mercoledì 3 settembre 2014

La Grecia sta risalendo la china e fa meglio di noi


Quest'estate sono stato in Grecia, a Creta per due settimane. Splendide. Bel tempo e sole a palla tutti i giorni, mare meraviglioso, spiagge pulite e non affollate, ottimo cibo, frutta a volontà (fichi e uva favolose), taverne sempre pittoresche e pronte a cucinare pesce fresco sulla piastra.

Il giorno di Ferragosto - festa nazionale anche in Grecia - mi fermo a far benzina e trovo il benzinaio greco pronto a farmi il pieno. Gli chiedo come mai sta lavorando il 15 agosto. E lui mi risponde sorridendo: "Do you know Troika?".
Con il termine troika (dal russo тройка, trojka, terzina) ci si riferisce all'organismo di controllo informale costituito da rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale.
A seguito della crisi economica del 2008-2014, la troika si è occupata dei piani di salvataggio dei paesi all'interno della zona euro il cui debito pubblico è in crisi, per scongiurare il rischio di insolvenza sovrana, fornendo assistenza finanziaria in cambio dell'istituzione di politiche di austerità.
In particolare la Troika ha negoziato con la Grecia un percorso di riduzione della spesa pubblica corrente, che l'Italia dovrebbe prendere a modello.

Negli ultimi quattro anni la Grecia ha ridotto la spesa pubblica primaria – ossia al netto degli interessi sul debito – di circa il 33%, e per complessivi 29 miliardi di euro. Nello stesso periodo la spesa primaria - al netto degli interessi sul debito, quindi - in Italia è salita di 12,5 miliardi arrivando a 664 miliardi di euro annui.

Così si è espresso Kyriakos Mitsotakis, il ministro greco per la Riforma della pubblica amministrazione: “Meritocrazia è la nostra parola d’ordine per una pubblica amministrazione in passato vittima di clientelismo, di eccessi burocratici-legislativi in una giungla di 4000 norme che strangolano lo spirito imprenditoriale e soprattutto i giovani”. Magari un giorno anche in Italia avremo Ministri che non solo parlano, ma agiscono bene.
A Creta ogni volta che chiedevo nelle taverne o nei bed & breakfast come andavano le cose, mi rispondevano "very, very good". E ne ho avuto conferma leggendo i quotidiani internazionali. La pagina sulla Grecia dell'International New York Times - Kathimerini - del 14 agosto titolava "Recession appears to be abating", e sotto altre notizie positive come "Greece rising as luxury destination" o l'intervista al capo di HSBC Greece che dice: "HSBC poised for fully active role in the country's recovery".
 
Quest'anno ho trovato i greci più gentili che nel passato, più organizzati. L'enforcement della crisi ha sortito i suoi effetti. I greci ce la stanno mettendo tutta. E risalgono la china, facendo leva sul turismo.
 
Io credo che in Italia ci sia bisogno di gesti simbolici, eclatanti, che facciano capire agli italiani tutti che la pacchia è finita, che dobbiamo rimboccarci le maniche, TUTTI. Non è più sostenibile leggere notizie come quella che il sindaco di Locri in Calabria - Giovanni Calabrese per la cronaca - sia stato costretto a scrivere a Dio per liberarsi dall'assenteismo dei dipendenti comunali (presenti 20-25 su 125 effettivi).
 
Come la Grecia è riuscita a ridurre pesantemente i dipendenti della televisione pubblica Ert, così la Rai dovrebbe fare altrettanto. Una analisi recente di Riccardo Gallo sull'Espresso evidenzia come il costo del lavoro medio di un dipendente Rai è di 93mila euro, quasi il doppio di quello delle medie e grandi società italiane. Siccome il servizio pubblico nel 2013 è costato 346 milioni più degli introiti da abbonamento (1.737 milioni), ne deriva che il numero dei dipendenti in esubero per riquilibrare il servizio pubblico è di 3.733 dipendenti. Chiosa Gallo: "Ecco, in Rai uno su tre è obiettivamente di troppo".
Prendiamo esempio dalla Grecia, facciamo qualcosa che rimanga impresso nella mente degli italiani, che non hanno ancora capito di essere come la rana a fuoco lento in una pentola. 

6 commenti:

  1. Ricevo e pubblico:

    Bellissimo pezzo concordo su tutto.
    Facciamo veramente schifo...io credimi mi vergogno oramai di essere italiana. Se qui non ci diamo davvero tutti una regolata, a partire però di certo da sta feccia che ci governa e ci piglia x il cuxo, ma in effetti anche questi parassiti della società comune.
    Del resto... Razzi docet!!!!!

    Monica

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  2. Ricevo e pubblico:

    Dai Beniamino non semplificare anche tu..( prima volta così ingenuamente..) la Grecia Isole non è la Grecia e comunque tutto questo ha lasciato parecchi cadaveri sul campo.. ridurre/risparmiare/riformare è NECESSARIO soprattutto dopo anni di orrende clientele, di inutili doppioni e di vergognosi privilegi..ma ricordiamoci che dietro questi buoni propositi ci sono persone, famiglie, vite... questa estate ho letto moltissimo Olivetti ( discorsi e Edizioni Comunità a palla) e Camillo ammoniva il figlio Adriano con queste parole:” ...sei libero di fare tutto ciò che vuoi sull’organizzazione ma ricordati che il peggior peccato per un imprenditore è generare disoccupazione involontaria..”Perchè non cominciamo a sfoltire i privilegi a stringere i bulloni sulle responsabilità personali a legiferare per migliorare la competizione...noi cerchiamo, nel piccolissimo, di farlo ..come il buon padre di famiglia..ora lo Stato cerchi di somigliare di più ai suoi migliori cittadini..RIVOLUZIONE CULTURALE E SOCIALE prima di tutto..e MAGGIORE EQUITA’ ..SEMPRE..oppure prepariamo la valigia per noi e per i nostri figli.. ciao claudia

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    1. Cara Claudia, una delle cause della crisi dell'Olivetti - oltre alla scellerata acquisizione Underwood - è l'assenza nel gruppo di qualsivoglia controllo di gestione.
      La Rai, lo sappiamo tutti, non è un'impresa, ma un ente di beneficienza a carico della collettività.
      E poi le persone perchè non possono cambiare lavoro? Chi lo ha detto?

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  3. Ricevo e pubblico:

    Come al solito, segnalazione con assoluta tempistica.

    Ho letto il libro GRECO che mette in evidenza quello che tu dici anche facendo un amabile parallelo con gli atti generosi della storia greca.

    Condivido totalmente le tue perplessità! perché c'è in Italia questo ostruzionismo verso una eventuale "troika EU" se nn per il fatto che nonostante le parole non si vuole cambiare il sistema e, soprattutto, non si vuole far capire al sistema che i tempi dello scialo sono finiti. I cittadini che non approfittano, invece, lo hanno capito : per questo non consumano e cercano di risparmiare.

    Es.1 Nel caso delle semplificazioni previste per le modifiche interne degli appartamenti, il commento dei media è stato
    "utile, ma se questo crea un buco nelle casse dei Comuni bisognerà colmarlo con altre tasse!!!

    Lettura, gli adempimenti non servivano al Comune per avere un quadro preciso degli immobili(dove basta infatti una comunicazione), ma per applicare una tassa, per pagare un numero imprecisato di imboscati.

    Che razza di democrazia è mai questa? dove il settore pubblico agisce per spremere i cittadini e non per creare utilità e tutele per questi.

    Es. 2: un signor in mobilità che chiedeva di fare dei lavori estemporanei, a cui ho chiesto se aveva la partita IVA o come poteva essere correttamente pagato mi ha risposto: " no e non la faccio perché altrimenti perdo la mobilità!!!

    Con questo sistema di tutele ( ad es. cassa integrazione speciale da 16 anni vedi Alitalia, Fiat, Finmare, Fincantieri) i contribuenti pagano le indennità di Cassa e coloro che ne approfittano - che fanno tutti altri mille lavoretti in nero - impediscono di fatto la creazione di posti di lavoro sostitutivi. Si potrebbero creare dei Voucher per questi lavori accessori come era fatto ma con limitazioni aberranti per cui non se ne è fatto nulla.

    In tempi lontani avevo conosciuto una persona che era stata in cassa integrazione per 30 anni finché non è andato in pensione (Cantieri navali di Pietra Ligure). Si sentiva anche molto generoso perché lasciava il posto di lavoro ai colleghi che avevano famiglia, mentre lui lavorava nelle sue terre molto estese!!!

    Ho saputo stamattina che il cantiere di Pompei non sta partendo o non sta partendo con le persone giuste e competenti e che i nominati stanno per essere trasferiti ad altri compiti. Quindi perderemo i 100 milioni previsti o verranno utilizzati male!

    E di queste cose di cui ho conoscenza diretta te ne potrei citare da farti venire la barba bianca.

    Ci sentiamo
    Maria Teresa Brassiolo

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  4. Ricevo e pubblico:

    Ciao Beniamino,

    Bravi i greci che si rimboccano le maniche per la stagione estiva. E non solo.

    Complimenti per l’articolo, condivido pienamente il tuo punto di vista. Sarà stato l’incipit vacanziero e il mio ricordo di un splendido mare greco, fatto sta che durante la lettura mi è venuta in mente la copertina dell’Economist di sabato (che avrai già visto sicuramente) e pezzo correlato... “That sinking feeling (again)” http://www.economist.com/news/leaders/21614137-if-germany-france-and-italy-cannot-find-way-refloat-europes-economy-euro-may-yet-be con Draghi, Merkel, Hollande e l’amato Renzi con-gelato su una una banconota da 20 Euro a forma di barchetta che cola a picco.. Mi chiedo se è ancora possibile fare il gioco della buona parte di Italia clientelare e assistenzialista e continuare a temporeggiare su riforme necessarie anche solo per non retrocedere a terzo mondo!!
    Vanessa

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  5. Ricevo e pubblico:

    Caro Beniamino,

    un "bravo" per il tuo instancabile impegno politico.

    Con l'occasione mi permetto di suggerire di focalizzarti sul nocciolo del problema del nostro Paese nel delicatissimo momento attuale: abbiamo finalmente un governo che cerca di invertire la pluridecennale deriva del clientelismo/corruzione/corporativismo/burocratismo, ma che si scontra con una dura, subdola opposizione trasversale, che fa di tutto per diffondere sfiducia e disfattismo.

    Gli imprenditori si prendono paura a leggere i giornali e rimangono sul "wait and see". Persino le vignette di Giannelli sul Corriere, anziché riso e buon sangue, sono efficace mezzo di propagazione di disfattismo e sfiducia.

    Un caro saluto.

    Vittorio

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