lunedì 17 dicembre 2012

Quando i bambini erano schiavi, i bamboccioni e il ricordo di Padoa-Schioppa

Tommaso Padoa-Schioppa
Il 18 dicembre di due anni fa scompare Tommaso Padoa-Schioppa, splendido civil servant, banchiere centrale, prima in Banca d'Italia e poi in Banca Centrale Europea - con un intermezzo alla Consob.

Se chiediamo all'italiano medio cosa si ricorda di Tommaso Padoa-Schioppa (TPS), probabilmente gli viene in mente la battuta sui “bamboccioni”, ossia sui figli coccolati da una generazione di padri troppo comprensivi, che concedono tutto ai propri figli, danneggiandoli.

Mandiamo i bamboccioni fuori di casa. Incentiviamo a uscire di casa i giovani che restano con i genitori, non si sposano e non diventano autonomi “ (4 ottobre 2007). Così Tommaso Padoa-Schioppa il 4 ottobre del 2007.

Tutte le analisi disponibili, dal Censis all’ISTAT a Italia Futura ci illustrano come i giovani restino legati alle famiglie di origine coccolati e viziati. Ma con troppi agi e senza fatica – vedi il post la fatica è bella, messaggio portato avanti da mia figlia Allegra – non si va da nessuna parte. “Il sacrificio non è mai sterile”, diceva Giuseppe Mazzini.

Per contestualizzare la battuta del compianto TPS, vi sottopongo il rapporto della commissione parlamentare inglese del 1832 sul lavoro minorile – riportato da Fabrizio Galimberti in “L’Economia spiegata a un figlio” (Laterza, 2004).
Ecco il botta a risposta tra tra il presidente della commissione e il sovrintendente della fabbrica:

A che ora alla mattina, le ragazzine dovevano cominciare il lavoro?

Nel periodo di più intenso, per circa sei settimane, cominciavano alle tre del mattino e finivano alle 10, 10 e mezza di notte.

Durante queste 19 ore di lavoro che intervalli c’erano per il riposo e il nutrimento?

Un quarto d’ora per la colazione, un quarto d’ora per la cena e un quarto d’ora per bere.

E parte di quel tempo lo dovevano impiegare a pulire le macchine?

In genere dovevano occuparsi dell’”asciugatura”; qualche volta questo prendeva tutto il tempo della colazione e del bere.

Non era difficile tenerle sveglie per fare tutto questo lavoro?

Sì, specie di mattina le dovevamo portar su addormentate e scuoterle un po’.

Ci sono stati degli incidenti a causa di tutto questo lavoro?

Sì, la mia figlia più grande; la rotella le ha preso l’unghia dell’indice e gliel’ha strappata fin sotto la nocca.

Ha perso il dito?

E’ stato tagliato alla seconda articolazione.

E le è stato pagato il salario?

Appena è successo l’incidente, il suo salario cessò di essere pagato.

Cari genitori, smettete di viziare i vostri figli. Per il loro bene.

Nato a Belluno nel 1940, Tommaso Padoa-Schioppa si laurea alla Bocconi ed entra in Banca d’Italia. Disse: “Appartengo a una generazione nella quale era molto diffuso il richiamo di un impegno pubblico”.

Fece carriera velocemente scalando i gradini della rigida piramide gerarchica di Via Nazionale, entrando nel Direttorio fino a diventare vice-direttore generale.

Dal 1979 al 1983 TPS è Direttore Generale per gli Affari economici e finanziari della Commissione Europea a Bruxelles e inizia il lungo e fertilissimo ruolo svolto nella costruzione europea.

Alla fine degli anni ’80, Ciampi affidò a TPS – suo amico personale - l’incarico di seguire i lavori preparatori del Trattato di Maastricht, in qualità di membro autorevole del Comitato guidato da Jacques Delors.

Lucido elaboratore di pensiero raffinato, fu colui che teorizzò il Quartetto Inconciliabile. All’interno di un’area economica (allora la Comunità Economica Europea), non possono coesistere quattro fenomeni, che erano anche gli obiettivi della CEE:

1) Libertà di circolazione di merci e di servizi;

2) Libertà di movimento dei capitali;

3) Tassi di cambio fissi;

4) Politiche monetarie - dei singoli stati - autonome

A quell'epoca, i vari Paesi della Comunità Economica Europea (ora Unione Europea) mantenevano alcune limitazioni agli scambi e, soprattutto, alla circolazione dei capitali. Queste vennero via via eliminate tramite il programma del Mercato Unico e la liberalizzazione dei movimenti di capitali. Alla fine degli anni '80 i primi due obiettivi erano stati raggiunti; bisognava scegliere tra gli ultimi due. Nel 1982 Padoa-Schioppa propose di eliminare il terzo fine (politiche monetarie indipendenti) e di creare una moneta unica per tutti gli stati appartenenti all'Unione, gestita da un'unica Banca Centrale Europea. TPS: “Se vogliamo insistere nell’avere politiche monetarie autonome, prima o poi salteranno i cambi fissi o si comincerà a ridurre la libertà di movimento di capitali”. Il Rapporto Delors dell'aprile 1989 appoggiò questo punto di vista proponendo un'Unione Monetaria Europea con un'unica moneta. Padoa-Schioppa si occupò allora della creazione della nuova Banca Centrale Europea.

Per chiudere, un mio ricordo personale di Tommaso Padoa-Schioppa. Era il 1993, all’ultimo anno di Bocconi, al termine di un convegno in Via Romagnosi all’allora Centro Congressi Cariplo, avvicino sgomitando TPS mentre sta assaggiando il risotto del buffet e chiedo: “Mi scusi, io vorrei fare una tesi sulle nuove disposizioni del Comitato di Basilea, cosa può suggerirmi?”. TPS mi sorrise e disse: “Scriva a Basilea alla Banca dei Regolamenti Internazionali, facendo il mio nome”. E così feci, indeciso se scrivere in tedesco o in inglese. Dopo pochi giorni il portinaio mi citofonò - io allibito abituato al muro di gomma delle istituzioni italiane - per dirmi che era appena arrivato un pacco prioritaire da Basilea. Erano i working paper per la revisione di Basilea I di cui si stava discutendo nei consessi internazionali. E così scrissi la mia tesi “Strumenti derivati e autorità di vigilanza: rischi e requisiti patrimoniali”.


I veri maestri non muoiono mai, i loro scritti, insegnamenti, moniti rimangono nelle menti dei loro allievi.

Tommaso, ti sia lieve la terra.

P.S.: per approfondimenti si consiglia:

Mario Pirani, Il futuro dell’economia, Cap XIII, Le virtù salvifiche di Maastricht, Mondadori, 1993
Tommaso Padoa-Schioppa, Europa, forza gentile, Il Mulino, 2001
Tommaso Padoa-Schioppa, Dodici Settembre. Il mondo non è al punto zero, Rizzoli, 2002
Tommaso Padoa Schioppa, La veduta corta, Il Mulino, 2009

3 commenti:

  1. Viziare dal latino vitiare,da vitium,vizio difetto. Il cui significato è quello di consentire o permettere volontariamente od involontariamente l'insorgere o lo stabilirsi di un vizio materiale o morale. Recitano così i dizionari italiani... Si soffermino a riflettere coloro che hanno il compito di educare, formare.E'vero esso richiede forza di carattere e forza di volontà che non tutti posseggono anche se a me sembra che vogliano esserne privi : viziare può essere più facile e meno impegnativo.
    Purtroppo i bambini schiavi esistono ancora in molte parti del mondo. E'un vero abominio.
    Quanto a Tommaso Padoa Schioppa è una figura a cui tendere come esempio di impegno, studio, lavoro.
    Bravo Beniamino.
    Lucia

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  2. Dear Benji,

    se mi prometti che ad un tuo comizio farai, come spesso fai qui sul blog, un richiamo agli Italiani stanchi del brodo grasso e pronti a parlare di soli diritti e quasi mai di doveri ...... beh, allora mi vedrai in prima fila e organizzero' la ola...

    Your desk neighbor

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