mercoledì 27 aprile 2011

Quando i banchieri facevano gli interessi dei clienti. Siegmund Warburg, un banchiere d’altri tempi (prima parte)

Il banchiere Siegmund Warburg
In queste vacanze pasquali ci siamo cimentati – tra una partita e l’altra con mio figlio Francesco, che ha una passione smodata per il football - nella lettura di un testo fantastico (leggero, leggero, 421 pagine, escluso le note), scritto dallo storico Niall Ferguson: High Financier. The lives and time of Siegmund Warburg (Penguin Press, 2010).

Siegmund Warburg (1902–1982) ha avuto un ruolo preminente nello sviluppo dell’investment banking. Ha fondato S. G. Warburg & Co. nel 1946, di cui è stato il managing director fino al 1973. Come tutte le investment bank inglesi, anche Warburg è stata acquisita, dalla svizzera Swiss Bank Corporation (oggi UBS) nel 1995.

Francesco scocca il tiro vincente, in una pausa-lettura
Nella prefazione leggiamo: “The world finds itself emerging, tentatively, from an even bigger financial crisis, one which can in large measure be blamed on the conscious abandonment by a new generation of bankers of Siegmund Warburg’s haute banque ideal – financial service based on the primacy of the client relationship rather than speculative transaction. If ever there was a time to learn from a true high financier, this is surely it”.

A seguito di un drammatico colloquio il 9 marzo 1933 con il Ministro degli esteri tedesco Von Neurath, Warburg woke up, took a taxi home and told his wife to pack. Questo il suo commento su Adolf Hitler: “One often heard his voice on the radio. He seemed to me to be a strange mixture of a sadist and a fanatic of the worst kind, a man incorporating narrow-mindedness, a madman, and it was incomprehensible to me that he would have such a following”. Che velocità di azione, che coraggio, che lungimiranza!

Si trasferì a Londra e nel 1939 divenne cittadino britannico. Britain adopted him, and ultimately adopted him. The old country had an admirable inner calm, poise and security: “The people of this country have shown their best fibre perhaps even more than in normal times”. E’ opportuno ricordare che nel settembre 1939 avvenne la famosa Battaglia d’Inghilterra, in cui la RAF riuscì a sconfiggere l’aviazione tedesca.

Il Primo Ministro inglese Winston Churchill disse “Mai così tanti uomini dovettero così tanto a cosi pochi uomini". Nel settembre 1940 la Luftwaffe, su richiesta di Hitler, intensificò i bombardamenti, anche notturni, sulle città inglesi (Coventry, Birmingham, Liverpool, Plymouth, Bristol) specialmente Londra.

Il volgere dell'attenzione verso le città anziché ai campi d'aviazione permise ai caccia inglesi di rafforzarsi e respingere una volta per tutte la Luftwaffe: dal 7 al 15 settembre 1940 i tedeschi persero ben 175 velivoli. A Hitler non rimase che rinviare la tanto attesa operazione Seelöwe, anche se gli attacchi contro Londra e i porti della Manica continuarono fino al 1941 inoltrato. La Battaglia d'Inghilterra fu la prima grande battuta d'arresto per le forze armate tedesche, con la Luftwaffe che perse un totale di 1789 velivoli dei quali 1385 in combattimento.

Il Governatore della Bank of England, Mervyn King, ha dichiarato con saggezza dopo i salvataggi delle banche inglesi: “...per parafrasare un grande leader dei tempi della guerra, mai nel campo dell’intrapresa finanziaria, così poche persone (i banchieri, ndr) hanno dovuto così tanto denaro a così tante persone (i contribuenti, ndr)”.

Siegmund Warburg
La performance di S.G. Warburg negli anni ‘50 è impressive: Nel 1949 il capitale era di 2,75 milioni di sterline, nel 1962 la market cap era di 20 milioni di sterline (1 miliardo di sterline ai valori del 2008).

Ferguson porta numerosi casi concreti a supporto del fatto che S. Warburg was a lifelong proponent of European integration.

Il padre del mercato londinese degli Eurobond – obbligazioni trattate su mercati di nazionalità diversa rispetto all’emittente - è da ricercarsi in S. Warburg, il quale si convinse che un mercato sopranazionale poteva coesistere con limitazioni nazionali sulla libertà di movimento di capitale. La City di Londra ne ebbe un grande beneficio.

Se la Gran Bretagna uscì dall’EFTA – European Free Trade Association - nel 1960 ed entrò nella Comunità Economica Europea nel 1973, una parte del merito va a Warburg, premesso che il veto francese di De Gaulle (che non volle cedere negozialmente alle richieste inglesi di riduzione della spesa della Politica Agricola Europea – PAC) venne meno con la nuova presidenza di Giscard d’Estaing.

Alla fine della seconda Guerra Mondiale Sir Warburg ebbe a dire: “The company should be giving service to British industrial firms…We have made it a rule that the financial risks which we take never represent in any case more than a certain very limited percentage of the capital of the firm. Our chief risk lies in our overhead expenses which have to be relatively heavy considering that the sort of work we are doing depends on the highest possible quality of management”.

Nel 1953 Warburg scrisse una lista semplice semplice degli elementi essenziali per un first class private banking business:

- moral standing
- reputation for efficiency and high quality brain work
- connections
- capital funds
- personnel and organization

Chi non rispettava questi 5 parametri non meritava di essere chiamato banchiere, ma solo gambler, scommettitore o speculator. Il suo verdetto sul mercato di Wall Street nel 1940 fu: “It is a market of gamblers and not investors”, vedasi post su Benjamin Graham e l’Intelligent Investor . In un altro passaggio, Warburg dice: “In other words, we must be aware that we are primarily bankers and only secondarily Stock Exchange traders”.

Lusso bandito, discrezione e senso della misura. Uffici spartani, Warburg himself occupied a modest and rather chilly office. The firm was a monastic order, and all the monks’s cells were equal, including the abbot’s.

Vi aspetto domani per la seconda parte.

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