Faust e il Governatore: Ma quanto è attuale Paolo Baffi in una sua lettera del 1988? Sarà uno scossone violento...

lunedì 4 giugno 2012

Ma quanto è attuale Paolo Baffi in una sua lettera del 1988? Sarà uno scossone violento...

Paolo Baffi

"Sarà forse uno scossone violento, quello che scuoterà un giorno il Paese dal suo torpore".

Così il Governatore integerrimo della Banca d'Italia Paolo Baffi in una lettera - datata 2 agosto 1988 - al suo predecessore Guido Carli.

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Faust e il Governatore vuole proporsi come agorà per il confronto su tematiche economiche e finanziarie con un taglio di contenuti di spessore e di auspicato livello.

L'espressione Faust e il Governatore deriva dall'Epilogo del Governatore di Banca d'Italia Guido Carli nel suo ottimo Cinquant'anni di vita italiana, Laterza, 1993.

Carli al suo ritorno da Maastricht nel dicembre 1991 - dopo aver condotto con successo la battaglia per consentire all'Italia di entrare nell'Unione Economica e Monetaria - convocò i cronisti al Ministero del Tesoro. Invece che commentare il Trattato - che poi venne firmato il 7 febbraio 1992 - prese dalla biblioteca una vecchia copia del Faust di Goethe. Nella seconda parte del Faust, Mefistofele consiglia all'Imperatore di finanziare le proprie guerre contro l'Antimperatore stampando banconote senza preoccuparsi della loro quantità. Il popolo è felice, consuma. La crescita dell'economia riparte. L'Imperatore è stordito dalla meraviglie che gli vengono prospettate, ma obietta: che cosa garantirà il valore di quelle banconote? Mefistofele suggerisce di stampare moneta senza preoccuparsi di garantirne il valore, la stabilità. Finanziandoli con l'inflazione.

Il Trattato di Maastricht si propose proprio di allargare all'Europa la Costituzione monetaria della Germania, che proibisce al Principe di stampare moneta a proprio piacimento. Costringe tutti ad assumere comportamenti non inflazionistici. Sono passati tanti anni da quel 1991. Alla Banca d'Italia dopo Carli è arrivato Carlo Azeglio Ciampi, poi i disastrosi ultimi anni di Antonio Fazio, poi Mario Draghi.

Un mio Maestro, il prof. Vittorio Coda, mi ha invitato a sottoporre l'operato dei Governatori della Banca d'Italia al vaglio di un attento discernimento.

Allora diciamo che il presidio è sempre stato all'altezza - tranne nel caso di Fazio, che ancora ci deve spiegare come si possa ricevere un bacio sulla fronte telefonico da un soggetto vigilato (Fiorani della Banca Popolare di Lodi) - il comportamento degli Italiani molto meno.

lunedì 4 giugno 2012

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