Dopo l'ennesimo attentato da parte dei terroristi islamici - questa volta, dopo Parigi, a Bruxelles - il centro dell'Europa e degli uffici della Commissione Europea, ci si chiede come reagire. Non uscire più di casa non ha senso, la vita va avanti.
A parte la necessità di coordinamento delle polizie europee e dell'intelligence (quella belga lascia a desiderare, vedi lo scandalo Dutroux), penso che a livello individuale sia necessario costruire strategie per contenere l'ansia. Come ha detto lo psicoanalista Massimo Ammaniti sul Corriere della Sera di ieri "di fronte a un terrorista che costituirà purtroppo una presenza costante, ci dobbiamo equipaggiare suo piano psicologico per non soccombere all'ansia".
Ammaniti suggerisce - e mi trova concorde - di prendere come modello di riferimento la Gran Bretagna guidata da Winston Churchill, tenace Prime Minister durante la battaglia contro Hitler: "Ho in mente un'immagine legata alla Seconda Guerra mondiale, la biblioteca (di Holland Park, ndr) dove ci sono persone che, tra le macerie, cercano libri per leggerli. E' una bellissima rappresentazione di ciò che si dovrebbe fare oggi".
Sta in noi reagire in modo costruttivo. Ma siamo in guerra. Ricordiamocelo. Diamoci da fare.
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