venerdì 4 luglio 2014

Omaggio a Giorgio Ambrosoli, simbolo dell'altra Italia

35 anni fa, nella notte tra l'11 e il 12 luglio 1979 il killer William J. Arico assassinava con tre colpi di pistola l'Avv. Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana.

Michele Sindona - finanziere siciliano vicino a Cosa Nostra, vedi post a lui dedicato - nel marzo 1986 verrà condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Milano quale mandante dell' omicidio dell' avvocato Ambrosoli.

In un Paese dove spesso "Trionfano il sotterfugio, la furbizia, la forza, la disonestà sotto l'apparenza delle leggi uguali per tutti, coloro che si attengono alle leggi formali sono scavalcati ogni giorno da chi non le osserva" (Gherardo Colombo, Sulle Regole, Feltrinelli, 2008).

E' per questo motivo che oggi ricordiamo Giorgio Ambrosoli, professionista integerrimo di grande levatura.
Quando penso ad Ambrosoli, mi tornano in mente le parole di Giovanni Spadolini, che alla Bocconi, spiegò la lotta tra due forze, dell'ombra e della luce, definendo quest'ultima "l'altra Italia": "Baffi non era stato scelto a caso dagli autori del complotto del quale egli era rimasto vittima: egli simboleggiava quell'altra Italia che si opponeva in quelle ore drammatiche all'intreccio di trame e cospirazioni contro la Repubblica". Le considerazioni del primo presidente del Consiglio non democristiano ricomprendono senza dubbio anche Giorgio Ambrosoli, tenace e libero servitore dello Stato.

A Paolo Baffi - Governatore della Banca d’Italia e vero riformatore del sistema bancario italiano negli anni ’70, unico rappresentante delle istituzioni ai funerali di Giorgio Ambrosoli – toccò una sorte simile. Baffi e Sarcinelli - che respingono improbabili piani di salvataggio (delle banche di Sindona) presentati loro anche da Franco Evangelisti, braccio destro di Andreotti - pagheranno carissima onestà e determinazione: Sarcinelli viene arrestato e a Baffi è risparmiato il carcere solo per l'età. Saranno poi prosciolti ma Baffi lascerà Via Nazionale.


A Umberto Ambrosoli - autore dell'emozionante Qualunque cosa succeda (Sironi, 2009) - e alla Signora Annalori va incondizionato il nostro caloroso messaggio: la memoria di Giorgio Ambrosoli è intatta.

A lezione i miei studenti sanno a chi rivolgersi nel cielo degli onesti. Come dice Corrado Stajano – autore dell’imprescindibile Eroe borghese (Einaudi, 1991): “Giorgio Ambrosoli non è stato dimenticato. Trentadue anni dopo il suo assassinio nel centro di Milano, le ragioni della memoria di quel che accadde — un uomo che si fa uccidere nel nome dell’onestà — sono rimaste intatte. Il suo nome è diventato infatti un modello morale e civile”.

Sandro Gerbi - nel suo Giorgio Ambrosoli. Nel nome di un'Italia pulita (a cura di, Aragno, 2010) - scrive: "Nemmeno oggi i "Sindona sono delle eccezioni, e per questo la testimonianza e il rigore dell'avvocato vanno rimeditati. La battaglia non è stata vinta, anzi: c'è un'Italia che forse non la vuole vincere e gira colpevolmente la testa da un'altra parte. Non per nulla una quindicina di anni fa Alessandro Galante Garrone parlava del perdurare di una "stagnante inerzia" e di una "questione morale" irrisolta".

Qualche mese fa il Comune di Milano ha posto una targa in via Morozzo della Rocca, dove è stato ucciso Ambrosoli. Le parole scelte sono quelle di Carlo Azeglio Ciampi: "Commissario liquidatore di un istituto di credito, benché fosse oggetto di pressioni e minacce, assolveva all'incarico affidatogli con inflessibile rigore e costante impegno. Si espose, perciò, a sempre più gravi intimidazioni, tanto da essere barbaramente assassinato prima di poter concludere il suo mandato. Splendido esempio di altissimo senso del dovere e assoluta integrità morale, spinti sino all'estremo sacrificio".

Caro Giorgio Ambrosoli, ti sia lieve la terra.

2 commenti:

  1. Grazie per questo post che ci aiuta a ricordare un esempio altissimo di valori civili, cui timidamente cercare di tendere e aspirare

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  2. Ricevo e pubblico:

    Ho da poco terminato la lettura del libro di Stajano: emozionante ed estremamente attuale. L'avvocato Ambrosoli fece politica per il Paese senza esser iscritto ad alcun partito, conducendo la liquidazione delle banca di Sindona in maniera retta, onesta, integerrima. Forse andando oltre il cosiddetto 'compitino'.
    E' proprio vero, gli eroi sono intramontabili ed incancellabili col tempo.
    Gli inglesi hanno Nelson, i francesi De Gaulle, noi italiani Ambrosoli. Ovviamente, non c'è paragone: Ambrosoli tutta la vita.

    Saluti
    Matteo Felici

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