lunedì 31 gennaio 2011

A Davos il mondo è a tre velocità

Al World Economic Forum di Davos – dove si riunisce la classe dirigente mondiale – la crescita economica del 2011 viene definita a tre velocità, three-speed recovery. I business leader non sono mai stati così ottimisti dal Davos di gennaio 2007, pre crisi subprime. Anche i più pessimisti, come Mr Doom Nouriel Roubini, sono d’accordo nel dire che “il bicchiere è mezzo pieno”.

All’apertura del Davos Forum, è stato Zhu Min, special advisor del Fondo Monetario Internazionale, a coniare il termine three-speed recovery per evidenziare le forti differenze di crescita tra diverse aree del mondo. Abbiamo quindi:

- le economie emergenti (o meglio emerse, come mio post Ma quali Paesi emergenti, sono già belli che emersi ) che cresceranno sopra il 6% di Pil; per fare dei numeri L'Etiopia crescerà dell'8,5%, il Mozambico del 7,5%, la Tanzania del 7,1%, il Vietnam del 7%, l'Uzbekistan del 7%, l'Uganda del 6,3%;
- gli Stati Uniti nell’intorno del 3%;
- l’area dell’euro, che crescerà meno del 2%, con forti differenze al suo interno. L’Italia, secondo le stime della Banca d’Italia e Confindustria, crescerà nell’intorno dell’1%.

Come sottolinea Martin Wolf sull’FT, “The divergence between the performance of the high-income countries and that of most emerging economies is remarkable”.

Nei Paesi Emersi la maggiore preoccupazione non è la crescita, ma l’inflazione. Il forte rialzo recente delle materie prime (in particolare i cereali, lo zucchero, le cipolle) induce le banche centrali ad alzare i tassi e impostare in modo restrittivo la politica monetaria, vedi India e Cina.

Un punto chiave sarà la capacità delle economie asiatiche di spingere sulla domanda interna e non esclusivamente sulla crescita export-led. Nelle parole di Mr Zhu: “The key test for emerging markets was whether they can keep going towards domestic orientation of their economies”.

Ken Rogoff, Harvard University – autore con Carmen Reinhart dello splendido This Time Is Different: Eight Centuries of Financial Folly (Princeton University Press, 2010) – sostiene che “Advanced economies would inevitably have a period of slower growth because they must deal with huge private and public debts. We are entering a five-year stretch where the overhang of debt in the advanced countries will hold back their growth”.

Negli Anni Ottanta e Novanta ci si preoccupava della bassa crescita dei Paesi economicamente arretrati, definiti (fa ridere tutto ciò) in Via di Sviluppo. Oggi non abbiamo che compiacerci del fatto che sempre più assisteremo a una convergenza dei redditi. Il mondo va verso una maggiore omogeneità dei redditi pro-capite. E’ una gran bella notizia.
Nell'ultimo quinquennio mezzo miliardo di persone sono uscite dalla miseria estrema. Il Brookings Institute in una corposa ricerca scrive che "Mai prima d'ora nella storia umana un numero così vasto di persone sono uscite dalla povertà in un arco di tempo così breve".

Chiudiamo allora con una massima di Thomas L. Friedman – tratta dal mitico The world is flat (2006): “Ragazze, quando ero piccolo, i miei genitori mi dicevano: “Tom, finisci quello che hai nel piatto; in Cina e India la gente muore di fame”. A voi io dico: “Ragazze, finite i vostri compiti, perchè in Cina e India la gente è affamata dei vostri posti di lavoro”.

Nouriel Roubini
P.S.: vale sempre il concetto che chi urla di più vince. Nouriel Roubini, dopo aver previsto la crisi finanziaria, non ne ha azzeccata una, ma ha urlato sempre più forte. Adesso la sua presenza a una conference costa un botto. E lui? Felice e contento, pronto a vaticinare la prossima crisi. Se un economista prevede una crescita moderata del 2% all'anno non lo ascolta nessuno. Se il solito catastrofista prevede il crash - che prima o poi arriva, come un orologio rotto ha ragione due volte al giorno - tutti a inginocchiarsi pronti a considerarlo un guru. Roubini - come volevasi dimostrare - si è appena comprato un attico a New York di 5,5 milioni di dollari. Chi è tranquillo e silente - e saggiamente non fa previsioni - non finisce sui giornali e vivrà sempre nel suo bilocale.

2 commenti:

  1. Bella pagina e per me anche istruttiva dal momento che l'Economia non è proprio la mia materia materia, quindi studio e riflessione scaturiscono dalla pagina di oggi.
    Lucia.

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  2. Dice bene roger abravanel: c'e anche la quarta velocità', l'Italia guidata dal grande Mr. B

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