Lo leggevo fin da ragazzo. Ricordo ancora il momento in cui mio padre mi consigliò di leggere "Il nome della rosa": rimasi affascinato dalla figura di Bernardo Gui, terribile Inquisitore. Quando uscì il film tratto dal libro di Eco, mi convinse ancora di più il Gui interpretato da Murray Abraham, che poi vinse il premio Oscar con l'interpretazione di Salieri in Mozart. Oggi sul Corriere della Sera Abraham dice: "Sono orgoglioso del mio Inquisitore, che cercava colpevoli, ma in fondo, me lo ripetevo ogni giorno sul set, voleva penetrare il mistero della vita".
Eco disegnato da Tullio Pericoli |
Eco scrive: "Tutti sappiamo che il futuro sarà sempre più dominato dal "software" a scapito dell'"hardware", ovvero della elaborazione dei programmi più che dalla produzione di oggetti che ne consentono l'applicazione. Steve Jobs è diventato quel che è diventato non perchè ha progettato degli oggetti che si chiamano computer o tavolette (che ormai li costruiscono i paesi del Terzo mondo) ma perchè ha ideato programmi innnovatori che hanno reso i computer più efficienti e creativi di quelli di Bill Gates, che fa peggio a ogni nuova versione di Windows".
Con tutti gli intellettuali italiani pesanti come mattoni, Eco ci regalava con leggerezza alcune riflessioni, che valgono bien sur a distanza di tempo.
"Quindi - scrive Eco - l'avvenire è di chi sappia ragionare in modo da inventare programmi. E si dà il caso che chi abbia fatto una tesi di logica formale, di filologia classica (come Carlo Azeglio Ciampi!, ndr), di filosofia, abbia allenato una mente più adatta a inventare programmi (che sono materia del tutto mentale) di chi abbia studiato come fabbricante di "ferraglia".
Eco visto da Pericoli |
Italiani, allora, cercate certo di coltivare un poco di più le materie scientifiche, ma vi invite alle "humanitates" non abbandonate (e non condannate a morte) gli studi umanistici. Il future è di chi sappia con mente agile unire quelle che P. C. Snow (che non aveva capito gran che) chiamava le "due culture", ritenendole irrimediabilmente separate".
Chiudo con una battuta del suo amico jazzista Gianni Coscia, che ha raccontato una telefonata con la madre di Eco, la signora Rita, che gli disse al telefono: "Gianni, convinci Umberto a fare Giurisprudenza come te. Vuole fare Filosofia. Ho così paura che rimarrà senza lavoro e morirà di fame". Gianni, con ironia, ricorda di aver risposto: "Cara Signora Rita, può stare tranquilla, perchè qualsiasi cosa farà Umberto, non morirà di fame".
Che la terra ti sia lieve, caro Umberto Eco.
Nessun commento:
Posta un commento