Era il 30 luglio 2010. Dopo un leggero travaglio è nato il blog Faust e il Governatore.
Sono stati i miei studenti la molla. A lezione vedevano che il poco tempo a disposizione mi impediva di spiegare adeguatamente la storia economica del Novecento. Ed esaltarne le figure positive.
Allora ho rotto gli indugi e ho iniziato a scrivere (poi non ho più smesso: 160 post scritti, 45.502 pagine lette, grazie lettori). Non sapevo come chiamare il blog. Sulla mia scrivania piena di articoli, paper, tesi, ricerca economica, ho tirato fuori un riferimento sempiterno, Cinquant'anni di vita italiana, il racconto di Guido Carli sugli anni da Governatore della Banca d'Italia, Presidente di Confindustria e Ministro del Tesoro.
Carli al suo ritorno da Maastricht nel dicembre 1991 - dopo aver condotto con successo la battaglia per consentire all'Italia di entrare nell'Unione Economica e Monetaria - convocò i cronisti al Ministero del Tesoro. Invece che commentare il Trattato - che poi venne firmato il 7 febbraio 1992 - prese dalla biblioteca una vecchia copia del Faust di Goethe.
Nella seconda parte del Faust, Mefistofele consiglia all'Imperatore di finanziare le proprie guerre contro l'Antimperatore stampando banconote senza preoccuparsi della loro quantità. Il popolo è felice, consuma. La crescita dell'economia riparte. L'Imperatore è stordito dalla meraviglie che gli vengono prospettate, ma obietta: che cosa garantirà il valore di quelle banconote? Mefistofele suggerisce di stampare moneta senza preoccuparsi di garantirne il valore, la stabilità. Finanziandoli con l'inflazione.
Attualissimo, visto l'incredibile costo del consenso in Italia.
Come l'anno scorso nel post iniziale - Hanno tutti ragione , dedicato al divertentissimo libro di Paolo Sorrentino, il cui protagonista è l'indimenticabile Tony Pagoda - così anche oggi vi consiglio una lettura per l'estate: Mattioli e Cuccia. Due banchieri del Novecento (Sandro Gerbi, Einaudi, 2011).
Mattioli e Cuccia sono stati i due banchieri italiani più rappresentativi del Novecento. Lavorarono a lungo insieme, si stimarono e nutrirono sentimenti d'affetto reciproco. Frutto del loro sodalizio fu, nel 1946, la creazione di Mediobanca, affidata a Cuccia e destinata a sostenere lo sviluppo delle imprese italiane.
Sandro Gerbi, figlio di Antonello - capo dell'Ufficio Studi della Comit, mandato da Mattioli in Peru per sfuggire alle leggi razziali - con documenti inediti, racconta il crescente disagio di Mattioli per l'indirizzo assunto da Mediobanca, troppo banca d'affari agli occhi di Mattioli.
Vi lascio con una citazione di Cuccia: "Pensi che terribile Paese è il nostro, dove nel '72 si licenzia un Mattioli e nell'87 si nomina primo ministro un Goria".
P.S.: il padre di Enrico Cuccia di chiamava Pietro Beniamino. Visto che mio padre si chiamava Piero e io Beniamino, ci sono concrete possibilità che mio figlio Francesco sia un grande banchiere.
Buone vacanze.
Ai posteri l'ardua sentenza...
RispondiEliminaLucia