mercoledì 9 novembre 2011

Studiare duramente, unico antidoto alla povertà

Mio figlio Francesco l’altra sera mentre lo mettevo a letto, mi ha detto: “Papi, io ho paura di diventare povero”. E perchè hai questa paura, ho replicato? “Perchè ho visto un signore in metropolitana per terra, accucciato, che mi chiedeva dei soldi”.

Io allora per seminare un po’ di sano ottimismo e responsabilità ho risposto: “Chicco, se studierai nella vita, duramente e con costanza, non avrai problemi di reddito o di soldi, e potrai vivere anche più felice perchè i libri ti terranno compagnia”.

Avrei voluto citare Luigi Einaudi: "Conoscere per deliberare” era la massima del Governatore della Banca d’Italia e Presidente della Repubblica, colui che era solito dividere una pera con i commensali al Quirinale per paura di sprecare qualcosa – vedasi il post Luigi Einaudi, la corruzione e le pere indivise

Riccardo Faini
Mi è capitato di rileggere un intervento di Mario Draghi in ricordo dell’economista Riccardo Faini, prematuramente scomparso.
Draghi sostenne: “L’istruzione incrementa l’efficienza dei processi produttivi, particolarmente in fasi di rapido progresso tecnico. Come sottolineava Riccardo, un livello avanzato di conoscenze è essenziale per innovare e, attraverso l’imitazione, per sfruttare le opportunità tecnologiche che si rendono disponibili. La diffusione delle idee e il miglioramento delle prospettive di remunerazione danno ulteriore impulso al progresso tecnico e agli investimenti in istruzione. Ma l’impatto del sistema di istruzione sull’economia non si limita al contesto produttivo; è essenziale per la condivisione delle regole civili che innervano la nostra società. L’istruzione accresce la mobilità sociale, si associa a migliori condizioni di salute, aumenta la speranza di vita”.

Draghi chiuse così nel settembre 2007 il suo intervento: “Riccardo ha offerto pensiero e vita alla politica economica nel nostro paese. Ha illuminato le complessità del reale, ha combattuto la pigrizia culturale, ha espresso con passione e franchezza le sue opinioni. Di questi esempi l’Italia ha ancora bisogno”.

Riprendo l'opinione di Craig Barrett, presidente di Intel, tratta da Il mondo è piatto (Thomas L. Friedman Mondadori, 2006): "Il tenore di vita è collegato con il valore aggiunto medio della tua forza lavoro e questo è legato al suo livello medio d'istruzione. Se il livello di istruzione della tua forza lavoro si riduce in rapporto a quello della concorrenza, si riduce  anche il tuo tenore di vita".

Thomas L. Friedman nel suo fantastico libro spiega chiaramente come la mediocrità professionale non è mai stata un vantaggio, ma in un mondo protetto da mura si poteva guadagnare uno stipendio decente anche se si era dei mediocri.

Parafrasando Friedman, dico a miei studenti: "Ragazzi, finite i vostri compiti, approfondite, non surfate su google e basta. Date seguito alla vostra curiosità e al desiderio di sapere, perchè in Cina e India la gente è affamata dei vostri posti di lavoro".

Per tranquillizzare Francesco ho ripescato un antico proverbio cinese: "Chi si alza prima dell'alba trecentosessantacinque giorni l'anno non mancherà di arricchire la sua famiglia". Stasera, quando lo metto a letto, glielo dirò. Speriamo non venga poi a svegliarmi all'alba.

8 commenti:

  1. Caro Beniamino,

    non si può che essere d’accordo! Ma… siamo sicuri che sia proprio così semplice? Mi è capitato di incontrare persone che hanno dedicato la vita allo studio, alla propria crescita individuale e anche all’impegno nei confronti degli altri, senza, purtroppo, avere un livello di vita adeguato… E non si parla di ricchezza, naturalmente…

    Perdona il pessimismo di chi, come me, è per natura ottimista… anzi, non direi il pessimismo, ma il realismo, purtroppo… D’altra parte, in un mondo in cui – come mi faceva notare recentemente un professore di Oxford che ho ascoltato a un convegno s Grenoble – il 90% della ricchezza globale è nella mani del 10% della popolazione… cosa possiamo sperare? E’ evidente che, non dico tutto, ma molte cose dovrebbero essere cambiate…



    Ciao!

    Gianni Ravelli

    P.S. Comunque, la risposta a Francesco è l’unica che anch’io avrei dato…

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  2. condivido l' articolo senz' altro, e mi ripropongo di leggerlo con piu' attenzione.

    stando ai consigli che hai dato a tuo figlio, mi permetto di darti un consiglio anch' io.
    perche', invece di usare il termine studiare "duramente" m non usi il termine studiare "intensamente e tenacemente"?
    sembra una stupidaggine, ma nella mente di un bambino , e soprattutto nell' inconscio, il termine "duro" puo' avere delle forti connotazioni negativem e comunque viene associato a qulche ostacolo o limitazione , ed e' normale che l' incoscio possa cercare scappatoie.
    l' intensita' invece e' un qualcosa che viene da noi e che ha a che vedere con la nostra "forza interiore" e quindi e' una "conquista".quindi diventa una gioia , perche' e' una propria meta.
    ci vediamo oggi pomeriggio
    m.flaminia

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  3. sei davvero un inguaribile romantico..un po' come me che nel percorso casa-scuola la mattina urlo come un mantra ai miei figli ..." studio è libertà".." studio è libertà"...io ci ho creduto ma loro?? si fideranno dopo quello che vedono in Italia oggi??( Minetti, Trota,Gelmini,Carfagna,Schifani, Scillipoti....)ciao, claudia

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  4. Caro Beniamino,
    forse avrei dato la medesima risposta sia a mio figlio che a qualsiasi bimbo o giovane che si sta affacciando alla vita ma in cuor mio sono abbastanza sfiduciata;il dipanarsi del contesto socio,politico e culturale di questi anni non è stato per me affatto incoraggiante!E'vero in Cin
    a ed in India sono affamati dei nostri posti di lavoro : ho potuto proprio constatarlo......
    In un piccolo manualetto trovaii anch'io un prov
    erbio cinese sullo studio: "Spegni il lume allo scoccare delle tre del mattino e svegliati con i
    l canto del gallo alle cinque:ecco che cosa dimo
    stra la forza di volontà di uno studente!. Inutile dire che metterlo in pratica è quasi impossibile. Grazie dei tuoi sempre interessanti scritti.Ciao.Lucia

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  5. Come sempre assolutamente d'accordo.

    Mi ripropongo la lettura del libro di Friedman; il post mi ha particolarmente colpito, forse perchè nel mio campo, nello specifico, queste parole suonano come mai assolutamente coerenti e attuali.

    Lo sviluppo tecnologico è assolutamente costante e veloce, e lo studio è solo una base di partenza; l'aggiornamento è fondamentale, e deve poggiare su basi solide.

    Spostando poi il paragone su chi ci governa e chi prende decisioni (capisco che può apparire quantomeno irriverente il confronto tra un 28enne e un politico medio che ha almeno il doppio della mia età), se è vero ciò che sostiene Barrett (e io sono d'accordo con lui), la sensazione di "distacco" tra chi gestisce algoritmi di pricing e chi spara parole retoriche al vento non avendo minimamente cognizione dei segnali che i mercati comunicano è semplicemente disarmante.

    Al prossimo post, ciao Mattia

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  6. sono un figlio un giovane studente che vorrebbe darvi il suo punto di vista!. Molti giovani sono al corrente che il futuro che li aspetterà sarà denso di sfide, a tutto campo! Aumento della popolazione, cibo, risorse naturali, inquinamento e quant'altro. Questo non ci scoraggia ci fortifica e lo studio potrà essere l'arma della nostra vittoria, ma non penso della ricchezza materiale..per quella bisognerà lottare, ma non penso in fondo che sia poi così rilevante!.
    Federico

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  7. Devo dire una risposta impressionante. Non avrei saputo rispondere così bene!
    Elena

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  8. assolutamente d'accordo con lei... credere sempre nello studio è fondamentale e me ne sto accorgendo in questo ultimo periodo... tuttavia credo che per poter studiare nel modo giusto, ci debba essere anche un tipo di istruzione che ti porti a farlo...e direi che in generale l'istruzione italiana non sta molto aiutando...

    elisabetta

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