mercoledì 15 settembre 2010

Vietare lo short selling? Sbagliato e controproducente



Michel Barnier – il commissario UE ai servizi finanziari – ieri ha presentato a Bruxelles la bozza di regolamento che mira a stabilire più regole per il mercato dei credit default swaps e porre dei limiti sulle vendite allo scoperto, alias short selling. La nuova normativa dovrebbe entrare in vigore dal 1° luglio 2012, previo passaggio in Consiglio dei Ministri e Parlamento.
Secondo la proposta, i regolatori nazionali avranno il potere, in situazioni eccezionali, di limitare temporaneamente o di vietare le vendite allo scoperto per qualsiasi strumento finanziario.
Vietare le vendite allo scoperto? Sbagliato e controproducente. Sbagliato perchè impedisce ai mercati di "punire" il mismanagement; controproducente perchè favorisce le bolle speculative (qualcuno si ricorda sul mercato italiano i casi Tiscali, Finmatica, Seat?).
Ci viene in soccorso Raghuram Rajan – di cui si consiglia l’ottimo Salvare il capitalismo dai capitalisti (coautore L. Zingales), Einaudi, 2004 – professor of finance at the University of Chicago. In un articolo sul Financial Times del 4 giugno 2010 – Bankers have been sold short by market distorsion - Rajan scrive: “Short sellers perform a valuable social function by depriving poorly managed companies of resources they will waste. The trader short does not cause the company to go out of business. Mismanagement is the source of the company’s troubles. The trader merely holds up a mirror to reflect it”. E’ proprio così. I ribassisti sono degli specchi. Vengono spesso considerati un capro espiatorio quando il titolo scende. “E’ colpa degli speculatori ribassisti, quei maledetti”, è il commento da bar che si è soliti sentire. Quando poi gli stessi trader comprano, mai sentiamo dire “Quei maledetti speculatori rialzisti”. Prosegue Rajan: “Rather than attempting to instill social purpose in the banker, it is probably more useful for society to target the forces that distorted the market”. Lo stesso veniva sostenuto in un position paper della Consob di qualche anno fa, dove tra gli effetti positivi dello short selling si indicavano l’efficienza informativa dei prezzi e l’incremento di liquidità sul mercato, secondo noi prevalenti sui possibili effetti negativi - instabilità dei mercati, abuso di mercato e rischio di regolamento.

L'impossibilità per il mercato di "andare corti" può favorire il formarsi di bolle speculative, perchè la disciplina del mercato non può agire in libertà. In un recente intervento http://www.fcic.gov/hearings/pdfs/2010-0902-Bernanke.pdf, il Governatore della Federal Reserve Ben Bernanke ha rimarcato l'importanza dell'irrational exuberance (R. Shiller, Euforia Irrazionale, Il Mulino, 2000): "It is frankly quite difficult to determine the causes ofbooms and busts in asset prices; psychological phenomena are no doubt important, as argued by Robert Shiller, for example".
Nel 1990 al “Maurizio Costanzo Show” una sera l'ospite unico era il giudice Francesco Di Maggio, pubblico ministero milanese che con Pier Camillo Davigo (non si può non leggere La giubba del re. Intervista sulla corruzione, Laterza, 2004), costituiva una coppia affidabile e inarrestabile nelle inchieste di mafia e riciclaggio. La popolarita' di Di Maggio ebbe un' impennata nel settembre dell' 84, con l' arresto di Angelo Epaminonda, il "Tebano", boss delle bische e del traffico di cocaina. Epaminonda capitolo' 40 giorni dopo e comincio' a raccontare a Di Maggio un decennio di impero mafioso a Milano. Si alzava il velo su 44 omicidi, finirono alla sbarra in 118. E si comincio' a discutere di pentiti. Fu collaboratore del superprefetto Sica all’Alto Commissariato per la lotta contro la mafia.
Sollecitato da Costanzo, Di Maggio sostenne che “La mafia non è solo Palermo, la mafia è a Roma, a Milano...”. Il giorno dopo ci furono delle reazioni inusitate. Lo accusarono di aver detto delle cose vere, però in televisione. Avrebbe dovuto dire le stesse cose “nelle sedi competenti”.
Bene. I mercati svolgono la funzione svolta dal giudice Di Maggio. Narrano, raccontano la realtà. Sono degli specchi. Non causano gli eventi. Li riflettono. E non crediamo possa valere per il mercato azionario la teoria di George Soros sulla riflessività tra prezzi e fondamentali. La chiave di lettura riflessiva può aver senso per i mercati dei titoli di stato, come avvenne nel 1996 nel caso italiano, con protagonista Carlo Azeglio Ciampi. Ma questa è un'altra storia.

3 commenti:

  1. La tendenza italica a cercare a tutti i costi un capro espiatorio fitta coerentemente con le nuove disposizioni europee. Non è colpa di Ibrahimovic se il Milan ha perso a Cesena. Non è colpa del polipo Paul se l'Olanda ha perso i mondiali. Da amanti di Aristotele e dei suoi sillogismi siamo dell'idea che limitare lo short-selling è un'operazione distorsiva.

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  2. Dal Financial Times di oggi, che con piacere (lo leggiamo solo ora) è esattamente sulle nostre stesse posizioni: "Banning bog-standard short selling because a security has fallen 10% is pure denial and distorsion".
    Senza il FT non si può vivere. O meglio si vive NON informati e inconsapevoli.

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  3. Attualmente gli alti vertici sembrano essere preoccupati soltanto a fornire una percezione di stabilità dei mercati sempre maggiore: di certo, non che sia sbagliato, ma (riflettendo anche sull'articolo precedente a proposito dei derivati) ogni forma che sia potenzialmente dannosa o equivoca appare il bersaglio prediletto a regolamentazioni sempre più rigide. Troppo spesso, tuttavia, non si guarda all'"altra faccia della medaglia" e ai benefici che ne derivano. Vale la pena giocare in questo modo?

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