La notizia della partecipazione monstre di 85mila persone per 30 posti di vice-assistente in Banca d'Italia si è incrociata con la scomparsa di Paolo Villaggio, straordinario attore, i cui personaggi, da Fracchia a Fantozzi sono entrati nell'immaginario collettivo.
Chi partecipa al concorso in Banca d'Italia vive certamente una situazione fantozziana. Significa avere lo 0,035% di probabilità di farcela. E chissà quando usciranno le graduatorie finali, poichè i sindacati - e te pareva - hanno già minacciato con miopia ricorsi perchè, visto l'alto numero di partecipanti, si richiede la laurea magistrale come titolo preferenziale. Da segnalare che vice-assistente è il livello più basso per il personale assunto in Banca d'Italia. Lo stipendio previsto è di 28mila euro lordi l'anno.
Il mito del posto fisso è duro a morire. Ricordo ancora il racconto di Francesco Giavazzi che spiegava come la paura di fallire in Italia fosse dominante. Da qui il mito del posto fisso, raccontato con ironia prima da Paolo Villaggio e di recente da Checco Zalone.
Così Giavazzi nel volume "Il liberismo è di sinistra" (il Saggiatore, p. 78): “La figlia di un nostro collega stava per sposarsi, ma all’ultimo decise di rompere il fidanzamento. All’inevitabile domanda sulle motivazioni di una scelta tanto drastica rispose che, tra l’altro, il fidanzato non “era mai fallito”. Il povero ex fidanzato era probabilmente un ragazzo che preferiva un posto fisso e non aveva partecipato all’effervescente nascita di nuove iniziative legate a internet, molte delle quali, appunto, sono fallite. La figlia del nostro collega avrebbe serie difficoltà a trovare un “fallito” da sposare in Italia”.
Tornando al concorso in Bankitalia, credo abbia ragione il giurista Pietro Ichino che denuncia un sistema malato: "Questo numero di candidati comporta un costo abnorme per l'ente, che andava evitato con l'adozione di un filtro preliminare più stringente. Si poteva chiedere la buona conoscenza non solo dell'inglese ma di una seconda lingua straniera".
Ichino insiste sulle manchevolezza di sistema: "Alle radici c'è la grave mancanza di un servizio di orientamento scolastico e professionale che fornisca agli adolescenti e ai giovani in cerca di prima occupazione un'informazione qualificata sul tipo di lavoro a cui possono aspirare e sui percorsi necessari per arrivarci. Il dato delle 80mila candidature è figlio di una diffusa ignoranza di come funziona effettivamente il mercato del lavoro".
Nel 2017 c'è ancora gente che si sobbarca viaggi fantozziani alla ricerca di un agognato posto fisso. Ma datevi da fare, studiate come diventare imprenditori, lavorate sulle vostre potenzialità, non chiudetevi in un ufficio pubblico! Il destino ha più fantasia di noi.
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