynes – in the long term we are all dead; siamo affetti da short-termismo acuto e siamo focalizzati sull’oggi, neanche sul domani o sul dopodomani. Siamo malati di presentismo.

Io credo che la Cina invece abbia un grande vantaggio competitivo e culturale. Ha in sè la cultura dei tempi lunghi e riesce a progettare su archi ventennali. E la dirigenza cinese è di alto livello. E’ intrisa di cultura millenaria. Segue diligentemente i precetti del Tao del filosofo Lao-Tze, V° secolo a.C.: “Il capo eccellente ottiene i risultati con pochissimo movimento, insegna non attraverso molte parole ma attraverso l’esempio. Si tiene informato di tutto. Ma non interferisce quasi per niente. La sua presenza assicura che le cose siano fatte meglio che se lui non ci fosse ma quando i suoi uomini hanno successo egli non se ne prende il merito e poichè non se ne prende il merito, il merito non lo abbandona mai”.

Henry Kissinger e Mao Zedong
E’ utile e divertente ricordare che quando Kissinger – Consigliere per la sicurezza nazionale dell’Amministrazione Nixon - visitò la Cina ai tempi di Mao nel 1972, il premier cinese Zhou Enlai diede proprio l’idea del lunghissimo termine. Quando Kissinger gli chiese la sua opinione sull’impatto della Rivoluzione Francese del 1789, Zhou ci pensò intensamente prima di dire: “La Rivoluzione Francese? E’ troppo presto per giudicare”.

Bene. Domani parto per Shanghai. Al mio ritorno il 27 ottobre vi racconterò le mie impressioni sulla Cina. Il blog si ferma per un meritato riposo.

6 commenti:

  1. Credo che ad essere malati di short termismo siano tutti i paesi occidentali (Germania e USA inclusi)
    Buon viaggio

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  2. carissimo come sempre una chiara e nitida analisi di una visione della nostra economia capitalistica. Sono parole su cui riflettere e su cui tutti noi dovremmo avere il coraggio di prendere esempio. Nella vita quotidiana come nel lavoro. Ti auguro un buon viaggio e spero riesci a portare degli ottimi spunti di vita orientale.Ciao. Sandro

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  3. Alessandro Balsotti19 ott 2010, 16:35:00

    sì, purtroppo il problema è che ormai il momento positivo (indubbio) regalatoci dai sistemi democratici occidentali negli ultimi decenni sembra essersi esaurito con l'accorciamento dei cicli elettorali (per usare una terminologia clemente).
    Certo, il centralismo e la visione autoritaria di lungo termine non viene via gratis a livello di diritti umani. Il rischio però è che invece di un autoritarismo in qualche modo 'benigno', una futura deriva populista (più che possibile visto che i living standards si abbasseranno)nelle democrazie occidentali.. ci potrebbe portare qualche forma di autoritarismo più traumatico e pericoloso (cose già viste meno di cento anni fa)...

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  6. A proposito del lungo termine.. Cito da "El Pais", articolo di Claudi Pèrez: Zhou Xiaochuan, presidente della BC cinese, "interpellato sui tassi di cambio [..] ha risposto che la politica di cambio cinese aveva dato buoni risultati a breve termine, ma che auspicava un cambiamento nel medio e lungo termine. Alla domanda sull'effettiva durata del medio e lungo termine, il banchiere è stato molto chiaro: "la Cina ha una storia di quattromila anni"."

    E pensare che i politico italiani hanno come massimo orizzonte temporale i 5 anni di legislatura, che di solito si riducono a due o tre...

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