mercoledì 18 maggio 2011

La Germania cresce e l'Italia è ferma. Non sappiamo distinguere tra emergenza ed importanza

Nell’ultima settimana abbiamo scoperto che il PIL della locomotiva tedesca viaggia verso una crescita tendenziale di 4,9% contro l’esiguo 1% dell’Italia.

Il Sole 24 Ore indica i fattori competitivi tedeschi: alta produttività, ricerca, export che vale il 50% del Pil, infrastrutture. Tutto giusto. Ma alla base c’è una sana concezione del lungo termine e della fondamentale analisi delle priorità e della distinzione tra importanza e emergenza. Tra importanza e urgenza. I tedeschi si focalizzano sulla prima, noi sempre e solo sulle emergenze.

Sono passato domenica a salutare mia madre, in compagnia dei miei figli. Mentre il risotto – specialità di mia madre, lombarda doc - era in preparazione, sono passato in libreria alla ricerca di un libro. E con grande soddisfazione, l’ho trovato.

Si tratta di un mio mito personale, Gioele Dix, comico che ho iniziato ad apprezzare quando ero ragazzo seguendo il Maurizio Costanzo Show.

Sto parlando del Manuale del vero automobilista (M.M. Edizioni, 1991), che mi permette di affrontare la distinzione fondamentale tra importanza ed emergenza.

Dix: “In Italia le LUCI DI EMERGENZA vengono usate in qualunque caso emerga: un’idea, uno spunto, un impegno, una necessità inderogabile (per esempio, comperare le paste per i bambini). Gli eventuali ingorghi creati dall’improvvisa sosta lasciano indifferente l’automobilista in emergenza. L’accensione delle apposite luci è considerata, infatti, una forma ineccepibile di autocertificazione.


Ben diverso è l’uso che delle LUCI DI EMERGENZA fanno gli automobilisti in Germania, paese nel quale, non a caso, esse sono state concepite ed adottate per prime. E’ il concetto stesso di emergenza ad essere profondamente differente in quel PAESE”.

Gioele Dix prosegue nella sua ironia citando un fantomatico famoso automobilista tedesco, che ha raccolto le sue memorie di vita alla guida della propria Mercedes:

Mi trovavo nella Foresta Nera, era notte fonda e la mia macchina proprio non ne voleva saperne di ripartire...mi resi conto che una tormenta di neve del genere non l’avevo mai vista e tutti quei lupi affamati che circondavano l’automobile proprio non mi mettevano tranquillo...intravidi, là avanti, un gran numero di TIR: capii subito che stavano per cominciare la solita gara “del chilometro lanciato a fari spenti” proprio nella mia direzione...giusto in quel momento, comparvero un centinaio di neonazisti armati ed era chairo che mi avrebbero fatto fuori....fu allora che decisi di accendere le luci di emergenza”.

Nadia Urbinati
Chiudiamo con una riflessione della scienziata della politica alla Columbia University Nadia Urbinati – La continua emergenza, Repubblica 28.11.10 – scrive: “Ma la logica dell´emergenza è che, se tale deve essere, non può passare mai. L´emergenza è come fermare l´orologio: impedire che dall´emergenza si snodi l´evoluzione del caso e diventi un problema da risolvere. Emergenza permanente significa anche notizia spettacolare dell´evento, solo dell´evento”.

1 commento:

  1. Boris Becker oggi su Repubblica: "Le piace la signora Merkel?Moltissimo: le donne sanno governare e lei ha grandi doti da manager. Il paese funziona in un equilibrio intenso tra economia e rispetto della civiltà". Grandi Bum, Bum Becker, sei sulla nostra linea.

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