lunedì 13 dicembre 2010

Faust, il Governatore Carli e il ritorno da Maastricht

Eravamo tornati nella notte da Maastricht. Ricordo il freddo secco, pungente. Per la mattina dopo – era l’11 dicembre 1991  (19 anni fa, dunque, ndr) – avevo convocato un gruppo di cronisti al Ministero del Tesoro. Preparai il testo del Trattato, da portare e commentare. Poi, all’ultimo momento cambiai idea. E presi dalla biblioteca una vecchia copia del Faust di Goethe, parte seconda, sulla quale avevo studiato nel 1936 all’Università di Monaco di Baviera. Portai quel libretto ingiallito nel mio incontro con i giornalisti, destando un’increspatura di stupore.

Entrai nella sala della Maggioranza...posi sul tavolo rotondo il testo del Faust, e spiegai il valore simbolico di quel gesto. Nella seconda parte del Faust, Mefistofele consiglia all’Imperatore di finanziare le proprie guerre contro l’Antimperatore stampando banconote senza preoccuparsi della loro quantità. La Corte è in preda all’euforia per l’invenzione della banconota e per la possibilità di moltiplicare magicamente il potere d’acquisto, con il solo atto della firma dell’Imperatore....Il denaro risveglia la città imperiale “già quasi muffita e mezza morta” come il soffio rivitalizzante del favonio. Il popolo è felice. Consuma. La crescita dell’economia riparte. Il Medioevo finisce. E’ il Rinascimento. L’Imperatore è stordito dalle meraviglie che gli vengono prospettate. Obietta: ma che cosa garantirà il valore di quelle banconote? Faust replica: se mancherà l’oro e l’argento con i quali riscattare i biglietti al portatore, basterà garantirli con il sottosuolo ricco di miniere, di tesori, di gemme. E Mefistofele commenta: “Se manca moneta, basta scavare un po’...
Quella sussurrata da Mefistofele è la tentazione che tutti i Principi, tutti i potenti della storia hanno avuto: finanziare le proprie guerre, i propri fasti, stampando moneta senza preoccuparsi di garantirne il valore, la stabilità. Finanziandoli con l’inflazione. Il Trattato di Maastricht si propone proprio di allargare all’Europa la Costituzione monetaria della Repubblica Federale di Germania, che proibisce al Principe, vale a dire al governo, di stampare moneta a proprio piacimento. Costringe tutti ad assumere comportamenti non inflazionistici.
Mostrai il libricino e dissi: “Questo volume venne stampato per le scuole tedesche negli anni Trenta, e in esse diffuso e commentato. Questo vi testimonia quanto sia radicata nell’animo dei tedeschi l’ostilità per l’inflazione, dopo Weimar. Questo pilastro si estende oggi anche all’Europa”.

Guido Carli
Questa la testimonianza di Guido Carli nell’Epilogo di Cinquant’anni di vita italiana (Laterza, 1993). E’ da questo passaggio che deriva il nome di questo blog, Faust e il Governatore.

Maastricht è una piccola città sulla Mosa al confine tra l’Olanda, il Belgio e la Germania. A Maastricht si apriva il 9 dicembre 1991 lo storico Consiglio europeo che avrebbe dato vita al nuovo Trattato.

Nella prima giornata furono sciolti gli ultimi nodi sull'Unione economica e monetaria: entro il 1º gennaio 1999 si sarebbe avviata la terza tappa del calendario, con l'introduzione della moneta unica. Più difficile fu superare l'opposizione britannica a questa soluzione e sulle questioni sociali. Venne sancita così la clausola di opting-out attraverso la quale la Gran Bretagna avrebbe potuto rimanere nella futura Unione europea pur senza accogliere le innovazioni che il suo governo avesse rifiutato.

L’11 dicembre i dodici Paesi della Comunità Europea sottoscrissero il trattato di Maastricht, che perfezionato nel febbraio 1992 e ratificato nel 1993, porterà alla nascita dell’Unione Europea (1° novembre 1993).

Dopo la creazione dell'Istituto monetario europeo (IME), sarebbe nata da esso la Banca centrale europea (BCE) e il Sistema europeo delle banche centrali (SEBC) che avrebbe coordinato la politica monetaria unica. Venivano distinte due ulteriori tappe: nella prima le moneta nazionali sarebbero continuate a circolare pur se legate irrevocabilmente a tassi fissi con il futuro Euro; nella seconda le monete nazionali sarebbero state sostituite dalla moneta unica. Per passare alla fase finale ciascun Paese avrebbe dovuto rispettare cinque parametri di convergenza (denominati parametri di Maastricht, per l’appunto):

• Rapporto tra deficit pubblico e PIL non superiore al 3%.
• Rapporto tra debito pubblico e PIL non superiore al 60%.
• Tasso d'inflazione non superiore dell'1,5% rispetto a quello dei tre Paesi più virtuosi.
• Tasso d'interesse a lungo termine non superiore al 2% del tasso medio degli stessi tre Paesi.
• Permanenza negli ultimi 2 anni nello SME senza fluttuazioni della moneta nazionale.

Secondo Carli “Nel trattato confluiscono le idee di Luigi Einaudi, idee contraddistinte dall’obiettivo di consolidare la pace in Europa organizzando il vecchio continente secondo il principio federalista, ossia secondo il principio che ogni Stato membro mantiene la propria identità, ma ammette di restringere la sovranità nazionale nei campi della difesa e della moneta”.

Sempre Carli: “Il Trattato di Maastricht è incompatibile con l’idea stessa della “programmazione economica”. Ad essa si vengono a sostituire la politica dei redditi, la stabilità della moneta, e il principio di pareggio del bilancio.
Tangentopoli non è che un’imprevista opera di disinflazione di un’economia drogata, un completamento inconsapevole del trattato di Maastricht”.

Chiudiamo con l’opinione del Governatore Paolo Baffi – delegittimato e costretto a dimettersi nel 1979 a seguito dell’attacco di esponenti della Democrazia Cristiana corrotti e della P2 - il quale in una lettera allo stesso Carli scrisse: “Sarà forse uno scossone violento, quello che scuoterà un giorno il Paese dal suo torpore”. Ciampi sarà il suo successore.

Quando arriverà questo scossone? Fasten seat belt, dice il comandante prima della partenza dell’aereo.

1 commento:

  1. Il "solido pilastro" di un paese, la Germania, che nel XX secolo è andato in default per ben tre volte.

    Resta solo da stabilire se Guido Carli lo era, o ci faceva.

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