mercoledì 2 marzo 2011

Affittopoli e il Pio Albergo Trivulzio: è cambiato qualcosa da Mani Pulite?

Abbiamo qualche giorno fa – nel post sul federalismo fake - citato lo splendido libro di Gianrico Carofiglio, La manomissione delle parole (Rizzoli, 2010). Lo citeremo anche nel prossimo futuro perchè in questo paese è un continuo prendere le parole e utilizzarle a capocchia.

I fatti: a 19 anni da Mani Pulite – partita dall’arresto di Mario Chiesa, Presidente del Pio Alberto Trivulzio (PAT) – siamo ancora qui a meravigliarci della mala gestio, della corruzione, delle case sfitte, dei prezzi fuori mercato, dei favori ai politici e agli amici degli amici. Nulla è cambiato, ahinoi.

I consiglieri del PAT – attaccati alla poltrona – dopo lunghe titubanze e inascoltate richieste di dimissioni, al momento dell’azzeramento del Cda non hanno avuto altro da dichiarare che: “Siamo stati vittime di una gogna mediatica”.
Ma siamo fuori di testa! Ma quale gogna mediatica, siamo nel Paese dei balocchi, con asini che governano a danno degli ingenui.

Mario Chiesa
Prendiamo a prestito le parole della Lega, che - bontà sua - ha indicato dal 1994 ad oggi ben 19 tra presidenti e membri del cda tra PAT e Golgi Redaelli: “Il PAT è una porcilaia in cui mettere ordine”.

Sentiamo due autorevoli riferimenti, Marco Vitale e Valerio Onida.

Vitale: ”Al Trivulzio siamo di fronte allo scempio di un patrimonio pubblico usato come strumento per aiutarte amici e amici degli amici. Trabucchi (il presidente del PAT, ndr) deve andare a casa senza troppe storie...Per la giunta Moratti, che ha amministrato la città in questi anni, si imporrebbe una riflessione seria”.

Valerio Onida
Il Presidente emerito della Corte Costituzionale, nonchè Presidente della neonata Associazione Città Costituzione – convinta che il degrado delle istituzioni comuni sia reso inevitabile da una cultura dell'autosufficienza dell'interesse individuale – Valerio Onida ha dichiarato: “Il caso del PAT riguarda prima di tutto il come dia stato gestito un ente pubblico che ha finalità assistenziali. Un patrimonio come questo può essere amministrato per produrre reddito da impiegare per fini statutari, o con un utilizzo diretto per scopi che rientrino delle finalità, come contribuire al fabbisogno di case a prezzi contenuti. Se stiamo parlando della prima ipotesi, bisogna controllare che gli affitti siano a prezzi di mercato, che la riscossione sia garantita. Nel secondo caso, andrebbero applicati criteri oggettivi, graduatorie e simili, come per le case popolari. In entrambe le situazioni, però, va osservata la massima trasparenza”.

Il costo del personale del PAT è tutto sbilanciato su infermieri e medici, il tutto per una cifra pari a 58 milioni di euro. A quanto ne sappiamo le persone che si occupano a tempo pieno del patrimonio immobiliare a reddito sono quattro – due geometri, un tuttofare e una segretaria. Un po’ pochine, direi per amministrare un patrimonio di 500 milioni di euro.

Presi dalle cose urgenti, hanno per forza di cose dato poca importanza alle cose importanti. Mai confondere l’importanza con l’urgenza! Ricordiamoci del grande economista Paolo Sylos Labini che classificava le persone a seconda della capacità di stabilire un corretto ordine di priorità.

Evidentemente dall’alto non si è ritenuto importante monitorare le diverse scadenze contrattuali per adeguare i canoni ai prezzi di mercato - e proporre l’adeguamento post equo canone. Così avremmo evitato di leggere degli affitti – ai soliti noti, ma certo - ampiamente sotto il presso di mercato.

Certamente non si possono accusare gli inquilini di pagare cifre basse. Quando mai un conduttore scrive al proprietario per rivendicare un aumento dell’affitto? E’ la proprietà che deve tutelare e far rendere il suo patrimonio – lasciato in donazione da milanesi doc (che si rivolteranno nella tomba). E non trascuriamo il fatto che molti appartamenti hanno affitti bassi perchè richiedono ingenti lavori di ristrutturazione.

Segnaliamo peraltro che il PAT ha case sfitte da anni. In tutto 107 abitazioni a Milano e 47 fuori città, oltre a 32 box vuoti a causa di grossi problemi di infiltrazione.

Francesco Saverio Borrelli
Chiudiamo con Francesco Saverio Borrelli (Procuratore capo ai tempi di Mani Pulite): “Quanto è accaduto mi scandalizza. Il segno di una certa disinvoltura nella gestione della cosa pubblica. Fa parte di quella cultura dell’illegalità e insensibilità civile che purtroppo caratterizza non da oggi l’atteggiamento del cittadino medio nei confronti della cosa pubblica”.

3 commenti:

  1. Ciao Beniamino,
    sono Anna tua lettrice e affittuaria del Copat.
    Non ho pagato tangenti e non conosco politici, ho fatto regolare domanda per un alloggio esposto negli elenchi dell'albo pretorio nel 1998 e dopo diversi mesi, ormai non ci pensavo più, dal Pat mi chiamarono dicendo che ero risultata assegnataria di un alloggio in indirizzo a Milano diverso da quello richiesto, "lo vuole?" fu la domanda a bruciapelo.
    Accettai dopo una visita surreale in cui mi accorsi che l'appartamento aveva bisogno di essere rifatto a partire dagli impianti idrici, elettrici, sanitari etc etc fino ai pavimenti muri, insomma TUTTO!
    Racconto questo per dire ciò che finora è stato solo bisbigliato: il PAT non ha i mezzi per fare la manutenzione dei propri stabili; quindi affida agli inquilini questo compito, che alle volte è gravosissimo, perchè vuol dire anticipare molti soldi prima di poter abitare la casa assegnata.
    Il Pat merita di essere amministrato meglio, questo è certo.
    Forse dovremmo chiederci quale è il sistema migliore per gestire un patrimonio immobiliare così ingente che però non rientra nella gestione caratteristica dell'Ente (come dice la carta intestata: azienda di servizi alla persona)

    RispondiElimina
  2. Ricevo e voletieri pubblico: "sulla questione PAT sono d'accordo sui principi generali ben sintetizzati da Onida, ma mi pare che ci sia anche un po' di faciloneria nel denunciare la gestione degli immobili del PAT.

    Bisognerebbe capire meglio: quando sono stati dati in locazione gli immobili, in che condizioni erano gli stessi, con quali criteri sono stati assegnati ecc. Presumibilmente alcune assegnazioni risulteranno essere state fatte discostandosi dai principi di trasparenza, imparzialità e buona amministrazione, ma altre no.
    Mario Chiesa incassava tangenti, qui -al momento- non pare essere così.
    Alessandro

    RispondiElimina
  3. Caro Beniamino, la magistratura accerterà se ci sono stati reati, ma mi sembra che non ci siano dubbi su una gestione trasandata e ciabattona, non orientata a valorizzare il patrimonio ed incrementare la redditività.Il vizio delle nozze coi fichi secchi,in cui è facile che si annidi il malcostume e la corruzione

    RispondiElimina