giovedì 18 ottobre 2012

Formigoni, la lobby di Dio, la lottizzazione della sanità e il cappello a due punte dei carabinieri

Finalmente ci liberemo a breve di Formigoni, il Celeste, colui che ha creato il "sacco" della sanità lombarda.

La sanità rappresenta un business gigantesco. Lo Stato destina oltre 100 miliardi l'anno in trasferimenti e rimborsi, cui si sommano le risorse regionali. In Lombardia, si parla di un business di oltre 17,3 miliardi di euro l'anno. Ospedali, medici, case di cura, farmaci rappresentano il 72% del bilancio regionale.

Ma non tutti sanno che tutti i più importanti ospedali dela Lombardia sono legati alla Compagnia delle Opere (CDO), braccio economico di Comunione e Liberazione (alias Comunione e Fatturazione). Il 43% della spesa, quindi circa 7,5 miliardi di euro l'anno (usti!) va a ospedali legati a Cl.
L'economista d'impresa Marco Vitale ha detto: "Il vero dramma è la corruzione legale, cioè l'abuso del potere e del denaro pubblico anche quando non rappresenta illegalità. La crisi della Lombardia è più grave di quella del Lazio e della Sicilia...Occorre una guerra di liberazione"

Nel suo libro Comunione e Liberazione: assalto al potere della Lombardia, Enrico de Alessandri, funzionario dell'assessorato regionale alla Sanità (poi sospeso, ovviamente), ha scritto: "Se non si è ciellini non si diventa primari", ironizzando sul comportamento di coloro che "mettono nel curriculum la loro foto con don Giussani".

Scalfari, fondatore di Repubblica, ha scritto (13 ottobre 2008): "Nemmeno la mafia a Palermo ha tanto poterre. Negli ospedali, nell'assistenza, nell'università...".

Siamo d'accordo con Alberto Statera che su Affari e Finanza scrive: "Ammettiamo per un momento che il governatore lombardo Formigoni, dopo la condanna a dieci anni del suo sodale Pierangelo Daccò, possa uscire indenne dall'accusa di corruzione da cui si difende con impudente faccia di bronzo, nonostante la lampante evidenza della sua vita non da frugale "Memores Domini" ma da nababbo. Ciò non ridurrebbe minimamente la sua responsabilità politica per aver creato un mostro che ingoia ogni anno miliardi e miliardi di euro pubblici, trasformando la salute dei cittadini in una macchina da soldi, in una vacca da mungere senza ritegno, una immensa mangiatoia al servizio di politici, imprenditori privati senza scrupoli, faccendieri, bancarottieri e lestofanti di ogni risma".

Spetta allo Stato definire un quadro di regole certe cosicchè il mercato possa funzionare. Il mercato da solo non funziona. Men che meno il mercato della sanità che è un quasi-mercato. Ci vuole il "cappello a due punte dei carabinieri".

Il Governatore della Banca d’Italia nonchè Presidente della Repubblica Luigi Einaudi - per capire chi era vi raccomando la lettura del post Einaudi, la corruzione e le pere indivise - scrisse un pezzo memorabile dove il concetto di mercato era reso attraverso la descrizione di una fiera di paese: “Tutti coloro che vanno alla fiera, sanno che questa non potrebbe avere luogo se, oltre ai banchi dei venditori, i quali vantano a gran voce la bontà della loro merce, ed oltre la folla dei compratori che ammira la bella voce, ma prima vuole prendere in mano le scarpe per vedere se sono di cuoio o di cartone, non ci fosse quals’altro: il cappello a due punte della coppia dei carabinieri che si vede passare sulla piazza, la divisa della guardia municipale che fa tacere due che si sono presi a male parole, il palazzo del municipio, col segretario e il sindaco, la pretura e la conciliatura, il notaio che redige i contratti, l’avvocato a cui si ricorre quando si crede di essere a torto imbrogliati in un contratto, il parroco, il quale ricorda i doveri del buon cristiano, doveri che non bisogna dimenticare nemmeno in fiera. E ci sono le piazze e le strade, le une dure e le altre fangose che conducono dai casolari di campagna al centro, ci sono le scuole dove i ragazzi vanno a studiare. E tante altre cose ci sono, che se non ci fossero, anche quella fiera non si potrebbe tenere e sarebbe tutta diversa da quello che effettivamente è (Lezioni di politica sociale, 1949, nell’edizione ingiallita ereditata da mio padre a p. 26).

Sant'Ambrogio, vescovo di Milano
Sant'Ambrogio, vescovo di Milano (Treviri, 339; Milano, 397) usava affermare: "Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi".
La variante formigoniana è: "I tempi sono cattivi, i tempi sono difficili. Vivete male, date il cattivo esempio, siate ipocriti, fate pagare ai faccendieri ciellini della sanità lombarda gli yacht per le mie vacanze, vedrete che i tempi peggioreranno".

Ma la pacchia è finita.

P.S.: consiglio la lettura di Ferruccio Pinotti, La Lobby di Dio, Chiarelettere, 2010.
Commento di Marco Vitale: "E' una indagine seria, ben documentata, certo non facile da realizzare, che getta un fascio di luce su una setta poco conosciuta che, per il peso assunto e per i suoi metodi di lavoro, è diventata uno snodo importante del funzionamento della nostra democrazia e della nostra economia".

6 commenti:

  1. Ricevo e volentiri pubblico:

    Beniamino,

    La proposta elettorale per la Lombardia va' sottratta a tatticismi, personalismi e compensazioni nazionali.
    Il fallimento del modello Formigoni e quello della Lega come interprete esclusivo della questione settentrionale e del federalismo
    pongono a ciascuno una responsabilità ed una possibilità che non sono "solo" elettorali ma immediatamente politiche nella regione che rappresenta un quarto del PIL nazionale
    e ospiterà l'EXPO.
    La riforma del Titolo Quinto della Costituzione deve essere pienamente attuata dentro il rinnovato impegno per l'Europa Politica e le condizioni per una innovazione di qualità
    capace di essere competitiva proprio perché socialmente inclusiva e ambientalmente sostenibile sono una necessità e una domanda interne alla natura della Lombardia come
    storicamente si è definita.
    Le doverose manifestazioni sotto il palazzo della Regione e le autoproposizioni di candidatura presentano un centrosinistra che, come il barone di Munchausen, crede di sollevarsi da solo.
    Credo che insieme alla competenza e all'affidabilità per sensibilità sociale, la proposta di candidatura debba presentarsi in dis/continuità con il panorama
    nazionale proposto dalle primarie del centrosinistra.
    Dis/continuità che la proposta Pisapia/Arancioni aveva messo in atto a Milano.
    Occorre qualcosa di simile proposta ai cittadini della Lombardia, proposta cui può/deve aderire il centrosinistra, inteso come partiti.
    Altrimenti si darà fiato tanto al riproposto candore della Lega, quanto all'alterità assoluta di Grillo piuttosto che al non voto.
    Per questo la proposta elettorale e di candidatura non può venire dai partiti.
    Se poi il PDL, magari proponendosi sotto diverse spoglie, candidasse Albertini o si presentasse unito dietro Maroni, ancor meno si potrà fare conto
    sull'illusorio automatismo di un successo elettorale riflesso della fine del modello Formigoni.
    Che ognuno faccia la sua parte, con Lombardia in Movimento proponiamo una modalità aperta e concreta che mi auguro possa essere tempestiva.

    Fiorello Cortiana

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  2. Sarebbe bello che la società fosse fondata esclusivamente su trasparenza, lealtà, onestà, rispetto, merito e che questi valori trovassero nella classe dirigente del Paese i loro massimi esempi: quindi giustamente dovremmo ora tutti quanti applaudire alla caduta del vertice della Regione Lombardia.

    Ma se così fosse - e mai lo è stato dai secoli dei secoli così come la storia può testimoniare con abbondanza di prove - vivremmo in un altro Mondo, in un altro Paese, saremmo degli extraterrestri.

    La realtà è diversa. Il sistema sanitario lombardo è eccellente e accessibile ai più (se no a tutti) e da cittadino sono ben contento di ricevere queste prestazioni al "prezzo" di distorsioni più o meno forti del sistema economico che ha favorito taluni soggetti rispetto ad altri. Quale il danno provato per il cittadino lombardo o per le casse dello Stato? Quali e quanti i morti per mala sanità? quali e quanti i guariti, i curati per buona sanità? quale l'indotto generato per il tessuto economico? quale l'accreditamento mondiale conseguito grazie all'avanguardia della R&D?

    Sono una persona dai principi sani ed inscalfibili sulla vita e sul lavoro, chi mi conosce lo può testimoniare. Ma sono anche un realista, che mi ha fatto accettare serenamente "il sistema Lombardia" degli ultimi 12 anni: e che senz'altro mi fa pensare che nessuna "discontinuità" portata avanti da accertati uomini di valore sarà in grado di portare risultati analoghi o migliorativi a quelli generati dall'era Formigoni mantenendo intatto il suo spirito idealista e moralista.

    Per inciso, il modello Formigoni NON è stato messo in crisi da una inefficienza interna o esterna del sistema: bensì dal Terzo potere dello Stato che da troppo tempo, a mio modo di vedere, sta forse andando oltre a quello che dovrebbe essere il suo naturale ruolo sostituendosi al popolo ed alle regole della "democrazia".

    Alessandro Pagliai
    cittadino milanese lombardo

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    1. Caro Alessandro,

      se anche un cittadino attivo come te sottovaluta le strutturali distorsioni del sistema sanitario lombardo, significa che bisogna fornire dati in termini assoulti e comparativi.
      Per dirne una in Lombardia ci sono 25 cardiochirurgie contro le 23 di tutta la Francia. Perchè?
      Perchè il costo elevato delle operazioni attira gli investimenti dei privati, che lasciano sguardinit interi settori considerati non remunerativi: chirurgia pediatrica, odontoiatria, stomatologia, urologia pediatrica, grandi ustioni.
      Le strutture private si concentrano principalmente nella cardiochirurgia, negli interventi al ginocchio e all'anca, nelle protesi. Non a caso i più redditizi. vedi alla voce DRG, ossia la tariffa corrispondente all'intervento http://it.wikipedia.org/wiki/Diagnosis-related_group
      (informazioni prese da La Lobby di Dio, cfr.)

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  3. Michele Serra ieri sulla sua Amaca scrive:
    Si leggono sui giornali approfondite analisi sui perchè e sui percome dal probo movimento collettivo fondato da Don Giussani abbia potuto germogliare un narciso pazzesco come il Formigoni, per non dire di tutto quel business attorno a ospedali e scuole, e quel piazzare primari e presidi sul territorio come neanche il più pervasivo e maneggione dei partiti politici.
    E' da retrodatare di parecchio il mistero di Cl: perlomeno da quando il leader di riferimento dei ciellini, la loro star indiscussa, era Giulio Andreotti, con il memorabile entourage di Evangelisti, Sbardella, Salvo Lima (poi ammazzato dalla mafia, ndr)...

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  4. Ieri sulla rubrica di Repubblica tenuta da Piero Colaprico una lettrice - Rebeca Martinez scrive:
    Appartengo alla associazione Semi da quando è mancato mio figlio Gabriel nel 2007. I fratelli di mambini morti di "Sids" (morte improvvisa del lattante), come il mio quarto figlio di sette mesi, vengono monitorati e seguiti da centri speciali. Desidero farvi partecipi del nostro sconforto per il disservizio nel day ospital della clinica De Marchi di Milano. E' in questo ambulatorio che vengono seguiti i bambini fra 0 e 12 mesi, che hanno avuto un episodio di Alte (Apparent life-threatening event) oppure i fratellini di bambini morti di Sids. Questi hanno un monitor cardio-respiratorio che registra i dati che dovrebbero essere scaricati e analizzati da un medico esperto. Da luglio 2012 il Centro Sids/Alte della De Marchi è sospeso, e i bambini prima seguiti con cadenza mensile, non sono più contattati. Ai genitori che telefonano viene solo detto che il servizio è sospeso senza ulteriori spiegazioni. Nessuno ha indirizzato i pazienti verso altri centri, ma semplicemente sono stati abbandonati a loro stessi non tenendo conto del fatto che non ha alcun senso avere e pagare all'Asl il noleggio di un monitor i cui dati registrati non vengono analizzati".

    Con i 30 milioni di euro e più di "stecche" prese dal faccendiere Daccò, condannato in primo grado a 10 anni e attualmente in carcere, si sarebbe chiuso il centro in oggetto?

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  5. Beniamino, sei sempre puntuale nelle risposte e nei numeri. Ancor una volta sollevi corrette argomentazioni ma di fatto non hai risposto alle mie domande: quali i danni comprovati per il cittadino lombardo? quali i casi di malasanità? quanti e quali i casi di pazienti non curati per assenza delle strutture "meno redditizie" a cui fai riferimento? (tra l'altro in termini pediatrici e odontoiatrici siamo ancor una volta considerati delle eccellenze...)
    Continuo a non comprendere gli effetti pratici di questa "distorsione" del sistema lombardo, a parte la questione morale chiaramente (ma il Mondo è fatto così). In linea generale, favorire chi fornisce un sistema di qualità mi sembra un problema molto meno grave da affrontare con tutti i problemi di questo Paese...

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