Per un'astuzia della storia, nello stesso giorno di 27 anni fa si tenne un Consiglio Europeo determinante.
Cade oggi l’anniversario del Consiglio Europeo. Il 28 giugno del 1985 nella prestigiosa sede del Castello Sforzesco di Milano si tenne il Consiglio Europeo di Milano, tappa storica dell’Unione Europea.
L’Italia era guidata da Bettino Craxi, presidente del Consiglio. Il secondo primo ministro non democristiano dopo l’esperienza Spadolini.
Italia, Francia e Germania si accordarono per dare il via a un nuovo Trattato con l’obiettivo un rafforzamento della CEE. La Gran Bretagna guidata da Margaret Thatcher - vedi post su di lei - era contraria a qualsiasi riforma dei Trattati si oppose duramente – inutilmente – alla convocazione di una conferenza intergovernativa che avrebbe fissato le tappe successive della costruzione europea.
Torna alla mente un commento caustico di Lord Pearson, che riassume efficiamente cosa pensa il Regno Unito dell’Europa: “Temo che in avvenire continueremo ad aggirarci come sonnambuli, addentrandoci nell’arroccata economia socialista sul punto di sprofondare che si chiama Europa”.
Il Castello Sforzesco di Milano |
L’ordine del giorno della CIG sarebbe stato il seguente:
- il miglioramento delle procedure di decisione del Consiglio (più decisioni possono passare a maggioranza);
- il rafforzamento del potere di esecuzione della Commissione;
- l’aumento dei poteri del Parlamento Europeo;
- l’estensione delle politiche comunitarie a nuovi campi d’azione (politica sociale e di sicurezza, politica di difesa).
Il Presidente della Commissione propose che i risultati della Conferenza fossero integrati in un unico atto giuridico: l’Atto Unico Europeo (firmato il 27 gennaio 1986).
L’Atto Unico Europeo è il risultato del primoo grande tentativo di riforma del Trattato di Roma. Con l’Atto Unico, il completamento del mercato interno diventava formalmente un obiettivo della CEE.
Qualche settimana fa l’oncologo Umberto Veronesi ha scritto sulla Stampa Il sogno tradito dell’Europa dei cittadini: “Come medico e ricercatore ho partecipato con entusiasmo negli Anni '80 all’ideazione dell’Europa dei Cittadini, mettendo in atto i primi programmi coordinati di protezione della salute.
Il principale è stato «L’Europa contro il cancro», che ho voluto fortemente insieme a 11 oncologi europei e che nacque ufficialmente proprio in Italia, a Milano, nel 1985, in occasione di un Consiglio Europeo. Il programma ha avuto un successo forte e tangibile: integrando le politiche europee di prevenzione ed educazione alla salute dei cittadini, per la prima volta, negli Anni 90 la mortalità per cancro in Europa ha iniziato a diminuire, dando il via ad un trend in atto ancora oggi. Fummo soddisfatti, ma il nostro sogno, di cui la scienza medica era parte integrante e motore, era la creazione degli Stati Uniti d’Europa: un Paese federale unito nella cultura, nell’arte, nella musica, nello sport, oltre che nella ricerca scientifica. Oggi con l’ipotesi di esclusione della Grecia dall’Unione Europea, per ragioni finanziarie, noi dell’Europa dei Cittadini vediamo il sogno tradito".
Alesina ha più volte ribadito di non pretendere troppo dalla Merkel. Però in questo Consiglio Europeo di oggi e domani, i politici hanno creato aspettative così forti che la probabilità di un successo è elevata.
Palazzo dei Normanni |
Tutta colpa della Merkel? o #austeritytuttavita?
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