Appena mi sono svegliato, ho acceso il blackberry e ho letto: "
Indeed in some ways yesterday was the worst day of the peripheral crisis in terms of spread moves. 5 year Irish, Portuguese and Greek CDS widened 111bp, 171bp and 227bp bps respectively - the largest single day move on record for the first two and the second worst day ever for Greece. Italy and Spain were not immune as they widened 25bp and 32bp respectively. Our 5yr peripheral bond and CDS indices also closed at new wides at 929bp and 987bp, respectively". Usti!
Visto che oggi lo spread BTP-BUND - di cui abbiamo parlato ampiamente nel passato (
spread BTP-BUND prima parte e spread
BTP-BUND seconda parte e
Spread BTP-BUND terza parte) - ha raggiunto il nuovo record di (224 basis point in questo momento) dalla nascita dell'euro, ho deciso si ripubblicare un mio post del 4 febbraio 2011. Il problema è rimasto sul tavolo:
la zoppìa europea, definita così dal nostro Carlo Azeglio Ciampi.
Traggo spunto dalle dichiarazioni a Davos al World Economic Forum del Presidente francese Nicolas Sarkozy: “
The euro is Europe. We will never let the euro be destroyed”. E per paura di non essere stato compreso, ha ripetuto: “Never, listen to me carefully. Never we turn our backs on the euro, never will we drop the euro. It is not simply a monetary or an economic issue. It has to do with our identity as Europeans”.
Non si può non rifarsi all’appassionato ricordo del nostro amato Presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi quando rievoca l’euro come punto di non ritorno: “
Nel ’93 ebbi un incontro con Kohl. Un vertice diretto, senza impedimenti protocollari, tra due uomini che avevano conosciuto la tragedia delle guerre. Mi chiese cosa pensassi dell’Europa e della moneta unica. Non risposi da ex banchiere centrale. Gli dissi semplicemente che l’euro avrebbe creato il punto di non ritorno, avrebbe avviato la stagione dell’Europa veramente unita, senza più conflitti, senza più lutti. Se non lo facciamo noi, aggiunsi, rischiamo un ritorno indietro, un contraccolpo della storia che sarebbe terribile, un nuovo alibi per il rinascere dei nazionalismi, di quegli spettri degli anni ’30 che né io né lei vogliamo riportare in vita. Dopo questo colloquio uscì di scena definitivamente l’idea di rinviare l’adesione ai parametri di Maastricht. Nessun rinvio; l’euro non poteva aspettare (
Non è il paese che sognavo, Il Saggiatore, 2010, p.112).
E’ chiaro che la credibilità delle affermazioni di Sarkozy si scontra con i mercati finanziari che giustamente sono il termometro della sostenibilità del debito dei Paesi periferici dell’Europa. Ha un bel dire il primo ministro greco George Papandreu che si lamenta delle persistenti domande dei giornalisti: negli ultimi due anni non gli chiedono che delucidazioni sul
default greco. I mercati – attraverso i prezzi - dicono: probabilisticamente avverrà un
default parziale. Altrimenti lo spread tra rendimento a 10 anni del BUND e l’equivalente greco non sarebbe nell’intorno di 7,7 punti percentuali (14,60% in questo momento 7.7.11).
In relazione alla Grecia, tornano in mente le parole dell’inossidabile Carlo Azeglio Ciampi, a cui dobbiamo l’ingresso dell’Italia nell’Euro: “
Purtroppo paghiamo l’errore di aver ampliato il numero dei paesi dell’eurozona senza prima aver approfondito i legami istituzionali, senza essere riusciti a creare almeno quel coordinamento delle politiche economiche che era obiettivo prioritario fin dalla nascita dell’euro. Non bastava il rispetto dei famosi parametri di Maastricht, serviva una politica economica comune, dal fisco allo sviluppo, alla difesa. Va detto che nella prima fase di scrematura dei paesi degni dell’euro la selezione fu molto severa, e l’Italia per prima ne rimase colpita. Poi con l’allargamento fu subito chiaro che la morsa del rigore si era allentata. Forse ci fu indulgenza verso l’Est perchè alla Germania interessava consolidare il primo dei suoi mercati di sbocco. Che tristezza vedere adesso che la Grecia aveva truccato i conti e che questo costume potrebbe essere imitato anche da altri Paesi!” (
Non è il paese che sognavo, Il Saggiatore, 2010, p.115)
Io credo che abbiamo bisogno di più Europa, di più politica europea. E l’Italia deve giocare un ruolo, positivo e propulsivo. Come in passato ha sostenuto Tommaso Padoa-Schioppa - già nel 1992 egli vedeva che "
lo spazio per l'ambiguità e per l'incertezza sull'unità europea era divenuto più stretto” - commemorato in Bocconi dalla Milano migliore e dai maggiori rappresentanti del mondo finanziario.
Il Presidente Giorgio Napolitano – commosso - ha usato queste parole: “
Ma è anche vero che sono riapparse nelle sfere politiche e nelle più vaste opinioni pubbliche di diversi Stati membri, tendenze frenanti rispetto ai passi ulteriori, per quanto graduali, che ormai si impongono sulla via di una più coerente integrazione e di una più robusta volontà politica comune. A questo proposito, di spazio per esitare o ancor peggio per ripiegare ne è rimasto davvero poco”.
Non possiamo che chiudere con Ciampi, che ha coniato il termine zoppìa, vedi post
La zoppìa dell'Europa : “
Il rafforzamento, il “deepening” come si dice in gergo europeo, cioè la governabilità delle istituzioni europee, non può essere ulteriormente rinviato. Non c’è niente da fare: alla moneta deve seguire il ccordinamento delle politiche economiche”.
Con il rafforzamento evocato da Ciampi, gli
spread dei Paesi periferici (Grecia, Irlanda, Spagna, Portogallo , Italia) potranno scendere.
P.S.: sono venuti all’Università Bocconi i migliori (del mondo!). Io non ho mai visto un tributo così sentito e partecipato da parte di protagonisti internazionali di cotanta fama:
- Paul Volcker, il "falco" della Federal Reserve - che spiazzò tutti negli anni Ottanta alzando i tassi per sradicare l’inflazione; tenace
chairman of the Independent Committee of Eminent Persons (Volcker Commission)
to look into the dormant accounts of Jewish victims of the Holocaust lying in Swiss banks);
- uno dei maggiori protagonisti dell’Unione Europea Jacques Delors;
- il Presidente della banca centrale europea Jean-Claude Trichet;
- l’ex Presidente del Consiglio e della Commissione Europea, Romano Prodi (il suo intervento è stato il più applaudito);
- Helmut Schmidt, Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca dal 1974 al 1982, il cui messaggio è stato letto dal Presidente Napolitano;
- Carlo Azeglio Ciampi in un commosso intervento video.
E’ stato un omaggio all’Italia, non solo a Padoa-Schioppa. Mi sono sentito orgoglioso di essere italiano.
A un certo punto, ricordandomi del sorriso di Tommaso Padoa-Schioppa quando gli chiesi aiuto per la mia tesi , non sono riuscito a trattenere le lacrime.