lunedì 19 dicembre 2011

In memoria di Tommaso Padoa-Schioppa, splendido civil servant

Venerdì scorso il Governatore di Banca d'Italia Ignazio Visco - Conference in memory of Tommaso Padoa-Schioppa - ha così ricordato Tommaso Padoa-Schioppa (per i giornalisti TPS), uno dei padri dell'Euro, banchiere centrale in BI e alla BCE, scomparso il 18 dicembre 2010: "For many of us Tommaso was more than a colleague; he was also a friend and a mentor. You could always count on his advice, his ability to anticipate and find concrete solutions to problems. Conversation with him was always enlightening; you benefited from having your ideas challenged, you sharpened your reasoning, you learned, from his example, how to deliver results. In the year since his untimely death I have often missed his wisdom and acumen, his lucid vision of the road ahead, and I have often found myself trying to guess what his advice would have been at a time when we face so many difficult challenges in Italy, his native country, and Europe, the ideal to which he devoted much of his life".

Un ricordo personale prima di descriverne la figura di splendido civil servant.

Era il 1993, all’ultimo anno di Bocconi, al termine di un convegno in Via Romagnosi all’allora Centro Congressi Cariplo, avvicino sgomitando TPS mentre sta assaggiando il risotto del buffet e chiedo: “Io vorrei fare una tesi sulle nuove disposizioni del Comitato di Basilea, cosa può suggerirmi?”. TPS mi sorrise e disse: “Scriva a Basilea alla Banca dei Regolamenti Internazionali, facendo il mio nome”. E così feci, indeciso se scrivere in tedesco o in inglese. Dopo pochi giorni il portinaio mi citofonò - io allibito abituato al muro di gomma delle istituzioni italiane - per dirmi che era appena arrivato un pacco proritaire da Basilea. Erano i working paper per la revisione di Basilea I di cui si stava discutendo nei consessi internazionali. E così scrissi la mia tesi “Strumenti derivati e autorità di vigilanza: rischi e requisiti patrimoniali”.

Nato a Belluno nel 1940, TPS si laurea alla Bocconi ed entra in Banca d’Italia. Disse: “Appartengo a una generazione nella quale era molto diffuso il richiamo di un impegno pubblico”.

Fece carriera velocemente scalando i gradini della rigida piramide gerarchica di Via Nazionale, entrando nel Direttorio fino a diventare vice-direttore generale.

Dal 1979 al 1983 TPS è Direttore Generale per gli Affari economici e finanziari della Commissione Europea a Bruxelles e inizia il lungo e fertilissimo ruolo svolto nella costruzione europea.

Alla fine degli anni ’80, Ciampi affidò a TPS – suo amico personale - l’incarico di seguire i lavori preparatori del Trattato di Maastricht, in qualità di membro autorevole del Comitato guidato da Jacques Delors.

Lucido elaboratore di pensiero raffinato, fu colui che teorizzò il Quartetto Inconciliabile. All’interno di un’area economica (allora la Comunità Economica Europea), non possono coesistere quattro fenomeni, che erano anche gli obiettivi della CEE:

1) Libertà di circolazione di merci e di servizi;
2) Libertà di movimento dei capitali;
3) Tassi di cambio fissi;
4) Politiche monetarie - dei singoli stati - autonome

A quell'epoca, i vari Paesi della Comunità Economica Europea (ora Unione Europea) mantenevano alcune limitazioni agli scambi e, soprattutto, alla circolazione dei capitali. Queste vennero via via eliminate tramite il programma del Mercato Unico e la liberalizzazione dei movimenti di capitali. Alla fine degli anni '80 i primi due obiettivi erano stati raggiunti; bisognava scegliere tra gli ultimi due. Nel 1982 Padoa-Schioppa propose di eliminare il terzo fine (politiche monetarie indipendenti) e di creare una moneta unica per tutti gli stati appartenenti all'Unione, gestita da un'unica Banca Centrale Europea. TPS: “Se vogliamo insistere nell’avere politiche monetarie autonome, prima o poi salteranno i cambi fissi o si comincerà a ridurre la libertà di movimento di capitali”. Il Rapporto Delors dell'aprile 1989 appoggiò questo punto di vista proponendo un'Unione Monetaria Europea con un'unica moneta. Padoa-Schioppa si occupò allora della creazione della nuova Banca Centrale Europea.

Quando Ciampi venne chiamato alla presidenza del consiglio nel 1993, TPS era il candidato naturale alla successione di Governatore di Banca d’Italia. Gli si contrappose Lamberto Dini e tra i due litiganti vinse Antonio Fazio, le cui telefonate notturne con il banchiere Fiorani (in cui gli comunica l’appoggio pancia a terra per il blocco della scalata degli olandesi di ABN ad Antonveneta) – “Tonino, ti bacio sulla fronte”, disse al Governatore poco dopo la mezzanotte il cattolicissimo Legionario di Cristo Gianpi Fiorani - leggeremo disgustati in seguito.

Verrà chiamato successivamente alla presidenza della Consob e nominato nel 1998 quale membro italiano nel Comitato Esecutivo della neonata Banca Centrale Europea. Rimase fino al 2005 per cedere il posto a Lorenzo Bini Smaghi, che così lo ha ricordato: “Aveva la grande capacità di far lavorare le persone e motivarle. E a questo aggiungeva un talento innato nel destrutturare i problemi; li decomponeva in vari singoli aspetti per risolverli e trovare una risposta al problema da cui era partito. In questo senso più che uno dei padri è stato uno dei “costruttori” della moneta unica. Un idealista ma anche un uomo molto concreto”.

Nel 2006 Prodi lo chiamò come Ministro dell’Economia del suo governo. Fu in tale occasione che uscì pubblicamente con due dichiarazioni che fecero molto discutere:

1. “Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima. E’ un modo civile di contribuire a beni indispensabili”. Fu massacrato ma aveva ragione lui. In un Paese dove evadere è lo sport nazionale – ogni anno leggiamo con nonchalance che i gioiellieri dichiarano in media 13mila euro di imponibile, molto meno di un operaio – dire una cosa del genere è uscire dall’ipocrisia;

2. “Mandiamo i bamboccioni fuori di casa. Incentiviamo a uscire di casa i giovani che restano con i genitori, non si sposano e non diventano autonomi “ (4 ottobre 2007). Tutte le analisi disponibili, dal Censis all’ISTAT a Italia Futura ci illustrano come i giovani restino legati alle famiglie di origine coccolati e viziati. Ma con troppi agi e senza fatica – vedi il post la fatica è bella – non si va da nessuna parte. “Il sacrificio non è mai sterile”, diceva Giuseppe Mazzini.

Solo l’Europa può spingere il mondo sulla via aurea; ma per poterlo fare deve percorrere la propria via aurea sino in fondo. Ciò significa procedere dall’unione economica e monetaria, compiutasi con l’euro, all’unione politica. E unione politica vuol dire un’unica capacità di decisione e di azione in materia di immigrazione, sicurezza, difesa, lotta alla criminalità; un’unica presenza nelle sedi della cooperazione e nei negoziati internazionali in campo commerciale, finanziario, ambientale, scientifico” (TPS, Dodici settembre, Rizzoli, 2002, p. 122). E la zoppìa di cui parla Carlo Azeglio Ciampi, vedi post.

Learn, earn, serve – studiare, guadagnare, servire – sono le tre distinte fasi della vita attiva di una persona completa secondo la saggezza della società americana di un tempo. Crediamo che Tommaso Padoa-Schioppa abbia servito l’Italia con eccezionale talento.

Caro Padoa-Schioppa, se l’Italia si è salvata con l’ingresso nell’euro - eh sì, cari padani - e la politica delle mani legate (copyright Giavazzi, Favero), lo si deve anche a te.

Adesso ci troviamo di fronte a una svolta decisiva. Tornano in mente le parole di TPS: “Italy is like a cyclist who is capable of extraordinary sprints to catch up with the group, but incapable of taking the lead or breaking away. It seems that only the anguish of lagging behind and the nightmare of being excluded enable us to summon up the energy and the will to do our best”.
Dobbiamo pedalare senza aspettare la volata. Nelle emergenze gli italiani danno il meglio. E' nella routine che siamo disastrosi.

Ti sia lieve la terra.

P.S.: per approfondimenti si consiglia:

Mario Pirani, Il futuro dell’economia, Cap XIII, Le virtù salvifiche di Maastricht, Mondadori, 1993
Tommaso Padoa-Schioppa, Europa, forza gentile, Il Mulino, 2001
Tommaso Padoa-Schioppa, Dodici Settembre. Il mondo non è al punto zero, Rizzoli, 2002
Tommaso Padoa Schioppa, La veduta corta, Il Mulino, 2009

2 commenti:

  1. Tommaso Padoa Schioppa mente finissima, a volte purtroppo considerato meno di quello che era il suo reale valore. Anche lavorano per il Governo Prodi ha dimostrato la sua abilità lasciando l'Italia, checché se ne dica, in una situazione postiva (si veda lo spread btp-bund alla fine del Governo Prodi).
    Come molti altri personaggi del panorama italiano, ci ha lasciato troppo presto, avrebbe potuto dare ancora molto al Paese, chi lo sa, magari anche proprio in questo governo.
    Le sue esperienze in Banca d'Italia e alla BCE sono la dimostrazione che si può essere tanto italiani quanto europei. Lui lo era entrambi.
    Fabio Pedroncelli

    RispondiElimina
  2. Lo hai definito civil servant e mi sembra appropriata la definizione. In quanto chi meglio di un civil servant sottoline l' importanza delle responsabilità che ciascuno di noi ha nei confronti del proprio Paese,che si esplica anche con il pagamento delle tasse.E'suonata di certo impopolare la Sua visione ma ahime l'educazione al senso civico è assai ardua e dolorosa talvolta. Meno male che qualche voce si è levata in proposito...
    Grazie Tommaso Padoa Schioppa.
    Lucia.

    RispondiElimina