Non ne poteva seguire che il rifiuto di partecipare alle consultazioni, considerate un rito assurdo della vecchia Repubblica. Il solito atteggiamento oppositivo che non porta da nessuna parte.
Voglio portare alla vostra attenzione un caso, che la dice lunga sulla memoria degli italiani, sul fatto che si può dire tutto e il contrario di tutto, tanto la gente si dimentica. Io no.
Siamo nell'estate 2011, con la Banca centrale europea che scrive (lettera fermata da Trichet e Draghi) a Berlusconi, con lo spread in volo e la delegittimazione del governo italiano ai massimi livelli.
Grillo afferma:
Estate 2011. Il Governo Berlusconi traballa, crisi tra Lega e Pdl, impossibilità di varare una manovra credibile. Inizia la speculazione finanziaria, lo spread sale. Grillo scrive al Presidente Napolitano:
Siamo nel 2014 e Grillo ha cambiato idea:
"Berlusconi era allora un presidente del Consiglio regolarmente eletto, non era ancora stato condannato e fatto decadere. Fu sostituito con un tecnocrate scelto da Napolitano senza che il Parlamento sfiduciasse il governo in carica. Oggi, dopo due anni e mezzo, sappiamo che lo spread non ha (né aveva) nulla a che fare con l’economia reale. Infatti lo spread è sceso mentre l’Italia è in profonda recessione, stiamo molto peggio del 2011. Sappiamo anche che un Presidente della Repubblica ha svolto funzioni che non gli sono attribuite dal suo incarico senza che gli italiani ne fossero informati".
Il filosofo Remo Bodei ha compiuto un analisi condivisibile: questi giovani volenterosi sono telecomandati da due opache figure (Beppe e Gianrobbè), le quali "non riescono a mettere nulla in pratica perchè si punta a distruggere gli avversari e prendere il potere sulle macerie".
Io la penso come Umberto Eco che nella sua rubrica La bustina di Minerva sull'Espresso del 13 febbraio scrive: "Ecco un movimento che non si vuole extraparlamentare, che si presenta alle elezioni, che vanta un consenso elettorale, ma poi delegittima quell parlamento, in cui è entrato con tutti gli onori, trasformandolo in un bivacco di manipoli. Evidentemente c'è una contraddizione, perchè un parlamento ridotto a un bivacco di manipoli delegittima anche i bivaccatori che hanno ambito a diventarne membri. Un poco la storia del signore che si evira per far dispetto alla moglie".
Un ammasso di opinioni basate sul nulla, farcite di qualunquismo e zero preparazione economica. Altro fango su un movimento a favore della gente comune, che pochi privilegiati vogliono fermare: tempo perso
RispondiEliminaIl bello di uno spazio pubblico è il libero confronto di idee. Se lei contestasse le mie affermazioni, si potrebbe iniziare una conversazione. La dialettica è fondamentale. Qualunquismo lo fa chi non riesce ad analizzare criticamente le opinioni altrui.
EliminaGrazie Beniamino . Concordo pienamente sulla rilevanza di merito della tua nota. Penso che la democrazia sia anche responsabilità di sentire le opinioni di chi la pensa diversamente da te. Ora tutti noi ascoltiamo quello che 5S dice, diversamente da quello che il loro leader manifesta come strategia politica del M5S. Ultima occasione la diretta streaming di ieri in cui Beppe Grillo ha potuto erga omnes esprimere quello che pensava a Renzi, senza , quanto meno per educazione, lasciare parlare il suo interlocutore !! . Diverso è poi anche il fare opposizione costruttiva, senza sfruttare la rendita di posizione di stare in Parlamento. Umberto Eco ha centrato il punto.
RispondiEliminaIn effetti l'ultimo incontro Renzi-Grillo ha dimostrato la strategia di Beppe e Gianrobbè, rivoluzionare e partire da zero. Forse non è quello che intendevano gli elettori, anyway è sempre valido quello che disse Federico Caffè, il riformista è solo, fare le rivoluzioni è molto più semplice: "Il riformista è ben consapevole di essere costantemente deriso da chi prospetta future palingenesi, soprattutto per il fatto che queste sono vaghe, dai contorni indefinite e si riassumono, generalmente, in una formula che non si sa bene cosa voglia dire, ma ha il pregio di un magico effetto di richiamo" (F. Caffè, Il Manifesto, 29 gennaio 1982, ripubblicato in "La solitudine del rformista", a cura di N. Acocella, M. Franzini, Bollati Boringhieri, Torino 1990.
RispondiEliminaE' uscito qualche domenica fa un'analisi di Luca Ricolfi, che condivido al 200%. E' solo una estrema minoranza (0,5%) dei grillini che è militante. La percezione della democrazia è farlocca. Ecco il pezzo super http://www.lastampa.it/2014/03/02/cultura/opinioni/editoriali/cinque-stelle-lillusione-iperdemocratica-nMnhdTJTpp0S2RTJtdpRiL/pagina.html
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