martedì 28 aprile 2015

Perchè l'uomo corre? Da cosa intende fuggire? Correre è guardare gli altri e capire che siamo tutti uniti nello stesso casuale destino

Piccone in dirittura d'arrivo sotto caldo bestiale
Insieme a 3 miei colleghi, il 14 aprile scorso ho partecipato alla MilanMarathon, 42 km da correre a squadre, dove ognuno corre la sua parte di circa 10 km. A me è toccata l'ultima frazione, da Via Alcide de Gasperi all'imbocco delle autostrade a Porta Venezia, dove si gira in via Palestro per il rettilineo finale.

Il caldo ha contrassegnato la competizione. Sembrava di essere d'estate. Io, nonostante mi fossi rifocillato costantemente durante il percorso, sono arrivato asciutto all'arrivo. E senza più risorse. L'allenamento serale alla montagnetta di San Siro è cosa ben diversa dal correre tra l'una e le due sotto il sole cocente.

Nei giorni successivi mia moglie mi ha chiesto: "Ma chi te lo ha fatto fare! Perchè la gente corre?". Io mi sono rivolto allora al mio amico Leo, grande runner, il quale mi ha inviato una risposta meritevole di essere letta per intero:  
 
"Caro Benji, a me piace traspirare copiosamente in compagnia e condividere la sofferenza insieme al genere umano che io amo.

Qui sotto quello che scrissi dopo la Maratona di Stoccolma del giugno 2013.

Rileggendo quello che ho scritto mi accorgo che certe sensazioni sono state cosi' intense che ancora adesso tornano ad affiorare e mi provocano una profonda emozione.

Ecco forse é questa profonda emozione che mi spinge a correre nel modo strampalato e poco organizzato in cui lo faccio!

STOCCOLMA 2013

Correre la maratona é dimostrare di far parte del genere umano, condividere i gesti, le paure, le inquietudini e le speranze.

Leo all'arrivo della Maratona di Stoccolma
E' cercare l'armonia insieme agli altri e degli altri, esorcizzare i timori con un gesto universale.

E' dimostrare che si può controllare lo spazio fisico del mondo, percorrerlo sino a non avere più forze.

E' finire la lunga corsa e sentire da subito il bisogno di correrne un'altra perché questo mondo é grande e noi siamo piccolo.

E' tanto simile alla vita questa corsa, le nuvole lasciano il posto al sole, il sole alla pioggia, il ciccione al magro, il caracollante al super allenato, la banana al cetriolo.

E' guardare gli altri e capire che siam tutti uniti nello stesso casuale destino.

E' farlo con un amico che resterà sempre nella memoria perché anche se corre molto più veloce di te ti ha accompagnato in un percorso unico e irripetibile.

E' continuar parossistico a far pipì prima della partenza perché non si riesce a trattenere l'emozione.

E' l'uso smodato di vasellina del mio amico Ico.

E' tenere in mano un cetriolo sotto la pioggia al 35esimo chilometro

E' un arrivo leggendario in uno stadio che gronda di pioggia e di storia.

E' il sorriso pieno di grande gioia di Francesca, Lollo e Franci al mio ingresso nello stadio olimpico di Stoccolma

E' un bambino dolcissimo che mi rimuove con estrema cura e gentilezza il chip dalla scarpa facendo attenzione di non farmi male ai piedi.

E' una serie interminabile di culi e lamenti che vedo e sento entrando nella dressing room dei maschi alla fine della corsa

E' un ritorno dolente ma con gioia straripante a Stureby insieme ad altre quindicimila persone

E' parlare con tutti della magica esperienza passata

Continua dolce a farsi spazio nella memoria questo sofferente viaggio svedese".
 
Benji, Silvia, Massimo e Andrea, team Magica Cleme
Nei giorni successivi alla staffetta della Milan-Marathon ho pensato che la fatica condivisa, la sofferenza della salita al Portello sotto il sole, la linea del traguardo che non arrivava mai, siano stati tutti segnali diretti a prendere consapevolezza del terribile "mestiere di vivere", così ben raccontato da Cesare Pavese.
I giorni seguenti ha voluto dire la sua anche Mario Draghi, allievo di Federico Caffè e profondo estimatore di Paolo Baffi, il quale, a fronte di quesiti sull'opportunità di ridurre i volumi del QE in vista della ripresa, ha risposto: "E' come se un maratoneta chiedesse dopo 1 km se la corsa è finita". Grande #SuperMario.
 

 

3 commenti:

  1. Grazie Beniamino per la citazione integrale!
    La tua é una dimostrazione di grande amicizia e generosità perché non sono sicuramente un grande runner! Eppoi riuscire a far entrare nel post Draghi e di sguincio anche Baffi, é da grande editorialista!
    Ti abbraccio con affetto.
    Leo

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  2. benny vederti correre sarebbe stato bellissimo; non posso aggiungere niente di più niente di meno di quanto riportato da Leo; corrre una maratona è semplicemente una metafora della vita;
    la mia prima NY è un tattoo sulla mia pelle: non importa il tempo, importa averla finita, averla vissuta.
    quindi un invito: perchè il prossimo anno non corriamo insieme io te e leo ed altri che vorranno seguirci ancora NY?

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  3. Ricevo e pubblico:

    Ciao Beniamino
    Bellissimo ciò che hai scritto: non ce la faccio io a correre perchè i miei poveri piedi non sono all’altezza ma dentro ciò che descrivete mi identifico con i sentimenti e la necessità di esser coinvolti con gli altri esseri umani e condividere le gioie e i dolori della vita anche nel quotidiano avvolte banale del lavoro.
    Grazie e arrivederci presto spero!

    TT

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