lunedì 7 maggio 2012

#Monti, fai presto! Non decidere è decidere. Ascolta JFK

Il 10 novembre 2011 il Sole 24 Ore decise di titolare a tutta pagina “FATE PRESTO”. Il Direttore Roberto Napolitano scrisse: “Oggi il titolo l'ho rubato a Roberto Ciuni e a un quotidiano glorioso, il Mattino di Napoli. “FATE PRESTO” per salvare chi è ancora vivo, per aiutare chi non ha più nulla" titolava così, a caratteri cubitali, tre giorni dopo il terremoto del 23 novembre dell'80 che sconvolse l'Irpinia, migliaia di morti e una terra straziata. Le macerie di oggi sono il risparmio e il lavoro degli italiani, il titolo Italia che molti, troppi si ostinano a considerare carta straccia: un «terremoto» finanziario globale scuote le fondamenta del Paese, ne mina pesantemente la tenuta economica e civile; la credibilità perduta ci fa sprofondare in un abisso dove il differenziale dello spread BTp-Bund supera i 550 punti e i titoli pubblici biennali hanno un tasso del 7,25%”.

Il 12 novembre il Presidente del Consiglio sale al Quirinale e rimette il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica.

A tempo di record, il 13 novembre 2011, Napolitano conferisce a Mario Monti l'incarico per la formazione di un nuovo governo. Il 16 novembre Monti scioglie la riserva e propone al Presidente della Repubblica la lista dei Ministri per la nomina, priva di personalità politiche.

Sono passati sei mesi, siamo in maggio e Monti è perfettamente consapevole che bisogna “Fare presto”. Le riforme strutturali non possono attendere.

Il banchiere centrale Lorenzo Bini Smaghi in un recente intervento sul Financial Times ha scritto: “Amid the eurozone cacophony, the growth rhetoric sounds nicer than the austerity refrain. But the challenge is to translate rhetoric into facts, especially in countries where market conditions provide no room for deficit spending. Structural reforms are a well-known recipe. While necessary, they take time to produce their effects on growth and employment. So they might not be sufficient to pull the eurozone economy out of stagnation over the next couple of years and to restore market confidence".

Proprio perchè le riforme strutturali – riduzione dell’abnorme spesa pubblica, riforma per accelerare i tempi della giustizia (enforcement, first!), liberalizzazioni (consiglio di rileggersi Controtempo dell'economista Salvatore Rossi, Laterza) - necessitano di tempi lunghi, è opportuno intervenire al più presto.

Suggeriamo quindi il prof. Monti di rileggere John Fitgerald Kennedy, che in un memorabile discorso disse: “The great French Marshall Lyautey once asked his gardener to plant a tree. The gardener objected that the tree was slow growing and would not reach maturity for 100 years. The Marshall replied, 'In that case, there is no time to lose; plant it this afternoon!'



1 commento:

  1. pier luigi bonanate11 mag 2012, 09:29:00

    Divertente l'aneddoto sul generale Lyautey (impronunciabile) e profondamente vero.
    Peccato che il generale, dopo avere con lungimiranza detto che la guerra del 14-18 era una folle guerra civile tra europei, abbia chiuso (1933) simpatizzando per Mussolini e non abbia potuto vedere che quest'ultimo si sarebbe macchiato, anni più tardi, della stessa follia!.

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