mercoledì 5 ottobre 2011

Only the paranoids survive. Così è la vita: cadere sette volte e rialzarsi otto

Nel 1996 il fondatore di Intel – colosso dei microprocessori americano – Andy Grove scrisse un libro dal titolo molto indicativo: Only the paranoids survive. Solo con molta consistency e focalizzazione decisa si ottengono risultati in un contesto supercompetitivo: “Business success contains the seeds of its own destruction. Success breeds complacency. Complacency breeds failure. Only the paranoid survive”.

Quest’estate ho letto un libro che vi consiglio, scritto da Andre Agassi, a lungo numero 1 del tennis mondiale con 8 tornei dello Slam nel carniere, Open. La mia Storia (Einaudi, 2011).

Con uno stile diretto, avvincente, emozionante Agassi racconta come suo padre, campione di pugilato, rappresentatante dell’Iran alle Olimpiadi, una volta fuggito negli Stati Uniti, ha costretto tutti suoi figli a concentrarsi sul tennis. In modo paranoico. Fino a far odiare il tennis ad Andre: “Odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio perchè non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi, non ci riesco. Continuo a implorarmi di smettere e continuo a giocare, e questo divario, questo conflitto tra ciò che voglio e ciò che effettivamente faccio mi appare l’essenza della mia vita”.

Andre Agassi
Il padre di Agassi inventò per Andre, il figlio più dotato, una macchina lanciapalle, soprannominato il Drago: “Nero come la pece, montato su due ruote di gomma, il drago assomiglia a qualunque macchina lanciapalle. In realtà, però, è una creatura vivente uscita da uno dei miei fumetti. Il drago respira, ha un cervello, una volontà, un cuore nero e una voce terrificante. Risucchiando un’altra palla nel proprio ventre, il drago emette una serie di rumori disgustosi...Quando il drago punta dritto su di me e spara una palla a 180 chilometri all’ora, emette un ruggito da belva assetata di sangue che mi fa sobbalzare ogni volta”.

Ho trovato fantastico e significativo questo passaggio: “Papà dice che se colpisco 2.500 palle al giorno, ne colpirò 17.500 alla settimana e quasi un milione in un anno. Crede nella matematica. I numeri, dice, non mentono. Un bambino che colpisce un milione di palle all’anno sarà imbattibile”. Ecco il valore della consistency!

Molti campioni dello sport hanno avuto dei genitori ossessivi. Mi ricordo lo sciatore Marc Girardelli, il cui padre gli faceva fare a scaletta la pista alle 7 del mattino prima che aprissero gli impianti. Senza parlare del padre delle sorelle Williams, Richard, che pianificò la carriera delle figlie Venus e Serena ancor prima che nascessero (arrivando a sabotare i contraccettivi di sua moglie!).

Larry Bird
Qualche mese fa, intervistato dal Corriere della Sera, uno dei più grandi cestisti di sempre, Larry Bird dei Boston Celtics degli anni Ottanta, ha risposto: “Io mi definirei un professionista che lavorava sodo e cercava ogni giorno di dare il meglio di sè. Essere competitivo significa restare concentrato sull’obiettivo finale, cioè la vittoria, a prescindere da quello che sto facendo”.

Roland Barthes nel suo splendido Frammenti di un discorso amoroso, scrisse: “Subisco senza adattarmi, persevero senza abituarmi: sempre sconsolato, mai scoraggiato; sono un pupazzo Daruma, un misirizzi senza gambe a cui si danno continuamente dei buffetti, ma che alla fine si ritrova sempre in piedi, grazie a un equilibrio interiore. E’ ciò che dice una poesia popolare che accompagna questi pupazzi giapponesi:

Così è la vita:
Cadere sette volte
E rialzarsi otto.

Una bambola Daruma
P.S.: (Wikipedia) Le bambole daruma, dette anche bambole dharma, sono figurine votive giapponesi senza gambe né braccia, che rappresentano Bodhidharma (Daruma in giapponese), il fondatore e primo patriarca dello Zen. I colori più comuni sono: rosso (il più frequente), giallo, verde e bianco. La bambola ha un volto stilizzato da uomo con barba e baffi, ma gli occhi sono dei cerchi di colore bianco.

A causa del loro basso centro di gravità, alcuni modelli di bambola daruma si raddrizzano da sole dopo essere state spinte da un lato. Per tale motivo sono diventate un simbolo di ottimismo, costanza e forte determinazione. Queste bambole derivano da un modello più antico di bambola che si raddrizza da sola, nota come il "piccolo monaco rotondetto" o "piccolo monaco sempre-in-piedi". Una filastrocca per bambini del XVII secolo descrive le bambole daruma dell'epoca in modo assai simile alle loro raffigurazioni moderne:

Una volta! Due volte!
Sempre il Daruma di rosso vestito
Incurante torna seduto

3 commenti:

  1. Caro Benia,
    concordo con quanto scrivi e ho apprezzato molto anche io il libro di Agassi (aiutato dal premio Pulitzer J. R. Moehringer) che consiglio a tutti.
    Certamente però dobbiamo distinguere tra paranoia e passione. Solo se il movente è quello di un ideale, di una passione, di un sogno vero, allora possiamo considerare il personaggio come leader positivo.

    RispondiElimina
  2. PS Ed è proprio 'Open' a darci la possibilità di confrontare i valori di un paranoico come Jimmy Connors con quanto emerge dal contrasto interiore di Agassi. Il suo cammino di liberazione dalle imposizioni del padre che trovano parziale soluzione nel suo impegno di volontario. 2 campioni certamente, ma ad uno solo stringerei la mano.

    RispondiElimina
  3. Molto difficile è lo scoprire la propria vocazione e pensare di aiutare i figli a fare altrettanto:è un mestiere che ognuno deve compiere da solo.
    Lucia

    RispondiElimina