Marco Ponti è uno
studioso dotato di un forte “sense of humour”. Questo volume è un continuo
rimando all’ironia, al paradosso. Il lettore non può che uscirne divertito,
anche perchè i temi possono apparire noiosi.
1. L’attacco del libro è “Beniamino Andreatta”. Nomen omen, come si fa a non apprezzare. Andreatta, grande servitore dello Stato, viene citato da Ponti perchè alla fine degli anni Novanta, in un'intervista a Repubblica, disse testualmente: "I politici che promuovono grandi opere pubbliche sono interessati solo alle loro tangenti". Andreatta subì l’ostracismo della Democrazia Cristiana dopo la sua determinazione nella vicenda del Banco Ambrosiano. “L’establishment italiano è scheletrico e anchilosato, ma cattivo e pauroso. Dare prova di libertà costa carissimo”, ha affermato l’ing. Carlo De Benedetti (Per Adesso, F. Rampini, Longanesi, 1999). “Come Ministro del Tesoro, dopo il fallimento dell’Ambrosiano fece in Parlamento un memorabile discorso d’accusa contro lo IOR e il Vaticano. Dopo quell’episodio Andreatta fu emarginato dalla vita politica italiana per dieci anni. Solo la sua intelligenza e la sua passione politica lo hanno riportato a galla, dopo Mani Pulite”.
Non è un caso che Ponti citi Andreatta. Secondo me è un tratto autobiografico. Anche Ponti, a causa del suo parlar chiaro, subisce l'ostracismo del mondo italico legato ai trasporti. Viene escluso dalle commissioni, querelato da Azienda dei trasporti milanese (ATM)
2. Il linguista Tullio De Mauro tempo fa
sostenne che “l’emergenza culturale nel nostro Paese dovrebbe preoccupare
almeno quanto quella economica”. Secondo De Mauro meno di un terzo degli
italiani possiede livelli di comprensione della scrittura e di calcono
necessari per orientarsi in una società moderna; Una recente ricerca di
Murtinu, Piccirilli e Sacchi ci dice che le competenze economico-finanziarie
non sono rilevanti solo per le scelte individuali, ma anche per quelle
collettive. Bene. Siccome l’Italia (statistiche OCSE) tra i Paesi nel fanalino
di coda, ogni volta che si cerca di contenere il deficit di bilancio, si grida
ai danni dell’”austerity” (che sulla spesa corrente non c’è mai stata).
Il taglio degli scorsi anni, a livello di spesa pubblica, è avvenuto a
danno degli investimenti pubblici. Sui quali, come vorrebbe Ponti, bisognerebbe
compiere delle analisi costi-benefici, di cui il Piano nazionale dei Trasporti
è privo. Ma con l’abile marchingegno linguistico “opera strategica”, ogni
analisi – che danno generalemente un risultato insoddisfacente - è evitabile.
Per cui nessuna manutenzione o intervento idro-geologico e, invece, investimenti
ferroviari senza senso come la TAV del Terzo Valico Milano-Genova. Con
affidamenti senza gara, diciamo “in amicizia”. Mazzoncini, ad FS, parla
trionfalmente di 70 miliardi di investimenti del gruppo, e per ben 50 miliardi
non è previsto alcun rientro (a fondo perduto); considerati ricavi, a bilancio.
Idem nel caso di ATM. O vogliamo parlare dell'ATAC?
Marco Ponti |
Barack Obama, non a caso, precisò che “per i progetti di AV le analisi
costi-benefici non danno risultati soddisfacenti”, per cui stanziò pochissimi
fondi. Peraltro AV la usano i ricchi per cui lo Stato finanzia le classi
abbienti.
3. Peraltro, perchè le FS devono ridurre gli
Investimenti se lo Stato – ossia il contribuente – ripaga tutto a piè di lista?
Guai a parlare di sussidi, scrive Ponti. E guai a parlare di pensioni a
retributivo per i dipendenti in esubero delle Ferrovie (Lodovico Ligato,
ricordate lo scandalo delle lenzuola d’oro?), che ci costano 4 miliardi di euro l’anno.
4. Tariffe autostradali: nel meccanismo di
calcolo, tra i costi sostenuti dai concessionari vi è anche la remunerazione
del capitale investito. Se il capitale investito cresce grazie ai profitti, si
crea un meccanismo a spirale (p. 21): “più guadagno, più guadagnerò, senza
rischi di sorta”. E i contratti di concessione? Sono secretati. Il costo del
denaro era ben diverso quando si sono firmati i contratti. i+premio al rischio: i scende
grazie alla BCE, ma non per i concessionari, anche in assenza di inflazione.
Ironia di Ponti: “Chi scrive tentò di porre un argine a questa situazione....brillante
risultato ottenne quello di cessare di colpo di essere consulente del Tesoro”.
5. Nota di struttura: “A livello più generale
c’è da osservare che i grandi investimenti autostradali e ferroviari di dubbia
utilità hanno contribuito a spostare capitali ingenti da settori aperti alla
concorrenza e all’innovazione, a posizioni di sostanziale rendita”. Chiosa
Ponti: “Non sembra certo un beneficio per la crescita e la competitività del
paese”.
6.
Spesso nel volume si parla di "soldi altrui", “Other’s people money”, volume di Louis Brandeis, consigliere
della Corte Suprema americana nella prima parte del secolo scorso. Chi paga?, direbbe oggi Ugo La Malfa. Bologna: interrata la stazione (costi volati); a Firenze
sono le FS ad aver bloccato i lavori. Ma allora perchè si fanno opere inutili?
I contribuenti che pagano non sanno e pagheranno in modo opaco e diluito
nel tempo, come maggiore deficit e debito pubblico (Cirino Pomicino's strategy). Il 70% della rete
ferroviaria italiana è fortemente sottoutilizzata, ossia sovrabbondante.
Brandeis desk |
7. Ironia di Ponti: “Prima o poi il traffico
arriverà” (Maurizio Lupi, ministro governo Letta, targato Compagnia delle Opere,
Cl);
8. Avere come avversari i cosiddetti Nimby - Not in my backyard, ossia, si facciamo le opere, ma non vicino a casa mia - è molto meglio dei
prof. preparati e del mondo della ricerca. Vedi TAV in Val di Susa;
9. Nei contratti spesso vengono inserite - dal compratore! - delle penali che non hanno alcun senso, visto che siamo in regime di
monopsonio, unico compratore sono le Ferrovie dello Stato;
10. Dopo tanta "depressione" sulle cose che non vanno, alla fine del libro si passa alla "to do list":
a) accountability: qualsiasi spesa rilevante in infrastrutture deve essere preceduta da analisi economiche- finanziarie terze, comparative e trasparenti;
b) l’Italia è un Paese di Paesi (CA Ciampi), per cui la mobilità merci e passeggeri si svolge per il 75% all’interno dei confini regionali, per cui il trasporto su gomma rimarrà dominante;
c) piccole opere e manutenzioni diffuse;
d) aumentare la capacità delle strade locali.
Per non parlare delle nuove tecnologie, delle vetture ibride, di Uber, dei truck di Tesla. Se volete saperne di più, comprate il libro.
a) accountability: qualsiasi spesa rilevante in infrastrutture deve essere preceduta da analisi economiche- finanziarie terze, comparative e trasparenti;
b) l’Italia è un Paese di Paesi (CA Ciampi), per cui la mobilità merci e passeggeri si svolge per il 75% all’interno dei confini regionali, per cui il trasporto su gomma rimarrà dominante;
c) piccole opere e manutenzioni diffuse;
d) aumentare la capacità delle strade locali.
Per non parlare delle nuove tecnologie, delle vetture ibride, di Uber, dei truck di Tesla. Se volete saperne di più, comprate il libro.
Ricevo e pubblico un commento di Marco Ponti: ") Ferro sì, ferro no: forse non è noto, ma già oggi le ferrovie sono rilevanti quasi solo per i loro costi pubblici, non per il loro ruolo economico. In termini di fatturato muovono cerca il 2% delle merci, Di passeggeri, siamo al 10%. Ma di pendolari siamo al 5%, e tutto questo NONOSTANTE le tariffe ipersussidiate e le tasse sul modo stradale. I treni sul 75% della rete viaggiano vuoti (a proposito di offerta che crea la domanda...). OK l'AV (dimenticando i "sunk costs"), ma basta così, le nuove linee di Delrio saranno vuote peggio della Mi-To e della Roma-Na. La Francia di Macron ha stoppato tutte le nuove AV (complice un mio amico...).
RispondiElimina2) Rivoluzione in arrivo pilotata dai "fat cats": sui trasporti si limita a ricadere l'incredibile progresso di informatizzazione di tutti i processi produttivi e di tutta la società. Una tragedia per il lavoro, come sappiamo, ma per questo settore è solo una inevitabile conseguenza di un fenomeno ben più ampio. Almeno proviamo ad inseguire...
Marco Ponti
Segnalo che il Ministro delle Infrastrutture targato Compagnia delle Opere - CL - si chiama MAURIZIO Lupi e non "Italo" 8che è un grafico milanese molto bravo)
RispondiElimina