L’altra notte
stavo leggendo “La Natura dell’amore” (Mondadori, 2005),
dove l’autrice, la straordinaria
saggista e psicoterapeuta Maria Rita Parsi ,
scrive:
“I pappagalli
amazzonici, i pesci tropicali con i loro colori sgargianti sono prede facili
rispetto ad animali più “grigi”; dunque dobbiamo supporre che venga violato il
principio del survival of the fittest ipotizzato da Charles Darwin?”
Mi sono fermato,
colpito al cuore. Le sinapsi della corteccia cerebrale hanno iniziato a
lavorare alla ricerca del passaggio corretto impresso nella mia mente. Pindaricamente
sono volato a Paolo Baffi, Governatore di Bankitalia dal 1975 al 1979 – oggetto di studi matti e disperatissimi,
i cui frutti si vedranno a breve con un saggio curato da me e lo storico Sandro Gerbi - che, in una lettera a Romano M. Levante, scrive il 27 luglio 1979 (dopo
aver subito ingiustamente un vile attacco, non l’hanno arrestato solo per limiti di
età):
“Purtroppo il nemico ha usato contro di me e contro la Banca linee di attacco nuove dalle quali né la mia preparazione né la mia disposizione d’animo mi hanno offerto sufficiente copertura.
La “survival of the fittest”
(concetto darwiniano- sopravvivenza del più adatto - riferito alla
selezione naturale, ndr) si realizza in senso di adattamento
all’ambiente quale esso è. Di qui la mia debolezza nell’attuale contesto”.
Questa la stoffa di Paolo Baffi, oggetto di una macchinazione
politico-giudiziaria ideata da ambienti vicini
alla P2, vedasi post L’ignoranza
del passato e il desiderio di sapere
Lo scandalo Italcasse, Andreotti, Rovelli, Caltagirone. E la pulizia compiuta
da Paolo Baffi
Paolo Baffi |
Paul Heinrich
Dietrich – all’interno di un saggio (scritto nel 1554!) dal titolo Discorso sulla servitù volontaria di Etienne de la Boétie
(Chiarelettere, 2011) – scrive: “La corte
non è fatta per i personaggi alteri, inflessibili, che non sanno prestarsi ai
capricci o cedere alle fantasie, nè tanto meno, quando occorre, avallare o
favorire i reati che il potere reputa necessari al bene dello Stato”.
Allora valgono le
parole di E. De la Boètie: “Proprio
individui siffatti, a differenza del popolo crasso, non s’accontentano di ciò
che hanno sotto gli occhi, a portata di mano, ma prestano attenzione al prima e
al dopo, continuando a ricordare il passato per giudicare gli eventi del
futuro, e per valutare il presente: si tratta di individui che, avendo per
natura un’intelligenza acuta, l’hanno poi anche educata con l’esercizio e il
sapere. Costoro, quando la libertà è
del tutto perduta ed espulsa da questo mondo, ne mantengono vivi l’immagine e
il sentimento, e continuano ad apprezzarla; e la servitù, per quanto
mascherata, non è di loro gusto”.
Ricevo e volentieri pubblico:
RispondiEliminaZio Pic,
stai diventando un filosofo di prim'ordine , scrivi un saggio ....
Grande questo articolo.
Poldo
Che bello essere liberi e non servi ti da un enorme potere ma anche una grande responsabilità quale quella di saper accettare la solitudine e talvolta l'esclusione dal mondo del pensiero e dell'agire standardizzato,conformista e opportuno agli interessi di chi si dimostra prepotente usando i mezzi che il suo intelletto ritiene migliori ad esercitare questa coercizione in quanto la libertà impaurisce e destabilizza coloro che amano asservire gli altri.
RispondiEliminaBravissimo Beniamino è importante riflettere su questo punto, talvolta ce ne dimentichiamo, indaffarati come siano nelle nostre routine quotidiane.
Lucia
Riveo e volentieri pubblico:
RispondiElimina“I pappagalli amazzonici, i pesci tropicali con i loro colori sgargianti sono prede facili rispetto ad animali più “grigi”; dunque dobbiamo supporre che venga violato il principio del survival of the fittest ipotizzato da Charles Darwin?”
Non so come proceda poi la autrice, ma seguon proprio il "survival of the fittest" anche coi loro colori sgargianti e segnalandosi apertamente ai loro predatori. Segnalano alle loro partner: guarda che son cosí fico (=il mio corrredo genetico é cosi fico) che posso permettermi di segnalarmi ai predatori e di sfuggirgli a causa della mia abilitá in corsa o altro.
Per una trattazione completa del fenomeno agli occhi della teoria di Darwin "the third chimpanzee" di J. Diamond
Per il resto, d accordo con te al 100% su tutto
Fabrizio Sibilla