La vita è complessa e scegliere è sempre più difficile. La vita è una continua sfida all'uso intelligente delle risorse. Ma se non si ha la giusta cassetta degli attrezzi per compiere le scelte corrette, i nostri ragazzi non sono in grado di affrontare le sfide della globalizzazione.
Gli economisti di Banca d'Italia Chionsini e Trifilidis, nel paper Educazione finanziaria: l'utilità di una strategia unitaria, scrivono: "Nel corso degli ultimi anni, l’offerta da parte degli intermediari di prodotti e servizi è divenuta sempre più ampia e sofisticata. L’invecchiamento demografico e le conseguenti riforme dei sistemi pensionistici e sanitari, fattori comuni a molti paesi, hanno spostato dal settore pubblico a quello privato i rischi legati alla copertura di costi sociali e reso ancor più determinati le scelte delle famiglie sulle loro capacità di spesa non solo attuali ma anche prospettiche. Di conseguenza, sono aumentate la complessità e la numerosità delle scelte finanziarie che gli individui devono fronteggiare, le cui conseguenze possono incidere in misura rilevante sul tenore di vita delle famiglie".
A fronte della maggiore complessità delle scelte, non è cresciuta in ugual misura la conoscenza finanziaria dei cittadini, che sono affetti da gravi deficit cognitivi, che li inducono a indirizzarsi verso soluzioni non ottimali.
E' per questo motivo, per far entrare il risparmio e gli investimenti nella cultura dei giovani che è nato anni fa il progetto di Educazione Finanziaria, sempre più considerate come parte integrante delle politiche di protezione dei risparmiatori.
I giovani si trovano oggi a dover fronteggiare situazioni e scelte finanziarie più impegnative di quelle vissute alla stessa età dai loro genitori. L’educazione finanziaria nelle scuole può produrre anche benefici "indiretti" per le famiglie: i giovani possono trasmettere in maniera più o meno volontaria le abilità e il senso di familiarità acquisiti anche ai genitori.
Per capire qual è il clima e l'humus culturale verso il mondo finanziario delle famiglie, prima di iniziare la lezione, ho posto agli studenti di seconda due domande:
1. che cos'è una banca?
2. la banca è una cosa buona o cattiva?
Le risposte più interessanti sono state le seguenti:
1. La banca è un edificio dove rubano i soldi.
2. Così così;
La banca è una cosa positiva, se non incontri dei ladri.
Negativa perchè ti prendono i soldi.
La banca è cattiva perchè chiede in cambio gli interessi (dimostrazione che nelle famiglie italiane la cultura di mercato lascia a desiderare, ndr)
E’ cattiva perchè devi ridarglieli indietro con l’interesse (e di cosa dovrebbe vivere una banca?, ndr)
E’ buona perchè permette alle persone di comprare qualcosa che non riescono a comprare con il loro stipendio.
Prima del 2001 era cattiva, ora è abbastanza brava.
La banca è una cosa positiva perchè ti approva ogni volta quello che richiedi (magari!, avere credito NON è un diritto, ndr)
E’ una cosa positiva se compie il suo lavoro correttamente altrimenti non lo è.
Positiva ma le persone devono essere consapevoli di ridare i soldi con gli interessi.
Dipende dal bancario, se tu sei ignorante, lui ti può prendere più soldi del dovuto".
Insomma, dal tono delle risposte, la strada da compiere è ancora molta. Ma non per questo dobbiamo abbatterci. Speriamo che in futuro Educazione Finanziaria diventi materia scolastica.
P.S.: stampatevi e leggetevi i Quaderni didattici ideati e realizzati dalla Banca d'Italia. Sono proprio fatti bene.