Federico II di Svevia |
Visto che non ho alcun potere di scelta fino al termine della puntata, di solito prendo la mia mazzetta dei giornali e leggo.
Ieri sera, nel bel mezzo della puntata, ho sobbalzato e Allegra mi ha detto: "Papi, cosa è successo? Sei impazzito?".
Avevo appena letto su Repubblica: "Giocate al casinò con soldi pubblici, condannato a 6 anni ex deputato di Forza Italia, direttore della Fondazione Federico II".
Sono rimasto sbigottito per la pazzesca dicotomia tra il furto di oggi e la figura eccelsa di Federico II. Un direttore della Fondazione Federico II non può comportarsi in questo modo. Il politico in questione - Alberto Acierno, ex parlamentare nazionale di Forza Italia - è un ossimoro vivente, come ghiaccio bollente o silenzio assordante.
"Con la carte di credito di direttore della Fondazione Federico II, la fondazione culturale dell'Assemblea regionale siciliana, in un anno Acierno ha speso più di di centomila euro in giocate al casinò online, viaggi alle Maldive, alberghi alle isole Eolie, carburanti per la barca, acquisti per elettrodomestici, mobili, telefonia". No comment.
Ma chi era, cosa ha realizzato, cosa ha rappresentato la figura di Federico II?
Federico II di Svevia (1194-1250), imperatore del Sacro Romano Impero, re di Sicilia, re di Gerusalemme, Stupor Mundi, è considerato uno dei personaggi più affascinanti della storia europea, celebre per la sua cultura, per la volontà di stabilire un governo illuminato e per la determinazione con cui contrastò il potere papale.
Per capire quanto fosse ricca e florida la Sicilia, riporto un passaggio del saggio di David Abulafia: "La Sicilia era il possedimento più amato da Federico II. La Sicilia era opulenta e inoltre controllava le rotte commerciali del Mediterraneo...una burocrazia articolata (pensate dove siamo finiti oggi!, ndr), forzieri ragionevolmente pingui, un'eredità culturale composita che si rifletteva nella presenza a corte di Greci, Ebrei, Arabi.
Era una Sicilia che poteva dir la sua in grandiose guerre di conquista, in Africa, Grecia o nel Levante, persino in Spagna".
E ancora: "La Sicilia era in eccellente posizione strategica per soddisfare la domanda dell'intero Mediterraneo; e il fitto intreccio di rapporti con l'Europa Occidentale, tramite Genova, Pisa, Venezia e le città provenzali, garantivi sbocchi sufficienti ai suoi prodotti di lusso...Federico II diede forte impulso alle piantagioni di indaco e non trascurò gli zuccherifici; attorno a Gela si sviluppò una fiorente industria ceramica".
Dove siamo finiti? Come ha potuto la Sicilia ridursi così?
E' fondamentale una rigenerazione della politica. La società civile deve avere la forza di ribellarsi allo status quo e mettersi in gioco direttamente.
P.S.: si consiglia la lettura di:
David Abulafia, Federico II. Un imperatore medievale, Einaudi, 1990
Giorgio Ruffolo, Il Cavallo di Federico, Mondadori, 1991
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaSalve Prof!
Non solo la Sicilia, dovrebbe vedere lo stato in cui si trova uno dei castelli di Federico II a Lucera (FG). Mia nonna abitava a 50 metri in linea d’aria in vie strette con palazzi che arrivano a pochi metri dalla fortezza; in 10 anni zero promozione turistica, nessuna iniziativa culturale, nessun progetto di ricerca e un sostanziale stato di abbandono. I pochi ragazzi che ho incontrato scappano per Roma, Bologna, Padova appena possono iscriversi all’università e non credo che torneranno mai indietro.
Matteo V.
Va bè!!Ovunque ci si volti la mancanza di rispetto,la scomparsa dei contenuti,lo svuotarsi di significato,la profondità di pensiero,lo spessore morale sembrano scomparsi.Sembrano? No non ci sono proprio più!! Che bello!!! Che edificante, che tristezza, che civiltà la nostra, con profonda tristezza scrivo e vi chiedo : civiltà è forse divenuta una parola grossa ed impropria da attribuirci?
RispondiEliminaFederico secondo imperatore per sempre Cesare Augusto dei Romani sovrano d'Italia e di Gerusalemme felice vincitore e trionfante.Recita l'incipit delle Costituzionei melfitane...Alle quali lo stesso imperatore dà il titolo di Liber augustalis ed in cui dice : "sembra chiaro che gli antichi diritti degli uomini non bastano più a sradicare i vizi ed a promuovere le virtù".
Molto attuale. Come sempre gli uomini illuminati ci mostrano la via da seguire.
Lucia
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaleggo ora di Federico II. Premetto che non vorrò scriverti a ogni tuo blog per non attirarmi i tuoi strali.
La vexata quaestio meridionale, (per decenni si è parlato della questione meridionale) esiste in quanto prodotta dalla cultura locale: tradizioni, usi, psicologia delle masse. Dall'età di 4 o 5 anni, dalla famiglia, dalla scuola, dagli amici, dalla società si assorbe un comportamento, un pensiero. L'insieme crea una mentalità, in questo caso esiziale per il territorio (ma questo vale in molte altre parti d'Italia.) Gli italiani o i siciliani che fuggono all'estero agiscono in un contesto molto diverso e lì le capacità italiche, qui mortificate, spesso rappresentano uno straordinario valore aggiunto.
Altro dirti non vo.
Gianfranco