venerdì 8 aprile 2011

Elogio del silenzio

Ho appena finito di leggere Elogio del silenzio (Feltrinelli, 2011) dell’Ambasciatore Boris Biancheri. Biancheri è Presidente dell’ISPI , Istituto per gli Studi di Politica Internazionale fondato da Alberto Pirelli, quando gli imprenditori investivano nella ricerca e nelle istituzioni. Oggi investono nelle squadre di calcio.
Biancheri ha fatto carriera diplomatica: è stato Ambasciatore a Londra, Tokyo e Washington.

Non tutti sanno che Ugo Stille - Direttore del Corriere della Sera dal 1987 al 1992 – fino alla Seconda Guerra Mondiale si chiamava Mikhail Kamenetzky. Poi per sfidare i tedeschi, decise di chiamarsi Stille, silenzio, quiete, a cui i tedeschi volevano ridurlo.

Ugo Stille
 Wikipedia: “...Nei primi anni '40 la famiglia Kamenetzky dovette emigrare di nuovo per sfuggire alla leggi razziali fasciste promulgate nel 1938. Il 4 settembre 1941 i Kamenetzky si imbarcarono perciò per gli Stati Uniti, grazie ad un visto ottenuto tramite l'intercessione di Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI, e si stabilirono a New York”.

Il protagonista di Elogio del silenzio è Felix, un brillante bambino che non parla fino a 4 anni, e poi si scopre che ha la capacità di memorizzare qualsiasi fatto e numerarlo per ricordarlo alla perfezione. “Aveva messo insieme più di cinquemila ricordi, ognuno con un numero progressivo che pronunciava sommessamente quando voleva rievocarlo”.

Felix viveva due vite allo stesso tempo. Una reale dove accadevano poche cose, regolari e ripetitive...L’altra vita di Felix era costituita dall’organizzazione della memoria, che invece lo appassionava. Allo stesso modo in cui la medesima frase, detta da una persona qualsiasi, si perde tra le mille banalità quotidiane senza che nessuno vi faccia attenzione ma si carica di significato e di mistero se è pronunciata da un attore su un palcoscenico. La mente di Felix era dedita infatti a una continua rappresentazione teatrale a ritroso”.

A lezione ho citato questo passo di Biancheri: “Più importante che ricordare le cose, infatti, è capire perchè le cose accadono o perchè sono accadute le cose che si ricordano....servono due cose: la memoria del passato e la consapevolezza del presente”.

In questi tempi urlati - come chiude Biancheri nel suo splendido libro - abbiamo bisogno di quiete, silenzio, spazio mentale per la riflessione: “La notte era chiara e Felix si sentì giunto a casa. Solo alcune domande su cui si era interrogato preparando il suo discorso – Cosa è la libertà Cosa è la verità? – gli vagavano ancora nella mente, come se attendessero risposta. Ma proprio in quel momento il vento cessò, il leggero mormorio dell’onda si tacque e su tutto scese il silenzio”.

1 commento:

  1. Segnalo l'Accademia del silenzio e i blog collegati come www.ascoltareilsilenzio.org

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