Il lunedì mattina il calcio domina i discorsi davanti alla macchinetta del caffè. L'Inter torna in testa alla classifica con la Fiorentina, che ha strapazzato il Frosinone. Il Napoli non riesce a vincere a Genova e viene scavalcato.
A Napoli sappiamo che il calcio impregna tutta la città. Ma molti di voi non sanno cosa sta succedendo in consiglio comunale. Due consiglieri, Simona Molisso e Carlo Ianniello, hanno osato mettere in discussione un privilegio atavico concesso al Comune, proprietario dello stadio San Paolo.
Lo stadio avrebbe bisogno di forte manutenzione straordinaria, ma la trattativa tra il club Napoli guidato da Aurelio De Laurentiis e il Comune si è arenata davanti alla possibilità di limitare l'erogazione gratuita di due biglietti per ogni consigliere. Con un italiano da analfabeti, il consigliere Luigi Zambaldi, è intervenuto a difesa dei suoi due biglietti. Sentiamolo: "Oltre i consiglieri, che credo che se lo merita dopo una settimana di lavoro avendo a che fare con i cittadini, ci possiamo premiare di andare a vedere la partita".
Traduzione: siccome il cittadino rompe le palle, il consigliere comunale ha diritto (ah, la cultura dei diritti, cara all'onnipresente Stefano Rodotà) a due biglietti per la partita.
Come ha scritto Claudio Sabelli Fioretti, vale il sillogismo aristotelico: i politici devono essere vicini al popolo; il popolo ama il calcio; i politici devno andare a vedere le partite di calcio. E siccome è un dovere, e non un piacere, devono avere i biglietti gratis. E siccome i doveri vanno assolti in dolce compagnia, debbono avere due biglietti ciascuno.
Inutile sarebbe ricordare al consigliere Zambaldi, che non esistono soldi pubblici, esistono i denari dei contribuenti (Margaret Thatcher, cit.).
Naturalmente la mozione di Molisso e Ianniello è stata respinta con 22 no, 6 astenuti e 5 sì. Degno di nota l'invito del sindaco di Napoli De Magistris, che ha esortato i consiglieri a non fare mercato sottobanco con i biglietti omaggio. I bagarini impazzano, as usual.
Lo stadio San Paolo è datato 1959, ha subito una prima parziale ristrutturazione tra il 1988 e il 1990. Nei successivi 25 anni, salvo interventi di manutenzione per emergenze di vario genere, nulla è stato fatto dalle diverse amministrazioni comunali in tema di manutenzione ordinaria o straordinaria per garantire alla struttura condizioni minimali di decenza in tema di servizi, accessibilità, sicurezza e miglioramento del comfort.
Solo una prossima tragedia porterà a mettersi d'accordo per l'esecuzione dei lavori. Ci saranno lacrime, rimpianti e proteste. Ma non toccate i biglietti ai consiglieri comunali, perchè altrimenti neanche ci si siede al tavolo delle trattative.
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