lunedì 19 settembre 2011

La sindrome del complotto pluto giudaico massonico. Ma sta in noi!

Qualche settimana fa l’unico leader politico europeo in canottiera - Umberto Bossi - ha dichiarato: “E’ in corso un vero e proprio complotto internazionale contro l’Italia. Dietro ai recenti sconvolgimenti ci sarebbe appunto la massoneria internazionale che vuole mettere le mani sui soldi della gente. Il piano è quello di far perdere di valore le nostre banche, in modo che se le possano comprare facilmente Francia e Germania. Se un Paese non ha più banche, è un Paese finito. Non può più decidere su che cosa puntare e su che cosa lasciare. Decidono da fuori quello che un Paese può fare e quello che non può fare”.

Quando non sappiamo con chi prendercela, invece di guardare dentro di noi, accusiamo capri espiatori inesistenti. E non facciamo alcun passo in avanti.

Ho ripreso allora in mano un articolo – Cercasi complotto disperatamente - di Mario Pirani del 1994: “In genere il complotto viene evocato di fronte a gravi calamità per scaricare su un capro espiatorio l' odio del popolo, evitando, per contro, la ricerca delle cause reali dei fatti che potrebbe ricondurre alle responsabilità dei governanti o delle classi politiche in genere. La mia generazione si è già scontrata con varie riedizioni della teoria del complotto. La prima che ricordo era quella propagandata dal fascismo che imputava al complotto demo-pluto-giudaico-massonico la volontà di impedire l' espansionismo mussoliniano: le democrazie, controllate dai ricchi ebrei, volevano impedire all' Italia di conquistare il suo Impero (Abissinia, Albania, Nizza, Savoia, Corsica e dintorni)”.

Guido Carli, Governatore della Banca d’Italia dal 1960 al 1975 scrisse – in Cinquant’anni di vita italiana (Laterza, 1993) parole memorabili: “Una delle eredità più persistenti della cultura autarchica, fascistica, è senza dubbio la sindrome del complotto internazionale. Quando gli squilibri interni raggiungono una dimensione tale da intaccare la fiducia, ecco che scatta questa mentalità difensiva, ecco il complotto internazionale, ecco comparire gli speculatori, i disertori, i pescecani che portano all’estero interi pezzi della ricchezza nazionale...La tesi che denuncia piani destabilizzanti, orditi da circoli occulti della finanza internazionale, dimostra come dal profondo della cultura italiana emerga un rifiuto istintivo per l’apertura dei mercati, per le regole della concorrenza, della libera impresa, il rifiuto del principio secondo cui il cittadino ha il diritto di esprimere un voto quotidiano sull’operato del governo, della classe politica, scegliendo se convogliare il proprio risparmio sui Titoli della Repubblica o su quelli di altri Stati”.

Mario Calabresi con grande effficacia ha scritto di recente - L’inguaribile malattia del complotto”- : “La Storia passerà avanti veloce, cambieranno gli scenari mondiali, forse ci toccherà registrare la potenza delle vendette e delle rappresaglie, ma noi non saremo stati in grado di capirle perché saremo rimasti fermi alle rassicuranti chiacchiere del bar, al sorrisetto, all’alzata di spalle”.

Sta in noi”, ripete sempre Carlo Azeglio Ciampi.

Non esistono scorciatoie.
Occorre sconfiggere gli intrecci di interessi corporativi che in più modi opprimono il Paese; è questa una condizione essenziale per unire solidarietà e merito, equità e concorrenza, per assicurare una prospettiva di crescita al Paese” ha scritto Mario Draghi nelle sue ultime Considerazioni .

Il tempo si è fatto breve.

8 commenti:

  1. Un banker intervistato sul FT: "There's no time left. We are already on the precipice".bp

    RispondiElimina
  2. Cari amici, la teoria del complotto è molto più antica! A ritroso nel tempo troviamo la costruzione artificiale dei cd «Protocolli dei Savi di Sion», falso della polizia segreta zarista e pilastro dell'antisemitismo fino alla metà del XX secolo. Prima ancora un libro dell'abate Barruel sulla Rivoluzione francese (primi dell'Ottocento) come cospirazione massonica e ancor prima un libello edito a Venezia nel 1798 in cui si accusavano i massoni della caduta della Repubblica veneta: l'autore del secondo era anche una spia del Consiglio dei Dieci. Questo per non parlare dei tanti libelli sulla 'congiura degli Spagnoli' a Venezia ai tempi della Guerra dei trent'anni. Insomma in ogni epoca è esistita una teoria complottista per il semplice motivo che spiegava ciò che si voleva, ma – essendo un complotto segreto per definizione – non si potevano rintracciare le prove.
    Se cercate tra i vecchi articoli del «Corriere» ce n'è uno di Sergio Romano ai tempi di Prodi su temi analoghi. Un saluto

    Inviato da Milesgloriosus il 19 settembre 2011 -

    RispondiElimina
  3. La reazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non si fa attendere. "Il governo ha sempre ottenuto la
    fiducia del Parlamento dimostrando così la solidità della propria maggioranza - si legge in una nota di Palazzo Chigio diffusa in prima mattinata - le valutazioni di Standard and Poor's sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche". L'Italia, prosegue la nota, "ha varato interventi che puntano al pareggio di bilancio nel 2013 e sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo".

    RispondiElimina
  4. Inviato da wikipolis il 19 settembre 2011 - 15:25
    Dott. Piccone, lei è un uomo di buone letture, si intuisce. I Ricordi tristi e civili del grande (e temo già dimenticato) Cesare Garboli hanno un capitolo intitolato "il vecchio ebreo e il giovane fascista". Le suggerisco di rileggerlo. Il futuro repubblicano (e quindi azionista) Spadolini da giovane fu fascista. Tutto gli fu perdonato perchè era giovane. Il nostro presidente della Repubblica (per anni ministro degli esteri del PCI) disse nel 1956 che "L'intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ma alla pace nel mondo". Aveva più di trent'anni, era un uomo fatto. Nondimeno fu perdonato.
    Ecco, quel che molti sembrano non capire è che ad essere in gioco oggi è qualcosa di molto più grande di quel che furono le ideologie o gli equilibri di Yalta. E' in gioco un paradigma molto più antico. Quello della santità del debito. Difendere i creditori è lecito, sostenere che non sia esistito alcuna forma di "predatory lending" e quindi non esista debito odioso non è accettabile (il predatory lending non si configura solo a livello di individui ma anche e sopratutto a livello di Stati, come il caso greco chiaramente dimostra).

    RispondiElimina
  5. Un Paese senza banche che funziona benissimo: la Repubblica Ceca. Il sistem bancario è in mani francesi, belghe, austriache e anche italiane (Unicredit), eppure il debito è basso, ha rating in miglioramento e paga a 10 anni 250 punti base meno dell'Italia: il sig. Bossi è servito.

    I Greci, sig. Anonimo, si sono indebitati perchè uno dei governi più corrotti della storia socialista ha voluto dare a tutti sapendo che tanto i debiti li avrebbero dovuti pagare quelli che ancora non votavano. L'ironia della sorte ha voluto che fosse proprio il foglio di questo politico a dover presiedere il governo ad Atene adesso che è ora di pagare, oltretutto dopo aver ottenuto la vittoria elettorale con lo slogan del padre: i soldi ci sono.
    Prima di parlare di predatori lending guarderei bene ai politici e al loro predatory borrowing a spese delle future generazioni.

    RispondiElimina
  6. http://it.finance.yahoo.com/notizie/Trader-shock-sogno-recessione-yfin-3337983101.html?x=0

    RispondiElimina
    Risposte
    1. http://www.forbes.com/sites/emilylambert/2011/09/27/trader-or-prankster-we-called-alessio-rastani-and-asked/

      Enough said...

      Elimina