Ilaria Capua |
Ilaria Capua è stata vittima di un'inchiesta che per anni l'ha costretta a difendersi da accuse infamanti, "traffico internazionale di virus, associazione a delinquere, epidemia, tentata epidemia". La cagionata epidemia è punita con l'ergastolo. La storia in dettaglio è raccontata qui.
Dopo anni di inchieste e indagini, la procura di Verona chiude il caso con il classico "Il fatto non sussiste".
Nel suo discorso alla Camera, da leggere per intero, Capua ha definito l'inchiesta “un incubo senza confini e una violenza che non solo mi ha segnata per sempre, ma che ha coinvolto e stravolto anche la mia famiglia”. Ha poi parlato con nettezza del fattore tempo e della dignità.
"Nell’affrontare ogni giorno in questa Camera la mia nuova condizione di «persona non credibile», e oltretutto accusata di crimini gravissimi, ho vissuto sulla mia pelle per oltre due anni, come la mancanza di credibilità non mi stesse permettendo di portare avanti quello per cui mi ero impegnata con i miei elettori. E qui torno alla parola rispetto – perché è proprio la combinazione del rispetto per i miei elettori ed il rispetto per me stessa che – come se fossero parte di un algoritmo – mi ha fatto comprendere che in quelle condizioni non stavo utilizzando al meglio il tempo che avevo a disposizione.
Sì, perché non ci piace pensarlo, ma ognuno di noi ha un tempo limitato che gli resta da vivere – e utilizzare al meglio quel tempo è una forma di rispetto verso se stessi e verso gli altri. Anzi un dovere. Ho sentito quindi, che fosse giunto il momento di tornare ad usare il mio tempo al meglio, di tornare nel mondo scientifico, purtroppo non in quello italiano, in un ambiente nel quale non avessi mai perso la credibilità e nel quale fossi riconosciuta ed apprezzata".
Paolo Mieli si illude se pensa che qualcuno chieda scusa.
Oggi Ilaria Capua lavora in Florida, direttrice del centro di eccellenza "One Health". Un'altro cervellone che se ne va dal Belpaese.
Adolfo Beria d'Argentine |
Signor Governatore, (...). Al convegno sul segreto bancario non ho fatto altro che ripetere...come esempio esemplare di cosa non deve fare il giudice la vicenda che Lei e Sarcinelli ha vissuto. Certo è che con il sistema di reclutamento dei giudici che, nonostante i nostri sforzi, la classe politica non vuole modificare si mette l'onore, la libertà, il patrimonio dei cittadini in mano a laureati in legge di cui si è accertato solo un minimo di conoscenza di nozioni di diritto e non altro! La stessa maturità mentale ed equilibrio viene attestata da un qualsiasi ufficiale sanitario comunale che non vuole certo mettersi contro il futuro "signor giudice"! (ASBI, Carte Baffi, Governatore Onorario, cart. 6, fasc. 19).
Chiudo con una massima di Adolfo Beria d'Argentine che vale oggi quanto mai: "Il giudice è quella persona che deve mantenere la mente fredda in un ambiente caldo".
P.S.: se volete approfondire, leggete l'intervista di Ilaria Capua a Claudio Cerasa, direttore del Foglio
Dai tempi di Baffi ad oggi vi sono state più riforme di accesso alla magistratura, e il relativo concorso è considerato ad oggi uno dei più difficili (il che non significa che premi necessariamente i migliori, ma qui ci vorrebbe un capitolo a parte).
RispondiEliminaPer quanto riguarda la vicenda Capua credo sia riduttivo considerare una persona indagata ed assolta come una vittima, così come non sempre un condannato è un carnefice.
A titolo di esempio posto il link (http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/07/05/news/capua-prosciolta-da-traffico-virus-da-intercettazioni-emerge-grande-business-1.276215) ad un articolo sulla Capua, perchè è vera l'assoluzione per tentata epidemia e gli altri reati contestati, ma non è che dai discorsi della Capua ne esca comunque un bel quadro (non penalmente rilevante sia chiaro, il che però non significa sia degno di elogio).
In conclusione, assolta sì e senza dubbio, ma sull'essere martire ho qualche dubbio.
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaChe storia triste. Ulrico Hoepli
Nella prefazione di Paolo Vitelli (vicino di banco alla Camera dei Deputati) al volume di Ilaria Capua "L'abbecedario di Montecitorio" si legge: "Ilaria si limita a osservare e descrivere, ma il messaggio che emerge dal libro mi pare sia chiaro. UN vero cambiamento non può avvenire se non si muta la cultura e I rituali della politica: la vera resistenza civile sta nel sottrarsi alla logica dell'apparire a tuttii costi per dedicarsi al lavoro spesso oscuro, lontano dai riflettori, ma paziente e laborioso servizio del paese.
RispondiElimina(...) Io, come pochi altri, so che dietro questo impegno c'è una grande sofferenza, per la rabbia, la frustrazione e il senso di impotenza di non riuscire a incidere veramente su queto mondo politico per provare a correggerlo e migliorarlo, com'era nei nostril sogni.