lunedì 3 marzo 2014

Siamo un Paese provvisorio, critichiamo il "liberismo feroce" ma non l'abbiamo mai vissuto

Il compianto Edmondo Berselli, giornalista e saggista emiliano, ci ha lasciato un bellissimo volume Post italiani. Cronache di un Paese provvisorio (Mondadori, 2004). Come tutti i grandi, non muoiono mai, per cui il suo pensiero è sempre attuale.
Sono infatti profondamente convinto, con Berselli, che in Italia siamo sempre oltre, siamo post, ma senza aver vissuto il fenomeno primario.

Si fa un gran parlare delle colpe del liberismo nella crisi economica. Ma in Italia il liberismo non c'è mai stato, neanche da lontano! Si contano sulle dita di una mano le persone che hanno letto La rivoluzione liberale di Gobetti (Einaudi, 1964).
Si invoca il ritorno dell'economia mista, ma non abbiamo mai visto altro, lo Stato è sempre intervenuto a sostegno dagli imprenditori "padroni del vapore" - definizione coniata da Ernesto Rossi - che amano  "privatizzare gli utili e socializzare le perdite".

Non abbiamo mai avuto un primo ministro come Margaret Thatcher. Solo dopo aver avuto una politica dura di destra, severa e intransigente, si può pensare di tornare a una politica fiscale espansiva. In Italia, invece, vogliamo aumentare la spesa pubblica senza mai aver vissuto veramente un periodo di austerità della pubblica amministrazione.

Si parla continuamente di austerity, ma nel pubblico si continua a spendere che è una meraviglia. Il prof. Baldassarri, prendendo i dati ufficiali del Ministero, ha evidenziato i seguenti dati. Nel 2000 la spesa pubblica complessiva era pari a 536 miliardi di euro – di cui 485 miliardi di spesa corrente – e le entrate totali (imposte e tasse) erano pari a 536 miliardi. Nel 2012 la spesa pubblica complessiva è salita a 805 miliardi di euro – di cui 759 miliardi di spesa corrente - contro 764 miliardi di entrate totali. Se ne deduce che tra il 2000 e il 2012 le entrate sono salite di 228 miliardi di euro (sic!) ma non è bastato per stare dietro alla crescita della spesa, che è salita di 269 miliardi. 

Chi riuscirà a ridurre la spesa corrente in Italia merita il Nobel, altro che Krugman, Stiglitz e compagnia.

3 commenti:

  1. Ricevo e pubblico:

    Ottimo, come sempre!

    Ma è mai possibile che se queste cose non le diffondi tu non ci sia nessuno che ne parla.

    Ormai, non c'è trasmissione televisiva che non presenti un libro, compresi i libri per cucinare, - sempre quelli degli amici da promuovere, mai quelli da dibattere per capire la situazione e prendere le decisioni giuste!

    grazie
    MtB

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  2. Ricevo e pubblico:

    Concordo al 100%!!!

    Ogni volta che vedo Landini in televisione ripete la storia che non possiamo più seguire ricette liberiste visto dove ci hanno portato, ma il problema è che siamo dove siamo proprio perché non le abbiamo mai viste!!!
    AC

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  3. Luca Bianchetti3 mar 2014, 10:52:00

    Dedicarsi al qui e ora è sempre la migliore occupazione migliore.
    Da noi purtroppo il liberismo, che non c'è mai stato, è stato argomento per giustificare cose non tanto edificanti. E tanto basta a Landini, forse.
    Poi noi più che altro amiamo parlare delle cose. Come dei vecchietti seduti in piazza a guardare la Luna, che commentano con sufficienza il fatto che gli Americani ci sono andati.

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