Qualcuno gli dice che è un pazzo, “Che beneficio ne hai? Ma chi te lo fa fare?”, ma Roger imperterrito continua la sua meritevole battaglia.
Nel 2008 è uscito il suo saggio Meritocrazia. Quattro proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto (Garzanti, 2008). Qualche sera fa ho avuto la fortuna di ascoltarlo a uno speech tenuto all’APE – storica associazione milanese, di cui sono socio.
Roger Abravanel dimostra che la società italiana non è nè giusta nè meritocratica. L’Italia è probabilmente la società più diseguale e ingiusta del mondo occidentale. Mentre gli Stati Uniti sono caratterizzati da alta disuguaglianza sociale e alta mobilità sociale, in Italia scopriamo tristemente che siamo un caso unico: la nostra è l’unica società con alta disuguaglianza e bassa mobilità.
Roger Abravanel |
L’immobilità della società italiana rende la sua disuguaglianza profondamente ingiusta e contribuisce al clima di sfiducia che attanaglia il paese. Beppe Severgnini riassume efficamente: “L’Italia è bella, ma immobile. Sembra di vivere sempre lo stesso giorno, come Bill Murray in Ricomincio da capo (Groundhog Day)”.
Vediamo cosa scrive la Banca d’Italia nel Supplemento al Bollettino Statistico (n. 67, 20 dicembre 2010, La ricchezza degli Italiani): “Alla fine del 2009 la ricchezza netta per famiglia era stimabile in circa 350 mila euro.
La distribuzione della ricchezza è caratterizzata da un elevato grado di concentrazione: molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza; all’opposto, poche famiglie dispongono di una ricchezza elevata. Le informazioni sulla distribuzione della ricchezza desunte dall’indagine campionaria della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane indicano che alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10 per cento della ricchezza totale, mentre il 10 per cento più ricco deteneva quasi il 45 per cento della ricchezza complessiva".
In uno studio di febbraio 2010 la Banca d’Italia evidenziava la bassa mobilità sociale: “Oltre al grado di disuguaglianza della distribuzione della ricchezza è interessante descrivere anche il livello di mobilità, ossia la frequenza con cui le famiglie si spostano fra le varie classi di ricchezza nel corso del tempo. Tale fenomeno può essere valutato confrontando la posizione relativa di un campione di famiglie intervistate più volte nel corso del tempo. Sia nel 1993-2000 sia nel 2000-2008 comunque, la maggior parte delle famiglie tende a rimanere nella stessa classe di ricchezza iniziale o a muoversi in classi adiacenti”.
Luigi Einaudi |
Boeri e Galasso sostengono che l’Italia sia, fra tutti i paesi sviluppati, il Paese che più sta agendo contro l’interesse dei giovani. “Si assiste alla più massiccia redistribuzione di risorse dalla generazione dei figli a quella dei genitori di cui si abbia traccia in epoca recente. In poco più di dieci anni abbiamo raddoppiato il nostro debito pubblico e promesso pensioni molto generose, nonostante il calo della fertilità e l'allungamento della vita: su ogni giovane italiano oggi gravano 80.000 euro di debito pubblico e 250.000 euro di debito pensionistico. Lo abbiamo fatto non tanto per costruire infrastrutture, migliorare la qualità dell'istruzione o dei servizi, ma per pagare pensioni di invalidità, creare posti pubblici spesso inefficienti, concedere baby pensioni e pensioni di anzianità, cedere alle pressioni di rappresentanze di interessi specifici e di breve respiro”.
Gherardo Colombo |
Roger la pensa allo stesso modo - purchè gli insegnanti siano bravi e si facciamo valutare. Spero proprio possa trovare una data per venire a lezione con me all’Università di Bergamo. Gli studenti apprezzerebbero sicuramente. Roger è un grande speaker.
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