Uno dei miei miti è Thomas Friedman, autore del sempiterno The World is flat, libro cult da tenere sempre a portata di mano.
Settimana scorsa Friedman ha scritto un editoriale sul New York Times dal titolo Need a job? Invent it.
I giovani italiani dovrebbero ispirarsi a lui e prendere finalmente atto che il loro futuro dipende da loro stessi.
Se bisogna inventarsi un lavoro negli States, figuriamoci in Italia dove la disocccupazione giovanile è alle stelle. Dobbiamo diventare la startup di noi stessi.
Segnalo un dato interessante. Nella primavera del 2012 la Camera di Commercio di Monza e Brianza ha registrato uno storico sorpasso: il numero dei ventenni che hanno aperto un'impresa, a quota 19mila, ha superato quello dei loro coetanei assunti a tempo indeterminato.
Se la nostra generazione , una volta diplomata o laureata, doveva "cercarsi" un lavoro, oggi e soprattutto domani i giovani dovranno "inventarsi" un lavoro.
Come sostiene Tony Wagner, the Harvard education specialist, "We can teach new hires the content, but we can't teach them how to think - to ask the right question - and to take initiative".
Ecco prendere l'iniziativa. Questo devono imparare i giovani italiani, che spesso appaiono assopiti, pigri, stufi, stanchi, poco curiosi, delusi, disincantati, incapaci di darsi da fare e reagire.
Wagner sostiene che, a parte la conoscenza di base, è fondamentale la motivazione. Persone curiose, persistent e desiderose di rischiare, acquisiranno conoscenze e competenze in modo continuativo. E saranno in grado di trovare nuove opportunità di lavoro o crearne loro stessi, una volta che molte carriere tradizionali del passato scompaiono.
Questo ragionamento porta a conclusdere che le scuole e i metodi di insegnamento devono cambiare profondamente: Se l'educazione oggi dei ragazzi ha come obiettivo rendere uno studente "pronto per l'università", in futuro deve tendere a renderlo "innovation ready", ossia che sia pronto a dare valore in modo innovativo a tutto ciò che farà.
Nelle parole dell'esperto di Harvard University: "Reimagining schools for the 21st-century must be our highest priority. We need to focus more on teaching the skill and will to learn and to make a difference and bring the three most powerful ingredients of intrinsic motivation into the classroom: play, passion and purpose.”
Appassionatevi, incuriositevi, vivete le vostre passioni e scavate in profondità come invita a fare il sempiterno Carlo Azeglio Ciampi.
Non vorrei fare il bastiancontrario, ma siamo sicuri che dietro il boom di imprese aperte dai giovani non si celi l'incompleta transizione a una diversa gestione dei rapporti di lavoro?
RispondiEliminaSuona un po' strano questo boom imprenditoriale nel momento di forte restrizione creditizia. Tutte imprese basate su intangible?
Luca Filippa
Credo anch'io che in questo dato di Monza ci siano molte partite iva camuffate da imprese. Credo anche che nel dato disaggregato ci siano molte imprese gestite e fondate da extracomunitari, che arricchiscono il panorama delle micro-imprese.
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