Cristina Bianchi è l'anima di Dottor Sorriso Onlus, una Fondazione che aiuta i bambini a non sentirsi in ospedale.
Qualche anno fa l'economista francese Esther Duflo ha analizzato come la finanza abbia sottratto talenti all'economia reale. Con gli stipendi "irrazionali" concessi dale banche d'affari, molti giovani dotati e qualificati si sono buttati nel mondo del quantitative finance: "La massiccia deregulation del settore finanziario, iniziata negli anni Ottanta, nonché l’opportunità di guadagnare moltissimo , sono state accompagnate da una crescita nel numero e nelle competenze di chi lavora in questo settore. E, sempre secondo Philippon e Reshef, bisogna risalire al 1929 per constatare un divario simile tra la preparazione media degli operatori della finanza e coloro che lavorano negli altri settori. La crescente complessità dei prodotti finanziari degli ultimi trenta anni ha reso interessante il settore finanziario per qualsiasi laureato, preparato e intelligente".
Nella stragrande maggioranza dei casi vale la definizione coniata da Edward Chancellor di breakingviews.com per i quants: "Nome dato a matematici e fisici di second'ordine che hanno superato i dubbi e gli scrupoli che la scienza impone, in cambio di una Porsche".
Fortunatamente per noi, c'è qualcuno che ha fatto il percorso inverso, auspicato dalla Duflo. Infatti Cristina è uscita dal mondo della finanza e si è buttata completamente nell'avventura di Dottor Sorriso.
Aiutare i piccoli pazienti ad evadere dalla tristezza e dalla paura, per tornare a sorridere, semplicemente, come bambini, è un’impresa tutt’altro che semplice.
Il ricovero in ospedale rappresenta un trauma per il bambino, che si trova improvvisamente in un ambiente sconosciuto, lontano dal mondo di giochi che gli è familiare e di fronte a strumenti e procedure sgradevoli.
L’esperienza del ricovero genera nel bambino disagio fisico e psicologico, a cui si accompagna l’ansia dei genitori verso la situazione del proprio figlio. Sentimenti come paura, rabbia, noia e tristezza possono diventare un ostacolo alla terapia medica, in quanto diminuiscono la capacità del bambino di reagire e affrontare i traumi.
E’ qui che l’intervento del clown si può rivelare determinante, e arrivare là dove i medici tradizionale non riescono ad arrivare: influire positivamente su tutte le persone coinvolte nel processo terapeutico. I clown distraggono e divertono i bambini, aiutandoli ad affrontare con maggiore leggerezza il contesto ospedaliero, anche nelle situazioni più difficili, come nei reparti di lunga degenza; alleviano la preoccupazione ed il senso di impotenza dei genitori, consentono allo staff medico di operare con maggiore serenità.
Nella maggior parte dei casi i clown dottori non sono medici: sono figure professionali che posseggono due grandi ambiti di competenze. Da una parte la preparazione artistica legata alla figura del clown (mimo, teatro, giocoleria, musica, etc.). Dall’altra le competenze pedagogiche e l’empatia, la capacità di mettersi velocemente e credibilmente nei panni dei pazienti, per trovare la modalità di interazione migliore, in funzione della loro età e condizione psico-fisica.
Per questo la clownterapia non può essere un’attività improvvisata. In Italia, la prima organizzazione ad avere portato questo servizio di assistenza nei reparti pediatrici è stata, nel 1995, Dottor Sorriso Onlus.
I clown di Dottor Sorriso Onlus oggi operano in 23 reparti di 14 strutture sanitarie in 8 province italiane, portando il sorriso a più di 350 bambini ogni settimana. La Fondazione è stata inoltre la prima ad introdurre la clownterapia negli istituti di riabilitazione, per portare il sorriso ai bambini affetti da disabilità disabilità intellettive e motorie.
Ma gli effetti benefici della clownterapia sui pazienti sono stati verificati anche a livello scientifico. Ridere attiva tutte le parti del corpo umano: il cuore e la respirazione accelerano i loro ritmi, la pressione arteriosa diminuisce e i muscoli si rilassano. Anche la chimica del sangue si modifica, in quanto, tanto più la risata è esplosiva e spontanea, tanto più diminuisce la tensione e si manifesta una sensazione di liberazione che coinvolge tutti gli organi e le funzioni corporee.
Il prossimo 1° marzo è in programma a Champoluc - gli aficionados tra cui i sempiterni Leopedrazzi e Siepolone preferiscono chiamarla Shampolook - la Coppa Sorriso, una gara di sci per grandi e piccini. Iscivetevi, cari lettori, così aiutiamo chi si trova in ospedale ad uscirne felice e guarito.
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaPensa ...dal titolo temevo un pezzo elogiativo del renzi meno male.
DS
i bimbi in ospedale in lunga degenza contano i minuti quando sanno che stanno per ricevere la visita del "dottor clown". Loro sono angeli, plauso a te che attiri l'attenzione su queste persone; affiancare chi fa finanza spregiudicata per una porsche e chi sta mesi in ospedale deve fare riflettere... ed infine un abbraccio a tutte "le Cristine", la cui anima vale tanto oro quanto pesano. Come sempre, bravo Beniamino ad accendere questi fari.
RispondiEliminaAlberto
Una gara di sci con così tanti iscritti (più di 200) non si era mail vista. Si è fatto fatica a recuperare i pettorali per tutti! Complimenti all'organizzazione.
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