Il grandissimo Gianni Brera disse: ““Dalla Chiesa era così intelligente che per fargli un degno piropo' non mancavo mai di esprimergli la mia meraviglia: come aveva potuto fare tanta carriera in Italia con un cervello così fino?”.
Cosa è cambiato dal 1982? Quando Marco Vitale nel suo Passaggio al futuro (EGEA, 2010) dice saggiamente che noi non dobbiamo fare riforme – inconcludenti – ma risolvere problemi, la prima piaga biblica che invita ad affrontare è il peso abnorme della malavita organizzata.
Le cifre fanno impressione: l’insieme della attività illegali in Italia ammonterebbe a 419 miliardi di euro l’anno, secondo le stime più accreditate. Nessun Paese ha, nel suo tessuto sociale ed economico, una presenza di tale spessore della malavita organizzata. 13 dei quasi 17 milioni di italiani che vivono in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia convivono con le mafie. Parliamo del 22% della popolazione italiana, non quisquilie.
E aggiungiamo che la corruzione diffusa rappresenta l’humus ideale per la malavita organizzata.
Il giudice Davigo ironicamente ha affermato che se la “cricca” degli appalti della Protezione Civile – per intenderci Anemone, Verdini, Bertolaso, Carboni - si fa pagare con assegni circolari (e non con il consueto contante) poi incassati nella banca allora guidata – ora con pesanti motivazioni commissariata dalla Banca d’Italia – da Verdini, significa che la convinzione di impunità regna serena.
Un sano sviluppo economico non è compatibile con un alto e diffuso livello di corruzione e di malavita. La mafia è arretratezza, non sviluppo.
Il giudice Gian Carlo Caselli ha ricordato: “Dalla Chiesa ha occupato gran parte dei suoi 100 giorni come Prefetto di Palermo a parlare ai ragazzi delle scuole, agli operai dei cantieri navali, alla cittadinanza. Perchè sapeva che l’antimafia “delle manette” deve intrecciarsi con l’antimafia “dei diritti”. Altrimenti non si risolve nulla”.
Nell’intervista – testamento spirituale - a Giorgio Bocca pochi giorni prima di essere ucciso, il Generale Dalla Chiesa disse: “Ho capito una cosa, molto semplice ma forse decisiva: gran parte delle protezioni mafiose, dei privilegi mafiosi caramente pagati dai cittadini non sono altro che i loro elementari diritti. Assicuriamoglieli, togliamo questo potere alla mafia, facciamo dei suoi dipendenti i nostri alleati”.
La A112 del Generale crivellata di colpi |
Caro Generale Dalla Chiesa, ti sia lieve la terra.
potere!potere di credere e volere credere che le cose possono cambiare se in fondo cambiamo noi!!!!
RispondiEliminafederico
Carlo Alberto Dalla Chiesa,Giorgio Ambrosoli, Emilio Alessandrini, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Persanti Mattarella, Peppino Impastato,Mauro Rostagno, Luigi Calabresi, Ilaria Alpi,Rosario Livatino.
RispondiEliminaHanno cercato con il loro operato di contrastare la mafia che nel corso dei decenni ha continuato a prosperare indisturbata, divenendo a poco a poco uno Stato che si regge sulla violenza e su l'illegalità contrapponendosi allo Stato di diritto.
Lucia.