venerdì 16 gennaio 2015

L'assessore alla Casa del Comune di Milano Daniela Benelli ci costerà come vitalizio un milione e mezzo di euro. Pisapia sbaglia a lasciarle le deleghe

In Italia è scomparso il sentimento della vergogna. Un tempo si poteva commettere un sopruso, comportarsi in modo indegno, ma almeno dopo le gote arrossivano, ci si vergognava.

La prova che la vergogna è scomparsa (ne scriveva Marco Belpoliti in "Senza vergogna", Guanda, 2010) ce l'ha data pochi giorni fa l'assessore alla Casa del Comune di Milano Daniela Benelli, la quale è tra i firmatari del ricorso al Tribunale amministrativo regionale (TAR) contro il taglio (ridicolo, pari al 10%, e solo fino al 2018, sarebbe stata opportuna una riduzione maggiore) dei vitalizi degli ex consiglieri della Regione Lombardia.

Benelli è in buona compagnia perchè tra i ricorrenti c'è anche Mario Capanna, leader del Movimento studentesco nel 1968 che con soli 5 anni al Pirellone riceve ben  3.160 euro lorde ogni mese. L’irredimibile Capanna ha fatto sapere che “i diritti acquisiti, costituzionalmente garantiti, non possono essere intaccati; se il TAR ci desse torto, si aprirebbe una voragine incontrastabile”. I politici scrivono le regole per loro stessi, e se la cantano – e ridono – alle nostre spalle. Non sono diritti acquisiti, ma privilegi acquisiti ingiustamente, a carico delle prossime generazioni. Che pagano la “voragine” dei vitalizi.

La Benelli è stata eletta nelle liste di Sel, Sinistra,Ecologia e Libertà, il partito di Nichi Vendola, nella cui mission si legge: "Il bisogno autentico di quel che chiamiamo sinistra ha a che fare con l'idea di altre vite da queste nostre di adesso espropriate di futuro, ferite ogni momento al cuore delle loro soggettività e incasellate in una connessione infinita di solitudini". Soli sono i giovani che devono pagare i vitalizi senza senso a politici senza dignità e senza alcuna cognizione dei tempi in cui viviamo. Visto che la Benelli venne eletta al Pirellone nelle liste del Partito Comunista italiano, ha mai sentito parlare Enrico Berlinguer della “questione morale”?

Non è nuova Daniela Benelli a comportamenti poco opportuni. Infatti nel 2012 Il Fatto quotidiano informava i lettori del fattoche lei affittava a prezzi di favore un appartamento dell'Istituto dei ciechi, dichiarato di 80 metri quando al catasto risultano 121.

Nel curriculum della Benelli sul sito del comune di Milano leggiamo che "fin da studente collabora con la Casa della Cultura, di cui e' stata direttice per molti anni". La Casa della Cultura è uno dei luoghi dove la sinistra discute di attualità politica e sociale. Ci chiediamo se in questi luoghi l'assessore Benelli abbia mai sentito parlare di Norberto Bobbio che in Destra e sinistra (Donzelli, 1995) scriveva: "Mi risulta che il criterio più' frequentemente adottato per distinguere la destra dalla sinistra è il diverso atteggiamento che gli uomini viventi in società assumono di fronte all'ideale dell'eguaglianza, che è uno dei fini ultimi che si propongono di raggiungere e per i quali sono disposti a battersi". Cosa c'e' di "eguale" nel prendere dalle tasche dei contribuenti 50mila euro l'anno di vitalizio per i prossimi 30 anni (lunga vita alla Benelli nata nel 1952), che fa quindi un milione e mezzo di euro, quando i contributi versati sono stati 144mila (già ricevuti nei primi tre anni di vitalizio)? Neanche la droga e la prostituzione hanno questi rendimenti.

Non si capisce perchè l'assessore Benelli prenda il vitalizio e nel frattempo riceva lo stipendio come assessore. Se come tutte le persone normali, che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, andasse in pensione, riceverebbe circa il 5% (coefficiente di trasformazione) dei contributi versati, nel suo caso pari a circa 143mila euro. Che fa 7.150 euro lordi l'anno, esattamente 1/7 di quanto prende ora. La differenza la mettono i contribuenti, che sussidiano ancora una volta una persona che non è ha bisogno.

Se l'assessore alla Casa e al Demanio Daniela Benelli non capisce che il tempo dei "furti generazionali" (Tommaso Padoa-Schioppa, cit.) è finito, non sarà certo in grado di risolvere i problemi abitativi della città. Ha decisamente sbagliato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia a ridare le deleghe al membro di giunta senza vergogna.
Purtroppo, per alcuni politici (sedicenti) di sinistra, vale il motto: libertè, egalitè, jet privè.

2 commenti:

  1. Ricevo e pubblico:

    MA NON POSSIAMO RIVEDERE RADICALMENTE (= ZERO VITALIZI) LA LEGGE SU INIZIATIVA POPOLARE?? chiedere che la politica intervenga sui propri stessi privilegi è una chimera e una ingenuità..il TAR riformerà e sarà danno oltre che beffa!! claudia

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  2. Ricevo e pubblico:

    Beniamino,
    considerazioni e commenti fantastici, siamo un popolo di pecoroni che non fa nulla. Come si può fare per eliminare radicalmente questo doppio binario?
    Con una classe politica che vive, guadagna e specula sul popolo “bue” che funziona da “mucca da mungere” silente e con il capo basso!

    Ti leggo sempre con piacere, grazie ai tuoi pezzi “graffianti”.

    Ho finito di leggere anche il libro su Baffi. Testimonianze stimolanti della figura di un economista, banchiere ed accademico italiano, oltre che governatore
    della Banca d'Italia. Molto bello ed istruttivo di una ricostruzione storica di un pezzo di storia della nostra finanza.
    Alessandro R.

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