lunedì 4 marzo 2013

Krugman, l'austerity e le priorità di Quintino Sella

Non se ne può  più dei pianti sull'austerity. Abbiamo vissuto sopra i nostri mezzi per decenni. Abbiamo regalato pensioni col metodo retributivo a tutti i nostri genitori/nonni, i quali si lamentano di avere pensioni basse, ma pochi di loro sono consapevoli di ricevere un sussidio da noi giovani, tramite la fiscalità generale.

Abbiamo il sistema pensionistico più generoso al mondo, che infatti pesa il 18% del Pil. E se il Pil continua a calare, il peso aumenta visto che le pensioni sono indicizzate all'inflazione (con il caveat Fornero sopra i 1.500 euro).

Oggi il Financial Times titola a tutta pagina 2 "Voters in south Europe grow weary of austerity". Il racconto si incentra sull'impopolarità del Governo Monti, dell'esperienza greca Papandreu, di Zapatero e di Cowen, primo ministro irlandese, che ha abbandonato la plancia di comando nel novembre 2010.

Quando leggo le sfuriate del premio Nobel Krugman contro l'austerità, vorrei che facesse un bel giro in Italia, magari pagato dal Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, che nel terribile 2011 ha comprato 67 MontBlanc per un totale di 18.660 euro quali spese di rappresentanza. E tante altre belle cose, raggiungendo la somma di quasi 2 milioni di euro. E siccome in Italia siamo dei gonzi, lo stesso Abbruzzese è stato premiato con 15.469 preferenze. Io, nel mio piccolo, ne ho prese solo 545. Si vede che dovevo avere a disposizione un budget a spese della collettività di tenore simile.

Potrei accompagnare Paul Krugman in Eupolis, controllata dala Regione Lombardia, che negli anni scorsi regalato consulenze a gogò, tra le quali una di 30.000 Euro per il "monitoraggio dei vertebrati terrestri di interesse comunitario".

Il punto chiave è la mancata priorità degli investimenti. Le spese correnti vanno decisamente tagliate, perchè le malversazioni, le finte consulenze, le assunzioni degli amici degli amici sono vergognose. Quello che manca è la chiara definizione dell'importanza degli investimenti. Sono gli investimenti che languono. Ce lo dicono tutti, dal Fondo monetario internazionale, alla Banca d'Italia, all'OCSE: senza investimenti non si va da nessuna parte.

Quintino Sella
Come ci ha ricordato l'economista Marco Vitale, quando Quintino Sella - mitico Ministro delle Finanze dei primi Governi post-unitari - tagliò duramente la spesa corrente, nel contempo diede impulso formidabile alle cose che contano, guardò al lungo termine dando peso all'Università e alla scuola.

Citiamo integralmente Vitale perchè merita: "Con l’ingegnere idraulico Quintino Sella noi abbiamo avuto un ministro delle finanze del quale tutti ricordano la rigorosa politica di riduzione del deficit, per il pareggio di bilancio che, raggiunto dopo di lui, da Minghetti, ma grazie alla sua opera, salvò l’Italia dalla temuta e, da molti, sperata disintegrazione finanziaria. Ma pochi ricordano che egli seppe abbinare al rigore nella gestione della spesa corrente, una poderosa politica di investimenti che rappresentarono la base dello sviluppo italiano moderno. Pochi ricordano che fu determinante per la nascita dei politecnici di Torino e di Milano, che rifondò l’Accademia dei Lincei alla quale, dopo gli impegni di governo, dedicò, come presidente, la sua attività, che ebbe grande attenzione all’istruzione pubblica, che riuscì, con selettivo rigore, a finanziare investimenti infrastrutturali fondamentali per la crescita del Paese. Pochi ricordano che nel discorso all’Accademia dei Lincei, questo politico ministro e scienziato disse: la grandezza e la prosperità di un Paese è indubbiamente una conseguenza diretta delle sue capacità intellettuali scientifiche e morali".



Il prossimo che parla di drammatica austerità distingua per favore tra spesa corrente e investimenti, altrimenti come legge del contrappasso, è invitato a relazionarci sui fasti dei bilanci degli ultimi 42 anni della Società Stretto di Messina S.p.A.




3 commenti:

  1. Non so lei in cosa sia laureato, ma se fa il giornalista, ha un futuro di menzogna roseo.

    Quello che le invio, è l'andamento del pil rispetto alla spesa pubblica dal 1861 ai giorni nostri.

    Gli IGNORANTONI, non sanno che la politica di Quintino sella, determinò anche una forte contrazione del pil e della ricchezza generale, che culminò fino al 1890, con gli scandali della banca romana. Il resto della storia se la studi e se vuole dare una occhiata alla realtà se la guardi qui.

    http://andcappe.blogspot.it/2013/02/la-teoria-dellequivalenza-ricardiana-e.html

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  2. Ho solo la quinta elementare presa con le 150 ore. Farò del mio meglio nella prossima vita. Ma Keynes lasciamolo a chi ne capisce, non ai parvenu.

    Non confondiamo, please, la struttura con la congiuntura.

    Ah dimenticavo, Quintino Sella è fondatore del CAI, Club Alpino Italiano nel 1863.

    In Italia i seguaci di Keynes pensano che la ricchezza si crea scavando una buca per poi ricoprirla (Fanfani, cit.).

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    1. Caro beniamino ora che sei anche entrato in politica non puoi adirarTi se Ti contestano come professore . la politica è attività assai diversa dalla docenza , soprattutto quando si affronta l'economia sia micro che macro . queste sono le normali delusioni quando un economista scende nell'arena della politica dove dal fioretto si passa alla sciabola o meglio alla scimitarra ed al machete . roteare il fioretto non fa vincere perchè trattasi di arma di punta e non si puo' usare di taglio .

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