lunedì 24 ottobre 2011

La crisi dell'Eurozona, la zoppìa europea e l'impraticabilità degli Eurobond

E' da 4 anni che si susseguono vertici dell'Eurozona, ma non si vede la fine della crisi. Il prossimo appuntamento è mercoledì quando in teoria l'Italia - sotto l'ultimatum di Merkozy - risponderà con misure per la crescita.

Non si risolvono problemi strutturali con misure congiunturali.

Torniamo al problema che Carlo Azeglio Ciampi ha definito la zoppìa europea, cioe' alla mancata sovranita' fiscale in mano all'Unione. Ne abbiamo parlato diffusamente nel dicembre scorso con un post ad hoc L'Irlanda e la zoppìa dell'Europa.

Cos’è la zoppìa? La zoppìa è il non completamento dell’Unione politica europea, dopo aver creato l’Unione Monetaria. Non si è riusciti a completare il progetto istituzionale dei padri fondatori dell’Europa. E se non c’è governo europeo, la costruzione europea scricchiola. Come tutte le crisi, anche questa ultima può servire per sensibilizzare i cittadini europei che bisogna fare un salto in avanti e colmare la zoppìa.

Approfondiamo il termine zoppìa, rifacendoci all’imprescindibile Carlo Azeglio Ciampi (Da Livorno al Quirinale. Storia di un italiano, Il Mulino, 2010, p. 163): “Alla moneta unica, cioè a un fatto squisitamente europeo, non si è accompagnato un coordinamento della politica economica europea. Si è fatto l’eurogruppo, il gruppo dei paesi dell’Unione europea membri dell’Unione monetaria, e aventi tutti come moneta l’euro. Ma l’eurogruppo non si è mai istituzionalizzato in maniera piena; l’eurogruppo non ha assunto poteri maggiori. All’interno dell’Ecofin, l’eurogruppo funziona come un organo di consultazione; ma, ripeto, non ha mai avuto poteri decisionali, a cui debbano adeguarsi tutti i paesi dell’euro. Io penso che se fossero rimasti in carica per qualche anno in più alcuni ministri che hanno vissuto la creazione dell’euro, avremmo compiuto questo passo necessario, indispensabile: far corrispondere ad una Banca Centrale Europea un unico governo coordinato dell’economia europea, con alcuni poteri sovranazionali”.

Si andra' inevitabilmente in quella direzione comprando tempo per riscrivere i Trattati.

Sarà necessario rivedere l'impostazione di base di Basilea,  imponendo alla banche requisiti patrimoniali anche per attivita' in Titoli di Stato - oggi esenti - le quali abbiamo visto non essere più prive di rischio, ma soggette a un forte rischio Paese e di controparte.

Le anime belle pensano che la soluzione stia negli Eurobond, bond emessi dall'Unione Europea a tassi favorevoli rispetto agli spread attuali pagati dai Paesi periferici.

Gli Eurobond di fatto significano per la Germania garantire l'intera Europa. Non e' praticabile ne' auspicabile. Non si puo' risolvere un problema di debito eccessivo degli Stati - tutta l'Europa ormai nell'intorno del 100% di debito/pil - con nuovo debito (Eurobond).

La vera causa della crisi e' la politica dei singoli Stati periferici, incapaci di affrontare le riforme strutturali che aumentano la competitivita' dei Paesi. La Germania lo ha fatto - e Schroeder (SPD) ha perso le elezioni per questo.
E' imprescindibile uno stop serio alla spesa pubblica con in primis metodo contributivo per tutti fin da domani mattina. Basta sussidiare il sistema pensionistico per non avere altre risorse per il welfare - siamo l'unico Paese in Europa a non avere un sussidio universale di disoccupazione.

Come conclude stamane Franco Venturini in prima pagina sul Corriere della Sera "L’unione fiscale che ha in mente la signora Merkel è un sistema che controlla in anticipo le finanze di ogni Stato membro dell’eurozona e affida a un futuribile organismo di Bruxelles il compito di comminare sanzioni automatiche in caso di violazione anche minima delle regole concordate. Cambiare i Trattati non sarà facile, ma l’Italia è avvisata".

Frau Merkel ha idee chiare: mandiamo a casa Tremonti e Venizelos (Ministro delle Finanze greco) e diamo piani poteri a un SuperMinistro Europeo dell'Economia, che abbia il compito di uniformare le regole fiscali in Europa.
Se in Germania si va in pensione a 67 anni con il metodo contributivo - tanto hai versato, tanto ricevi - come mai in Italia si può andare a 58 anni con il sussidiato metodo retributivo -se hai diritto a una pensione di 600 euro, ricevi una pensione di 1.500 Euro e quindi 900€ li paga Pantalone?

Chiudiamo con l'economista Stefano Lepri - Sovranità ridotta per salvarsi: "L’Italia appare oggi come il caso limite di una irresponsabilità dei governi nazionali verso gli interessi collettivi europei che non è più compatibile con l’unione monetaria. Per andare avanti sarà richiesta a tutti una rinuncia parziale di sovranità; a tutti, anche alla Germania che per ora preferisce il soccorso alle proprie banche all’aiuto per la Grecia, benché il primo costi assai più caro del secondo. Il processo decisionale europeo è lento in modo esasperante, per colpa di tutti; ieri abbiamo veduto emergere il timore che la paralisi italiana lo faccia deragliare una volta per sempre".

3 commenti:

  1. In Italia purtroppo non si intravede una classe politica capace di scelte antipopolari, sia a destra che a sinistra. Un barlume di speranza viene forse da chi guida le amministrazioni locali (es. Firenze, Verona, Torino con Chiamparino), perchè - abituati ad essere valutati per l'operato concreto o il mancato operato - hanno compreso che alle parole devono subito seguire i fatti.
    Dagli altri politici di dx,sx e centro aspettiamoci il nulla, speriamo quindi in un terremoto 8° Richter circoscritto ai soli Palazzi del governno durante il prossimo voto di fiducia... scherzavo

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  2. Alessandra scherzava....ma non troppo credo. Il paese ha bisogno di riforme dure e serie non certo la pagella via mail e il certificato di malattia in line....

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  3. La scusa è sempre pronta: non ci sono soldi. Poi si scopre che i soldi ci sono per le scuole private, i farmacisti, i notai,...
    Come Giavazzi e Alesina illustrano oggi sul Corriere ci sono molte riforme a costo zero. Ma non le si vuole approvare perchè costano politicamente. E siamo fermi e viviamo d'inerzia. Così è se vi pare, diceva Pirandello. bp

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