mercoledì 25 giugno 2014

Wimbledon, fragole con panna, fair play e gesti bianchi

Per chi come me è stato più volte sul Campo Centrale di Wimbledon, l'inizio del torneo di tennis più antico del mondo è fonte di ricordi, emozioni, nostalgia.

Entrare sul Centrale toglie il fiato. Un momento magico. Il manto erboso curato dai migliori giardinieri del mondo, gli inchini al Royal Box, le code all’alba, gli Honorary Stewart con il cappello ornato di verde e viola - i colori del Club - le fragole con panna, l’educazione del pubblico e dei giocatori in campo, con le dovute eccezioni per miti assoluti come John McEnroe, The Genius. Stiamo parlando dei Gesti Bianchi (Baldini e Castoldi, 1995), libro meraviglioso del nostro amato Gianni Clerici.

Il torneo più antico del mondo è iniziato qualche giorno fa con Andy Murray, scozzese, campione uscente, che ha nella sorpresa generale ingaggiato una coach donna, la tostissima Amelie Mauresmo.
Il favorito del torneo è Nole Djokovic, testa di serie n. 1, che si fa forza della nuova dieta, che non comprende la presenza di glutine, contenuto in pane, pizze e pasta, mangiate da bambino e adolescente a Kopaonik, una località sciistica dove trascorreva l'estate e i genitori avevano una pizzeria.

Per entrare nel clima dell'All England Lawn Tennis and Croquet Club, vi segnalo un mirabile racconto sul capo giardiniere del torneo,  Robert Twynam (all'interno del volume - a cura di Matteo Codignola - di John Mcphee, Tennis, Adelphi, 2013), il quale, secondo un membro del Wimbledon's Committee of Management "considera ogni filo d'erba un individuo, con le sue esigenze, un suo destino, e soprattutto il diritto inalienabile di crescere su quel prato benedetto".
Secondo Twynam "questi non sono prati ornamentali. E' una bella superficie dura, fatta per giocarci a tennis. L'erba che viene su è vera, e come cresce, la tagliamo. Qui non c'è niente da guardare. Qui si gioca il campionato del mondo".
L'erba, per la cronaca, è tagliata a 8 millimetri e seminata solo a loglio per favorire il rimbalzo più alto, compatto e commestibile anche dai tennisti meno vegetariani (Rafa Nadal, per esempio).

Per chiudere, credo che la cosa migliore sia riprendere in mano una poesia dello Scriba, al secolo Gianni Clerici, il più grande giornalista di tennis al mondo, premiato anni fa e insignito della Hall of Fame of tennis, massimo riconoscimento mondiale, autore - tra i diversi volume - degli imprescindibili Divina. Suzanne Lenglen, la più grande tennista del mondo 500 anni di tennis.

Nel suo Il suono del colore (Fandango libri, 2011), Clerici dedica un sonetto alla bellissima tennista di colore Venus Williams:

Fragole con panna
nella tua bocca rosa
tra le tue labbra
Venus
tornata a dominare
su chi ti rese schiava
ti imprigionò su navi
destinate al cotone
Riscattata dal genio
di gesti bianchi usciti
dalla tue mani nere
Tu Venere regale
prodigio suscitato
dalla schiuma del mare

Carissimi lettori, buona visione di Wimbledon!

1 commento:

  1. Ero a Wimbledon nelle tribune del Central Court quando nel 1956 Pietrangeli e Sirola batterono Cooper e Fraser e divennero i primi - e forse anche gli ultimi - italiani finalisti del torneo.

    Indimenticabile: avevo 17 anni appena compiuti e in teoria sarei stato a Londra per imparare l'inglese...

    Cari saluti

    Lorenzo

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