venerdì 6 luglio 2012

Omaggio a Giorgio Ambrosoli, simbolo di libertà e responsabilità

33 anni fa, nella notte tra l'11 e il 12 luglio 1979 il killer William J. Arico assassinava con tre colpi di pistola l'Avv. Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana.

Michele Sindona - finanziere siciliano vicino a Cosa Nostra, vedi post a lui dedicato - nel marzo 1986 verrà condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Milano quale mandante dell' omicidio dell' avvocato Ambrosoli.

In un Paese dove spesso "Trionfano il sotterfugio, la furbizia, la forza, la disonestà sotto l'apparenza delle leggi uguali per tutti, coloro che si attengono alle leggi formali sono scavalcati ogni giorno da chi non le osserva" (Gherardo Colombo, Sulle Regole, Feltrinelli, 2008).

E' per questo motivo che oggi ricordiamo Giorgio Ambrosoli, professionista di grande levatura, integerrimo.

Ambrosoli ci ricorda Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che disse: “Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi”.

A Paolo Baffi - Governatore della Banca d’Italia e vero riformatore del sistema bancario italiano negli anni ’70, unico rappresentante delle istituzioni ai funerali di Giorgio Ambrosoli – toccò una sorte simile. Baffi e Sarcinelli - che respingono improbabili piani di salvataggio (delle banche di Sindona) presentati loro anche da Franco Evangelisti, braccio destro di Andreotti - pagheranno carissima onestà e determinazione: Sarcinelli viene arrestato e a Baffi è risparmiato il carcere solo per l'età. Saranno poi prosciolti ma Baffi lascerà Via Nazionale.

A Umberto Ambrosoli - autore dell'emozionante Qualunque cosa succeda (Sironi, 2009) - e alla Signora Annalori va incondizionato il nostro caloroso messaggio: la memoria di Giorgio Ambrosoli è intatta.

I miei studenti hanno avuto la fortuna l'anno scorso di avere Umberto a lezione: un'ora e mezzo di silenzio assoluto, attentissimi nell'ascolto di una storia commovente e attuale.

A lezione i miei studenti sanno a chi rivolgersi nel cielo degli onesti. Come dice Corrado Stajano – autore dell’imprescindibile Eroe borghese (Einaudi, 1991): “Giorgio Ambrosoli non è stato dimenticato. Trentadue anni dopo il suo assassinio nel centro di Milano, le ragioni della memoria di quel che accadde — un uomo che si fa uccidere nel nome dell’onestà — sono rimaste intatte. Il suo nome è diventato infatti un modello morale e civile”.

Sandro Gerbi - nel suo Giorgio Ambrosoli. Nel nome di un'Italia pulita (a cura di Sandro Gerbi, Aragno, 2010) - scrive: "Nemmeno oggi i "Sindona sono delle eccezioni, e per questo la testimonianza e il rigore dell'avvocato vanno rimeditati. La battaglia non è stata vinta, anzi: c'è un'Italia che forse non la vuole vincere e gira colpevolmente la testa da un'altra parte. Non per nulla una quindicina di anni fa Alessandro Galante Garrone parlava del perdurare di una "stagnante inerzia" e di una "questione morale" irrisolta".

Noi ricordiamo Giorgio Ambrosoli con le parole di Carlo Azeglio Ciampi: "Commissario liquidatore di un istituto di credito, benché fosse oggetto di pressioni e minacce, assolveva all'incarico affidatogli con inflessibile rigore e costante impegno. Si espose, perciò, a sempre più gravi intimidazioni, tanto da essere barbaramente assassinato prima di poter concludere il suo mandato. Splendido esempio di altissimo senso del dovere e assoluta integrità morale, spinti all'estremo sacrificio".

Caro Giorgio Ambrosoli, ti sia lieve la terra.

1 commento:

  1. Ricevo e volentieri pubblico: "Caro Beniamino,

    Te lo scrivo qui. Grazie per la Tua pagina, insieme commovente e fortissima, coraggiosa e tenera. Ci aiuta a non dimenticare e a ricordare le parole di Falcone, per far continuare sulle gambe di altre persone le idee di chi non c’è più.

    Un abbraccio affettuoso e pieno di ammirazione, sei grande

    antonio

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