lunedì 8 luglio 2019

Decreto “Crescita”? Un caso di manipolazione del linguaggio

Come ha scritto Gianrico Carofiglio nella “Manomissione delle parole”, il linguaggio può essere manipolatorio. Nella politica italiana succede molto spesso. Il cosiddetto decreto “Crescita” assomiglia al decreto “dignità”, che nella relazione accompagnatoria scritta dall’Inps prevedeva un calo dell’occupazione, alias mancato rinnovo dei lavoratori a tempo determinato.

Nel caso del decreto approvato pochi giorni fa il rischio è il medesimo, ossia vedere una diminuzione del già basso livello di sviluppo economico. Se il governo giallo-verde ansia è riuscito a cancellare quel poco di crescita che c’era, come possiamo pensare che un decreto pieno di mance e assistenzialismo possa dare una svolta all’anemia economica che ci circonda?

Vediamo in dettaglio cosa è stato approvato in Senato.

1.      Viene rientrodotto il superammortamento per le imprese. Era stato detto dal ministro Luigi Di Maio che tutto quello fatto Matteo Renzi fosse da buttare. Ora, fortunatamente, c’è una revisione e si torna a guardare con favore agli investimenti privati, che dipendono dalla fiducia (costantemente in calo dalle elezioni del marzo 2018).

2.      Vengono tagliate le tariffe Inail dal 2023. Poca roba sul tavolo.

3.      Sono stati introdotti ecoincentivi per tutte le moto e microcar.

4.      Il Ministero dell’Economia è autorizzato ad entrare come azionista nella nuova Alitalia. Il prestito di 900 milioni sarà ben difficile vederlo restituito. Come possiamo pensare di creare sviluppo se vengono messi denari pubblici nella fornace Alitalia, che più vola e più perde?

5.      Nessun passo indietro sulla responsabilità penale per eventuali reati ambientali relativi alla bonifica e al rilancio dell’Ilva di Taranto. Il governo non ha previsto l’immunità totale nonostante il duro scontro tra Arcelor Mittal e il Mise.

6.      Previsti 3 milioni di euro per Radio Radicale (ottima cosa, vista la capacità archivistica) e  norme per favorire le aggregazioni bancarie al Sud, con particolare attenzione alla Banca Popolare di Bari.

7.      Le grandi imprese con più di mille dipendenti potranno licenziare i lavoratori più anziani offrendo loro in cambio “uno scivolo” di 5 anni, per chi ha maturato il diritto alla pensione di vecchiaia. Se si incentivano le persone ad andare in pensione, come si può pensare di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro?

8.      E’ stata introdotta una norma per `salvare´ i fornitori di Mercatone Uno, caso classico di incapacità degli imprenditori di competere in uno scenario dominato dalla disintermediazione.

9.      Ancora una volta il Comune di Roma viene aiutato dal contribuente. Infatti parte del  debito storico della Capitale passerà a carico dello Stato. E’ così, aiutando i peggiori amministratori comunali italiani, che si vuole creare un clima favorevole alla crescita? E i Comuni sobri e buoni pagatori, con i conti in ordine, cosa devono pensare? Quale esempio nefasto viene dato? Il presidente Sandro Pertini soleva dire: “I giovani non hanno bisogno di prediche, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà”. Eccoci serviti.


Se il governo voleva dimostrare alla Commissione Europea di essere sulla retta via, di creare le condizioni favorevoli per le imprese, di fornire un terreno favorevole al ritorno della fiducia, possiamo dire che siamo ben lontani dall’obiettivo.

Siamo ormai in estate con il caldo che ci attanaglia. Avremmo bisogno di una folata di fresco, di idee innovative, di pensiero vigoroso. Ha vinto la retorica e il pensiero debole.
(Pubblicato sulla "Gazzetta del Mezzogiorno" il 2 luglio 2019).