martedì 19 dicembre 2017

Buon Natale a tutti i miei lettori con le parole sagge di Adriano Olivetti



Adriano Olivetti è stato un imprenditore straordinario. Alle sue capacità manageriali che portarono la Olivetti ad essere la prima azienda del mondo nel settore dei prodotti per ufficio, unì un'instancabile sete di ricerca e di sperimentazione su come si potessero armonizzare lo sviluppo industriale con la affermazione dei diritti umani e con la democrazia partecipativa, dentro e fuori la fabbrica.
Prese le redini della società dal padre Camillo, trasformò l'impresa in un colosso con filiali in tutto il mondo. Come ha scritto Marco Vitale, Adriano Olivetti può essere considerato (come venne scritto in un rapporto della Prefettura di Aosta durante il fascismo) un sovversivo: "E come può non essere sovversivo un imprenditore che entra nella fabbrica paterna a 23 anni (nel 1924) quando questa produce 4.000 macchine da scrivere all’anno con 400 dipendenti – dunque 10 macchine all’anno per addetto – e che quando muore prematuramente, lascia un gruppo che nel 1958 festeggia il cinquantesimo anniversario con circa 25.000 dipendenti, con cinque stabilimenti in Italia e cinque all’estero, dai quali escono sei macchine al minuto; i cui dipendenti hanno un livello di vita superiore dell’80% a quello dei dipendenti di industrie similari; che si prepara a digerire, sia pure con fatica, l’acquisizione della mitica Underwood americana; che sta già affrontando la nuova sfida dell’elettronica; cha ha saputo imporre al mondo intero uno stile e un design che sono diventati un riferimento per tutti; che ha creato la più ricca e significativa scuola di management della storia italiana?".
E' meritorio il lavoro che la Fondazione Adriano Olivetti sta portando avanti al fine di promuovere la figura e il pensiero di Adriano. Tra queste iniziative, vi è una pubblicazione appena uscita che raccoglie i "Discorsi per il Natale", relativi agli anni 1949, 1955 e 1957.

Vi segnalo alcuni passaggi veramente meritevoli.
"Con pazienza e tenacia cercheremo - insieme - i necessari accorgimenti, appresteremo i rimedi, costruiremo ancora qualcosa che ci porti più in alto, sulla lunga via che conduce a fare della nostra fabbrica un luogo civile e umana convivenza". La fabbrica come luogo di elevazione, perchè l'impresa non deve puntare solo al profitto, ma tutelare i diversi stakeholders.
"Organizzandole biblioteche, le borse di studio e i corsi di molta natura in una misura che nessuna fabbrica ha mai operato abbiamo volute indicare la nostra fede nella virtù liberatrice della cultura , affinchè i lavoratori, ancora troppo sacrificati da mille difficoltà, superassero giorno per giorno una inferiorità di cui è colpevole la società italiana.
Anche gli istruttori e i maestri e i giovani del nostro Centro Formazione Meccanici sanno che importa costruire degli uomini, forgiare dei caratteri senza i quali è vana e istruzione e cultura, perchè il volto degli uomini onesti è così importante come il nodo divino che annoda tutte le cose del mondo".
Quante volte su questo blog abbiamo elogiato il valore della lettura e delle biblioteche!

A fronte di coloro i quali parlano e parlano - talk is cheap, dicono in America - Adriano Olivetti ricorda che "la luce della verità, usava dirmi mio padre, risplende soltanto negli atti, non nelle parole". Agire è necessario, ed etico.

Con questo ricordo natalizio di Adriano Olivetti, congedo i miei lettori per il periodo natalizio, augurando a tutti buon Natale e un 2018 ricco di soddisfazioni.

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