mercoledì 19 dicembre 2018

Omaggio a Maria Alessandra Baffi, donna affettuosa, dall'energia travolgente. Si è sempre prodigata per i meno fortunati


B. Piccone e M. Alessandra Baffi
Cara Maria Alessandra,

È con estremo dispiacere che mi accingo a darti l'ultimo saluto. Una lunga sessione di laurea in università mi impedisce di essere lì oggi.

Quanti incontri, quante telefonate, quanti vis-a-vis. A Fregene, a Roma, a Milano, perfino in ospedale a Villa Margherita. Quanta resilienza, quanta energia hai trasmesso a chi ti ha conosciuto. Quanto affetto mi hai regalato da quando ho preso in mano le carte di tuo marito Paolo in Banca d’Italia.
Quando trovavo una lettera interessante in archivio, ti chiamavo e subito mi raccontavi un sacco di cose con la tua voce squillante. E non smettevi più, parlavi senza fermarti. Con passione. Mi aiutavi con mille aneddoti a definire “lo spirito del tempo”, lo Zeitgeist della carriera in Banca d’Italia di Paolo Baffi, straordinario servitore dello Stato.

Sei nata ad Oderzo in provincia di Treviso il 5 maggio 1928. Una lunga vita, piena, densa di soddisfazioni. Due figli, un marito che ha servito il Paese ad altissimo livello per oltre quarantanni. E tu sei sempre stata al suo fianco, nei tanti momenti belli e anche nelle tragiche vicende del 1979, quanto ingiustamente Baffi fu incriminato con il vice direttore generale Mario Sarcinelli. Una campagna di intimidazione da far tremare i polsi. Quando il presidente emerito Giorgio Napolitano è venuto a Fregene alla presentazione del mio volume “Paolo Baffi, Servitore dell’interesse pubblico”, hai insistito per ospitarmi a casa tua insieme a moglie e figli, che hai coccolato con amore e che ricordano con affetto la tua generosità.

Piccone, Napolitano e S. Rossi a Fregene
Quel giorno alla Biblioteca di Fregene hai voluto intervenire. Quanta commozione nel ricordare la telefonata di Baffi del 24 marzo 1979 che ti invitava ad andare dalla moglie di Sarcinelli per aiutarla a preparare la valigia con gli effetti personali da portare in carcere al marito a Regina Coeli. Che tempi orribili!

Quanto ti sei spesa per le persone meno fortunate! Mi hai raccontato quanto hai lottato a favore dell’ematologo prof. Franco Mandelli affinchè potesse avere una sede per i “suoi“ bambini malati di leucemia. E alla fine ci sei riuscita! Mi facevi spesso vedere la foto con Carlo Azeglio Ciampi che consegnava a te e Mandelli un assegno miliardario (in lire).

E quanto ti sei spesa a Fregene per trasformare la tenuta Maccarese dei Benetton (veneti come te) nell’oasi di 400 ettari di Macchiagrande, ora gestita dal WWF! Il 14 agosto 1982 Baffi scriveva al senatore Cesare Zappulli: “Coltivo alberi che daranno frutti nei tempi lunghi”.

Enrico e Giuseppina, a cui va il mio abbraccio forte e sincero, riuscivano a fatica a limitare, ormai ottantenne, le tue iniziative. Non ti sei mai fermata. Ogni volta che organizzavo una presentazione in Banca d’Italia, un intervento alla scuola Leonardo da Vinci di Fregene con la preside Antonella Maucioni, mi dicevi: “Vengo!”, anche se eri debilitata.

Paolo Baffi
Sei venuta anche al Salone del libro a Torino a sentire Paolo Mieli e Nerio Nesi, che hanno ricordato Paolo Baffi con bellissime parole. Quando il Comune di Fiumicino ha dedicato una Piazza a Baffi, al telefono mi hai detto: “Piccone, con tutte queste iniziative, mi allunghi la vita”. E io commosso, allora, cercavo di organizzare altri incontri.

Ora che non ci sei più, piango le mie lacrime.

Ti sia lieve la terra, Maria Alessandra, mi mancherai moltissimo.

giovedì 13 dicembre 2018

La vicenda Xylella: spesso in Italia la magia vince sul metodo scientifico

La Xylella - il terribile batterio che secca le piante, in special modo gli ulivi - pare essere arrivata anche all'Argentario in Toscana. E cosa abbiamo fatto in questi anni? Come hanno reagito le istituzioni? Qual è stato il dibattito pubblico scientifico rispetto a questo problema? Sinteticamente: una delusione totale.
Sembra di vivere nel Medio Evo, quando la magia aveva la meglio su tutto.

Facciamo un passo indietro. La "Xylella fastidiosa" è comparsa in Puglia, nel Salento, nell'ottobre 2012, colpendo da allora circa 770 mila piante, per un totale di 8 mila ettari. Come ha scritto Luciano Capone sul Foglio, a causa dell'inazione delle istituzioni, bloccate anche a causa di indagini della magistratura, attivisti-complottisti, pseudo ambientalisti, sedicenti scienziati, la malattia si è espansa a macchia d'olio (è veramente il caso di dire).
Per contrastare l'epidemia, sarebbero necessarie alcune misure di contenimento come l'uso di agrofarmaci e l'eradicazione di parte degli ulivi malati come a formare una linea Maginot. La comunità scientifica è concorde. La Corte di giustizia europea, la Commissione europea, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), l'Accademia dei Lincei, scienziati internazionali e ricercatori italiani la pensano allo stesso modo. Peccato che siano considerati "untori" dalla magistratura di Lecce che li ha indagati (l'inchiesta aperta tre anni fa non è ancora stata chiusa).

Il rimpallo di responsabilità a cui abbiamo assistito è stato imbarazzante. Il Ministero dell'Agricoltura non si è mai occupato della questione. Il finanziere Guido Roberto Vitale, intervistato qualche giorno fa sulla Gazzetta del Mezzogiorno, ha detto: "Sono costernato da quello che sta succedendo in Puglia e mi domando se le autorità centrali e regionali si rendono conto di quello che vuol dire per questa regione la scomparsa o la mutilazione violenta degli ulivi centenari o millenari. Si tratta di ulivi che costituiscono un'attrazione e una testimonianza di civiltà per i turisti che giungono da tutto il mondo. Vederli scomparire solo perchè nessuna autorità si è occupata di debellare questo flagello è terribile".

I danni all'olivicoltura pugliese sono ingenti. Dal brindisino, ormai, in assenza di contromisure, il batterio ha raggiunto Bari. Per il 2018-9 si stima che la produzione di olio d'oliva scenda di oltre il 50%, dalle 205mila tonnellate del 2017 alle 86mila attese. Se pensiamo che una bottiglia da tre quarti di litro si potrebbe vendere a prezzi superiori ai 13 euro, ci rendiamo conto del danno economico.

Questa vicenda ricorda l'epidemia di influenza "spagnola", che in Italia prese a mietere vittime nell'agosto 1918, e che nei successivi sette mesi avrebbe provocato un numero maggiore di morti dei caduti nella Grande Guerra. La spagnola si accanì in particolare contro le donne e nelle regioni dove l'igiene era più precaria e l'alimentazione più carente. Tutto ciò avvenne in particolare in Puglia e nella provincia di Foggia. Lo storico Sergio Luzzatto, nel formidabile volume Padre Pio. Miracoli e politica nell'Italia del Novecento (Einaudi, 2007), scrive: "Nel solo comune di San Giovanni Rotondo, che non superava i diecimila abitanti, fra settembre e ottobre del 1918 l'epidemia influenzale provocò 200 vittime". E proprio in quei mesi Padre Pio, alias Francesco Forgione, ricevette le stigmata. Allora le richieste di intercessione, di preghiere di protezione, le domande di grazia di infittirono. Luzzatto commenta: "Da buoni cristiani, potevano sperare che un qualche individuo d'eccezione - un santo - riuscisse a liberarli da tutto il male che li circondava: dalla malattia, dalla miseria, dal lutto...Le stigmate e i miracoli di Padre Pio interessano meno per quanto rivelano di lui che per quanto rivelano del mondo intorno a lui: il varipinto mondo di frati e di preti, di chierici e di laici, di credenti e di atei, di buoni e di cattivi, di astute o di ingenui, di colti e di ignoranti che nel carattere soprannaturale di quelle stigmate e di quei miracoli hanno creduto, o hanno rifiutato di credere".
E' passato un secolo ma ci sono soggetti che credono ancora alla magia. Pietro Perrino, per esempio, sostenitore del movimento Free Vax, (antivaccinista) sostiene che gli ulivi muoiono a causa dell'"inquinamento" e che le misure anti Xylella fanno parte di un complotto. Naturalmente guidato dalle multinazionali del farmaco.
Se la magia ha la meglio sulla scienza e sul metodo scientifico, siamo fritti.